Da unpo’ di tempo si parla, nel contesto italiano, dei grandi colossi dell’informazione elettronica o per meglio dire, della comunicazione interattiva. Google e Facebook, il primo nato come motore di ricerca, l’altro è sicuramente il numero uno tra i social network. Questi colossi informatici non vanno confusi con quello che la burocrazia italiana definisce “editoria”. La tradizionalità dei libri cartacei sappiamo bene essere un’altra cosa. E ritengo sia davvero stringente il vincolo al quale queste due società dovrebbero sottostare, per il nostro paese. Si sono visti personaggi del mondo editoriale riunirsi nei mesi scorsi, come già accaduto in precedenza, paventando una estrema intrusione e diffusione da parte di Google e compagnia. Si è parlato di privacy, di dati sensibili, quasi di coercizione; ma anche di facilitazione per queste società, in termini di esclusione da diversi tipi di tributi presenti in Italia. Posso capire il timore della tutela dei minori, e delle forzature, peraltro già perpetrate da Microsoft in passato col suo browser, ma c’è un distinguo da fare; gli obblighi morali sono una cosa, le imposte applicate per i servizi e i contenuti un’altra. Dobbiamo vigilare affinché I nostri apparecchi informatici non divengano strumento di controllo di noi stessi in fortuna di società furbesche. Ma Non dobbiamo fare all’italiana, cioè trovare ogni più piccolo pretesto per tassare una persona giuridica di modo che non potrà più assicurare tutti quei servizi e quelle funzionalità, perlomeno gratuitamente. Vorrei quindi spostare l’attenzione dei signori delle poltrone sul fatto che se qualcuno scarica musica da internet o si fa un tour guidato virtuale all’interno di un museo, in modalità free, ciò è reso possibile grazie a un collegamento internet a pagamento che non è tra i più brillanti in termini velocistici in Europa (ma anche rispetto all’America), e non risulta essere nemmeno tra i più economici a confronto con gli altri paesi. Come si può permettere allora, un ulteriore balzello richiesto all’utilizzatore finale? Pagare 99 centesimi per ogni brano di un cd o alcuni euro per visitare Venezia sul web. E magari, a un certo punto, la connessione rallenta o cade, senza farci terminare la compilation o con l’immagine ferma sullo schermo di piazza San Marco. Mi viene in mente che se non avessi pagato il canone internet ma comprato il cd originale in negozio avrei speso poco meno e me lo sarei ascoltato in quel boschetto che dico io, facendo jogging con un lettore di cd portatile, dove la copertura wi-fi non arriva. I grandi signori delle regole dei dazi non hanno ancora inteso che non si può pretendere di far pagare un fruitore di servizi liberi perché dopo quei servizi gratuiti non lo saranno più, l’informazione non veicolerà più perché gli utenti devono già lottare con un servizio di base che consente l’accesso a tutto questo gravato da una scarsa applicazione della tecnologia e purtroppo da costi ancora non concorrenziali con i nostri paesi limitrofi. abbiamo il diritto di limitare la facilità con cui queste multinazionali divulgano e condividono i loro contenuti e offrono servizi, o in realtà vogliamo piuttosto spennarli come sono state ridotte sul lastrico varie aziende italiane. Non si risentano per questo le case editrici italiane costrette alla continua esazione di imposte a titolo dubbio… Trovino invece loro il modo per sottrarsi a parte degli oneri tributari, ritenuti ingiusti, del nostro sistema fiscale.
Alla Redazione Giovani del 2000. A seguito del rinnovo delle cariche associative del Consiglio Regionale della Toscana dell' Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus del 17 maggio 2015, con la presente sono a comunicare a codesta spettabile redazione le mie immediate ed irrevocabili dimissioni dalla carica di direttore responsabile della rivista. Colgo l'occasione per ringraziare tutti coloro che in questi anni hanno dato il loro fondamentale contributo per la diffusione e la crescita di questo giornale, in primo luogo un sentito grazie al vice direttore sig. Maurizio Martini, ai componenti il comitato di redazione, al Presidente dell' Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus della sezione provinciale di Pistoia la sig.ra Tiziana Lupi, agli estensori degli articoli, ai volontari ed ai lettori tutti. Auguro alla rivista di proseguire con pieno successo l'attività. Cordialmente
Carissimi,
nell'assumere il delicato incarico di direttore di Giovani del 2000, con grande piacere vi porgo il saluto mio personale e di tutto il Consiglio Regionale Toscano dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti.
Come ricorderete, “Giovani del 2000” è nata alla fine del secolo scorso, da un gruppo di giovani, guidati dal compianto Prof. Carlo Monti, di cui non finiremo mai di apprezzare la grande cultura e l'apertura mentale, unite ad un forte impegno civile a difesa dei meno fortunati.
Sento il bisogno di ringraziare chi mi ha preceduto in questo compito, ossia gli amici Moreno Rafanelli e Tiziana Lupi di Pistoia, gli autori singolarmente, i redattori, perché, a puro titolo volontario, dedicano il loro tempo con costanza e puntualità alla realizzazione del periodico. Ringrazio anche la signora Federica Lorenzini e i volontari della nastroteca “Stefano Bruni” di Firenze che offrono la loro voce per consentire anche ai meno tecnologici di leggere “Giovani del 2000”, e ovviamente i lettori, che spesso diventano essi stessi autori.
Non credo siano moltissimi i periodici realizzati su base volontaristica che hanno raggiunto la "maggiore età", e che trattano argomenti così vari e per tutti i gusti. E, se il tempo è una buona cartina di tornasole, "Giovani del 2000" ha superato la prova!
Quando Carlo Monti ed i suoi giovani collaboratori diedero avvio a "giovani del 2000", volevano semplicemente affermare l'idea che i non vedenti e gli ipovedenti dell'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti" sono solo persone fra persone, con tutti i pregi e tutti i limiti, ma con un pallino, un chiodo fisso: quello di "camminare insieme agli altri".
Come non essere fieri di dirigere "giovani del 2000"! Un periodico che guarda al mondo senza occhiali ideologici, che annovera fra i suoi lettori persone varie per cultura, condizione fisica, interessi, ma tutte desiderose di condividere la gioia di conoscere!
Per questo vi ringrazio e vi auguro buon lavoro
Prof. Antonio Quatraro
Presidente del Consiglio Regionale Toscano Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti
Gentili lettori e lettrici, la Redazione di Giovani del 2000 e lieta di annunciarvi che a breve troverete sul nostro sito www.gio2000.it nella sezione libri da scaricare altri tre bellissimi libri gentilmente offerti dallo scrittore ANTONIO CARINO. Per saperne di più sullo scrittore e sui libri leggete pure l'intervista che troverete in seguito su questo stesso numero curata da Giuseppe Lurgio. La redazione.
Un saluto a tutti voi che seguite questa rubrica di cucina da tempo e un ben arrivato a chi ci legge per la prima volta! Visto che oramai siamo alla fine dell'estate ho pensato di usare ancora una volta il terrazzo o magari il cortile all'aperto per chi può e preparare una bella cenetta a base di melenzane e banane! Incominciamo a preparare. SIGARI DI MELANZANE Ingredienti per 4 persone: 4 melanzane lunghe 1/5 di olio 3 filetti di acciughe 100 gr di pancetta 1 mestolino di brodo 2 spicchi di aglio 1 cipolla 1 manciata di prezzemolo sale se necessario pepe PREPARAZIONE: Tagliate ogni melanzana in quattro fette e ogni fetta in tanti bastoncini; mettete tutto sotto sale per qualche ora. Intanto in un tegame mettete l'olio, stemperatevi i filetti di acciuga, unitevi la pancetta, gli spicchi di aglio, la cipolla e il prezzemolo tritati; fate rosolare lentamente poi bagnate la salsetta con un mestolo di brodo, salate e pepate e lasciate ridurre a fuoco bassissimo. Prendete i bastoncini di melanzane, lavateli in modo che vada via il salato e asciugateli con cura magari co nu panno assorb ente. Infarinateli e fateli dorare pochi per volta nell'olio bollente. Appena cotti metteteli su un piatto da portata e versatevi sopra la salsetta e servite subito; Bruschetta con melenzana e mozzarella di bufala. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 4 fette di pane, meglio se di Altamura, 60 g di salame piccante, una mozzarella di bufala, 8 pomodori secchi sott'olio, una piccola melanzana di forma allungata, un mazzetto di rucola, 8 foglie di basilico, un cucchiaio di prezzemolo tritato, uno spicchio d'aglio, olio extravergine d'oliva. 1 Prepara gli ingredienti. Lava la melanzana, elimina il picciolo e tagliala a fette. Spella lo spicchio d'aglio.Trita grossolanamente con il coltello il salame piccante. Affetta la mozzarella e lasciala sgocciolare su carta da cucina. Lava la rucola e il basilico. Lascia ammorbidire i pomodori secchi in una ciotola di acqua tiepida per 5 minuti; quindi tagliali a listarelle. 2 Griglia e tosta. Scalda una bistecchiera o una padella antiaderente, spolverizzala con sale fine e griglia le fette di melanzane 1 minuto per lato. Aromatizza le fette di melanzana ancora calde con il prezzemolo. Tosta le fette di pane su entrambi i lati sotto il grill del forno. 3 Completa e servi. Strofina le fette di pane con l'aglio. Suddividi su ogni bruschetta le fette di melanzane, la mozzarella, i pomodori secchi, il salame piccante, le foglie di rucola e di basilico spezzettate con le mani. Condisci ciascuna bruschetta con 1 cucchiaio di olio extravergine e servi subito. Toast di melanzane. Preparate dei "toast" con delle fette di melanzane grigliate surgelate. Scongelatele e insaporitele con un trito di prezzemolo e aglio olio e qualche goccia di tabasco. Regolate di sale e pepe. Farcite metà delle fette di melanzane con fette di pomodoro e mozzarella e un filetto di acciuga. Richiudete i "sandwich" con le fette di melanzane rimanenti, mettetele sotto il grill del forno. Servitele spolverizzandole con qualche fogliolina di basilico tritato. INVOLTINI DI MELANZANA E MOZZARELLA Ingredienti per 4 persone: 2 melanzane grandi, 150 gr di prosciutto di Parma, 200 gr di mozzarella, del parmigiano grattuggiato, 250 gr di polpa di pomodoro,olio d'oliva,, 2 pizzichi di zucchero, sale e pepe. Preparazione: Tagliare le melanzane a fette di circa 1/2 cm di spessore, in lunghezza, senza pelarle. Tagliare 12 fette regolari, salale da entrambi i lati e lasciale a bagno per 30 minuti. Nel frattempo, tagliare la mozzarella a pezzetti e il prosciutto a striscioline. Sciacquare e asciugare le melanzane. Farle dorare da entrambi i lati per 3 o 4 minuti in una padella con un po' di olio. Una volta cotte, eliminare l'eccesso di olio tamponandole con della carta assorbente. Accendere il forno a 250 gradi. Disporre un primo strato di melanzane in una teglia. Su ogni fettina di melanzana, mettere una strisciolina di prosciutto e un pezzo di mozzarella. Arrotolare le fette e fissarle con degli stecchini. Coprire di polpa di pomodoro e, per finire, con del parmigiano grattuggiato. Lasciar cuocere in forno per 10 minuti. Far gratinare per 5 minuti. Servire gli involtini ancora caldi o tiepidi Panzanella con melanzane. INGREDIENTI PER 4 PERSONE: 12 fette sottili di pane raffermo 350 g di pomodori sardi o ciliegia una melanzana 6-7 pomodorini secchi sott'olio 2-3 rametti di basilico 2 spicchi d'aglio aceto di mele 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva sale, pepe. 1) Lavate la melanzana e tagliatela a fettine sottili; cuocetele 2 minuti per parte su una griglia rovente oppure in un tegame antiaderente, senza condimento. Mettetele in una terrina, copritele con l'aceto di mele e lasciatele marinare per circa mezz'ora. 2) Sbucciate gli spicchi d'aglio e tagliateli a fettine sottili, lavate il basilico e tritatene metà. Strizzate le melanzane in modo che perdano gran parte dell'aceto che hanno assorbito e mettetele in un capiente piatto concavo; salate, pepate, insaporite con gli spicchi di aglio sbucciati e affettati, condite con 2 cucchiai di olio extravergine e completate con il basilico; mescolate con cura e lasciate insaporire la preparazione ancora per un'ora. 3) Private i pomodori dei piccioli, lavateli e tagliateli a fettine; sgocciolate i pomodorini secchi dall'olio di conservazione e tagliateli a tocchetti. Appoggiate le fette di pane sul piano di lavoro, bagnatele con qualche goccia d'acqua, strizzatele delicatamente poi appoggiatene una sul fondo di ogni piatto; distribuitevi sopra qualche fetta di melanzana,un po' dei pomodorini secchi e qualche fettina dei pomodori sardi e spolverizzate di pepe. Appoggiate sopra un'altra fetta di pane e continuate allo stesso modo fino a esaurire pane e verdure. 4) Completate con pomodori e melanzane, una macinata abbondante di pepe, un filo di olio extravergine d'oliva e qualche fogliolina del basilico rimasto. Servite la panzanella a temperatura ambiente, come antipasto oppure come primo piatto freddo SFOGLIATA ALLA CREMA DI MELANZANE Ingredienti per 6 persone: 3 melanzane, 3 pomodori, 3 spicchi d'aglio, 2 cucchiai di basilico tritato, 5 cucchiai di olio d'oliva, 1/2 limone, 1 pasta sfoglia. Preparazione: Prepara la crema di melanzane: scalda il forno (temostato a 7). Metti le melanzane in forno su un foglio d'alluminio. Cuocile 30 - 45min fino a che diventino molli. Falle raffreddare. Sbucciale, aggiungi l'aglio sbucciato e tritato. Aggiungi il basilico, l'olio a filoi ed il succo di 1/2 limone. Condisci con sale e pepe. Preparazione della sfoglia: stendi la pasta sfoglia e ritaglia dei piccoli cerchi aiutandoti con un bicchiere da vino. Fai cuocere i cerchi di pasta in forno per circa 20 minuti. Falli raffreddare. Alterna uno strato di crema di melanzane e un disco di sfoglia. Fai 4 strati e finisci con un pomodorino secco. Servi la sfogliata fredda. Zite con melanzane e provola affumicata. Ingredienti per due persone: 200 grammi di zite; una melanzana; 100 grammi di provola affumicata; due foglie di basilico fresco; uno spicchio di aglio; sale; pepe; peperoncino; olio extravergine di oliva. In una padella, fate imbiondire l'aglio con l'olio, il basilico ed il peperoncino, mescolando di tanto in tanto. Aggiungete le melanzane in precedenza tagliate a dadini, rimescolate e fate cuocere. Aggiustate di sale, aromatizzate con una macinata di pepe e tenete in caldo. Nel frattempo, in una pentola con abbondante acqua salata in ebollizione, fate lessare la pasta e scolatela ancora piuttosto al dente. Versate la pasta nella padella e terminate la cottura su fiamma media, mescolando con energia. Servite le zite con sopra la provola tagliata a dadini. - - - - - - / melanzane al cioccolato (dosi per 10 persone) 5 melanzane allungate di forma regolare 300 g. di ricotta (di produzione artigianale se possibile, ma non quella di pecora che risulterebbe troppo pesante) 300 g. di cioccolato da copertura fondente ma non troppo 2 o 3 limoni 100 g. di cacao in polvere amaro 100 g. di amaretti secchi 30 g. di pinoli più quelli per decorare zucchero q.b. cannella in polvere q.b. sale q.b. Preparazione Lavate le melanzane, e tagliatele a metà; poi lessatele in acqua bollente zuccherata e completata con il succo dei limoni (in questo modo le melanzane acquistano un delicato aroma). Scolatele e fatele raffreddare su carta da cucina. Svuotate le melanzane aiutandovi con un cucchiaino, ma non esagerate, dovete ottenere dei "contenitori" di un certo spessore; mettete la polpa estratta da parte. Versate in una ciotola la polpa delle melanzane, la ricotta, il cacao, gli amaretti sbriciolati, ed i pinoli prima tostati in una padella senza alcun condimento. Mescolate il tutto con cura per ottenere la farcia delle melanzane. Distribuitela poi nelle mezze melanzane livellandola per bene. Fate fondere il cioccolato da copertura a bagnomaria o nel microonde, e ricoprite le melanzane. A piacere spolverate con un pizzico di zucchero, un po' di cannella in polvere e qualche pinolo. Lasciate solidificare e servite queste golose melanzane al cioccolato a temperatura ambiente, non fredde di frigo. Pane alla banana. INGREDIENTI PER 6 PERSONE: - Scaldate il forno a 180°. Sbucciate 2 banane, schiacciatele con una forchetta e mescolatele con 60 g di burro ammorbidito, un uovo, 150 g di zucchero e un pizzico di sale. ú Lavorate bene gli ingredienti fino a ottenere una crema morbida. Quindi aggiungete 150 g di farina autolievitante e un cucchiaino di bicarbonato (se l'impasto risultasse troppo sodo, ammorbiditelo con qualche cucchiaio di latte Versate il tutto in uno stampo da plum cake leggermente imburrato e infarinato, mettete nel forno già caldo e cuocete per 45 minuti. Lasciate raffreddare il pane prima di tagliarlo a fette. Spezzatino di maiale alle banane. Ingredienti e Preparazione: 800 g di lonza di maiale, 8 banane poco mature, quasi verdi, 1 peperone rosso, 3 cucchiai di olio extravergine di oliva, 1/2 bicchiere di aceto bianco, 1 cucchiaio di origano, 1 peperoncino, sale. Tritate finemente il peperoncino; pulite il peperone, eliminate i semi e le coste bianche interne e tagliatelo a striscette. Tagliate la carne a cubi di media grandezza e trasferiteli in una ciotola, spolverizzate con il peperoncino e l'origano e distribuitevi sopra il peperone. Bagnate con l'aceto, mescolate e lasciate marinare per 1 ora mescolando ogni tanto. Sbucciate le banane e affettatele a rondelle; scaldate l'olio in un grande tegame e fatele dorare per 2 minuti a calore elevato. Scolatele e tenetele da parte. Scolate la carne, fatela rosolare per 5 minuti nel tegame, quindi unite la marinata e fate cuocere per 40 minuti. Salate, aggiungete le banane e fatele insaporire per 5 minuti prima di servire. Ventaglio di banane al Cointreau con coriandoli di frutta fresca Ingredienti per una persona: Una banana una noce di burro, un cucchiaio di zucchero, succo d'arancia q.b. Cointreau, Cannella in polvere q.b. Preparazione: Guarnizione: brunoise di kiwi, ananas, melone, frutti di bosco. Decorazione : julienne di bucce d'arancia, solo sul bordo; una fragolina al ventaglio aperta al ventaglio sotto le banane. Scaldare la padella, sciogliere burro e zucchero, aggiungere banane con un pizzico di cannella e fare sciroppare. Flambare con Cointreau, aggiungere succo d'arancia. Insaporire per qualche istante e disporre nel piatto, a ventaglio. Unire la brunoise nel fondo di cottura e lasciare insaporire pochi secondi anch'essa e unire dall'altra parte del piatto. Frappè alla banana Preparazione: 5 min Presentazione Il frappè alla banana è un cremoso e denso drink realizzato con banane, ghiaccio e latte e aromatizzato con della cannella in polvere. La banana, oltre ad essere un frutto molto saporito e reperibile in ogni periodo dell'anno, è molto nutriente perché ha un alto contenuto energetico e di potassio che vi aiuterà a recuperare le energie dopo un'intensa attività sportiva ad esempio. Il frappè alla banana è semplicissimo da preparare, denso e cremoso prevede solo l'aggiunta di latte e ghiaccio, insaporito da un pizzico di cannella. Buono e rinfrescante è ideale per l'estate! Frullato di frutta Ingredienti per un frappè: Banane 1 Ghiaccio 4 o 5 cubetti Cannella q.b. Latte 50 ml Per preparare il frappè alla banana, cominciate privando la banana della buccia e riducetela in rondelle (1). Mettete il ghiaccio nel frullatore (2), aggiungete quindi la banana e il latte con la cannella (3). Frullate il tutto fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo. Servite il frappè alla banana ben freddo! Frittata Di Banane Per 4 persone Ingredienti: 3 grosse banane, 3 uova, 1 cucchiaio burro, 2 cucchiai zucchero vanigliato. Preparazione: Affettare le banane e rosolarle nel burro in una padella; sbattere le uova e versarle nella padella; cuocere la frittata da entrambi i lati e metterla in un piatto da portata rotondo; spolverizzarla con lo zucchero vanigliato e servire subito. Variazioni: Per rendere la preparazione più originale, annaffiare la frittata con 1 bicchierino di rum e dargli fuoco; servire la frittata con la fiamma. Gelato Di Banane 500 G Banane Gelato Alla Crema Preparazione Lavate e asciugate le banane, conservatene alcune intere, schiacciate con una forchetta tutte le altre e unitele alla crema. Mettete il composto nella gelatiera per circa 20 minuti. Servite il gelato in coppe individuali decorando con pezzi di banane.
Eccomi ancora nelle vesti di giornalista per farvi conoscere unpersonaggio che come tanti altri non si è adagiato sulla sua disabilità, ma si è rimboccato le maniche e con caparbietà ha realizzato ciò che sognava.
Faremo quattro chiacchiere e conosceremo meglio lo scrittore non vedente Antonio Carino,che tutti chiamano simpaticamente Tonino Carino come il famoso giornalista sportivo che lanciò il tormentone "Salve,sono Tonino Carino da Ascoli!".
Bè certo quelli erano altri tempi anche per il calcio!mMa bando alla nostalgia e scusatemi il piccolo fuori tema calcistico!
Passiamo subito all'intervista!
Salve Antonio. Innanzitutto ti ringrazio anche a nome della redazione per aver accettato questa chiacchierata.
Cominciamo subito con le presentazioni.
-D)Puoi spiegare sinteticamente ai nostri lettori e lettrici chi è Antonio Carino?
R) Sono io che ringrazio te e la redazione per avermi dato la possibilità di farmi conoscere dai lettori del vostro periodico!
Dunque chi è Antonio Carino, è un operatore telefonico non vedente di 50 anni che lavora presso una struttura sanitaria nella provincia di Avellino.
Mi sono laureato in scienze religiose presso la Santa Croce in Vaticano l'undici Novembre 2005 e ho la passione della scrittura e lettura.
-D) Bene Antonio, tu ti definisci scrittore novello,cosa può ancora significare visto che oramai sei al tuo terzo libro da poco uscito,non credi che adesso questo termine vada cambiato?
R) Non credo perchè c'è ancora molta strada da percorrere per diventare un vero scrittore considerando poi i fatto che essendo non vedente e molto più difficile affrontare certi ostacoli anche tecnici che rallentano o meglio limitano quest'arte.
Poi in realtà ho sempre creduto che in tutte le cose c'è sempre da imparare anche quando ci si potrebbe sentire maestri.
-D) Puoi descrivere brevemente i contenuti dei tuoi tre libri?
R)Nel primo libro "Angelo Boreale" una biografia parziale che mi porta lungo il percorso degli studi terza media che non avevo conseguito perchè mi ero fermato alla seconda media, al titolo di operatore telefonico, all'inizio carriera lavorativa con proseguo degli studi diploma di scuola media superiore con titolo di laurea accademico in scienze religiose conseguite al vaticano. Esperienza in questo testa di vita di cultura e di lavoro dal 1986 fino 2005 dove percorro tutte le tappe di vita lavorative e culturali belle e brutte. Questo testo scritto a due mani con l'operatrice sociale Francesca Porrari, dove abbiamo voluto imprimere su questo testo l'esperienza vissuta.
Nel secondo libro "Me lo dicono gli angeli" scritto anche questo a due mani con la professoressa Maria Matilde Cassano. Questo libro è una raccolta di esperienze di preghiera e di vita religiosa vissuta da entrambi sia positive che negative, che vanno dal periodo 2002 al 2010.
Questi due testi sono stati pubblicati dalla casa editrice Albatros.
Nel mio terzo libro è un testo storico di 256 pagine con 56 illustrazioni dell'epoca, con una raccolta di eventi a cavallo del primo e secondo conflitto mondiale. Esperienze di vita, povertà e sofferenze; legate ai due conflitti. La popolazione del mio paese che versava nella povertà assoluta come tutti i paesi limitrofi accompagnato da simpatici aneddoti. Pubblicato dalla casa editrice il Saggio.
-D) La tua situazione di non vedente quanto ha influenzato la trama dei tuoi libri?
R)Sicuramente molto perchè volevo lasciare una traccia della mia esperienza ai posteri.
-D) Scrittori si nasce o si diventa?
R) Nel mio caso si diventa proprio perchè come detto prima il mio primo desiderio e stato proprio quello di tramandare la mia esperienza di vita.Poi ci ho preso gusto e ora continuo!
D)Cosa spinge secondo tè una persona a sedersi davanti a un computer o a una macchina da scrivere e incominciare a intessere la trama di un libro?
R) Credo che per ognuno ci sia un motivo particolare.
Per molti ad esempio e un modo per raccontare le proprie esperienze,come ho fatto io,per altri e anche un modo di fare soldi,per altri ancora e un modo di comunicare la propria arte agli altri come ad esempio i poeti.
La molla che mi ha spinto a scrivere è nata anche nel leggere molti testi di ogni ordine e di ogni genere dall'avventura, dalla storia, da testi religiosi etc etc.
Nonostante le grandi difficoltà a gestire i programmi di video scrittura ho avuto la forza di portare a termine ogni testo iniziato, e c'è lo fatta.
-D) So che oggi e più difficile trovare chi stampa e mette in commercio un libro che scriverlo. Secondo tè e vera questa affermazione? Un tuo consiglio per chi ha un libro nel cassetto e che magari vorrebbe pubblicare.
R) È parzialmente vero, però consiglio di cercare, perchè chi cerca trova comunque delle case editrici disposte a considerare i piccoli scrittori..
-D) Cosa consiglieresti a chi vorrebbe cimentarsi per la prima volta nella scrittura di un libro?
R) Il consigli più semplice incominciare a scrivere qualcosa di vero, anche raccontato da un vicino di casa, da un vecchietto come è successo con me nel terzo libro, chi raccontava era mio nonno.
-D) I tuoi libri possono essere letti anche dai non vedenti,o meglio sono in formato elettronico oltre a quelli cartacei?
R) Oltre a poterli leggerli cartacei anche digitali ma attualmente fuori produzione.Comunque a tutti i lettori di Giovani del 2000 che me lo richiederanno tramite la mia e-mail che lascio in fondo all'articolo invierò gratuitamente una copia in formato elettronico.
-D) Sò che hai altri libri in cantiere.
Puoi anticiparci qualcosa in anteprima sul tuo prossimo libro?
R) Bè in effetti più che libri ho tante idee nel cassetto ma il problema che non ho ancora deciso quale sarà la prossima che si trasformerà in libro. quindi diciamo che è un segreto!
-D) Siamo alla fine di questa piacevole chiacchierata.
Prima di congedarci come è oramai consuetudine i nostri ospiti ci lasciano con una frase o un motto o semplicemente un pensiero per i nostri lettori.
Possiamo chiedertelo anche a te?
R) Certo, io vi dico semplicemente una frase che uso spesso,"È non finisce qui!" Nel salutarvi tutti vorrei lasciare il mio contatto e-mail che è il seguente:
angeloboreale@yahoo.it
Ipazia (“sublime”, “eccelsa”), di abbagliante bellezza e integrità morale nasce nel 373/415 (IV sec.), circa venticinque anni dopo che l’Imperatore S. Flavio Teodosio I il Grande (347-395) elesse il Cristianesimo a unica religione dell’Impero per cui furono vietati i precedenti culti quindi veniva rescissa la Pax Deorum su cui era fondato l’Imperium e l’Ara della Vittoria dal Senato dove era stata collocata da Giulio Cesare Ottaviano Augusto (14 a.C.- 27 d.C.) e il Cristianesimo fu imposto con la forza delle armi tra distruzioni dei luoghi di culto e massacri di coloro che rifiutavano il battesimo come accadrà con Carlo Magno (742-814) nei confronti dei Sassoni e dopo il 1492 con gli indigeni americani. Ipazia nasce anche sette anni dopo la morte dell’imperatore Flavio Claudio Giuliano (331–363) che aveva consentito il ritorno al Paganesimo. Studiò filosofia e scienze esatte dal padre Teone (335 ca.- 405 ca.) matematico e astronomo, direttore del Museion, la più famosa Accademia dell’antichità. Approfondì poi i suoi studi presso la Scuola neoplatonica, ad Atene e in Italia. A 31 anni assunse come astronoma, matematica (prima e unica fino al 1700), filosofa, musicologa, Medico la direzione della Scuola neoplatonica di Alessandria d’Egitto e molti affrontavano lunghi viaggi per ascoltarla. Ammirata per la bellezza e la saggezza, scelse di non sposarsi perché si riteneva già “sposata alla verità”. Socrate Scolastico (380 ca. - 440 ca.) teologo, avvocato e storico della Chiesa dell'Impero Romano la indica, dopo ???t?? (Platone, 428/7 a.C. – 348/347 a.C.) e ???t???? (Plotino, 203/205-270), come il terzo caposcuola del Platonismo, il movimento spirituale fondato sull’elemento metafisico (attraverso l’enucleazione dei piani dell’essere); filosofico (in cui il pensiero riceve la completa spiegazione del proprio ruolo) e rituale (con l’esercizio delle azioni cultuali tradizionali in cui l’uomo è il custode di un mistero che ha interiorizzato). I neoplatonici concepirono le Deità greco-romane come personificazioni di energie ed intelligenze che presiedevano all’ordine cosmico. Il suo insegnamento filosofico è andato perduto, essendo rimasti soltanto i titoli di tre suoi scritti di argomento matematico e astronomico comunque pubblicò studi anche di meccanica e tecnologia applicata (copie sono state ritrovate nel 1400 nella Biblioteca Vaticana). La sua opera più significativa è un commento in XIII volumi all’Aritmetica di ???fa?t?? o ??e?a?d?e?? (Diofanto di Alessandria), il padre dell’Algebra; scrisse anche un commento in VIII volumi a Le coniche di Apollonio di Pergamo (262 ca. - 190 ca.), un’analisi matematica delle sezioni del cono (dimenticate fino al 1700 quando vennero usate per illustrare le orbite ellittiche dei pianeti) dove inserì il Corpus astronomico, una raccolta di tavole astronomiche sui moti dei corpi celesti. Fu autrice col padre di un commento all’Almagesto di Tolomeo, in XIII libri che raccoglieva tutte le conoscenze astronomico- matematiche dell’epoca e di un’edizione riveduta e corretta degli Elementi di ????e?d?? (Euclide, 300 a.C- ?). Inventò fra l’altro l’astrolabio (per calcolare il tempo e per definire la posizione di Sole, stelle e pianeti), il planisfero e un areometro (per determinare il peso specifico dei liquidi) ma il suo ruolo indiscusso è soprattutto di guida spirituale come si deduce anche dalle lettere del filosofo e scrittore bizantino cristiano Sinesio di Cirene, l’allievo prediletto (370 ca. - 413) tramandate in quanto si convertì al Cristianesimo e divenne vescovo secondo cui mise in discussione la cosmologia tolemaica che poneva la Terra al centro dell’universo, intuì la relatività dei moti poi descritta da Galileo Galilei (1564 -1642) e l’ellitticità delle orbite dei pianeti annunciata nel 1609 da Friedrich Johannes Kepler (Giovanni Keplero o Cheplero,1571-1630). Nonostante Ipazia vivesse in un’epoca influenzata dalla misoginia aristotelica, in cui le donne venivano considerate esseri inferiori, ad Alessandria vigeva la tradizione egizia di valore femminile (il culto di Iside, la rilevanza delle regine). Stigmatizzava apertamente l’intolleranza dei Cristiani che distrussero il tempio di Serapide e la più grande Biblioteca del mondo. All’epoca Alessandria era terrorizzata dai paraboloni, chierici barellieri, una specie di milizia privata del vescovo che si occupavano delle vittime delle epidemie. Nel 412 divenne vescovo il violento Cirillo (370 - 444), Santo e Dottore della Chiesa, in particolare Dottore dell'Incarnazione, dal 28 luglio 1882 sotto papa Leone XIII (1878 - 1903), vissuto nel deserto di digiuni e macerazioni e che in tre anni, servendosi dei monaci delle montagne della Nitria “uomini nell’aspetto esteriore ma porci nella vita interiore responsabili apertamente di migliaia di crimini esecrabili” (Eunapio, sofista, filosofo e storico ellenistico, 347- dopo il 414), sparse il terrore in città prima contro i Novaziani (“Puri”) , vietandone il culto (Tab. I) e perseguitandoli poi contro gli Tabella I: NOVAZIONISMO Cerca di provare la divinità del Figlio basandosi su Antico e Nuovo Testamento ritenendo offensi vo ipotizzare che un Padre - Dio non può generare un Figlio che è allo stesso tempo Dio ma li separa identificando il Figlio con un arcangelo, la seconda Persona dopo il Padre, meno di Lui perché da Lui originato ma uno con Lui per concordia, amore e affetto facendo pensare a due Dei (Politeismo). ebrei fino alla loro cacciata infine contro i neoplatonici. Narra Socrate Scolastico che Oreste, governatore di Roma, incapace di frenare i disordini e impedire gli eccidi, tentò di limitare la sua sfera di influenza; allora Cirillo mandò i monaci ad aggredirlo e si salvò a stento. La reazione dello Stato, che inflisse una dura punizione ai colpevoli dell’aggressione, fu il pretesto di Cirillo per pianificare l’assassinio di Ipazia, considerata l’ostacolo maggiore all’evangelizzazione di Alessandria (all’epoca le Scuole filosofiche potevano influenzare la politica cittadina). Una sera del marzo 415 un gruppo di fanatici cristiani guidati da Pietro il Cireneo, un pio lettore ufficiale di Sacre Scritture la sorprese mentre tornava a casa, la tirò giù dalla lettiga e la trascinò in una chiesa del suburbio sul Cesareion dove, dopo averla denudata, le cavò gli occhi, la straziò con ostrakois (valve d’ostrica o cocci o tegole), scorticandola fino alle ossa quindi trascinò i resti in un luogo detto Cinarion, dove furono bruciati rimanendo impuniti, anche se tutta la città li conosceva (Socrate, Cronache). «Tale fatto comportò una non piccola ignominia sia a Cirillo sia alla Chiesa alessandrina. Infatti dalle istituzioni dei cristiani sono totalmente estranee le stragi e le lotte e tutte le cose di tal fatta » (Socrate, Historia ecclesiastica, Liber VII). Il filosofo bizantino ?aµ?s???? (Damascio, V-VI sec.) nella sua Vita di Isidoro individua nell'invidia di Cirillo per l'autorevolezza di Ipazia la ragione dell’assassinio da lui pianificato. La sua colpa era stata di essere leader del movimento filosofico ultima espressione del pensiero pagano e quindi di costituire un potenziale pericolo per il potere temporo-spirituale per la Chiesa a causa della sua enorme autorità; Cirillo ne vedeva incarnato lo spirito del peccato, proprio in una donna che conquistava i cuori con la forza della bellezza e rendeva ancor più venerabile il culto degli avi con la potenza della parola. Oreste denunciò il fatto a Roma ma Cirillo, grandemente apprezzato da S. Elia Pulcheria (399 - 453), reggente dell’Impero romano d’Oriente (414 - 408) dell'ancora minorenne fratello Teodosio II (401 - 450), dichiarò che Ipazia era ad Atene per cui l’inchiesta venne archiviata per mancanza di testimoni anche se i temuti parabolani vennero posti sotto l'autorità del prefetto, dopo richiesta della comunità di Alessandria, fino al 3 febbraio 418 quando con ordinanza imperiale vennero di nuovo affidati al vescovo Cirillo. L’ uccisione di Ipazia, macchia indelebile sul Cristianesimo, segnò il tramonto della dignità stessa della donna, ispiratrice di pensieri elevati e maestra di sapere; da allora alle donne per la loro salvezza fu concesso soltanto di ritirarsi nei chiostri a trascorrere una vita di silenzio e meditazione. L’arte si è interessata a Ipazia infatti compare ne La scuola di Atene di Raffaello (1483 - 1520) e nella Primavera di Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi (Sandro Botticelli, 1445 -1510) col volto di Flora. La sua figura venne anche considerata nell’agiografia cristiana come S. Caterina di Alessandria d’Egitto martire e come tale presente nella toponomastica di alcune città (ad es. Firenze, Reggio di Calabria).
Mancano pochi giorni al Ferragosto e ci viene donata una giornata fantastica. La torrida alta pressione africana che ha messo a dura prova l'Italia intera, portando in montagna tempo bello ma con la continua insidia dei temporali di calore, a volte davvero violenti e devastanti, per il momento ci ha lasciato. In questi giorni invece l'Alto Adige è protetto da un'anticiclone orientale che garantisce un clima più secco e stabile e con una forte escursione termica, insomma un vero paradiso tra i monti. Abbiamo lasciato ieri strategicamente la nostra macchina al punto di arrivo e con un taxi raggiungiamo la Capanna Alpina, ai margini della magica località dell'Armentarola in Val Badia. Ci sono 10 gradi e quest'aria pungente ci dà la giusta carica per affrontare la prima ripida ascesa al Col de Locia, 300 metri più in alto di noi. C'è ancora poca gente e il sole non ha ancora scavalcato le cime. Allungo i miei bastoncini telescopici, inquadro nel mio ristretto mirino visivo lo zaino di colore chiaro sulle spalle di Frediana e si parte. Le tante belle giornate di questa estate ci hanno consentito di fare diverse camminate e quindi siamo in discreta forma fisica. Inizia la salita e iniziano le istruzioni di mia moglie che, in modo ormai collaudato, mi fotografa il terreno dandomi continue indicazioni. Per rispettare il silenzio della natura che ci circonda il suo è poco più di un sussurro: “Su, su, su, gira a destra, masso a sinistra, scalini alti, uno, due, tre, roccetta a sinistra, su, su, masso da scavalcare, gira a sinistra, su, su, stai stretto tra 2 massi, attento a destra, roccietta da salire”....... Il passo è piuttosto spedito e il respiro nasale regolare, superiamo anche alcune persone e, senza eccessiva fatica raggiungiamo in 50 miinuti la nostra prima panoramicissima tappa. Intorno a noi ancora solo spicchi di sole ma, affacciandoci dal bordo del precipizio, le ombre dei gicanti di pietra cominciano ad arrendersi alla luce che lentamente invade la vallata. Giusto il tempo di spalmarsi un po’ di crema solare e siamo pronti a ripartire. Una leggera discesa, un ponticello su un torrente che scorre allegro e rumoroso. Le contorte radici alle quali passiamo accanto ci appaiono come intricate sculture senza tempo. Attraversiamo un altro placido torrente ed eccoci all’inizio del vasto altipiano di Fanes Grande. Conosciamo bene questo incantevole paesaggio ma, in questa tersa atmosfera, tutto ci appare sotto una luce di rinnovata bellezza. Camminiamo veloci sul facile sentiero che sale dolcemente verso il passo Tadèga, accompagnati dagli ampi panorami sulle cime che delimitano la vallata. Compare d’innanzi a noi l’elegante sagoma del Col Becchei che chiude scenograficamente l’altipiano, mentre già da lontano il silenzio ci porta il rilassante suono dei campanacci delle mucche al pascolo. . Eccoci giunti alla Malga Fanes Grande, accanto alla quale scorre uno spumeggiante torrente che rende l’ambiente che ci circonda ancor più idilliaco. Sulla nostra destra i contrafforti del Vallon Bianco delimitano la valle che discende verso Cortina D’ampezzo. Sin qui abbiamo camminato 2 ore, ma siamo solo all’inizio e non possiamo soffermarci più di tanto ad assaporare questo splendido luogo. Ora la mulatiera militare che sale verso il lago Limo è animata di gente, camminatori, famiglie e paonazzi ciclisti della domenica dall’aria stravolta. Costeggiamo il piccolo lago alpìno nelle cui limpide acque normalmente si specchiano le rocce del sovrastante Col Becchei, ma che le scarse precipitazioni di queste calde settimane hanno ridotto spaventosamente. Prima di proseguire ci sediamo su di una panoramicissima panchina per un breve ristoro. A poca distanza una mandria di biondi cavalli avelignesi bruca placidamente, e sotto di noi si apre la meravigliosa conca del Fanes Piccolo, una bomboniera di boschi di pini mughi solcati da scintillanti ruscelli, contornati da pascoli e alte rocce. Proprio di fronte a noi il serpeggiante sentiero del ghiaione che scende dalla forcella Sant’Antonio e più lontano tutto il grande cerchio delle montagne che dalla parte opposta dominano la Val Badia. Perdiamo quota e discendiamo per un centinaio di metri attraversando la conca, per arrivare al rifugio Lavarella e all’adiacente Lago Verde, un minuscolo specchio d’acqua incastonato tra bianchi massi e intricati mughi. Ci basta imboccare il sentiero numero 12 alle spalle del rifugio, per allontanarci dalla gente e dal brusio e ritrovare la pace del silenzio e della solitudine. Inizia il tratto più impegnativo del percorso, un’ora e un quarto di ripida salita su di un sentiero molto sconnesso tra i mughi, su insidiose rocce carsiche piene di spaccature e di insidie. Nel primo tratto il mio respiro regge ad un ritmo regolare ma poi si fa sempre più corto, spezzato ed affannoso. Spesso inciampo tra i massi o scivolo dagli scalini raddoppiando la fatica. I bastoncini che solitamente sono la mia salvezza, spesso mi sono d’intralcio mentre mi arrampico tra le rocce a quattro zampe. Frediana continua inesorabile a darmi indicazioni e dalla sua voce non traspare un filo di siatone…….beata lei! “Su, su, su, attento a sinistra che finisci di sotto nel torrente, scavalca il masso, stretto stretto un piede davanti all’altro, su, su, arrampicati a destra, scendi alto, radice a salire, radice a scendere, occhio a sinistra”…….pant pant pant, non ce la faccio più! Finalmente il sentiero spiana e diventa più semplice, ci voltiamo indietro e tutta la fatica si perde davanti al grandioso spettacolo che si apre davanti a noi. Uno zampillante ruscello saltella ai nostri piedi precipitando verso il prezioso smeraldo del Lago Verde ormai lontano, oltre la conca del Fanes compare l’altopiano di Sennes su cui spiccano la cima della Croda del Becco e quella della Croda Rossa, e sullo sfondo la catena dei monti di Cortina chiude la cartolina. Il respiro di tanta maestosa bellezza sovrasta e si confonde col nostro insignificante respiro affannato. Ancora poche decine di metri ed eccoci al Lago Paròm, un lago asciutto, il cuore di un circo glaciale, uno dei tanti catini modellati dallo scioglimento degli antichi ghiacciai. Nonostante sia quasi la vigilia di Ferragosto, qui non c’è anima viva. In un’incantata solitudine consumiamo le nostre provviste seduti ai margini del sentiero. In questo desolato ambiente avvolto nel silenzio, un leggero venticello ci sfiora portandoci solo il ronzio di sparuti insetti laboriosi. Il lago è sovrastato dalle sgretolate pareti strapiombanti del Lavarella, sulla cui cima, lassù a più di 3000 metri, Frediana scorge alcune piccole figure sotto la Croce. Abbiamo raggiunto anche noi un paio di volte quella spettacolare vetta e chissà se ci riusciremo ancora…….beh, mai dire mai! Ristorati e riposati riprendiamo il cammino. Ci manca ancora un’ora per raggiungere il punto più alto della nostra escursione, i 2590 metri della Forcella Lavarella, più conosciuta come Forcella Medesc. Il paesaggio cambia completamente, il sentiero sale tra stratificazioni di roccia orizzontali alternate a tratti erbosi punteggiati da sassi chiarissimi, un susseguirsi di verde e di argento a perdita d’occhio. E di uno sfavillante color argento è anche la liscia parete della cima 9, che si staglia luccicante nel sole oltre il pendio. Pensiamo di essere ancora soli ma non è così. A pochi metri da noi, una grassa marmotta con i suoi 2 piccoli non ha avvertito la nostra presenza. Dopo poco la mamma scompare nella tana ma il simpatico musetto di un piccolo ci fissa a lungo perplesso: chi mai saranno questi 2 bipedi multicolore che mi osservano con tanto interesse?.....e si infila anche lei nel suo buco segreto. Gli ultimi 200 metri di dislivello tornano ad essere più ripidi e faticosi e ci fanno apprezzare ancor di più la conquista della nostra agognata meta. Sulla sommità 2 coppie di russi e una di francesi, ma presto resteremo nuovamente soli ad affrontare la discesa. Alle nostre spalle i 1000 metri di dislivello percorsi, mentre dall’altra parte del passo si apre un nuovo magnifico panorama: il Sassonger e il Gardenaccia che sovrastano i paesi di Corvara e di La Villa,, Il Sasso Lungo che fa capolino dal Passo Gardena, e più lontana la Marmolada, la regina delle Dolomiti. Povera Marmolada, ha perso tutto il suo scintillante biancore, il caldo ha colpito duro sciogliendo quasi 7 metri di ghiaccio solo durante l’ultimo anno. Sotto di noi un ampio canalone precipita tra possenti pareti di roccia che per la loro conformazione geologica o forse solo per un gioco di luce, sulla nostra sinistra ci appaiono di un grigio chiaro e brillante, mentre sulla nostra destra sfumano sull’arancione. Laggiù, 600 metri più in basso, lingue di frana feriscono il verde del bosco. Una volta il ghiaione consentiva di scendere rapidamente affondando i talloni nella morbida massa dei sassi, ma ora i temporali e il passaggio della gente a lasciato solo una ripidissima serpentina, nuda, dura e a volte sdrucciolevole. Dopo tanta salita le nostre zampe apprezzano comunque anche questa impegnativa discesa. Dopo 50 minuti entriamo nel bosco e il sentiero si fa più facile e confortevole, consentendoci di riprendere a chiaccherare rilassati. Ad un tratto però facciamo un incontro veramente stranissimo. Alla confluenza di 2 ruscelli, un uomo che non sembra accorgersi della nostra presenza è iimmobile con i piedi immersi nell’acqua gelida. Potrebbe avere 40 anni o 70, impossibile dirlo. Pantalonacci tirati al ginocchio, un paio di sgangherati scarponi abbandonati sulla riva, alcuni panni stesi ad asciugare sui rami di un larice, un cappellaccio verde con la piuma, e con una barba lunga, lunghissima. Forse sarà un elfo, forse un coboldo, o magari uno degli ultimi rappresentanti del popolo dei Salvans, quelli che tessevano il filo della luna per avvolgere di luminosità queste montagne. Dopo alcune decine di metri Frediana si volta per osservarlo ma non lo vede più, sembra essere sparito. Ciao signore del bosco, finchè ci sarai tu potremo credere alle favole! Dopo 6 ore e mezza di cammino eccoci al cancelletto che segna la fine della nostra escursione. Una provvidenziale fontanella ci disseta e rinfresca la nostra fatica e i nostri sorrisi. Sul grande prato scosceso un nutrito stormo di corvi è riunito in seduta plenaria per organizzare l’ultimo saluto al giorno che sta per finire. Dopo pochi tornanti ci immergiamo nuovamente nell’intenso traffico ferragostano. Alzando lo sguardo però, l’imponente scogliera che domina il paesaggio sembra appartenere ad un mondo lontano. E mentre il cielo si polverizza in un sereno tramonto, le sue rocce si avvampano di rosa e di scarlatto riempiendo la valle di rinnovato stupore.
Siamo alla fine di luglio. Windows 10, il nuovo pargolo di mamma Microsoft vede la luce. E come tradizione da un po’ di versioni nell’azienda di Redmond, si propongono varie modalità di passaggio al nuovo sistema operativo. A parte l’acquistare una macchina ex novo con preinstallato il software OEm, o comprare il pacchetto full, al momento la modalità più diffusa risulta essere la seguente: chi ha Windows 7 o 8 a bordo, e una connessione attiva con abilitata la funzionalità di installazione in background degli aggiornamenti automatici, avrà notato una nuova icona comparire a fianco delle solite già presenti nel cosiddetto “vassoio di sistema”. Sì, la porzione della barra delle applicazioni (di solito in basso a destra, vicino all’orologio), è possibile che mostri un richiamo a un piccolo programma. Questo software residente pare consenta il free update a Windows 10. Queste sono le prime indiscrezioni che, nel momento in cui leggete questo articolo, saranno confermate o meno. I possessori di una licenza originale del sistema, Windows 7, 8, o 8.1, potranno passare gratuitamente a Windows 10, nell’arco di tempo di un anno dalla data di rilascio ufficiale (29 luglio scorso). Ma, tralasciando le novità che porterà con sé questo nuovo frutto, non tutti ne necessitano o vogliono cambiare. Windows 7 ha dimostrato la sua stabilità e efficienza funzionale, quindi, perché doversi impegnare a imparare nuovamente l’interfaccia? Perlomeno, fintanto che non sarà appurata la sua reale semplicità rispetto al passato. Visti i trascorsi del produttore, gli utenti si affacciano con titubanza verso questa nuova finestra, non avendo gradito il precedente approccio della Modern UI di Windows 8. Inoltre, tecnicamente, ogni applicazione in attività nell’area di notifica consuma, poco o tante, risorse di sistema; alcuni utenti hanno indagato sulla questione, rilevando uno sfruttamento non da poco di queste risorse; tradotto in termini più comprensibili: l’icona di notifica “ottieni Windows 10” contribuisce al rallentamento del pc. Inoltre, attualmente, Windows 10 aggiornamento è classificato come “consigliato”. Nelle impostazioni del sistema operativo, ogni aggiornamento consigliato è un opzione sulla quale l’utente finale può decidere in autonomia e libertà se scaricarlo o meno. Ma gli aggiornamenti in categoria “critici” ritenuti fondamentali per la sicurezza, sono installati automaticamente, in maniera del tutto trasparente. Se L’aggiornamento a Windows 10 fosse riclassificato come “critico”, il risultato sarebbe che, un bel giorno, dopo un nuovo avvio del computer, ci ritroveremmo con una nuova veste addosso, senza essere andati in un negozio di abbigliamento. Forse, quasi certamente, avremo la possibilità di tornare alla versione precedente, disinstallando Windos 10. Ma perché non poter decidere a priori di nostra idea, quando e se effettuare l’upgrade? Dopo questa considerazione e il relativo peso che quell’icona a forma di finestra porta con sé, molti non hanno gradito, e, conseguentemente, hanno pensato a come risolvere il problema. Vi riporto le due soluzioni pubblicate anche in riviste specializzate di settore. La prima , più immediata, mira a nascondere l’icona di notifica; selezionate l’opzione personalizza del pannello a scomparsa dellarea suddetta, cliccando sulla freccetta a sinistra delle icone. Una volta individuata la voce “GWX ottieni Windows 10”, selezionate l’opzione “nascondi icona e modifiche”. Dopo la relativa conferma l’icona scomparirà. Naturalmente ciò non comporta l’eliminazione vera e propria dalla vostra postazione. Avrete solo un po’ di spazio in più nell’area di notifica. Se invece volete rimuouvere del tutto il software, selezionate, dal pannello di controllo, “programmi/visualizza aggiornamenti”. Nella lista delle installazioni presenti, fate attenzione a individuare e disinstallare l’aggiornamento con numero KB3035583. Vi verrà chiesta la conferma dell’operazione. Rimosso questo aggiornamento e riavviato il sistema, controllate che non venga più scaricato. Se dovesse accadere ripetete la procedura ultima descritta e nelle opzioni relative a Windows Update, disabilitate l’installazione automatica senza chiedere il consenso dell’utente. Se, comunque, cambiaste idea e voleste usufruire della promozione Microsoft, potrete collegarvi tramite Windows Update e barrare l’aggiornamento volutamente scaricandolo, nel lasso di tempo di un anno, come detto all’inizio, dell’uscita sul mercato. Nel frattempo, potrete informarvi da amici e rivenditori circa la validità del nuovo ambiente.
Caro Clemente,chi ti scrive è una ragazza singola di 43 anni e il mio nome e falso Quindi mi chiamerò Luciana. Abito in un piccolo paesino del centro Italia con i miei genitori anziani. Quì di seguito vado a illustrarti il motivo per il quale ti ho scritto. Premetto che fino a circa tre mesi fà nemmeno pensavo più al matrimonio rassegnata com'ero da svariate storie finite male e dalla mia età oramai considerata avanzata nei paesini di campagna,e sopratutto convinta che il motivo per cui non avevo trovato l'amore dipendesse dal mio carattere troppo serioso attaccata a vecchi valori e regole oramai considerate obsolete. Poi una sera trovandomi come è mia abitudine da anni con un gruppo di amici su SCKIPE conosco una persona nuova che aveva invitato alla conferenza una mia amica e che poi e la stessa che mi ha fatto conoscere questo ottimo periodico. Con mia grande sorpresa questo nuovo ospite che chiamerò Roberto lo trovai subito interessante e simpatico,e lo stesso fu per lui nei miei confronti. Ciò mi parve proprio strano visto il mio carattere piuttosto timido e riservato,e per non fartela lunga diventammo subito amici e poi fidannzati nnamoratissimi nel giro di pochi mesi! Roberto e un ragazzo di 47 anni che abita in un paesino poco lontano dal mio e purtroppo e costretto ad usare la sedia a rotelle perchè ha un problema alle gambe. Naturalmente per me questo handicap non crea nessun problema e io lo amo tantissimo e lui ama me! Ora tu dirai,ma dov'è il problema? Ebbene il problema sta nellamia futura suocera che sta macchinando contro di me un po per gelosia verso il figlio che io comprendo e un po perchè teme che Roberto essendo figlio unico io lo porti via da loro. Naturalmente io non farei mai una cosa simile e glielo detto anche a Roberto. Sai Clemente,io ho paura che quella donna faccia cambiare carattere a Roberto rendendolo nervoso a causa delle continue discussioni a cui e sottoposto. Noi siamo entrambi molto cattolici e speriamo nell'aiuto di DIO e vorremmo di conseguenza comportarci nel rispetto dei nostri ideali. Hai qualche suggerimento da darci per far si che anche noi potremmo aveve la nostra parte di felicità per tanti anni negata? Ti ringrazio Clemente e spero tanto che non cestinerai questa lettera scritta da una persona molto semplice ma desiderosa di essere felice e rendere felice un'altra persona! Luciana. .---------- Cara Luciana,ti premetto che non cestinerei mai una lettera simile così piena di amore vero. Oggi che l'amore si butta via quasi come un peso inutile leggere di persone che si innammorano e fanno di tutto per alimentare questa fiamma nonostante il vento contrario la voglia spegnere mi riempe di brividi. Cara Luciana io per voi farei di tutto ma ahimè,posso fare poco o nulla. Voi giustamente vi siete affidati nelle mani di DIO e io son certo che lui non vi abbandonerà e alla fine vincerà l'amore alla grande! Comunque provo a darvi qualche consiglio. Innanzitutto spiegate con serenità le vostre ragioni magari facendo intervenire lo stesso sacerdote che possa rassicurare la mamma di Roberto che in fondo vuole anche lei la felicità del figlio e ha paura di perderlo. Valla spesso a trovare in modo che possa capire il tuo carattere,magari regalandole un fiore o un altro semplice pensierino. Sai a volte i piccoli gesti valgono piu di tanti paroloni! Ricordati di porti sempre con umiltà e mai con arroganza perchè l'arroganza genera altra arroganza mentre l'umiltà e la mitezza di animo generano fiducia e dolcezza,e tu sai che con la dolcezza si ottiene tutto! Un grosso in bocca al lupo e un mare di auguri e mi raccomando, fammi sapere come vanno le cose. CLEMENTE.
Dal 19 al 22 luglio u.s. si è svolto a Vancouver (Canada) l’I.A.S. (International Aids Society) in cui è stato presentato un interessante caso clinico subito definito dai mass-media di tutto il mondo “unico”, “inedito”, “eccezionale”, ecc. Tralasciando però l’approccio da scoop alla notizia desideriamo affrontarla con approccio scientifico dopo qualche premessa a carattere storico-virologico-epidemiologico. Storicamente l'epidemia di H.I.V./A.I.D.S. risale al 1981 quando in U.S.A. venne riconosciuta una nuova malattia trasmissibile in alcuni omosessuali (ipoi si vide che in Africa il virus H.I.V. esisteva da sempre senza dare patologia), con molta incredulità anche perché appena quattro anni prima (1977) si era definitivamente debellato il vaiolo che in millenni aveva mietuto milioni di vittime. Si stabilì che il virus H.I.V. è un retrovirus della famiglia lentivirus, molto mutevole, che grazie all’enzima transcrittasi inversa trascrive al contrario (anziché da DNA a RNA). Una sua particella infettante consiste di due eliche identiche di RNA, all’interno di un nucleo proteico virale circondato da un guscio (envelope) a doppio strato lipidico, derivante dalla membrana della cellula ospite ma contenente anche proteine codificate dal suo genoma. L’A.I.D.S. diffusosi in maniera esponenziale in tutto il mondo diventò una pandemia mortale in percentuali vicine al 100% con un’aspettativa di vita di circa sei mesi dalla diagnosi. Nel 1987, a tempo di record nella storia della Medicina, fu approvato un primo farmaco antiretrovirale, la Zidovudina (AZT), inibitore della transcrittasi inversa del virus, ma il virus riusciva facilmente a sviluppare ceppi resistenti. Dal 1991 in un crescendo continuo vennero approvati nuovi farmaci e quando si scoprì che l’ attività proteolitica dell’enzima Proteasi è essenziale per l’attività del virus la cui inibizione bloccava maturazione, replicazione e infettività virale nel 1996 apparvero i suoi potenti Inibitori che associati agli Inibitori della trascrittasi inversa nucleotidici (N.R.T.I.) e non-nucleotidici (N.N.R.T.I.) permisero la Terapia Anti-Retrovirale Molto Attiva (H.A.A.R.T. o Highly Active Anti-Retroviral Therapy) che in pochi anni trasformarono la malattia in una patologia cronica. All’inizio i paziente dovevano assumere anche 12 cpr/cps al giorno, legate agli orari dei pasti e si arrivò al paradosso che alcuni riducevano/sospendevano di loro iniziativa la terapia col rischio dell’insorgenza di mutazioni che rendevano i farmaci inefficaci mentre possiamo facilmente ipotizzare che i pazienti deceduti che avevano avuto a disposizione solo il poco efficace AZT pur di vivere magari ne avrebbero assunte volentieri molte di più. Dal punto di vista epidemiologico in Italia dal 1982 sono stati segnalati circa 64.000 casi di Aids, con quasi 40.000 decessi (2010), i sieropositivi (non è obbligatoria la loro segnalazione) sono circa 130-140.000 (2006). Come nel restante Occidente, il contagio da H.I.V. si è trasformato da epidemia (col picco endemico raggiunto a inizi anni '80 con circa 18.000 nuove infezioni/anno) a endemia. Le nuove infezioni si sono stabilizzate in circa 3500-4000/anno, con una leggera riduzione tra i T-D, mentre resta costante tra eterosessuali e omosessuali maschi. Nel 2010 i nuovi casi sono stati 5,5 ogni 100.000 residenti, con un'incidenza maggiore nel Centro-nord e minore al Sud-isole. In particolare il contagio riguarda in percentuale maggiore gli stranieri residenti (uno su tre, 20 nuovi casi su 100.000). I rapporti sessuali non protetti sono all'origine del'80,7% dei casi (eterosessuali 49,8%, omosessuali 30,9%), l'età media è 35 anni per le femmine specie over 40 anni, eterossessuali e straniere e 39 anni per i maschi. Il trend degli ultimi dieci anni evidenzia aumento delle infezioni per via sessuale; dei casi tra i residenti stranieri; dell'età media e delle nuove infezioni negli over 50 e la percentuale di nuovi contagi under 25 oltre alla diminuzione di nuovi contagi nei T-D. e delle infezioni tra le donne. Passando al caso clinico presentato a Vancouver sappiamo che esistono zone dell’organismo, come il cervello, nelle quali il virus può nascondersi al riparo del sistema immunitario (“santuri”) e che la sua carica nel sangue è incalcolabile perché troppo bassa inoltre che poiché una via di trasmissione è la materno-fetale, cioè dalla madre al feto, da anni alla gravida si applicano protocolli specifici e protocolli di profilassi al parto. Sull’autorevole New England Journal of Medicine nel marzo 2013 una equipe statunitense annunciò che una bimba di tre anni del Mississipi infettata dalla nascita (trasmissione materno-fetale) e trattata subito con farmaci antiretrovirali per molti mesi dopo la sospensione della terapia non presentava più livelli valutabili di H.I.V. ma dopo due anni (luglio 2014) la carica virale era nuovamente valutabile e dovette riprendere la terapia. Il caso attuale presentato dai medici dell'Istituto Pasteur di Parigi riguarda una ragazza nata sieropositiva nel 1996, contagiata dal virus dalla madre sieropositiva, appena nata sottoposta a trattamenti antiretrovirali senza interruzione per i primi sei anni e dallo stop definitivo della terapia, dodici anni fa, nel suo sangue non sono state più riscontrate tracce del virus H.I.V. Ancora non si conosce il motivo del comportamento del virus in queste ragazze e per tempi diversi, comunque alla base della remissione del virus H.I.V. c’è la terapia precoce che ha innescato una serie di fattori viro- immunologici responsabili del controllo del virus non ancora conosciuti completamente. L’attuale remissione del virus, cosa non evidenziata dai mass-media, non deve far considerare la ragazza guarita che in realtà resta contagiata dall'H.I.V. e non è possibile prevedere l'evoluzione futura del suo stato clinico-sierologico. La novità del caso francese non è dunque la remissione del virus dopo la sospensione del trattamento quanto piuttosto la sua lunga durata di dodici anni. Quindi una generazione senza il virus H.I.V., per i casi a trasmissione materno-fertale, non dipende solo dalle prospettive di un vaccino, come ci dicono sempre i mass-media evidentemente ignari del fatto che esistono vari tipi di virus H.I.V. e solo per convenzione gli esperti parlano di HIV-1 e HIV-2 correlati tra loro ma diversi per struttura genomica ed antigenicità infatti il suo genoma contiene nove geni con importanti differenze tra HIV-1 e HIV-2 e che vista la grande variabilità dei geni Tat e Env se si arriverà a un vaccino sarà specifico per un solo tipo di virus e non per tutti i casi di infezione da H.I.V. e che si ipotizzano vaccini profilattici e terapeutici, dove per definizione il vaccino è in genere profilattico. C’ò quindi da chiederci se per arrivare a una generazione senza A.I.D.S. per questi casi la soluzione è la somministrazione precoce dopo la nascita di farmaci antiretrovirali ai nati da madri sieropositive e sufficientemente a lungo affinché il bambino possa “spontaneamente controllare la malattia”.
Ricordate la vostra merenda da piccoli? Questa domanda mi fa immergere nei ricordi di un tempo ormai lontano dove la mamma preparava del pane casereccio spalmato con un po’ di burro e con l’aggiunta di zucchero o, alla meglio, con marmellata. Qualche volta, sempre nell’ora della merenda, un profumino di torta di mele invadeva ogni angolo della casa facendo venire l’acquolina in bocca ancor prima di assaggiarla oppure più raramente, e sempre rigorosamente dopo i compiti, intingevo 2-3 biscotti secchi in una tazza di the. Nel periodo estivo, in cui trascorrevo diversi mesi in Toscana al mare, una delle mie merende preferite era rappresentata dal pane strusciato con pomodoro fresco, olio e origano oppure delle albicocche fresche, polpose e zuccherine colte direttamente (e di nascosto..!) dall’albero dello zio. Lo yogurt era spesso presente e non mancava mai la frutta fresca di stagione, a volte essiccata o a guscio, mentre la casa era praticamente sfornita di merendine. Anche gli altri pasti della giornata rappresentavano uno stile alimentare sano con cibi genuini, poco elaborati, che riflettevano la cultura semplice e contadina da cui provengo. Che dire dello spuntino dell’intervallo a scuola? Naturalmente frutta, magari non sempre di stagione, ma comunque spessissimo frutta fresca! Oggigiorno sembra invece tutto più complicato e non sono pochi gli studenti che portando a scuola la frutta (spesso costretti dai genitorià), guardano con occhi lucidi le merendine dei compagni. A poco valgono le spiegazioni della mamma che la frutta fa bene, che contiene tante vitamine, ecc.. Il bambino si sente un pesce fuor d’acqua e, rincasato a casa, riferisce con il broncio di essere sempre lo “sfortunato di turno”à E così persino la scelta di una semplice e genuina merenda diventa una lotta tra genitori e figli che, a differenza dei primi, vorrebbero consumare solo merendine e snack pieni di grassi, conservanti e calorie! Per fortuna negli ultimi anni la situazione sta pian piano migliorando e questo grazie sia ad una maggiore sensibilizzazione pubblica sia ai vari progetti di promozione di sane merende, in particolare negli ambiti scolastici. Mi riferisco ad esempio al programma “Frutta nelle scuole” un progetto introdotto dal regolamento CE n.1234 del consiglio del 22 ottobre 2007 e dal regolamento CE n. 288 della commissione del 7 aprile 2009. Il progetto comunitario di "Frutta nelle scuole" -á realizzato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali in collaborazione con il MIUR,á il Ministero della Salute, le Regioni e P.A. -á nello specifico si articola nella distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi al fine di conseguire diversi obiettivi come ad esempio incentivareá ilá consumo di frutta tra i bambini compresi tra i sei e gli undici anni di età, sviluppareá unaá capacità di scelta di consumo alimentare consapevole, promuovereá unaá maggiore conoscenza delle produzioni ortofrutticole nazionali e sensibilizzareá gliá insegnanti e i genitori sull'importanza di una sana alimentazione fin dalla più tenera età, anche se i risultati non sono sempre stati incoraggianti (http://www.fruttanellescuole.gov.it/). Perché la merenda è un pasto raccomandato soprattutto per i bambini e ragazzi in crescita? La merenda rappresenta una ricarica energetica che contribuisce ad una corretta crescita soprattutto in età scolare. Le scelte nutrizionali devono quindi essere indirizzate ad un sano spuntino e questo compito è rivolto ad ognuno di noi, in particolare ai genitori. Cogliamo quindi i suggerimenti dell’INRAN e seguiamo le regole di una sana merenda. Le 10 regole di una sana merenda (suggerite da INRAN - Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) Per avere un'alimentazione equilibrata fai 5 pasti al giorno: prima colazione, merenda di metà mattina, pranzo, merenda pomeridiana e cena. 1. Fare merenda è una buona abitudine: non saltarla. "Mangiucchiare" continuamente tutto il giorno, invece, è sbagliato. 2. La merenda è un piccolo pasto. Deve fornire il á5-10% di tutta l'energia che ti serve ogni giorno. 3. Se non sei sovrappeso, dopo aver fatto attività sportiva puoi fare una merenda più ricca. 4. La merenda deve solo "ricaricarti". Non deve farti arrivare troppo sazio al pasto successivo, ma neanche troppo affamato. Tra la merenda e il pranzo (o la cena) devono passare almeno due ore. 5. Varia spesso la tua merenda, in modo da variare anche i nutrienti che ti fornisce: una porzione di frutta fresca, o un frullato, una merendina, uno yogurt, un piccolo panino dolce o salato, oppure 3-4 biscotti. 6. Ricorda che sui prodotti confezionati, come le merendine dolci da forno, puoi leggere in etichetta il valore nutritivo. Ad esempio, una merendina può contenere mediamente da 120 a 200 kcal. Leggere l'etichetta ti aiuterà a mangiarne la quantità giusta. 7. Goditi la tua merenda. Cerca di non mangiarla mentre studi o guardi la tivù. 8. Muoviti il più possibile: cammina, corri, sali le scale di casa a piedi, fai giochi di movimento. Così potrai tenerti sempre in forma. 9. Controlla regolarmente il peso e l'altezza. Analizziamo questi consigli. 1. Per avere un'alimentazione equilibrata fai 5 pasti al giorno: prima colazione, merenda di metà mattina, pranzo, merenda pomeridiana e cena. La suddivisione dei 5 pasti della giornata è fondamentale per una corretta nutrizione ed anche per mantenere un giusto peso forma. Inoltre, tra coloro che consumano regolarmente tutti i pasti della giornata primeggiano persone normopeso e, inoltre, distribuire le calorie in modo bilanciato consente di non appesantire la digestione. 2. Fare merenda è una buona abitudine: non saltarla. "Mangiucchiare" continuamente tutto il giorno, invece, è sbagliato. É proprio questione di abitudine e, in questo caso, di una sana abitudine, alla quale non si dovrebbe mai rinunciare! Consumare gli spuntini consente di tenere sotto controllo l’appetito e di non esagerare durante i pasti principali. Infatti uno dei vantaggi più immediati per coloro che fanno una sana merenda è di spezzare la consuetudine di trascorrere tutta la giornata a mangiare in continuazione (senza tra l’altro raggiungere un senso di sazietà). 3. La merenda è un piccolo pasto. Deve fornire il 5-10% di tutta l'energia che ti serve ogni giorno. Per quanto riguarda l’apporto calorico, contrariamente a quanto si suggerisce, gli spuntini che molti bambini e ragazzi consumano sono dei veri e propri pasti! Se consideriamo un fabbisogno calorico di circa 2000 calorie, una merenda equilibrata dovrebbe apportare circa 100-200 calorie (riferito in questo caso ad un fabbisogno giornaliero di 2000 calorie). Mentre lo spuntino di metà mattina potrebbe avere un apporto calorico contenuto (5% delle calorie giornaliere) è opportuno che la merenda del pomeriggio sia un poco più sostanziosa (10%) perché solitamente è più lungo l’intervallo di tempo che intercorre tra il pranzo e la cena. 4. Se non sei sovrappeso, dopo aver fatto attività sportiva puoi fare una merenda più ricca. L’apporto calorico della merenda può ovviamente essere incrementato se viene svolta un’attività fisica che abbia consentito un dispendio energetico maggiore come ad esempio il nuoto o la corsa. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea come una giusta regolare attività fisica nell’età della crescita, oltre a permettere lo sviluppo armonico dell’organismo. favorisca la coordinazione e la capacità di controllo dei movimenti e faciliti il mantenimento del peso corretto. 5. La merenda deve solo "ricaricarti". Non deve farti arrivare troppo sazio al pasto successivo, ma neanche troppo affamato. Tra la merenda e il pranzo (o la cena) devono passare almeno due ore. Sia il break mattutino, consumato spesso a scuola, che quello pomeridiano, dovrebbero permettere di controllare la fame e di regolare il livello di zucchero (glicemia) nel sangue. Infatti se la glicemia resta costante si avverte la fame in modo meno violento e consentirà di arrivare ai pasti successivi in modo più equilibrato. 6. Varia spesso la tua merenda, in modo da variare anche i nutrienti che ti fornisce: una porzione di frutta fresca, o un frullato, o una merendina, o uno yogurt, o un piccolo panino dolce o salato, o 3-4 biscotti. La famiglia deve esercitare un’influenza positiva sul comportamento alimentare dei ragazzi in crescita e deve orientare le scelte nutrizionali verso merende genuine. Di estrema importanza è anche l’attenzione alle bevande. L’apporto idrico deve essere assicurato tramite l’assunzione giornaliera di acqua, così indispensabile per l’organismo. Attenzione invece al consumo di bevande gassate zuccherate, the e succhi di frutta confezionati perché oltre all’acqua contengono molto zucchero o, non meno dannosi, dolcificanti chimici! Sono invece da favorire spremute, centrifughe o estratti di frutta e verdure. 7. Ricorda che sui prodotti confezionati, come le merendine dolci da forno, puoi leggere in etichetta il valore nutritivo. Ad esempio, una merendina può contenere mediamente da 120 a 200 kcal per porzione. Leggere l'etichetta ti aiuterà a mangiarne la quantità giusta. L’apporto calorico rappresenta uno degli elementi importanti da leggere in etichetta e non dovrebbe superare le calorie indicate, mentre uno degli errori più frequenti consiste proprio nell’esagerare con le quantità così come un altro sbaglio ricorrente è quello di utilizzare la merenda come compensazione per pasti non consumati o con basso apporto calorico. Attenzione inoltre a non confondere il valore calorico per porzione col valore calorico per 100 grammi. In ogni caso per scegliere una merendina di migliore qualità, sarebbe opportuno tenere in considerazione anche gli altri nutrienti che sono riportati sugli alimenti confezionati. Infatti la tabella nutrizionale è composta da sette elementi (valore energetico, grassi, acidi grassi saturi, carboidrati, proteine, zuccheri e sale) riferiti a 100 grammi o 100 millilitri di prodotto, spesso affiancata da dati relativi ad una porzione. Poiché l’informazione sulle caratteristiche nutrizionali, richiesta dal Regolamento Europeo 1169/2011, diventerà obbligatoria a partire da dicembre 2016, scegliete già da ora, per la merenda, gli alimenti confezionati che la riportano. 8. Goditi la tua merenda. Cerca di non mangiarla mentre studi o guardi la tivù. Quando si mangia davanti alla tivù, o si svolge qualche altra attività, si è portati a consumare il cibo in modo incontrollato. Tutto ciò accade soprattutto se i bambini sono davanti al piccolo schermo dove vengono bombardati da spot pubblicitari e invogliati a mangiare cibi che spesso sono di scarsa qualità. Ricordati di non stare più di 2 ore al giorno davanti al televisore o ai videogiochi. 9. Muoviti il più possibile: cammina, corri, sali le scale di casa a piedi, fai giochi di movimento. Così potrai tenerti sempre in forma. Qualsiasi attività motoria, svolta con regolarità, consente di compensare le entrate caloriche in eccesso aumentando le uscite. Il movimento non è necessariamente riferito ad attività sportive organizzate ma anche a semplici passeggiate oppure a fare qualche rampa di scale, andare in bicicletta, ecc. È proprio il caso di direà “Diamoci una mossa”! 10. Controlla regolarmente il peso e l'altezza. Lo sviluppo fisico armonico del bambino si valuta in base al suo peso e alla sua altezza. Il pediatra controllando le tabelle di crescita (curve dei percentili) individua se il bambino ha un peso e un’altezza adeguati per il sesso e per la sua età e se il suo accrescimento è nella norma. A questa età l’alimentazione e l’attività fisica sono fattori importanti sia per il controllo del peso corporeo che dell’altezza. Quali sono i criteri da prendere in considerazione nella scelta di un prodotto confezionato? L’ADI (Associazione Italiana Dietetica e Nutrizione) ha elaborato il decalogo degli snack salutari nel quale sono inseriti dei consigli per la scelta degli snack confezionati, alcuni dei quali sono di seguito riportati: Suggerimenti per la scelta di uno snack - Gli alimenti che costituiscono lo spuntino vanno scelti con intelligenza. - Nell’arco della giornata, non consumare più di uno o due snack a seconda delle tue esigenze. - Se vuoi mangiare gli snack fallo esclusivamente a colazione e allo spuntino di metà mattina e/o a merenda. Non aggiungerli a pranzo o a cena. - Varia gli snack nei diversi giorni della settimana, la varietà è una delle basi di una sana ed equilibrata alimentazione. - Accompagna gli snack con uno o due bicchieri d’acqua anche se non hai sete ed evita bibite zuccherate. - Leggi l’etichetta. Meglio scegliere gli spuntini con il minor apporto energetico (calorie) per porzione o per 100 grammi. Lo snack non deve fornire troppe calorie: una porzione non deve superare le 150-200 calorie. - Basta una piccola dose di energia per “ricaricarsi” tra un pasto e l’altro: tra le varie confezioni di uno stesso tipo di snack scegli la più piccola o quella che ti permette di suddividerlo facilmente in più porzioni. - In caso di prodotti confezionati in dosi singole, consuma esclusivamente una monodose, se le confezioni sono grandi preferisci quelle richiudibili che consentono di conservare il prodotto pur prelevandone una porzione per volta. - Controlla i grassi: tra due snack scegli quello con il minor contenuto di grassi per porzione o per 100 grammi. - Se il contenuto complessivo di grassi di uno snack supera i 9 grammi per porzione non consumarne più di una porzione al giorno e alleggerisci pranzo e cena di intingoli, condimenti o cibi ricchi in grassi. Meglio che i grassi saturi degli snack di una giornata non superino i 4 grammi per porzione. - Esistono snack che forniscono, oltre a zuccheri e grassi, anche proteine di buona qualità, Calcio, Ferro o fibre alimentari (semplice pane, yogurt, piccole porzioni di cioccolato, gelato, frutta fresca o secca): non dimenticarlo quando scegli i tuoi spuntini. La merenda dolce è da preferire a quella salata? No. Ciò che è invece importante è variare il tipo di merenda, scegliere ingredienti di qualità e non consumare sempre lo stesso alimento, anche per ridurre possibili errori. Tra gli snack salati attenzione in particolare alle patatine perché molto ricche di sale e di grassi di bassa qualità. Ricordiamo che dolce non vuol dire “zuccherato” e saporito non è sinonimo di “salato”. Infatti le nostre papille gustative troppo spesso associano il gusto dolce allo zucchero raffinato e il gusto salato al sale. Quali sono alimenti o le bevande che possono rappresentare un sano spuntino? Sono davvero molti gli alimenti che possono essere utilizzati per uno spuntino sano. É possibile ad esempio consumare: frutta fresca di stagione e preferibilmente da agricoltura biologica macedonia di frutta fresca mousse di frutta preferibilmente senza zucchero frullato di frutta spremuta di agrumi centrifugato di verdure succo di frutta senza zucchero frutta oleosa (mandorle, noci, nocciole, pinoli, ecc.) latte yogurt al naturale o con frutta fresca aggiunta bevanda vegetale (latte di soia, di riso, di mandorle, ecc.) yogurt vegetale the (senza zucchero) tisane (senza zucchero) latticini freschi (ricotta) formaggio vegetale (tofu) cereali in fiocchi cereali soffiati pane preferibilmente integrale focaccia casalinga cracker (non salati) taralli tigelle gallette di cereali chicchi di mais per pop corn (preparati al momento) torta fatta in casa (torta di mele, di yogurt, crostata, ecc.) budino fatto in casa biscotti secchi barrette di cereali senza grassi idrogenati cioccolato (preferibilmente fondente) gelato alla frutta sorbetto alla frutta ghiacciolo alla frutta preparato in casa gelatina di frutta di preparazione casalinga creme spalmabili naturali (marmellata, malto, tahin, ecc.) Alcune di queste proposte se utilizzate per la merenda pomeridiana necessitano di essere abbinate tra loro, in quanto da sole non sono sufficienti a fornire l’apporto calorico corretto richiesto che corrisponde a circa il 10% delle calorie totali giornaliere. Prendendo ad esempio in considerazione 2000 Kcal, che corrispondono in media al fabbisogno calorico giornaliero di un bambino della scuola primaria, la merenda pomeridiana dovrebbe fornire circa 200 Kcal. Ecco quindi alcuni possibili abbinamenti per coprire l’introito di questo spuntino. Alimenti e bevande Totale kcal. Un frutto fresco (150 grammi) + yogurt intero al naturale (125 grammi) + biscotti secchi (n° 2) 70 81 42 Totale calorie 193 Gallette di cereali (n° 4) + creme spalmabili (es. confettura 10 grammi) 158 21 Totale calorie 179 The (senza zucchero) o tisane (senza zucchero) + biscotti secchi (n° 4-5) + un frutto fresco (150 grammi) 2 105 70 Totale calorie 177 Bevanda vegetale (es. latte di soia 200 grammi) + cereali soffiati (30 grammi) 90 108 Totale calorie 198 Centrifugato di verdure (un bicchiere) + latticini freschi (es. ricotta 80 grammi) 66 109 Totale calorie 175 Budino fatto in casa + un frutto fresco (150 grammi) 130 70 Totale calorie 200 Come si possono realizzare sane merende fatte in casa? Con un po’ di fantasia e qualche ingrediente genuino è possibile preparare per i piccoli (ed i grandi!) gustosissime e sane ricette! Ecco alcune idee da realizzare. GUSTIAMO LA BONTÀà.. ? Fichi secchi al cioccolato ? Dolce sfizioso al cucchiaio ? Faccine divertenti ? Coccoline colorate ? Latte di mandorle ? Crema spalmabile al cacao (tipo Nutella) ? Biscotti allo yogurt di soia NB: per la realizzazione delle ricette si consiglia di utilizzare ingredienti da agricoltura biologica. Fichi secchi al cioccolato Ingredienti:100 g di cioccolato fondente, 12 fichi secchi, 12 mandorle (o gherigli di noci). Sciogliete a bagnomaria il cioccolato. Sciacquate i fichi secchi, tagliateli a metà ed introducete in ogni fico una mandorla (o gheriglio di noce). Richiudeteli e, con l’aiuto di una forchetta, immergeteli uno per volta nel cioccolato fuso. Disponeteli su di un piatto di portata e lasciateli raffreddare. Dolce al cucchiaio Ingredienti:450 ml di acqua, 3 banane, 250 g di ricotta, 250 g di cocco grattugiato in scaglie, 120 g di zucchero integrale, caffè d’orzo solubile. Frullate finemente il cocco grattugiato, aggiungete poi la ricotta, 2 banane, lo zucchero integrale, l’acqua e frullate nuovamente. Sbucciate l’altra banana e tagliatela a rondelle sottilissime. Versate la crema di cocco ottenuta in alcune coppette, disponetevi sopra le rondelle di banana, cospargete un po’ di caffè d’orzo solubile e servite. Faccine divertenti Ingredienti: 4 gallette di riso, 2 confetture (a piacere) con gusti diversi, mandorle, pinoli, kiwi, mandarini. Coprite la base delle gallette di riso con la confettura (per i capelli utilizzate un colore più scuro) e rappresentate a piacere una faccina utilizzando gli alimenti proposti. Ad esempio: le mandorle per gli occhietti, i kiwi per le orecchie, i mandarini per la bocca, ecc. Coccoline colorate Ingredienti: 250 g di ricotta, 200 g di cocco grattugiato, 80-100 g di zucchero di canna integrale, 2 cucchiai di farina di carrube o cacao (amaro o dolce). Impastate tutti gli ingredienti escludendo 100 grammi di cocco grattugiato che utilizzerete per ricoprire le palline (la dose suggerita vi consentirà di preparare circa 50 coccoline). Potete anche ricoprire le coccoline con della farina di carrube o cacao (amaro o dolce) per ottenere un effetto bicolore, oppure semi di sesamo, pistacchi frullati, ecc. Latte di mandorla Ingredienti:1 l di acqua, 100 g di mandorle pelate, 3-4 cucchiai di zucchero integrale (facoltativo). Frullate le mandorle con lo zucchero integrale, aggiungete poi l’acqua (precedentemente portata ad ebollizione) e frullate nuovamente per qualche minuto. Il latte di mandorle si conserva in frigorifero per 3-4 giorni. Crema spalmabile al cacao (tipo Nutella) con gallette di riso Ingredienti: 200 g di nocciole tostate, 150-200 g di zucchero integrale, 120 ml di acqua (o quantità maggiore a seconda della consistenza desiderata), 60 g di cacao amaro, 60 g di olio di girasole, gallette di riso. Mettete nel mixer le nocciole tostate e frullate. Aggiungete i restanti ingredienti, ad esclusione delle gallette di riso, frullate nuovamente e servite la crema ottenuta spalmata su gallette di riso (o altri prodotti da forno). La crema spalmabile al cacao si conserva in frigorifero per circa una settimana. Biscotti integrali con yogurt di soia Ingredienti: 300 g di farina integrale, 125 g di yogurt di soia al naturale, 8 cucchiai di olio di semi di girasole, 5 cucchiai di zucchero integrale, una bustina di lievito per dolci. In una ciotola ponete la farina integrale con lo zucchero integrale e il lievito per dolci. Aggiungete poi lo yogurt di soia, l’olio di girasole e formare un composto liscio e omogeneo che metterete in frigorifero per circa mezz’ora. Trascorso questo tempo stendete l’impasto su un piano infarinato e ricavare i biscotti con formine con sagome diverse e infornateli a 160-170° C per circa 10-15 minuti. Ulteriori ricette sono disponibili sul sito dell’Asl di Bergamo (www.asl.bergamo.it). Ricordiamo che la merenda non deve solo soddisfare il palato dei piccoli, ma contribuire alla qualità della loro crescita “tenendo d'occhio” la salute!
Alla fine del viale alberato, mi siedo accanto al mare.
L'acqua è limpida, vi si riflettono i raggi del sole in superficie,
onde tenui accarezzano lievemente la sabbia.
Sono qui per connettermi al silenzio infinito della naturai ntervallato da dolci suoni,
stormi d'uccelletti sempre in festa. vivono felicemente in comunità, mi lascio cullare
mentre il cielo cambia i suoi colori, il tramonto sfuma la luna e le stelle si preparano per illuminare
la notte. lentamente mi adagio sulla spiaggia lascio scivolare ogni mia piccola particella,
accolta nel grembo della madre terra. abbandono totale.
il cielo sopra di me è un tappeto di stelle.
Dove c’è silenzio, dove c’è rumore,
dove c’è tutto, dove c’è niente…
ascolta, la differenza c’è
Dove c’è l’essenziale è custodito il valore…
Ascolta la verità…
Ascoltati, non rimandare a domani il riposo
Il respiro, l’anima ti parlono. Ascoltali
Liberati, urla, commuoviti, sorridi, contagia
Cammina. Non correre, non scappare, fuggirai solo da te…
Accarezza prima di colpire
Resta pulito, non sporcarti
Vivi, non uccidere
Amati, ama
Proteggi il tuo sogno, non cancellarlo…
Ascolta con attenzione l’artista che tocca il cuore
Non cantarci sopra così morirà il talento…
Il rumore assordante non aiuterà l’ascolto della purezza, La melodia cristallina si perderà nel vento che la trascinerà via con se…
Tu che sai fare tutto e bene
A te che impartisci lezioni d’ogni genere sei certo di possedere tante doti?
Ascolta, ascoltati, ascoltami, nel frattempo resterò da sola
Io e i miei pensieri, nell’attesa d’essere ascoltati e compresi.
Al piccolo Aylan
L’aroma del mare si spande lontano,
la brezza sussurra la ninna nanna più bella,
mentre accarezza la piccola mano,
l’anima vola su una stella,
che si innalza nella luce più dolce,
e lascia al suo passaggio una scia di pianto…
Scompare la signora con la falce,
nasconde una lacrima, sotto il manto;
il tuo spirito è un vento di pace,
a molti, sarà offerto un rifugio, un tetto:
i cuori si aprono all’amore, alla luce,
su un raggio di luna, ti attende un orsacchiotto.
Le sorridi e rinnòchi,
a quel chiarore,
gli andati giorni e l' ore;
miete con te respiro
di veglia, al tuo fluire
che verso' d' oscuro sangue
potenza di rovina;
e sol te ne maraviglia
e or ti naviga a dimora:
d' altra, illesa, aurora
Frangi, da sinuo torcersi a dolore,
l' abituo intarsio di cadenti, deluse immagini
che al cuore risorgi palpiti d' argenti
E d' ombra stèrri: al suono che s' inclina,
aprendosi ove 'n altrui si scrèzi appena
l' esausta vene ottusa e inaridita,
dal tuo fiorire fievole e profondo
Cari amici, solitamente mi diletto a condividere con voi i miei viaggi, le mie emozioni e le bellezze del mondo. Oggi però esulo da questi piacevoli argomenti per esternarvi le mie perplessità circa il contenuto dell'articolo di Mario Lorenzini sui, a suo dire, mestieri inutili, pubblicato nell'ultimo numero di giugno. Mario è uno dei più assidui articolisti del giornale e spesso ho apprezzato i suoi scritti ma, questa volta, ovviamente a mio modestissimo parere, ha avuto, diciamo così, una caduta di stile. Sono rimasto davvero impressionato da certe sue affermazioni, che riporto di seguito testualmente e che, a parte la condivisibilità o meno degli argomenti, racchiudono vere e proprie offese a intere categorie di professionisti. Che all'interno di tali categorie, come in qualsiasi ambito della vita, possano esserci persone scorrette, è una cosa del tutto scontata. Ciò non toglie che trovo privo di significato un attacco così diretto e indiscriminato, e secondo me anche povero di contenuti, a tanti rispettabili professionisti che Mario, in modo del tutto generico, definisce come mestieranti. Dopo aver esaltato alcuni lavori manuali, che creano opere utili che si possano ammirare e toccare, a suo parere gli unici degni di essere chiamati tali, Mario scrive: "Sto per introdurre dei lavori, mansioni, che non costruiscono niente di solido e reale. Solo fumo, astrazioni partorite dalla mente di imbroglioni e incapaci nonché scansafatiche." Ho espresso direttamente a Mario il mio parere sul fatto che si debba pubblicamente scusare per aver usato queste definizioni, ma lui sostiene al contrario che in queste parole non vi sia niente di offensivo.......lascio giudicare a voi se imbroglioni, incapaci e scansafatiche siano o meno termini offensivi. Mario continua così: "Vogliamo parlare di ragionieri? Di commercialisti? O degli amministratori di condominio? Degli avvocati o meglio, consulenti legali, dei promotori finanziari e del resto della banda"......banda? ma di quale banda sta parlando, la banda Bassotti, una banda di criminali, o forse semplicemente una banda musicale? Vi sembra il caso di alludere al lavoro di questi professionisti come a qualcosa di così palesemente disonesto? E tra di voi, cari lettori, non c'è qualche commercialista, qualche avvocato o qualche amministratore di condominio che non si sente di far parte di questa fantomatica banda?. L'articolo prosegue così: "Tutti questi soggetti, sebbene abbiano trovato una collocazione molto ben definita nella nostra società, non hanno per noi alcun beneficio. Un ragioniere ci aiuta nella gestione fiscale, potremmo farcela anche da soli, a patto di sapere quello che sa lui, vale a dire cognizioni da rompicapo non alla portata di chi già è impegnato in altra attività".? Appunto, come dice Mario stesso bisognerebbe sapere quello che sa lui. Per arrivare ad esercitare, un commercialista si è impegnato, si è laureato ed è costretto giornalmente a continuare a studiare per tenersi aggiornato. Inoltre ai commercialisti generalmente si rivolgono società o liberi professionisti, mentre per le normali esigenze fiscali esistono i CAF. Mario mi dice che ho frainteso le sue parole, che lui intendeva criticare le istituzioni, le regole e non le singole persone, ma allora mi sembra che non sia riuscito a farsi capire. E che dire degli avvocati, il cui antichissimo mestiere si perde nella notte dei tempi? L’assistenza legale addirittura a volte va al di la di una semplice mansione, per trasformarsi in un vero e proprio diritto, come nel caso di imputati indigenti che non abbiano le possibilità economiche di affrontare un processo. Continuiamo poi con una professione che mi sta particolarmente a cuore, sulla quale Mario sostiene: "E chi sono i promotori finanziari? Prima di tutto un doppio complimento all’ideatore di questo termine. Anche se esiste la parola promoter, l’equivalente italiano fa un certo effetto, rende l’idea di una persona molto ben preparata, conoscitore del settore. Molti non sanno (o forse sì), che spesso si tratta di ex personale bancario ricollocato o in pensione, o di ragazzi formati allo stile di ragioniere o laureati in economia e commercio, sottoposti a un breve corso intensivo che spiega loro non tanto quello che sanno già, ma le tecniche di vendita (persuasione) più subdole da propinare porta a porta o direttamente in una filiale della banca. Tutti noi possiamo essere facile preda di tali avvoltoi". Beh, mia moglie è promotore finanziario, ha i capelli neri e gli occhi scuri, ma non mi è mai venuto in mente che potesse somigliare ad un avvoltoio. Naturalmente ho seguito la sua carriera, dagli inizi incerti alle belle soddisfazioni di oggi, e posso testimoniare l'impegno, la fatica e la serietà' con cui porta avanti un mestiere che, oltre a non essere inutile, è estremamente delicato, difficile e spesso assai stressante, e che necessita di grandi doti di onestà e di preparazione. Per diventare promotore bisogna studiare sodo e sottoporsi ad un esame molto selettivo ed inoltre, a tutela dei clienti e dell’etica professionale, esiste anche un apposito albo. Al contrario Mario si permette di dare esplicitamente dell’imbonitore a professionisti preparati che ogni giorno devono assumersi grandi responsabilità nella gestione del denaro che, dopo la salute e gli affetti, è generalmente considerata come la cosa più importante per le persone. A parte le mele marce che possono trovarsi dappertutto, quelli che Mario ci descrive con così tanta sicurezza e negatività, a mio parere a seguito di evidente ignoranza sull'argomento, difficilmente hanno la qualifica di promotore finanziario. Infine, questa è la conclusione dell’articolo: “Ricordate che i mestieri inutili non sono solo quelli che non realizzano niente, ma anche quelli che fanno da parafulmine per altri che non si espongono e guadagnano più di voi. Certo, gli ingranaggi della società moderna sono difficili da manomettere; e, non credo che riusciremo a modificare questo aspetto di cui ho discusso. Quello che è fondamentale è sapere. Non siate convinti che le occupazioni che ho qui descritto siano di qualche utilità per gli uomini. E dimostrate di esserne consci di fronte a tali mestieranti quando ve li troverete davanti”. Beh, nel ribadire che veramente non capisco il senso di tutto questo, e certo non condivido l’acredine che trasuda da tutte queste affermazioni, da parte mia esorto l’amico Mario, se non a scusarsi, a chiarire molto meglio il suo intricato pensiero.
Dopo le critiche mosse nei miei confronti da Gianfranco Pepe circa il mio articolo “Mestieri inutili”, ecco qui la mia risposta. In redazione sono stato dispiaciuto per la mail di Gianfranco e per le successive che io e lui ci siamo scambiati e che, ovviamente, non sono servite a fargli cambiare idea, altrimenti il suo articolo di replica non ci sarebbe stato. Non tanto perché io possa aver sbagliato, ma perché non si è compresa l’ironia e le frecciatine che io sono solito lanciare ai colpevoli di un qualche atto. E nemmeno si è compreso appieno a quali personaggi volessi riferirmi. Intanto faccio una premessa. Da quando il giornalino esiste, una delle sue rubriche più gettonate è sempre stata “riflessioni e critiche”. Qui hanno trovato posto sfoghi di vario genere, da chi governa male il nostro paese, ai folli assassini, alla politica estrremizzata ecc, ma sempre con un limite comune. La correttezza professionale e dell’informazione, e l’assenza di chiare inclinazioni politiche. Si è quindi delineato sin da subito, il taglio della rivista, che consentiva di esprimere pensieri e opinioni, anche critiche molto forti, verso quelle istituzioni, quelle entità, che tutti conosciamo, di cui tutti sappiamo, ma che molti non hanno il coraggio di affrontare, o sono pendenti di una qualche censura, e magari finiscono in tv in tarda serata, dove l’attenzione e l’audience subiscono un brusco calo. E allora, libertà d’informazione. C’è da dire che ogni scritto che giunge in redazione viene vagliato, non solo dal punto di vista di un buon italiano comprensibile, e a questo punto possono esserci anche delle soggettività; ogni articolo non deve essere offensivo o denigratorio verso categorie religiose o sociali. Poi va da sé che esiste la satira, e l’ironia intrinseca di chi scrive può non essere capita o quantomeno tollerata. Nella prima pagina del nostro giornalino è riportato “ogni articolo rappresenta il pensiero dell’articolista e non della redazione”. Quindi, ognuno di noi scrivente si assume la responsabilità di quanto afferma. E se ci sono dei dubbi, delle domande, dei chiarimenti da chiedere lo scrittore può essere facilmente rintracciato. Ed è suo dovere rispondere chiarendo la sua posizione . Non è però doveroso un articolo di scuse. E come ammettere di aver già peccato. E per fortuna non esiste più il tribunale dell’inquisizione. E la necessità di chiarire pubblicamente, su queste pagine, non è forse una caduta di stile della rivista stessa? Ma se proprio lo vuoi… Aggiungo che non solo gli articoli esterni, ma anche quelli che scriviamo noi redattori, io, Maurizio, Massimiliano ecc. vengono controllati in modo scambievole. Se ci sono delle cose che sfuggono a qualcuno, degli errori o, come in questo caso può sembrare, degli attacchi a persone o entità, gli altri lo fanno notare e l’articolo viene cestinato o modificato. Anch’io uso con me stesso questa metodologia; rileggo il mio articolo più volte, a blocchi e nell’insieme, per vedere come fila, se ha senso e tutto quanto detto su. Ora, dopo l’intervento di Gianfranco, ho ripetuto quest’operazione di verifica ma, devo dire, non ho riscontrato cosa che mi facesse cambiare opinione e, soprattutto, penso che il mio modo di scrivere sia stato appropriato. E per dimostrarlo, ripeterò integralmente i pezzi del mio articolo ritenuti offensivi o negativamente definiti, da Gianfranco, commentandoli. E torniamo a noi. Proverò, come hai fatto tu, a spiegare quegli stralci del mio articolo che tu hai riscritto, riga per riga. … "Sto per introdurre dei lavori, mansioni, che non costruiscono niente di solido e reale. Solo fumo, astrazioni partorite dalla mente di imbroglioni e incapaci nonché scansafatiche." … Gli imbroglioni incapaci e scansafatiche sono i pochi dirigenti in vetta alle società finanziarie, alle multinazionali, agli organi fiscali del nostro stato che generano questi lavori. E chiaro il concetto? Forse no. Di esattori del fisco ce n’è un gran bisogno non perché ci sono poche persone che evadono ingiustamente le tasse, ma perché ce ne sono tante che non ce la fanno a pagare delle somme ingiuste. Tutto verte, ancora una volta, sul Dio denaro. Questo inebria di possenza, potere e benessere, chi è in cima alla piramide del comando. E quelli alla base sono illusi (cioè vengono illusi) da quest’ultimi di riuscire a raggiungere uno stesso benessere, una qualità della vita migliore. Ma tu stesso Gianfranco mi dici delle difficoltà che tua moglie ha dovuto affrontare e, spero, superare. Non è facile gestire un imbroglio e ripeto, che non siamo noi ultimi gestori a portare avanti. In un mondo poi dove la gente è sempre più consapevole e istruita. Nessuno mette in dubbio le capacità e i titoli di studio conseguiti da tua moglie. Per astrazione mentale, o meglio, concetti astratti, ho voluto indicare tutti quei termini, sigle, acronimi che popolano il mondo dei signori, ad esempio nel campo della finanza, di cui ho parlato precedentemente . … "Vogliamo parlare di ragionieri? Di commercialisti? O degli amministratori di condominio? Degli avvocati o meglio, consulenti legali, dei promotori finanziari e del resto della banda". … Come ti ho già detto via e-mail Gianfranco, mia cugina è, insieme ai suoi figli con cui condivide lo studio, un’ottima commercialista. Ma ti posso dire tranquillamente che io ho espresso le stesse idee, forse, non ricordo le parole esatte, ma c’erano alcune di quelle che tu chiami offese. Dopo i primi istanti (pochi secondi) di perplessità), Anna mi ha detto “hai ragione Mario, purtroppo la legge ci impone…”. Credo che non ci sia bisogno di spiegazioni, ma per quelli che non hanno recepito dirò che non c’era e non c’è niente di personale riferito ai miei cugini, inteso come esseri umani , professionisti, non come esecutori. Piuttosto a quel complicato groviglio di normative che regolano??? Il nostro sistema tributario. Mia cugina non si è sentita minimamente offesa e toccata nella sua professione che continua tutt’oggi a svolgere diligentemente. E io la stimo. E gli avvocati? Sono perfettamente d’accordo con il fatto che è un mestiere antichissimo e che va a difendere le categorie che vengono colpite da un’insinuazione di colpevolezza infondata. Purtroppo per chi non lo avesse capito, ancora una volta io mi stavo riferendo alla mancanza di onestà e rettitudine che contraddistingue i giorni nostri. E non ho voluto fare di tutta l’erba un fascio. Le persone che riescono a dimostrare l’innocenza di un poveretto che ha rubato un pezzo di pane per fame sono da ammirare. Ma senza la pretesa di essere il primo a dare queste notizie, che ne pensate del processo Franzoni? E, di conseguenza, dell’avvocato Taormina? E di tutti quei mafiosi e politici che non solo non restituiscono liquidità al nostro stato ma stanno al di fuori di quei penitenziari dove invece dovrebbero trascorrere una buona parte della loro vita? Ora, non voglio generalizzare o riferirmi solo ai pezzi grossi che, non pensate, sono comunque troppi. Anche vicino a noi ci sono medici, dirigenti d’azienda, che pagano i loro consulenti legali o fiscali per evitare o rimandare pene detentive o amministrative che, invece, dovrebbero... La falla è nel sistema, fa comodo a tanti, anche perché, tanto per citare gli avvocati, ce ne sono veramente tanti, e non lo dico io che in un tribunale ci ho lavorato, ma collaboratori di cancelleria, giudici e funzionari del sistema con i quali mi sono ritrovato a scambiare quattro chiacchere. Ah, stavo dimenticando…il resto della banda..Ma questo vogliamo chiamarlo esempio figurato o metaforico? Mai sentito parlare di lobby? O comunque di coalizioni, associazioni di medici, che detengono un forte potere, spesso economico, tale da pilotare il sistema. Le pressioni, che come dice il termine inglese, impongono questi gruppi, queste specie di massonerie, sono di grande ausilio a tutte queste categorie, tengono coesi tutti i professionisti, anche se non dimostrano di essere tali, anche se sono scorretti, anche se imbrogliano la gente. Quanti medici, sempre per fare un esempio, sono stati condannati, sia con pene detentive, sia con risarcimenti nei confronti di un poveretto al quale gli è stata lasciata una pinza chirurgica in pancia? O peggio, a cui è stata amputata la gamba sbagliata? Io non ne ho mai sentito parlare; si, viene nominata l’equipe e fatto anche il nome del soggetto indagato, ma viene punito? Quante persone professionisti saccenti o meno, hanno truffato e sono finiti in prigione? Forse i galoppini dei veri imbroglioni…E quanti politici sono finiti al fresco e hanno ridato i soldi rubati? Voi ne conoscete? Però sappiamo di operai metalmeccanici che hanno perso il loro posto di lavoro, come molti artigiani. Perché certe categorie, o sarebbe meglio dire classi sociali, non perdono il loro impiego, nonostante portino avanti una politica di opera scorretta e fraudolenta? Vi dico perché gli altri perdono il proprio posto di lavoro. Ma naturalmente perché non appartengono a nessuna banda…scusate, volevo dire lobby. … "Tutti questi soggetti, sebbene abbiano trovato una collocazione molto ben definita nella nostra società, non hanno per noi alcun beneficio. Un ragioniere ci aiuta nella gestione fiscale, potremmo farcela anche da soli, a patto di sapere quello che sa lui, vale a dire cognizioni da rompicapo non alla portata di chi già è impegnato in altra attività" … Dunque, forse qui la spiegazione è persino più semplice, il meravigliato sono io che non sia stata compresa. E’ verissimo che un commercialista, laureato, ha tanto da sapere e, soprattutto, da aggiornarsi. Però, con il termine cognizioni da rompicapo, io volevo puntare solo su quest’ultima fase, aggiornamento. Credo che un fisico atomico debba aver studiato abbastanza anche lui. Ma le leggi dell’universo non cambiano tutti i giorni, grazie alla volontà dell’uomo. Mentre la nostra situazione è mutevole dal punto di vista finaziario, pare un ottovolante a reazione. E perché queste regole, ovvero normative cambiano? Per mettere in difficoltà, per far pagare di più il cittadino. Avendo amici che lavorano al CNR, mi è accaduto di parlare con loro e di sentirli entusiasti delle ultime scoperte e ricerche in campo biologico e della robotica. Ma ho parlato anche con ragionieri e commercialisti (quasi una ventina negli ultimi tempi) che sono veramente stufi delle modifiche strampalate delle norme tributarie, difficili da legare l’una con l’altra, che hanno l’unico senso di rendere ardua la vita dei professionisti come loro e stringere il cappio alla gola dei contribuenti. Come vedi, un conto è conoscere la consistenza della nostra atmosfera, magari per depurarla con un’invenzione, un altro è imparare come si calcola il nuovo ISEE. Credo che siano entrambe cose complesse, ma mentre la prima è reale, bella, utile, la seconda…boh. … "E chi sono i promotori finanziari? Prima di tutto un doppio complimento all’ideatore di questo termine. Anche se esiste la parola promoter, l’equivalente italiano fa un certo effetto, rende l’idea di una persona molto ben preparata, conoscitore del settore. Molti non sanno (o forse sì), che spesso si tratta di ex personale bancario ricollocato o in pensione, o di ragazzi formati allo stile di ragioniere o laureati in economia e commercio, sottoposti a un breve corso intensivo che spiega loro non tanto quello che sanno già, ma le tecniche di vendita (persuasione) più subdole da propinare porta a porta o direttamente in una filiale della banca. Tutti noi possiamo essere facile preda di tali avvoltoi". … Allora, comincio dalla fine. Ma è ovvio che non volessi paragonare l’apparenza esterna, la brutta sagoma dell’avvoltoio, almeno quello presente in molti film horror, decisamente orripilante e molto brutto. Non c’è nessun nesso tra l’estetica dei mestieranti di cui ho detto e la fisicità di questo uccello. C’è una connessione con il fatto che, essendo gli avvoltoi saprofagi, ossia si alimentano mangiando le carcasse degli animali, in molti film e racconti come accennato prima, sono usati a mo’ di essere che infierisce sulle persone, fino a divorarle, a consumarle. Tutto qui. E il termine promoter? E’ divenuto sinonimo di promotore finanziario, anche se, in origine, il promoter stava a indicare un rappresentante che pubblicizzava (promuoveva) un prodotto, come chi vende le cialde del caffè, il famoso folletto, e così via. E’ accaduto un po’ come nel caso del premier, perché è chic, fico, usare una lingua straniera come l’inglese, per indicare qualcosa. Quindi non primo ministro ma premier, promoter anziché promotore finanziario. E’ pure più corto, una sola parola! E per quanto concerne la vendita di qualcosa, credo che il rappresentante o similare, oltre ad avere una buona conoscenza del prodotto in oggetto, debba possedere ottime doti comunicative. Ci dovrebbe essere un mix tra questo e qualità dell’oggetto. Purtroppo spesso ci ritroviamo con venditori di un qualcosa che il possibile acquirente capisce non essere valido, affidabile, sicuro, conveniente. Dato di fatto questo principio, il promoter sfodera le sue doti di convincimento che possono far benissimo riferimento a statistiche reali, situazioni del passato dal risultato florido ma, il mercato, amici miei è peggio che giocare al lotto. Il calcolo delle probabilità o possibilità di aumento di capitale è influenzato da svariate variabili con diverse fluttuazioni. E il senso e la prudenza, che servirebbero a evitare possibili perdite date da investimenti errati, limitano la fluidità impegnata, cioè quella su cui il promotore lavora. Meno soldi investiti, meno guadagno per questi professionisti, più soldi invece e più rischio per l’investitore. Questo che ho appena detto è sicuramente opinabile, soprattutto dalla fortuna, ma è una realtà inconfutabile. Se tua moglie è, come credo e tu mi dici, una professionista seria, userà della cautela nella gestione del denaro altrui. Sfortunatamente ci sono al mondo lavoratori disonesti che fanno più rumore e mettono in cattiva luce gli altri. Il mio comunque, non era un puntare il dito verso i promoter, o solo quelli. Ho elencato anche i venditori porta a porta, ad esempio i numerosi candidati al “vaffa” delle varie compagnie telefoniche e dei servizi energetici. A frotte tormentano letteralmente le persone; sono talmente tante le volte che questi disgraziati, frutto di questa società, ci importunano che, quasi sempre, io e molte altre persone di mia conoscenza, li blocchiamo subito mentre iniziano a parlare, scusandoci e chiudendo la porta o il ricevitore del telefono. E se accade che ascoltiamo e magari accettiamo il contratto che ci viene sottoposto, il fiume di parole di cui siamo stati investiti è stato talmente elevato e rapido che, immancabilmente, cela qualche sgradita sorpresa. Un costo supplementare, bollettazione a ritmi variabili, problemi con la fornitura del servizio… Striscia la notizia e molti tg ci mettono al corrente di fatti del genere ogni giorno. Difficile fidarsi, facile essere titubanti. Certo, come dici tu, dobbiamo saper riconoscere le persone oneste e professionali. Un’altra cosa: Io, come molti altri, sono “evidentemente ignorante”, come dici tu, su tanti argomenti; ma di quelle cose che comunemente si sa, che popolarmente sono note, di quelle io ho disquisito. Ho parlato del rapporto tra un venditore e un cliente, non è una sensazione soltanto mia che spesso questi siano degli imbonitori. E se tu mi conoscessi, ti faccio una confidenza. Io, per natura, non parlo mai senza prima essermi documentato. Soprattutto non metto nero su bianco. Quello che tu hai definito un attacco è un pensiero non condivisibile ma condiviso da molti. Prova chiedere in giro. E veniamo all’ultima tranche: … “Ricordate che i mestieri inutili non sono solo quelli che non realizzano niente, ma anche quelli che fanno da parafulmine per altri che non si espongono e guadagnano più di voi. Certo, gli ingranaggi della società moderna sono difficili da manomettere; e, non credo che riusciremo a modificare questo aspetto di cui ho discusso. Quello che è fondamentale è sapere. Non siate convinti che le occupazioni che ho qui descritto siano di qualche utilità per gli uomini. E dimostrate di esserne consci di fronte a tali mestieranti quando ve li troverete davanti”. … In parte ho già risposto. Un dirigente d’azienda manda avanti i suoi scagnozzi (termine puramente scherzoso) conscio di vendere qualcosa che non è all’altezza del suo prezzo e soprattutto, della sua logorrea. Sono loro i parafulmini, poveretti. Voglio essere ancor più preciso; con il termine poveretti, o disgraziati usato prima, mi rivolgo generalmente, a quei ragazzi, quei giovani, che, ripeto, hanno partecipato, pagando, a un corso di preparazione per il loro lavoro di agente commerciale. E che si ritrovano, loro malgrado, a sostenere argomentazioni persuasive per vendere un prodotto della loro società, la quale non è in grado di assolvere pienamente alla qualità e ai contenuti dei propri prodotti. E, probabilmente, tutto ciò all’insaputa di questi poveri malcapitati. Come vedi, io non ho attaccato le persone, i professionisti sul campo, bensì chi sta dietro le scrivanie di presidenza agli alti vertici. E il mio discorso finale era un’esortazione a quei pochi ingenui o che non hanno ancora avuto a che fare con personale scorretto. Ho menzionato note trasmissioni televisive ma, se certe cose succedono ancora, forse è il caso di stare un po’ più sull’attenti. Se ancora hai dubbi sulla liceità di quanto io abbia affermato in precedenza e, esplicitato qui, sai come rintracciarmi.
Carissimi lettori, Nella giornata di sabato 5 settembre 2015, con partenza dalla Lega Navale di Crotone, si è svolta un’escursione in mare con pedalò, che ha visto protagonisti soggetti con disabilità visive. Il Progetto “Salpiamo con Omero” è nato da un’idea del sottoscritto pienamente abbracciata e condivisa da persone veramente amiche, grazie alle quali l’idea, si è concretizzata. Organizzato e realizzato dalla Lega Navale di Crotone, con il supporto del Coni provinciale di Crotone, della Capitaneria di porto, della Guardia Costiera, ha avuto anche la collaborazione dell’unità speciale di primo soccorso dei vigili del fuoco, del CRAL BPER (Circolo ricreativo aziendale lavoratori della Banca Popolare dell’Emilia Romagna direzione territoriale mezzogiorno) con le sue risorse umane, della Scalise sport di Salvatore Scalise che ha offerto le magliette con il suo logo per tutti i presenti e di due Lidi balneari. Sette i pedalò, messi a disposizione dal Lido Casa Rossa e dal Lido Atlantis di Crotone. Enzo Colosimo del lido Casa Rossa, a bordo di un motoscafo, ci ha seguiti lungo tutto il percorso ed è stato una guida speciale. Mentre i partecipanti, a bordo dei pedalò, si deliziavano col profumo del mare, il suono e il fresco dell’acqua che scorreva sotto i piedi, arrivava, attraverso le ricetrasmittenti messe a disposizione dalla Lega Navale, la voce guida di Enzo Colosimo che descriveva il percorso da seguire insieme alle meraviglie e la bellezza del nostro mare, permettendo così a noi non vedenti e ipovedenti, di vederlo idealmente. A bordo di ogni pedalò, 4 persone; 2 disabili visivi e 2 normodotati hanno pedalato per 2 chilometri di costa sul lungo mare della città Pitagorica. Lo scopo dell’iniziativa è stato quello di integrare e avvicinare i disabili allo sport e alla vita sociale facendoli sentire utili a se stessi e capaci di superare le proprie difficoltà. E’ stato un vero e proprio giorno di festa per la categoria dei ciechi ed ipovedenti. A Crotone è la prima volta in assoluto che viene organizzata un’ iniziativa del genere e, considerato l’entusiasmo e la felicità di tutti i presenti all’evento, ( disabili, volontari e organizzatori) ci siamo ripromessi di riproporla l’anno prossimo, incoraggiati anche dal successo inaspettato che si è ottenuto. Queste iniziative vanno organizzate, sostenute e promosse più spesso, per avvicinare i disabili allo sport, facendoli partecipare alla vita sociale ed evitando loro di isolarsi da tutto e da tutti. Ci muoveremo per far si che questo sia solo il primo gradino di una lunga serie di iniziative del genere e cercheremo di coinvolgere sempre più persone. La Sede Centrale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti organizza raid in pedalò o in tandem anche della durata di 6/7 giorni con diverse tappe e non solo per 3 ore; quindi nel futuro, Crotone potrebbe diventare una di queste tappe. Questi sono momenti indimenticabili che arricchiscono la vita sia ai disabili che ai normodotati come hanno potuto commentare i partecipanti al termine dell’iniziativa quando hanno espresso le emozioni e la gioia che hanno vissuto in quelle 3 ore trascorse assieme. Queste sono iniziative di integrazione sociale che aiutano a crescere.!! Presenti alla Manifestazione: ( Dr. Giovanni Pugliese presidente della Lega Navale, Daniele Paonessa delegato provinciale CONI, Giovanni Barberio presidente dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti di Vibo Valentia e consigliere delegato regionale dell’Unione ciechi della Calabria e il direttore territoriale mezzogiorno della BPER Dr. Roberto Vitti). L’evento è stato riportato su tutti i giornali ed è stato ripreso dalla televisione RTI che ha mandato in onda il servizio giorno il 9 settembre. A conclusione ringrazio tutti coloro che hanno creduto e sostenuto la realizzazione dell’iniziativa. In particolare, un ringraziamento speciale alla meravigliosa amica prof.ssa Francesca Pellegrino che ha creduto nell’iniziativa e mi ha sostenuto in tutto il percorso con infinita pazienza ed affetto.
Lettori e lettrici,inevitabilmente le ferie estive finiscono e molti in questi giorni tornano ai loro posti di lavoro pronti a fare le proprie manzioni con la nostalgia e la tristezza del ricordo delle belle giornate assate nella spensieratezza! Per togliere quel velo di tristezza che ci prende in questi periodi non fate uso di farmaci! Basta leggere questo concentrato di buonumore e starete subito bene! 1) Il giudice chiede ad una signora: "Dunque, lei è qui per una causa di divorzio. Cosa l'ha portata a questo?" "Sono venuta con il taxi!" "No, signora, non volevo sapere come è arrivata qui. Vorrei sapere quali sono le cause!" "Allora, se non sbaglio, ci sono le cause civili e le cause penali..." "Forse non mi sono spiegato bene signora... perché vuole divorziare?" "Ah... perché io e mio marito non riusciamo a comunicare..." 2) Un cacciatore di leoni racconta la sua ultima, terribile avventura: "Ero solo nella jungla e senza munizioni. All'improvviso un leone mi salta davanti e mi ringhia contro. Con un balzo lo evito e comincio a correre a perdifiato. La belva non rinuncia, capendo che dovevo essere indifeso, e comincia ad inseguirmi minacciosa. Nella speranza di trovare rifugio da qualche parte prendo un sentiero che non conosco ma dopo qualche metro mi ritrovo in una zona brulla e sassosa, nessun riparo in vista e il leone sempre dietro. Il leone era ormai a pochi metri quando scivola e io riguadagno terreno. Purtroppo dopo un po' mi ritrovai sul ciglio di un burrone senza via di scampo. Mi voltai pronto a morire vendendo cara la pelle, quando mi accorgo che il leone continua a scivolare ad ogni passo. Proprio all'ultimo balzo atterra male e si rompe la testa contro un sasso... una vera fortuna". "Uhh - fa un altro cacciatore - al tuo posto io me la sarei fatta addosso!". "E secondo te, su cosa e' scivolato il leone?!". 3) Alla scuola elementare il direttore di nuova elezione annuncia che sara' introdotta una nuova materia: l'educazione sessuale! Inevitabili le proteste dei genitori, tanto che una mattina una delegazione di 50 mamme, va infuriata dal direttore per protestare. Questi vistosi costretto dalla situazione a chiamare rinforzi, fa convocare il maestro della nuova materia. Entra un biondone alto, muscoloso, dallo sguardo alla George Cloony. Al che il direttore chiede alla portavoce delle mamme: "Esponga il problema al professore". E la madre sovrappensiero: "...si puo' partecipare?". 4) In un tribunale l'accusa chiama il suo primo testimone alla sbarra. E' una vecchia signora conosciuta da tutti in citta'. L'avvocato dell'accusa chiede: "Signora Smith, sapete chi sono?". E la signora: "Certo che vi conosco fin da quando eravate piccolo, quando scorazzavate per la citta' rompendo le vetrine dei negozi, tirando sassi ai cani e ai gatti. Crescendo mi avete molto deluso. Avete avuto un sacco di fidanzate tradendole tutte ed eravato noto per raccontare balle a tutti. Vi credete importante, ma per me siete un poco di buono. Quindi, certo che vi conosco bene!". L'avvocato della controparte gongola perche' vede gia' vincere la causa dopo che la testimone dell'accusa si e' espressa in tale amniera. Ma l'avvocato dell'accusa, anche se sconcertato dalle parole della donna, si riprende e chiede alla vecchia signora: "E, signora Smith, invece conoscete l'avvocato della difesa?". La vecchia risponde subito e in modo chiaro: "Certo che lo conosco ed e' ancora meno raccomandabile di lei. Lo conosco da quando era piccolo e anche lui andava in giro a fare scherzi alle vecchiette. Poi crescendo e' peggiorato divenendo un piccolo delinquente: falso, imbroglione, ubriacone e bigotto. E so anche che come avvocato e' una schiappa: perde tutti i suoi processi". A questo punto il giudice chiede ai due avvocati di avvicinarsi a lui e sotto voce dice loro: "Se per caso a uno di voi due viene in mente di chiedere alla signora Smith se mi conosce giuro che vi spedisco di filata in galera per oltraggio alla magistratura!" 5) Al telefono: "Dottore, dottore, mia suocera e' stata morsa dal mio serpente!". Il dottore interviene: "Ma scusi forse non lo sa, ma io sono veterinario!". "Infatti e' il serpente che e' svenuto!" 6) Una suora entra gridando nello studio della madre superiora: "SUPERIORA... MI HANNO VIOLENTATA! MI HANNO VIOLENTATAAA!". La superiora preoccupata le fa: "Presto corri in cucina e mangia un limone intero! Mi raccomando, prima che ti vedano le altre sorelle!". "Perche'? Il limone mi ridara' la verginita'?". "No, ma almeno ti togliera' dal viso quella espressione di GIOIA!" 7) Una moglie chiede al marito: "Con quante donne hai dormito?" Il marito risponde: "Solo con te, amore mio, perché con le altre non mi viene sonno" 8) Una bella signora va in profumeria per un acquisto: "Vorrei un profumo molto particolare... che faccia perdere completamente le staffe a mio marito" "Ecco, signora, questo è il prodotto che sicuramente fa per lei" "E' molto, molto sexy?!" "No, signora... è molto, molto costoso!!" 9) Un signore entra in un negozio di abbigliamento casual: "Sto cercando tute mimetiche; ne avete?". "Si', si'... a trovarle!".......... 10) Dicono che i prezzi siano aumentati ma ai tempi di Adamo ed Eva le mele costavano l'ira di Dio. 11) Un'infermiera procace riferisce al primario che il paziente ha la febbre molto alta: "Dottore, ogni volta che mi chino per tastargli il polso, le pulsazioni aumentano, posso fare qualcosa?" "Sì!", risponde lui, "Si allacci meglio il camice!" 12) Un signore, guardando il conto del barbiere: "Come? 20 euro per un taglio di capelli? Ma se sono quasi calvo!". E il barbiere: "2 euro sono per per il taglio, gli altri 18 per le ricerche!"