Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4197 del 26.06.2000
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esclusivamente quello del singolo articolista.
Di questi tempi sono state fatte delle scoperte veramente sorprendenti, ma che dico, geniali!, non nel campo della medicina, della scienza bensì…pensate un po’, nella finanza pubblica. Tanto per gradire, si sono accorti che le nostre pensioni corrispondono all’incirca al 60% degli stipendi, il che risulta essere la media più alta rispetto al resto dell’Europa. Quali calcoli arzigogolati abbiano fatto non so,sta di fatto che i saccenti matematici statistici non hanno tenuto conto degli stipendi percepiti negli altri paesi, oltre alla maggior flessibilità nel cambio di lavoro, un’età pensionabile diversa, ecc. ecc. ma, soprattutto, che già dal 2014 queste percentuali, in Italia, sono già cambiate, sì, a favore dell’INPS, che ora calcola quella miseria di sostentamento mensile con criteri da tagliagole, che forse percepiremo alla soglia di un reparto di geriatria. E proprio dalla nostra cara previdenza sociale, ai primi dell’ultimo mese dell’anno, un allarme che grida all’aumento della propria spesa. Pare un nonsense, oltre il 40% degli italiani vivono con meno di 1000 euro mensili e, vorrei aggiungere, questa è solo una soglia psicologica e ideale. Chi prende meno di 1000 euro di solito non ne riceve 999; conosco molti anziani che arrivano, come non riesco a spiegarmi, al mese successivo, con qualcosa di più verosimile, ossia 630 – 700 euro. Ho parlato con molte persone e pare che questo distacco dai 1000 euro sia marcato nella grande maggioranza; insomma esistono tante persone, al di sotto di quella cifra, che ottengono dai 450 ai 700 euro mensili, ma pochissimi che rasentano gli 800 e 900 euro.Ma come afferma l’INPS, senza esitazione, lui spende tanto, più di prima. Per forza! Se si inserisce nel conteggio anche il dovuto per il tfr, somma invece accantonata dai lavoratori in modo automatico. Una vergogna chiamare pensione un’elemosina, una vergogna inserire nelle proprie spese soldi che dobbiamo ad altri, i quali ci hanno già dato quella somma, nel tempo! Nel contempo, sempre l’INPS, ha comunicato che ci sono 240.000 soggetti con oltre5.000 euro di pensione. Ma, secondo loro, questa sperequazione economica è forse colpa dei poveri disgraziati da 700 euro? O forse è da imputare almeno in gran parte, a vitalizi e pensioni d’oro esclusiva di politici ed ex dirigenti di pubbliche amministrazioni. Eh già,il trucco c’è, però noi lo vediamo. I grandi imbroglioni del nostro stato hanno scoperto la solita acqua calda, ma anche noi li abbiamo, a nostra volta, scoperti. Il neo della questione è sempre lo stesso; noi sappiamo, loro sanno che noi sappiamo,ma non riusciamo a farli smettere. Io non sono un genio e come voi credo di aver trovato la soluzione, l’importante è cambiare! Pensateci un attimo: invece di un albero d’abete da addobbare per l’incombente Natale, direi che sarebbe più opportuno del legno massiccio e nodoso e…un pizzico di fantasia. Eh sì, gran cosa la fantasia, gran cosa l’immaginazione. Sperando che l’INPS non ci decurti o tassi pure quella. Buon Natale e che il 2016 porti qualcosa di meno negativo di quanto successo finora.
Salve a tutti voi lettori e lettrici! Sono Patrizia Ruggero e ho creato una radio web che si chiama RADIO CUCCIOLA! Trasmetto tanta buona musica e compagnia! Perchè non provate ad ascoltarla? Sono sicura che non rimarrete delusi! --- Radio Cucciola trasmette in diretta per ora dal lunedì al venerdì dalle 17 e 30 alle 19 e 30! Il resto del giorno e della notte è of line.Collegatevi al sito: radio CucciolaVi aspetto in tanti!
Comunichiamo a tutti i lettori che, la nostra collaboratrice, nonché cantante, Patrizia Carlotti, sarà nuovamente presente presso il centro "Le torri" Olympic beach di Tirrenia, Pisa il giorno 3 gennaio 2016. Chi volesse assistere alla sua esibizione musicale rigorosamente dal vivo, l'ingresso è libero. Se invece volete prenotare la cena o rimanere alcuni giorni presso la struttura, potete prenotare o comunque informarvi al numero 05032270, chiedendo di Ivan, il direttore.
Cari lettori e lettrici,in questo numero di fine anno vi propongo un menù da inserire nelle festività Natalizie. Si tratta di piatti particolari e piuttosto calorici ma nello stesso tempo originali e semplici da preparare. Nella speranza che siano di vostro gradimento colgo l'occasione per augurare a tutti voi serene e gioiose festività Natalizie! Sonia Larzeni. ANTIPASTO Crema di spinaci, salsiccia sgranata e panna acida Ingredienti per 4 persone: 250g di salsiccia luganega, una cipolla rossa, una patata lessa, erbe aromatiche miste, 1kg di spinaci lavati e mondati, 200ml di panna, un limone, sale, pepe e brodo vegetale quanto basta. Procedimento. Far bollire la salsiccia in abbondante acqua salata, scolarle e sgranarla con le mani. Scaldare una padella e abbrustolire la salsiccia fino a colorazione con qualche erba aromatica mista. Scottare gli spinaci in acqua salata e raffreddarli velocemente in acqua e ghiaccio per conservarne il colore. Per la crema di spinaci far appassire in un tegame la cipolla, unire gli spinaci e cuocere per pochi minuti, salare e pepare. Frullare gli spinaci con la patata lessa fatta a piccoli pezzi, unire a filo dell'olio d'oliva e correggere di sapore. Lavorare la panna con la buccia di limone e il succo, salare e pepare. Disporre la crema di spinaci in un piatto fondo, la salsiccia rosolata su tutta la crema e decorare con la panna inacidita, terminare con un abbondante grattata di pepe al mulinello. PRIMO PIATTO Mezzi paccheri con crema di parmigiano, piselli e alici Ingredienti per 4 persone 280g di mezzi paccheri 200g di piselli piu' alcuni per la guarnizione 1 cipolla media 250ml di latte Brodo vegetale quanto basta.un pò di maizena diluita in poca acqua fredda 125g di parmigiano grattugiato 60g di burro Sale, pepe 10 alici sott'olio Esecuzione Per la crema di piselli, tagliare la cipolla sottilmente e stufarla in una noce di burro, aggiungere i piselli il brodo vegetale e cuocere per 10 minuti, correggere di sapore e frullare, per una crema liscia passare a un colino fine. Per la crema di grana portare a bollore il latte con la maizena e i 30g di burro, salare e pepare, una volta raggiunto il bollore e la densita' voluta, spegnere la fiamma e aggiungere il formaggio grattugiato. Cuocere i paccheri in abbondante acqua salata una volta cotti scolarli e passarli in padella con del burro. Disporre i paccheri su un piatto e condire con la salsa di grana e di piselli, terminare con qualche pisello fresco e le alici tagliate a piccoli pezzetti e una grattata di pepe fresco. SECONDO PIATTO Asparagi in manto di guanciale e uovo in forma Ingredienti per 4 persone: un mazzetto di asparagi, 18 fette di guanciale,4 uova fresche, erbe aromatiche, un mazzetto di insalata riccia, sale, pepe e burro. Procedimento. Mondare gli asparagi eliminando la parte finale, pelarli lasciando le punte integre. Portare a bollore una pentola con dell'acqua salata e sbianchire gli asparagi per 3 minuti, raffreddarli velocemente sotto acqua corrente fredda. Avvolgere gli asparagi con il guanciale. In una padella sciogliere del burro, insaporirlo a piacere con delle erbe aromatiche e far rosolare gli asparagi. Per l'uovo prendete una tazzina da caffe', foderatela con pellicola da cucina, ungete leggermente di olio l'interno e rompete al suo interno un uovo, salate e pepate, chiudete stringendo forte e facendo un piccolo nodo. Cuocete l'uovo in pellicola per circa 4 minuti in acqua bollente. Adagiate gli asparagi su un piatto, mettete accanto l'insalatina condita e adagiate sopra gli asparagi l'uovo che avrete tolto precedentemente dalla pellicola. Potete accompagnare il piatto con della maionese stemperata con un filo di acqua. CONTORNO Piselli in agrodolce ingredienti (per due persone) 125 gr di pisellini finissimi 1 cucchiaio da tavola di zucchero 1/2 cucchiaio di aceto (io preferisco il balsamico o quello di vino rosso) 1 cucchiaio di olio di oliva sale e pepe quanto basta. Preparazione In un pentolino di coccio far sciogliere a fuoco lentissimo lo zucchero, l'aceto, l'acqua, l'olio ed aggiustare di sale e pepe. Mescolate per circa 10 minuti per amalgamare il composto. Aggiungere i piselli e cuocere fino a che sarà evaporata l'acqua prodotta. O comunque assaggiate. I miei hanno impiegato solo 10 minuti, ma erano piccolissimi e molto teneri Servite questo contorno caldo. DOLCE Pane delle renne: Ingredienti. 2 tazze di farina setacciata, Una tazza di frutta candita a pezzettini, Un uovo, Un cuchiaino o due di lievito, Una tazza di latte intero, Una o 2 tazze di miele, Un cucchiaio di acqua di rose. Preparazione: In una capiente ciotola mescolare farina e lievito, poi l'uovo, il latte e l'acqua di rose. Mescolare bene, unire la frutta candita, impastare bene. Se l'impasto risulta troppo appiccicoso aggiungere altra farina Prendere delle formine da biscotti, possibilmente dei trifogli, e riempitele con questo impasto. Vanno in forno per 10 minuti a 200 gradi. Togliete dal forno e spennellate con miele.
Il Barocco emerge, verso la fine del Sedicesimo secolo , dovunque s' inoltra socialmente il nuovo tipo d' etos connesso ai valori della Controriforma , cui tramite avviene che si modifichi alla radice il sentire individuale , ora appiattendosi nella persuasione della irreversibilità dei tempi , tra umili o colti di gran parte delle nazioni d' Occidente in precedenza avviate ad accrescersi per ispirati valori platonici e pitagorici. Infatti , con l' avvento della civiltà classica rinascimentale si centra il risveglio nell' attesa ; e il Ricordo (anamnesi) preparano all' uomo le guide della sua virtù e della fortuna (bona dea temporis) , riaprendosi l' educazione a ulteriori e spirituali possibilità d' umana ascesi verso la più universale e nuova forma di Scienza : non téchne ma orizzonte di un metodo sovrasensibile che vince il bisogno , vincolo d' ogni caduta spirituale insegna il Nolano, anche quello di qualificarci e gerarchicamente in società : o per nobili natali ( dogma razzista della stirpe) o per prassi d' ogni diverso genere di mestieri , da Bruno proposti invece, nel DE MONADE (1), sul piano d' eguale dignità, per azione vivificante della mano;e afferma : "La Pentade , ch' e' comune al bene e al male e che non e' né l' uno né l' altro, poiché è la prima progenie dei genitori del pari e del dispari, è il primo pari e il primo dispari, è femina e maschio. Con questo numero una mistica sentenza distinse le fanciulle stolte da quelle sagge. Il volgo ritiene che vi siano altrettanti sensi esterni, cinque finestre dell' anima ; che fanno pervenire alla mente sia il bene che il male; la distinzione delle opere si adatta alle cinque dita e ogni cosa ora e' lecita, ora illecita. Non solo il numero delle dita ma anche il palmo della mano, mostra chiaramente la figura della pentade e in questa membrana sono scolpiti la legge e il destino delle opere e delle vie che saranno percorse. Mose' divise la Legge in cinque libri ; egli disse che la propria anima si trovava nelle mani corporee del profeta dando forma all' occulto (come natura). La mano e' espressione e collaboratrice del pensiero interiore, ne riporta le opere e i frutti e conferma i sensi e i disegni della mente profonda. Le cinque linee del palmo rivelano il destino della vita; nelle mani e' scolpito il Verdetto per il tempo dell' esilio terreno" - (Simone di Cirene , e' rivelato in Marco che porse mano a risollevare la Croce a Gesu' Cristo cadutagli durante il suo transito verso il Golgota : l' incontro col cireneo viene ricordato nella Quinta stazione della Via Crucis). Guida invece la Controriforma uno spirito più antico , mediato da nuove e potenti Istituzioni : veicolano forze , mondane, radicalmente affini a quelle resistenti a infimo livello (evidenziatosi per via scelta di mummificazione dei cadaveri) nella tarda civiltà egizia , il cui genio crepuscolare a tali istituzioni s' innesta in ordine d' intenti assolutamente geo-politici , ma ecumenico-immanenti di facciata "cristiani" . E' tale infatti l' antico Egitto faraonico d' epoca storica , retto politicamente dietro le quinte da temuta casta sacerdotale che impone direttive allo stesso faraone, che tutto vi si svolge socialmente per Alto, gerarchico consenso di questa casta , amministratrice esclusiva di una Scienza che le dà il controllo assoluto delle masse : perciò zittita e colpita la voce dal basso ,spirituale, indipendente e riparatrice di Mosè con Jetrho e i suoi fratelli ebrei : cosi' , vocati all' Esodo :ne cresce Israele ; ma non avrà un Re... Nel periodo Barocco , quell' antico spirito d' illusione gerarchica riaffiora , su ceneri di nuovo tempo di stasi dunque incline fatalmente a veder sciolto ogni contrasto nel sangue (come avverrà , su scala europea, con la Guerra dei Trent' anni);e proietta sgomento verso la parte corruttibile della condivisa humanitas avvelenando fin la protesi teatrale dell'arte , si' che dalle Scene si allontanano rapidamente i temi del riso e della dignità della donna. Oggi , lo sguardo può cogliere spregiudicatamente l' ulteriore ritorno di questo spirito decadente non ancora spènto e dissolto . Infatti , ogni giorno è promossa via mass media , la nuova e coattiva Scena, con dialettica declamatoria questa pace : che nelle intenzioni di chi la propone dovrebbe affermarsi quale ancora di carattere politico-gerarchico dall' Alto, non muovere, per vigile e comune attesa , da ulteriore e condivisa responsabilità incruenta di genti : indirizzate dai politici stessi che tennero a battesimo la guerra a quest' esodo mediterraneo pur scevro di vocazione e di promessa ; esodo dall' Alto caldeggiato e promosso a puntello, per via d' umanità ferita e manovrabile a tutti i compromessi dal bisogno , di crèpite sorti, materialistiche, d' Occidente : onde smentirne , fosse possibile, l' irrimediabile stato di rovina . (1) confronta : Giordano Bruno-Opere latine, ed. UTET, a cura di C. Monti (pagina 361)
Chi conosce il Gambia? Fino al 1965 era una colonia britannica , dalla quale si trassero per secoli fino a '800 inoltrato migliaia di schiavi da trasportare in ogni parte del mondo. Liberato dal regime coloniale , il Gambia -più piccolo tra gli stati africani continentali, con appena 11mila kilometri quadrati di superficie- è diventato dal 1994 una dittatura totalitaria, ove -come in Corea del Nord- non è ammesso espatriare : lo ha deciso Jammeh, ferreo dittatore dal sorriso fluido , Jammeh che da oltre ventun' anni inonda il Gambia del sangue del suo popolo. Con appena 2 milioni di abitanti, il Gambia è diventato però il terzo dei paesi da cui proviene chi cerca oggi di entrare nel Mediterraneo ; un dato questo, che ci giunge direttamente dal nostro Viminale, il quale ha appurato che sono 8556 i gambiesi che durante il 2014 hanno presentato domanda per entrare stabilmente in Italia :nei due primi mesi del 2015 le domande in tal senso da parte di cittadini gambiesi esaminate dai nostri funzionari addetti all' immigrazione, sono salite a 5804 e risulta ufficialmente che a oltre 400 di esse sia stata subito data attestazione di rifugio politico. Chi tenta di fuggire dal Gambia, se viene ripreso entro i propri confini nazionali è giustiziato sul posto. Ma chi resta, cercando di opporre la propria voce libera all' assoluta autorità di Jammeh , sparisce con gran facilità : si contano ora a migliaia i desaparecidos , che Jammeh ha fatto segretamente giustiziare di anno in anno perché rei di "libertà di parola". Jammeh sorveglia anche i costumi privati dei suoi connazionali e di recente ha creato una legge , la quale prevede l' esecuzione capitale per tutti coloro che siano sospettati di pratiche omosessuali. Chi lascia , sempre avventurosamente,il Gambia di Jammeh, sa che non può più tornarvi : abbandonano il Paese famiglie intere , perché , dei parenti stessi che restano , con l' accusa di incoraggiamento all' espatrio la vita è ormai bruciata : per loro carcerazione e tortura , o il lavoro coatto nei lager. Mail Two, prigione presso Bangul, la capitale del Gambia, è il più vasto di questi lager (secondo l' esatta definizione datane da Amnesty International) ; in questo lager-penitenziario , è stato detenuto per varie settimane anche un onesto pescatore italiano, Sandro de Simone , a capo dell' Italfish : una flotta da pesca di sei navi che dal gennaio 2015 era scesa, con regolare licenza, in Gambia dove il mare è meno pescoso, perché l' Unione Europea non ha rinnovato gli accordi bilaterali con Marocco, Mauritania e Senegal. La marina militare del Gambia aveva accusato il 12 febbraio scorso De Simone di avere utilizzato una rete da pesca ,- rinvenuta ,a quanto è stato riportato dalla marina stessa in parola, sul ponte di coperta di una delle imbarcazioni - le cui maglie erano di 68 mm invece che 70 mm : ecco, per due millimetri di differenza , oggi in Gambia si varca la soglia del carcere, a rischio della tortura e peggio... E in Gambia, la minaccia della tortura è oggi vòlta di preferenza verso chi professi liberamente la fede cristiana, con l' accusa di fare del proselitismo e battersi ancora per la fine della prassi legale della poligamia . Di fatto , un numero sempre maggiore di profughi gambiani in Italia , risulta di confessione protestante o cattolica.
Davanti a quegli uomini che considerano la forza del loro intelletto unicamente come mezzo per procurare a sé stessi il necessario per vivere, per i quali il fine della vita e' la vita stessa ; di contro a quelli che, cullandosi nelle proprie agiatezze, fanno sonnecchiare la mente e , ancora vivi, a ragione si possono considerare già morti ; di contro a coloro che alla fatica intellettuale sono spronati solo dal bisogno, dominati dalla sete dei profitti, non dall' ansia della verità, ecco si erge l' animo indomito di Giordano Bruno : che né i fatti avversi né il male né la morte sono ancora riusciti a piegare ; e Giordano si rivela in tutta la sua fierezza nella dedica del testo De Monade al Duca Di Brunswick. Questi, liberale reggitore di popoli, ha saputo assommare alle ricchezze anche la felicità dell' ingegno, ma il volgo, proprio perché non abituato alla Ragione, sembra paradossalmente preferire la "cieca pratica" : quasi incarnasse gia' i principii della ragione stessa anziché via via identificarsi o soggiacere, come suole, negli artificiosi espedienti con cui i potenti asservono i popoli. I caratteri delle cose sono manifesti , tanto piu' se consideriamo che noi stessi facciamo parte della natura ed in noi assommiamo tutti gli atti della materia. Tuttavia l' uomo e' incorso in una sorte migliore rispetto a quella degli altri esseri, per aver avuto il dono della mano. Se per Bruno l' anima dell' uomo non differisce dall' anima degli altri viventi, il poter divenire dell' anima universale dipende dalla struttura dell' anima che le è propria ; se da essa dipende la vita , la forma di vita dipende dalla particolare relazione di forma e materia. Sicche' sono le qualità naturali a porre le differenze tra gli uomini e la prassi strutturale a porre le differenze tra i viventi : l' eccellenza umana deriva dall' organo degli organi, dalla mano. Lo stesso uomo si è costruito la sua attuale superiorità, in virtù del passaggio ch' egli ha compiuto e che gli era possibile compiere dalla natura alla civiltà , grazie alla sua particolare struttura corporea. La costruzione della Civiltà trova il suo fondamentale presupposto in un particolare strumento di cui dispone il corpo umano e questo è la mano. La mano rivela lo spirito , produce opere feconde, avvalora il senso, esegue i dettati della mente ; nel palmo della mano è scolpita la figura della pentade , che rivela la legge è l' avvenire della vita : ogni azione viene compiuta dalle mani e passa attraverso il quinario. Dal rapporto uomo-natura, rivelatoci per via di Giordano Bruno, scaturisce anche il nuovo concetto del lavoro ed accanto all' esaltazione del significato del lavoro traspare un disprezzo della ricchezza trasmessa ereditariamente. Ogni opera compiuta è indicata dal numero sei e tale fu infatti il numero di giorni destinato all' opera della Creazione. Per questo l' esagono raffigura in Bruno la casa del lavoro, distinta in sei parti, destinata dall' artefice supremo all' uomo che quanto più è dotato tanto più deve impegnare nel lavoro le proprie doti. Solo il lavoro può soddisfare, a meno che non si tratti di un' anima animalesca che goda solo del frutto delle fatiche paterne ; ma per essa non sarà piacevole la vecchiaia , tramonto di una vita trascorsa inutilmente e la morte sopraggiungerà a stroncare una vita mai vissuta. Non devono scoraggiare gli eventuali ostacoli , perché qualsiasi impresa è possibile se la si vuol fare. Non importa comunque il riuscire, ma l' essersi impegnati al massimo ed il sentirsi degni delle lodi negate dalla sorte e negate al vincitore. La continua crescita spirituale dell' uomo costituisce in Bruno il necessario presupposto del realizzarsi del progresso, della conquista della verità. L' idea del progresso umano si è posta nel Rinascimento come attesa storica a soluzione del confitto tra antichità e modernità, tra principio di autorità e principio di libertà. Infatti il senso del progresso umano si rivela nella possibilità di creare nuove realtà distinte da quelle esistenti, con una capacità simile a quella divina.La nuova verità è da vedersi appunto nella divinità dell' uomo, quale microcosmo, sintesi del tutto , che su tutto puo' operare con azione trasformatrice e redentrice , e confortato dalla vanità del timore di fronte alla morte ; sono temi questi la cui matrice puo' senz' altro essere rintracciata in Agrippa, in cui appare giustificata nel principio dell' universale mutazione, alla luce del quale il concetto di distruzione appare privo di qualsiasi significato. Ecco per Bruno che in ogni parte del mondo la natura ha prodotto gli stessi esseri viventi e se attualmente la vita non si presenta nelle stesse forme,cio' è dovuto al fatto che le modificazioni ambientali introdotte per azione trasformatrice dall' uomo hanno determinato un criterio di sellettività trai viventi. Sullo sfondo della visione bruniana della natura,non c' e' posto per rapporti meccanici autonomi cioè indipendenti dal processo spirituale e vitale che costituisce la struttura piu' intima e piu' autentica della natura stessa. Se la realtà e' la vita e la vita e' flusso e movimento, il movimento non e' mai movimento meccanico e non si spiega se non ricorrendo all' azione dello spirito che del movimento possiede appunto tutte le forme e partecipa a ogni organo quello che piu' gli conviene. Non c' e' moto determinato per l' anima al corpo che non abbia origine spirituale. Come il pittore , possedendo tutte le linee,realizza solo quelle che corrispondono al suo progetto,cosi' lo spirito, possedendo tutte le virtualità, realizza quelle che via via si adattano al substrato cui si applica
Lettori e lettrici. Questa volta vi porterò virtualmente in Basilicata e precisamente a Matera. Questa straordinaria e spettacolare città citata da Carlo Levi nel famoso libro Cristo si è fermato a Eboli e da tanti altri illustri personaggi che ne hanno decantato le sue straordinarie meraviglie merita di essere visitata. Non a caso il 17 ottobre 2014 Matera è stata designata, Capitale europea della cultura 2019. Prima città del meridione italiano a ricevere tale titolo. Molti conoscono Matera per i suoi Sassi che non sono dei semplici agglomerati rocciosi ma sono invece antichi rioni che insieme con le cisterne ed i sistemi di raccolta delle acque, sono la caratteristica peculiare di Matera. Si tratta di originali ed antichi aggregati di case scavate nella pietra calcarea. a ridosso di un profondo burrone, la Gravina. Descrivere oltre a parole questi scenari mi è impossibile ma per farvi rendere conto della suggestiva e straordinaria bellezza dei Sassi vi dico solo che sono stati riconosciuti nel 1993 Patrimonio dell'umanità dall' UNESCO. primo sito dell'Italia meridionale a ricevere tale riconoscimento. Così tanto valore archeologico non può certo essere lasciato nell'incuria e nell'abbandono! Ecco allora che grazie ad un pugno di giovani volenterosi e amanti del loro territorio nonchè desiderosi di crearsi un opportunità di lavoro nasce nel 2008 la Cooperativa OLTRE L'ARTE che ha come finalità proprio la promozione sociale e lo sviluppo del territorio offrendo servizi qualificati erogati da personale specializzato, favorendo l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e promovendo le risorse territoriali nelle loro peculiarità storiche, culturali, naturali e religiose con particolare attenzione ai disabili. Ma ora ci spiegherà tutto in dettaglio la Presidente di questa Cooperativa ovvero Rosangela Anna Maino. --- INTERVISTA D) Bene.innanzitutto ringrazio anche a nome della redazione di Giovani del 2000 Rosangela Maino per averci concesso un po del suo tempo e aver accettato questa piccola intervista!Incomincio subito con il chiederti di spiegare brevemente ai nostri lettori chi è Rosangela Maino oltre a essere la presidente di questa Cooperativa? R) Penso sia più facile spendere parole per gli altri che per se stessi… Sono una persona come tante altre che ha scelto di spendersi per il proprio territorio e testimoniare che è possibile una nuova cultura del lavoro fatta di auto imprenditorialità a partire dalla valorizzazione propri talenti e dalla vocazione della propria terra. D)Ho sommariamente descritto nella mia breve introduzione Matera con i Sassi e la cooperativa OLTRE L'ARTE, puoi integrare con qualche dettaglio importante che io non ho citato? R) E’ mio desiderio ringraziarti per l’attenzione posta alla nostra realtà e per la descrizione puntuale delle nostre attività. Solo per completezza aggiungo che la cooperativa Oltre l’Arte ha sviluppato in questi anni, percorsi di turismo religioso e turismo sociale ed accessibile, per rispondere non solo alle richieste di un turismo si di nicchia ma sicuramente meritevole di essere attenzionato, ma soprattutto per permettere a tanti di noi di trasferire nel lavoro le esperienze di vita e di formazione acquisite nel tempo. Ad oggi, 25 giovani, attraverso la coop. Oltre l’Arte, hanno trovato un’occupazione che per molti di loro ha permesso di mettere su famiglia e fare progetti di vita. Sicuramente questi numeri non risolvono il problema della disoccupazione nel mezzogiorno ma possono rappresentare un segno di speranza per altri giovani che, sul nostr esempio, possono sentirs incoraggiati a non attendere il lavoro ma a crearselo. D) In queste prossime domande mi preme sapere di più riguardo il tema disabilità che come è evidente è il più svantaggiato nel fruire di prodotti turistici. La vostra cooperativa sò che stà cercando proprio di favorire questa categoria. Ti chiedo allora Matera e a un buon livello con l'eliminazione delle barriere architettoniche? R) Matera e soprattutto i Sassi per la loro conformazione, oggettivamente, presenta barriere architettoniche che poco si prestano ad essere abbattute per una fruibilità totale da parte di tutti. Noi, ci siamo interrogati e abbiamo avviato piccoli segni di questa attenzione. Abbiamo allestito, nell’unica chiesa rupestre che non presenta barriere, un museo multimediale che consente ai disabili in carrozzina di accedere autonomamente e di visitare virtualmente i siti non facilmente raggiungibili; i contenuti del museo multimediale, sono stati tradotti anche in Lingua Italiana dei Sordi. Con grande meraviglia, abbiamo constatato che questi ausili sono stati anche tanto apprezzati da bambini e anziani che si sono piacevolmente intrattenuti in questo tipo di visita. D) Un disabile che volesse visitare i Sassi e vorrebbe usufruire dei vostri servizi cosa dovrebbe fare per affrontare questa esperienza in tutta sicurezza e comodità nonchè serenità? R) Potrà contattarci e gli organizzeremo un itinerario su misura, supportato dai nostri operatori ed esperti del settore. D) E’ a mio parere ammirevole l'aver creato dei plastici che rappresentano le chiese rupestri. Un ottimo strumento per i non vedenti che con tali ausili possono toccare e realizzare mentalmente cosa sono effettivamente le chiese rupestri presenti a Matera. vuoi aggiungere, integrare questo argomento che interessa particolarmente i non vedenti? R) Nello specifico, per i non vedenti, le brochur illustrative dei vari siti, sono state tradotte in braille dall’Istituto Antonacci di Lecce, oltre ad aver fatto realizzare dal maestro Dott. Gino Annunziata, plastici in scala che riproducono alcune chiese rupestr che danno l’idea di come sono gli interni delle stesse. D) Qui di seguito ti pregherei di inserire tutti i contatti così da essere facilmente consultabili dai nostri lettori. E in più vista la vostra disponibilità ad ascoltare suggerimenti e critiche costruttive che servono anche allo scopo di migliorare sempre più il servizio. R) I notri riferimenti sono i seguenti: www.oltrelartematera.it ; info.oltrelartematera.it; 327/9803776 o 345/9391659. D) Ci puoi anticipare qualche nuova iniziativa che la Cooperativa realizzer prossimamente? O meglio, Rosangela Maino hai un sogno nel cassetto che a breve vorresti si realizzasse? R) Stiamo lavorando per nuovi progetti e nuove iniziative che ad oggi sono in cantiere e che necessitano di essere ancora affinate. Il nostro impegno è indirizzato a soddisfare con maggiore professionalità la presenza sempre più numerosa di visitatori e turisti che giungeranno a Matera nei prossimi anni. R) Bene,siamo giunti alla fine di questa piacevolissima chiacchierata. Prima di salutarci i nostri ospiti lasciano ai nostri lettori una frase.un pensiero. o un loro motto particolare. Vuoi farlo anche tù? R) “…non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Questa è la frase che voglio condividere con voi perchè mi ha accompagnato nella mia giovinezza e che mi ha aiutato a cogliere sfumature della vita, a vedere “oltre” quello che la limitatezza dello sguardo mi avrebbe consentito di fare. Grazie ( Si ringrazia il signor VITO di Matera per aver contribuito a far si che questa intervista riuscisse a pieno. G. Lurgio.)
Il Giubileo, dal latino annum iubilaeum, a sua volta dal greco iobelâios e dall’ebraico iobel capro espiatorio o Yovel, corno d’ariete oppure dal latino iubilare, gridare di gioia, è un Anno Santo, «l’anno della remissione per i peccati, della riconciliazione tra i contendenti, della conversione e della penitenza sacramentale e, di conseguenza, della solidarietà, della speranza, della giustizia, dell’impegno al servizio di Dio nella gioia e nella pace con i fratelli ». E’una tradizione descritta nella Bibbia, nel Levitico dell’Antico Testamento (25,10-13) che è anche l’occasione per ottenere l’indulgenza plenaria e secondo i suoi precetti si dovevano svolgere ogni 50 anni. Il primo è stato indetto da papa Bonifacio VIII (1294-1303) nel 1300 ma dal 1475, per permetterne uno a generazione la cadenza venne dimezzata e, a parte quelli Straordinari, consuetudine risalente al XVI secolo in occasione di un avvenimento di particolare importanza, da allora viene celebrato ogni 25 anni per cui il XXIX del 2000 sarà seguito dal XXX nel 2025. Il 13 marzo 2015 papa Francesco, senza alcun preavviso forse perché lo gradirà in stile sobrio, ha annunciato nella Basilica Vaticana, durante l’omelia di una celebrazione penitenziale che sanciva l’apertura dell’iniziativa “24 ore per il Signore”, un Giubileo Straordinario dall’8 dicembre 2015, giorno dell’Immacolata Concezione al 20 novembre 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo, re dell'universo e volto vivo della misericordia del Padre, l’Anno della Famiglia e della Misericordia, il VI Straordinario dopo quelli del 1390, 1423, 1933,1966 e 1983. « Cari fratelli e sorelle » ha detto papa Bergoglio, « ho pensato spesso a come la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di testimone della Misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio […] nessuno può essere escluso dalla Misericordia di Dio tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono. Più è grande il peccato e maggiore » ha scandito papa Francesco « dev'essere l'amore della Chiesa verso coloro che si convertono […]. Sono convinto che tutta la Chiesa potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio ». Al tema della misericordia, il Pontefice ha dedicato l’intera omelia citando anche l’episodio della peccatrice che lava i piedi a Gesù mentre il padrone di casa, Simone, la giudica come peccatrice (Dal Vangelo secondo Luca 7,36-50). Poi lo ha commentato sottolineando due parole fondamentali di quel passo, l’amore e il giudizio. « C’è l’amore della peccatrice che si umilia davanti al Signore; ma prima ancora c’è l’amore misericordioso di Gesù per lei, che la spinge ad avvicinarsi. […] Ogni gesto di questa donna parla di amore ed esprime il suo desiderio di avere una certezza incrollabile nella sua vita, di essere stata perdonata. E questa certezza è bellissima. E Gesù le dà questa certezza accogliendola le dimostra l’amore di Dio proprio per lei! Dio le perdona molto, tutto, perché “ha molto amato”. Questa donna ha veramente incontrato il Signore. […] Per lei non ci sarà nessun giudizio se non quello che viene dal Dio misericordioso. Il protagonista di questo incontro è certamente l’amore, la misericordia, che va oltre la giustizia ». Il tema è molto caro a papa Bergoglio. Nel testo dell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, a es., la parola misericordia compare trentasei volte. Da notare che il 13 marzo si celebrava il II anniversario dell’elezione di papa Francesco al soglio pontificio. Il card. Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha ringraziato il Papa per la grande sorpresa e il grande dono alla Chiesa universale aggiungendo che « la Chiesa italiana lo ringrazia molto esprimendo gioia e gratitudine ». Gli imperativi che papa Francesco attribuisce alla Chiesa sono «Tutelare, proteggere, accompagnare » e li ripete quando parla del Sinodo sulla famiglia « è certo che la famiglia attraversa una crisi mai vista prima e che bisogna ripartire da una pastorale che si rivolga innanzitutto ai giovani e ai novelli sposi » quindi il Giubileo Straordinario della Misericordia, come l’ha definito, è il tempo per la Chiesa di rendere più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. Questo Giubileo sarà senza dubbio coerente col suo pontificato infatti ha ribadito che con l’evento « la Chiesa possa rendere più evidente la sua missione di testimone della misericordia » poiché nella morale cristiana questa virtù si concretizza nelle opere di misericordia come atti di bontà e di carità verso i sofferenti. Il Papa venuto dall’altra parte del mondo ha spiegato: «Ho deciso di indire un Giubileo Straordinario che abbia al suo centro la misericordia di Dio, un Anno Santo della Misericordia da vivere alla luce della parola del Signore: Siate misericordiosi come il Padre […]». Il 12 aprile, domenica della Divina Misericordia, il Santo Padre con la bolla Misericordiae vulnus ha convocato ufficialmente il Giubileo e l’1 settembre ha pubblicato una lettera con la quale viene concessa l’indulgenza nella sua occasione spiegando come si ottiene. Una modalità è di recarsi in pellegrinaggio alla Porta Santa o in una delle quattro Basiliche Papali di Roma o in una Porta Santa in ogni Cattedrale o nelle Chiese stabilite dal vescovo diocesano o nei Santuari dove si è aperta la Porta della Misericordia e nelle Chiese identificate come Giubilari. I malati e gli anziani impossibilitati potranno ottenerla seguendo la messa da casa. «Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova », si legge nella lettera « ricevendo la comunione o partecipando alla santa Messa e alla preghiera comunitaria, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione […]. Nelle cappelle delle carceri potranno ottenere l’indulgenza, e ogni volta che passeranno per la porta della loro cella, rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre, possa questo gesto significare per loro il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà ». Il ruolo centrale della famiglia nel Giubileo della Misericordia appare evidente il 4 ottobre nell’esortazione del Papa prima dell’inizio della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”: « Difendiamo la famiglia perché lì si gioca il nostro futuro, non possiamo esimerci dal ricordare e raccomandare al Sinodo tutto il mondo della sofferenza in una sintesi più profonda e autentica rispetto della dignità di ogni uomo ! […] La famiglia è scuola di umanità che insegna a mettere il cuore nelle necessità degli altri, a essere attenti alla vita degli altri e questo costituisce la valutazione di quella umanità che la gente si aspetta dal Sinodo ». Papa Francesco denuncia ancora i tentativi di « colonizzazione ideologica mediante l’imposizione di modelli e stili di vita anomali estranei all’identità dei popoli […] ribadendo il diritto primario dei genitori all’educazione dei figli e non a quanto si vuole insinuare con nuove modalità [...] ». Ancora auspica una più attiva vicinanza della Chiesa alla famiglia, anche seminando nei “solchi storti”, dove “anche una donna samaritana con cinque ‘non-mariti’ si scoprirà capace di testimonianza e per un giovane ricco che sente tristemente di doversi pensare ancora con calma, ci sarà un maturo pubblicano che si precipiterà giù dall’albero e si farà in quattro per i poveri ai quali fino a quel momento non aveva mai pensato”. I temi del dibattito di assoluta rilevanza anche sociale hanno attirato l’attenzione dei cattolici e dei mass-media per il confronto di posizioni tra i Padri Sinodali mentre la Famiglia resta la risorsa fondamentale anche per il futuro. Per la difesa della Famiglia, la comunità cristiana ma anche laica anela a seguire/meditare l’insegnamento della Chiesa su questa reale istituzione fondamentale di ogni società, dedita soprattutto a riprodurre e dare continuità sul piano umano-biologico per il futuro la famiglia in cui i diversi problemi educativi- generazionali incontrano nella cultura attuale variegate situazioni conflittuali e la Chiesa ha fermato la propria attenzione prevalentemente sulla diffusione sempre più ampia di un modello interpretativo della persona in ogni età, dall’accoglienza della vita nascente al suo declino in una sinossi più profonda e autentica del rispetto della dignità dell’uomo. Sarebbe auspicabile che la famiglia conservi i valori di solidarietà e coesione tradizionali, continuando a mantenere la promessa di fedeltà reciproca tra coniugi, a farsi carico dei propri figli, ad aiutare i genitori anziani, curare i membri svantaggiati restando una barriera al dilagare di una cultura individualista e disumana. Pur in presenza di profondi cambiamenti la famiglia a fronte di ogni assurdità, è ancora una istituzione che tiene mentre da qualche tempo il dibattito politico su essa sembra riguardare essenzialmente eventuali pseudo-promesse posticce spesso avvolte dall’ipocrisia . L’8 dicembre, dunque, a 50 anni dal termine del Concilio Vaticano II (1962-1965), sarà riaperta la Porta Santa a S. Pietro con un rito antichissimo che storicamente dà inizio alle celebrazioni il cui carattere religioso, come sottolineato dal Papa, deve essere uno spunto di riflessione per tutti. Il viterbese Giovanni Rucellai scrive nel 1450 che fu papa Martino V (1417- 1431) nel 1423 ad aprirla per la prima volta nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Dal 1500 fino al 1975 le Porte Sante delle quattro basiliche romane erano chiusa all’esterno da un muro, il Papa ne abbatteva una parte e i muratori completavano l’opera. Nella notte di Natale del 1974, al momento dell’apertura, Paolo VI (1963 - 1968) venne sfiorato dai calcinacci e alcuni detriti del muro gli caddero sulle spalle; da allora il muro venne sostituito da una porta attraverso la quale passeranno i pellegrini che seguiranno un percorso speciale. Si vuole che la gente veda i pellegrini che camminano e pregano, popolo di Dio verso la Porta Santa. E’un segno e un invito a seguirli. L’Urbe si dovrà interrogare sul significato di quel cammino verso la Porta Santa del Vangelo della misericordia. Ricordiamo che i grandi Giubilei erano caratterizzati da masse di pellegrini che camminavano per le strade verso la Città santa, oggi molte cose sono cambiate ma quell’idea vale sempre perciò tutti i pellegrini tra Castel Sant’Angelo e la Basilica vaticana dovranno camminare. e chi li vedrà dovrà interrogarsi sulla ricerca di una vita più significativa, meno frettolosa e al servizio dei bisognosi. Il Papa il venerdì ogni mese farà un gesto concreto di misericordia, il primo sarà il 18 dicembre con la visita e il passaggio della Porta Santa all’ostello della Caritas di Roma. “Misericordia” per il pellegrino significa accogliere gli altri, ascoltare le persone in ogni ambiente in primo luogo in famiglia. La misericordia prima ancora che uno stile è una visione profonda dell’uomo e del mondo infatti si parla di Vangelo della misericordia. Papa Francesco con la decisione di dedicare un anno alla centralità dell’accoglienza a partire dai segni, dai gesti, dall’impostazione delle celebrazioni e dagli orientamenti pastorali, intende richiamare la Chiesa a una conversione pastorale. La misericordia non è un etichetta da appiccicare a es. su alcune azioni di volontariato ma è il volto di Cristo con il quale ci incontriamo tutti i giorni faccia a faccia nelle parole dei Santi Vangeli. L’organizzazione del Giubileo è stata affidata a una Commissione bilaterale Santa Sede – Italia e per quanto riguarda la parte spirituale il Papa l’ha affidata al Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione presieduta da mons. Rino Fisichella dal 30 giugno 2010 « perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il Vangelo della misericordia […], quindi è il tempo favorevole per la Chiesa, di rendere più forte ed efficace la testimonianza dei credenti […] sono convinto che tutta la Chiesa potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e donna del nostro tempo ». Per quanto riguarda i costi dell’evento secondo il Vaticano basterà procedere a qualche intervento di manutenzione e riqualificazione della città per un’adeguata accoglienza dei pellegrini di cui, d’altra parte, l’Urbe aveva già bisogno. Il 29 marzo 2015 comunque il Comune ha annunciato che, all’interno del piano per il Giubileo avrebbe realizzato almeno cinque percorsi archeologici nelle periferie: restauri negli scavi di via Alessandrina, interventi nel Foro della Pace; il mausoleo di Aquilio Regolo, come inizio del parco archeologico tiburtino; il primo museo del Pleistocene a Casal de’ Pazzi; innalzamento delle colonne del Foro di Traiano su due livelli dopo circa 1650 anni e infine un’accelerazione del raddoppio delle strada consolare Tiburtina. L’11 ottobre, infine, l’A.S. Roma ha annunciato l’organizzazione a cura del Club della Festa della Famiglia della A.S. Roma, per il 3 settembre 2016 presso lo Stadio Olimpico, in coincidenza con il Giubileo Straordinario della Misericordia di una partita col logo del Giubileo sulla maglia dei giallorossi. L’annuncio è stato molto apprezzato da mons. Rino Fisichella.
Fonte di vita, o solo di guadagno? Roma, dal 17 novembre 1900, al 17 novembre 2015. Quante cose sono cambiate, oh cari lettori. Quanti colori non si vedono più, quanti profumi non potremmo mai respirare, e quanta vita è passata... Il lavoro, ove presente, è diventato una fonte di guadagno e basta, senza contare quasi per nulla la passione, la bellezza di alzarsi la mattina per svolgere un servizio che, in un modo o nell'altro, donerà piacere al cliente. Immaginiamo di fare un percorso per le strade di una qualsiasi città italiana. Supermercati, farmacie, studi medici di ogni tipo. Erboristerie, negozi di sigarette elettroniche, chebab, pizzerie a non finire... Siamo in un mondo che ci permette, in qualsiasi luogo, di fare lezioni sul marketing, ma che ostacola la vita reale. Una volta esistevano i ciabattini, con le loro attrezzature sulla strada, proprio davanti alle case. Si sentivano gridare, si sentiva il rumore del loro martelletto, e l'odore della suola di cuoio era facilmente percepibile. Al loro fianco c'erano le botteghe, quelle di generi alimentari: l'odore di quel salamino piccante, chi non lo ricorda? quelle 20 lire di pizza e mortadella, chi di voi non le ha mai prese? e non esisteva la certificazione hccp, i disinfettanti alimentari, o le norme poste in essere dal nostro servizio sanitario nazionale... Esisteva solo la bontà di quel prosciutto, la voglia che avevamo di mangiare, perché di fame ce n'era tanta. Ma ve lo ricordate l'emporio? già, quel negozio in cui non si sapeva dove guardare, per quante cose c'erano... si passava dai vestiti alle caramelle, dai saponi a qualsiasi altra cosa. Non esistevano i fastfood, ma esisteva la nostra mamma, che sapeva fare i miracoli anche solo con un po' di pane e latte. Ma la cosa più bella dei mestieri di una volta, era il rapporto con la clientela. Bastava che il padrone del negozio ci guardasse in faccia per capire cosa volevamo e, nel caso dei generi alimentari, ci scappava sempre un qualcosa in più, giusto per farceli assaggiare lì per lì. Ora no, sono tutti di corsa, e neanche ci guardano negli occhi. "45, prego, che vuole"? siamo un numeretto, un nulla nella fila del supermercato. E di cose da dire ce ne sarebbero tantissime ancora... ma la più importante, signori cari, è che il mestiere che ora non si insegna più è la vita, l'educazione, ed il rispetto per l'altro. Una volta non serviva insegnare ai propri figli come far fronte ai problemi futuri, e sapete perché? perché i problemi erano gli stessi per tutti. La famiglia guardava nella stessa direzione, senza badare all'età. Ora no, se si hanno problemi si va dallo psicologo. Quand'ero un po' più giovane, mia madre mi dava un pezzo di cioccolata per farmi passare le arrabbiature... Ora invece, ragazzi della mia età, passano i pomeriggi dallo psicologo. Ritorniamo nelle botteghe, rendiamo ciò che ci è stato dato, e siamo orgogliosi di quei mestieri poveri di marketing, ma ricchi di vita.
Chi di voi non ha un antivirus nel proprio pc? Beh, chi ne fosse sprovvisto si armi subito con un prodotto del genere. La protezione che questi software offrono è, ormai, irrinunciabile; complice la connessione alla rete divenuta veloce, della quale nemmeno ci si rende conto della sua ingerenza, viste anche le modalità di connettività wi-fi. Ma, insieme alla moltitudine di dati che noi vogliamo ricevere, la banda larga ha anche favorito il proliferare di malware, trojans, worms, e svariate altre forme di virus, che minano la stabilità e sicurezza del nostro sistema informatico. Da un progressivo rallentamento della nostra macchina,fino alla perdita parziale o totale di dati rilevanti e, come ho già scritto in un mio articolo in questa sezione, niente è più utile dell’aver effettuato precedentemente una copia di backup dei dati per poi ripristinarli, naturalmente dopo aver debellato l’infezione virale. Qui entrano in gioco gli antivirus che, oltre a eliminare l’infezione in questione, monitorizzano il nostro ambiente cercando di intercettare la presenza dei virus e inibendo l’azione negativa che questi programmi tentano di mettere in atto. Nel panorama delle proposte commerciali e non, esistono varie soluzioni che i produttori di questi ingegnosi software rilasciano. A parte le differenze puramente tecniche, possiamo dividere gli antivirus in due categorie: gratuiti e a pagamento. Le forme di difesa di tipo free potrebbero essere ritenute insufficienti, in certi casi sono persino più performanti delle loro controparti del mondo business. Solitamente un antivirus free è una versione più scarna di un software pacchettizato che possiede solo una parte di funzionalità, diciamo contro le infezioni più note che arrivano in tempo reale e via e-mail. Poi lo stesso software esiste come versione “full”, con un certo costo, ma che offre anche la protezione del browser, un firewall, ecc. Al passare del tempo il nostro bravo antivirus free compie egregiamente il suo dovere e ci chiede di essere aggiornato. Talvolta il database delle impronte virali si aggiorna da solo, altre voltee è necessario, su richiesta specifica dell’applicativo, compiere un download di un software che modifica le funzionalità per allinearsi ai criteri dei nuovi virus in circolazione. Spesso però, dietro all’update che siamo costretti a compiere, ci viene proposta la versione del software per intero, vale a dire quella a pagamento, come alternativa a quella gratuita da noi installata. E qui attenzione: il venditore, marca già come opzione la tale versione del suo prodotto e, se noi continuiamo l’aggiornamento / installazione della nuova versione proposta, ci ritroveremo con qualcosa di indubbiamente più potente, ma non gratuito.Purtroppo è questo che accade con molti nomi noti come AVG e Avast. A cadenze stabilite dal distributore, il nostro software free ci chiede di essere aggiornato alla nuova versione, badate bene, sempre gratuita. Poi, in una schermata a due colonne, dove una visualizza le caratteristiche della versione free e l’altra quelle della versione completa, tra queste due opzioni quella barrata è quella a pagamento.Come spesso accade, questa è una specie di forzatura, di costrizione, alla quale possiamo ovviare facilmente, spostando il flag sulla versione free e proseguendo così nell’installazione della nuova versione. Il tranello sta nel fatto che molti non stanno tanto a guardare le opzioni di installazioni di un qualche software, affidandosi alle impostazioni predefinite. Certo, per logica, noi abbiamo già installato un antivirus free, ed è quello che aggiorniamo. Il detentore del marchio di quel software potrebbe mostrare tranquillamente durante il processo di aggiornamento, la videata con entrambe le proposte disponibili per l’utente; infondo, qualcuno potrebbe voler passare a un qualcosa di più completo. Però non si dovrebbe impostare come scelta selezionata quella dell’antivirus a pagamento. Invecebisognerebbe barrare l’opzione “free” in modo che se si confermano le scelte di default fino al termine dell’installazione, avremo installato una versione più recente, ma del nostro software gratuito. Si potrebbero altresì lasciare deselezionate tutte e due le versioni di software, in modo da richiamare espressamente l’utente a decidere quello che vuole. Ad amici un po’ frettolosi è capitato di aver confermanto le scelte impostate già dal software di installazioni, senza essersi accorti di aver caricata la versione full. Dopo alcuni giorni il software ha mostrato un messaggio che recitava “il vostro antivirus scadrà tra x giorni” e invitava a registrarsi presso il sito in questione e, ovviamente, pagare per la versione intera. E’ bastato disinstallare tale versione e reinstallare quella gratuita; non senza la presenza di continui banner pubblicitari e richieste di passare alla versione commerciale. Concludendo, non c’è dubbio che gli antivirus servano, pure che le versioni full siano più “robuste” ed economicamente vantaggiose. Ma la libertà di scegliere una soluzione gratuita non deve essere messa continuamente in discussione. E soprattutto, non si deve usare l’inganno per far propendere la scelta dell’utilizzatore finale su varianti non gratuite.
ciao amici lettori e amiche lettrici, oggi vi parleremo di una web radio, nata per gioco nel 2011, di nome StileRadio, da un ragazzo/uomo chiamato antonello, ma che tutti conoscevano come stiloso, che quell'anno compiva 39 anni. la web radio che creòò, la volle fare a sua immagine e somiglianza, nel senso che, la volle creare con la musica che a lui piaceva, e poi la volle creare per poter far compagnia agli amici del web. iniziò da solo, fino al 2012 quando arrivarono altri collaboratori, che si alternarono in giorni diferenti con trasmissioni diverse una dall'altra. nel 2013 poi, entrò a far parte della sua vita sentimentale, dany, e le cose per antonello alias stiloso, cambiarono totalmente, sia per se stesso che per la sua radio web. da quel momento non si chiamò più stiloso ma solo Anto, diminutivo di antonello, nome di battesimo, e per StileRadio ci fu una trasformazione. continuarono diversi programmi già esistenti, ma ne nacquero degli altri, grazie a Dany, come: programmi di intratenimento, culturali, di poesie e d'amore. StileRadio, attualmente continua con le sue trasmissioni di intratenimento, dove il 16 novembre 2015, nella trasmissione: "Chiacchiere e Canzoni", ha ospitato gli amici di: "Giovani del 2000", come: mario lorenzini, massimiliano matteoni, luigi palmieri. tutti e tre, ci hanno parlato della loro associazione onlus e del loro giornalino trimestrale. i loro intervento è durato un'ora circa, tra chiacchiere, batute e riflessioni. la serata era suddivisa in due parti. la prima ora era dedicata a giovani del 2000, la seconda ora invece, era dedicata alla cauntautrice toscana, patrizia carlotti, ragazza non vedente. a patrizia abbiamo fatto delle domande come nasceva la passione per la musica, come si è fatta conoscere e le partecipazioni a diversi concorsi canori. poi abbiamo ascoltato diverse cover interpretati da lei, e un suo inedito scritto qualche anno fa. la serata si è conclusa con i saluti e ringraziamenti e a risentirci presto. infine, chi volesse collaborare o partecipare alle diverse serate, che stileradio fa b settimanalmente come: chiacchiere e canzoni, programma dedicato interamente agli ospiti, oppure Special party dedicato ai grandi della musica italiana e straniera, o ancora, agli ospiti cantautori/cantautrici che chiedono di farsi intervistare, scrivere a: info@stileradio.net, indicare il proprio nome, contatto skype e numero di telefono, quest'ultimo per poter contattare l'ospite, invece skype per far l'intervista/chiacchiera. indicare 15 canzoni con artista e titolo, canzoni che raccontano di voi o semplicemente perchè vi piacciono. questo per partecipare a chiacchiere e canzoni, invece per quanto riguarda special party, allegare materiale musicale, da poter far sentire poi, una volta in diretta, agli ascoltatori/ascoltatrici. un saluto a tutti e tutte, da antonello/anto e daniela/dany. modalità per ascoltare stileradio: sito internet: www.stileradio.net, cliccare sul player e come per magia la musica partirà. oppure dal link ascolta la radio, dove potete scaricare il file m3u da riprodurre con i player installati sul vostro pc, come: Winamp, Vlc, Itunes, Windows media player, quest'ultimo dovrà essere aggiornato, se non lo avete già fatto, con nuovi codec, perchè altrimenti non funziona. ancora, l'applicazione denominata stileradio scaricabile gratuitamente dallo store del vostro smart phone. da android e windows phone cercare stileradio in my stream. invece per apple, stileradio andrea giordano. buon ascolto e ben collegati sulla vostra radio del cuore. stileradio, la radio con stile.
Negli anni Ottanta e Novanta dello scorso secolo la filosofia della mente costituiva l'area filosofica più fertile e stimolante dove scuole di pensiero si sfidavano e si provocavano, dando luogo ad una dialettica assai proficua per la crescita della disciplina. Da qualche tempo, invece, essa si trova come in uno stato di sospensione e di strana quiete. Il motivo sembra essere l'enorme impulso che lo studio della mente sta avendo a livello laboratoriale. E come il contadino un tempo avvezzo a scrutare il cielo che ora si siede in poltrona ad attendere le previsioni meteorologiche, così molti neurofilosofi, oggi, sono fermi in attesa di quello che uscirà dalla novella bocca della verità che è la barra di ricerca di Google. Google, beninteso, sta qui come titolo (o sineddoche) per l’intero cosmo di computer e super-computer che pervade l’ambito scientifico forse ancor più che la nostra vita ordinaria. Quanto sta avvenendo nei massimi laboratori mondiali di neuroscienze, del resto, dà buone ragioni per restare ammutoliti. L’obiettivo dichiarato, con ingenti investimenti economici e piglio aggressivo, è: la simulazione del cervello umano. Aperto il varco nel territorio genomico (ancora tutto da esplorare), la frontiera si è spostata infatti verso il territorio “connettomico” (connettomics), per tentare un’incerta traduzione del nome della neo-disciplina che intende esplorare-mappare l’intero continente vergine delle connessioni neurali. Il progetto più noto, anche in virtù di recenti annunci, è il Blue Brain dell’Ecole Polytechnique Fédérale di Losanna, in collaborazione con l’Ibm e un team di istituzioni universitarie di peso. Direttore: Henry Markram; finalità: raccogliere e mettere in collegamento gli innumerevoli dati provenienti da esperimenti settoriali «su ogni tipo di cellula neurale, sulla morfologia, sulla ricostruzione 3D, sulle proprietà elettriche, sulla comunicazione e la topologia sinaptica, sull’espressione dei geni …», con il proposito di costruire un cervello virtuale su un super-computer, il Blue Gene, capace di 144.000 miliardi di byte di memoria. Un vero atlante funzionale del cervello per ricerche di interesse teorico sul modo in cui pensiamo, ricordiamo, impariamo, ma soprattutto per studi sui disturbi mentali e le malattie neurodegenerative. L’idea “economica” di Markram consiste nel simulare l’unità base di una colonna cerebrale per poi moltiplicarla, con le dovute varianti, un milione di volte, al fine di ricostruire un modello di corteccia cerebrale completo (che è la sede delle funzioni cognitive alte e costituisce circa il venti per cento dei neuroni dell’intero cervello). Nel 2007, a due anni dal varo del progetto, è stata completata la simulazione della prima colonna cerebrale di un ratto; l’anno scorso è stato raggiunto un circuito di cento colonne neocorticali, per circa un milione di neuroni. Siamo a percentuali minime rispetto al cervello umano, ma la marcia è stata intrapresa e la tabella del ritmo esponenziale della tecnologia permette a Markram di esporsi fino a collocare la simulazione di un intero cervello umano nell’orizzonte dei dieci anni. A margine del progetto Blue Brain, a metà giugno, è stata annunciata la costruzione di Neuropolis, la cittadella svizzera del cervello, uno showcase di ampie dimensioni che metterà a disposizione l’enorme data base e la piattaforma di simulazione a tutti gli scienziati e offrirà anche motivi di intrattenimento, in modo da conferire uno strato commerciale e pubblicitario all’evento. Assai meno pubblicizzato, nello stile proprio della Darpa (agenzia dei progetti avanzati del Pentagono), ma non meno potente è il progetto Synapse, punta di eccellenza del cognitive computing che, sintetizzando neuroscienze, informatica, filosofia e matematica, cerca di costruire una mente artificiale tramite lo studio dei meccanismi del cervello. Attraverso la potenza di calcolo offerta ancora dall’Ibm, Synapse si concentra principalmente sulle dinamiche topografiche e i livelli di attività elettrica delle popolazioni neurali. La parola-chiave del progetto è “sinaptronica”, un’elettronica basata sul modo in cui le sinapsi conservano, processano e comunicano le informazioni. Il capo d’opera, in questo senso, è Blue Matter, un algoritmo per modellare i dati neurologici. Attribuendo un colore alle diverse reti di fibre (il marrone per le fibre che connettono le regioni critiche per i processi di linguaggio; l’arancione per quelle interessate nei processi di memoria; il verde per quelle coinvolte nella visione …) è possibile visualizzare (e Internet offre qualche assaggio) la propagazione dei vari stimoli all’interno del cervello. Sono immagini ad effetto quasi ipnotizzante, che gareggiano con quelle pubblicate da un terzo mega-progetto, lo Human Connectome, dei National Institutes of Health che, dal 2009, si muove con l’obiettivo di fornire una mappa completa della connettività sottostante le funzioni cerebrali. Da poco è in atto la fase centrale: la cartografia (detto in termini antichi) o la scannerizzazione (in termini più alla moda) di un imponente campione di cervelli “viventi” – più di un migliaio, comprese alcune centinaia di cervelli (di) “gemelli” – per poi incrociare pattern cerebrali, dati genetici e test comportamentali. Attorno a questi, un cosmo di progetti satelliti, come il Gene Paint dell’Istituto Max Planck di Hannover, il Whole Brain Atlas di Harvard, il Brain Explorer dell’Allen Institute di Seattle e molti altri. Vedere, presso questi siti, un’esplorazione a tre dimensioni della “foresta” neurale oppure un’irradiazione sinaptica colorata di uno stimolo sensoriale è uno spettacolo (estetico) nello spettacolo (tecnologico). Qualche tempo fa in filosofia della mente ricorreva il detto: “se il cervello umano fosse abbastanza semplice da poter essere compreso, il cervello umano sarebbe troppo semplice per poterlo comprendere”. L’ingresso dei super-computer ha però spezzato questo circolo invincibile: il cervello umano ha inventato il cervello elettronico, cioè il computer, con il quale studiare il cervello umano tramite un cervello artificiale, ovviamente diretto da un cervello umano … in un movimento a spirale verso altezze ancora indeterminate. Un movimento che, hegelianamente, richiama l’intera trama dell’avventura umana. Sigle, acronimi e neologismi Un “gioco” a parte, in questi innovativi progetti, è svolto dai neologismi e dalle sigle che tentano di orientare all’interno dei nuovi percorsi. Oltre al già citato SyNAPSE, acronimo di Synaptic of Neuromorphic Adaptive Plastic Scalable Electronics, stanno molte altre sigle curiose. Ad esempio, il recente software del Max Planck Institute si chiama Knossos, per districarsi nel labirinto delle reti neurali, e quello messo a punto da Michael Hines della Yale University è un inequivocabile Neuron. Poi c’è la sigla del progetto Darpa, criptato come C2S2 – ovvero due volte la lettera “c” e due volte la “s” – che sta per Cognitive Computing via Synaptronics e Supercomputing. Nuove aree d’indagine e nuovi strumenti richiedono poi il sorgere di indirizzi disciplinari appositi. Così sono nate la “neuroinformatica” deputata allo sviluppo di modelli analitici per l’organizzazione dei miliardi di dati; questa è da distinguersi dalla “neuromorfica”, che permette invece la visualizzazione delle dinamiche cerebrali digitalmente ricostruite, nonché dalla “paleoneurologia”, che usa tecniche dell’archeologia per studiare l’evoluzione del cervello. Il tutto, ovviamente, avviene “in silico” – ovvero nell’ambito dei computer – un’espressione che ormai ha acquisito pari dignità d’uso di “in vivo”, “in vitro” o “in natura”. Lasciando l’ambito scientifico per quello divulgativo, non sono pochi i media americani dietro queste imprese che sintetizzano il tutto con un'espressione evocativa che ritorna: “dopo il Google Earth (capace di visualizzare ogni “angolo” del pianeta), sta maturando il tempo per un Google Brain!” Dichiarazioni Con Henry Markram – direttore del progetto Blue Brain, con un PhD all’Istituto Weizemann di Rehovot, Israele – in molti aspettano di fare i conti da quando, nel 2009, dichiarò pubblicamente che «entro dieci anni sarà possibile completare la simulazione di un intero cervello umano». Recentemente (“Nature”, feb. 2012) ha spiegato più pacatamente la cornice del progetto: «I ricercatori pubblicano circa sessantamila studi all’anno sul cervello. Sono ricerche fantastiche, tutte, però, focalizzate su un piccolo bersaglio: una molecola, una regione, una funzione, una mappa. Il nostro progetto vorrebbe integrare tutte queste scoperte per creare un modello unitario per esplorare come i circuiti neurali sono organizzati e originano comportamenti e cognizione». Dharmedra Modha, manager dell’area dell’informatica cognitiva dell’Ibm e una responsabile di Synapse, aggiorna regolarmente dal suo blog i risultati della ricerca. Lo stato dell’arte è confortante: «rilasciamo uno stimolo nel modello e poi osserviamo come si propaga all’interno, fra le differenti popolazioni neurali. Ebbene, tale propagazione mostra un pattern spaziale e temporale notevolmente simile a quanto è possibile osservare in un cervello reale». Sebastian Seung, docente di Neuroscienze computazionali al Mit, con formazione presso Harvard e l’Università ebraica di Gerusalemme, nel suo recente libro Connectome (Houghton Mifflin, 2012) spiega la filosofia della nuova area di ricerca: «Il termine “connettomica” è stato coniato in analogia a “genomica”. Completare questa nuova ricerca sarà più difficile che identificare il genoma, ma io sono ottimista e credo – e altri con me – che il sogno diverrà realtà». E via ad ipotizzare teorie connettive della memoria o dell’intelligenza e a prospettare nuove soluzioni per le “connettopatie”.
Caro Clemente,sono una ragazza di 26 anni un pò sfortunatella e mi chiamo Emma. Lo sò,tu dirai le solite frasi che tutti mi dicono tipo, sei così giovane! La vita và per tè! e simili. In effetti fino a un paio di anni fà era così o forse io credevo fosse così perchè oggi come oggi sono completamente insicura e incerta. Ma vado a porti il mio caso se così lo vogliamo chiamare!Ho un lavoro in proprio che mi consente di mantenermi e che mi da soddisfazione,ho una famiglia che tra alti e bassi adoro e che non cambierei,e pensa,ho pure un fidanzato che mi vuoole bene e che io amo tanto,! Tutto bene se non fosse che un paio di anni fà si è ammalata di una brutta malattia una mia carissima amica. Da quel giorno in cui ho appreso questa tragica notizia una specie di depressione mista ad attacchi di ansia si e impadronita di mè. Tutto e precipitato,tanto che son dovuta ricorrere alle cure di una psicanalista che grazie a Dio è riuscita a tirarmi fuori da questa situazione di paura ossessiva. Ora però vivendo in un piccolo centro dove ci si conosce tutti sono guardata da tutti come se fossi una pazza ex malata di mente e qualcuno spende pure frasi pietose nei miei confronti tipo povera ragazza e simili.,Forse sono io che sto esagerando come dice il mio ragazzo e la mia famiglia ma io non mi sento piu la stessa persona di prima. Ora vorrei andare via da questo posto con il mio amore ma non vorrei dare questo dispiacere alla mia famiglia. Inoltre il mio ragazzo e assolutamente contrario a questa mia decisione. Clemente,io sono completamente confusa,non so che fare, come vorrei avere un carattere forte e fregarmene di tutti ma non sono così. Ho paura che il mio ragazzo si stanchi di me,io gli voglio un gran bene!Sò che non potrai fare miracoli ma dammi un tuo consiglio affinchè non perda la cosa piu bella che ho,il mio amore. --- Risposta. Carissima Emma,ti confesso che la tua lettera mi ha messo seriamente in difficoltà in quanto spesse volte guardando le situazioni dall'esterno e da soggetti non personalmente coinvolti si tende a dare risposte quasi scontate,ma se ci mettiamo nei panni di chi espone il problema non è affatto così facile. Tu vuoi un mio consiglio,bene,io stò entrando idealmente dentro di te e sto esaminando la tua situazione e purtroppo ti piaccia o no il mio consiglio e quello di restare la dove sei. Io non sono in grado di valutare lle tue scelte e i tuoi disagi sotto il piano psicologico e quindi posso esprimere solo un mio parere. Fuggendo via da lì tu non vincerai ma vinceranno le tue paure e in piu rischierai di rovinare rapporti familiari e amorosi oramai consolidati. Allora io mi chiedo perchè non provi a non cedere alle tue incertezze e al tuo disagio magari facendoti aiutare da una psicologa fuori dalla portata dei tuoi paesani così da non poter dar adito ad altre chiacchiere? Pensa a tutti i vantaggi che ti ritroverai restando dove sei e pensa a a quanti disagi potresti incontrare nel posto dove te ne andresti. Almeno provaci così un domani non dovrai dire, se sapevo restavo là. Altro consiglio parlane prima con la psicanalista che ti ha guarito la prima volta che già ti conosce. Forse non sono stato troppo d'aiuto ma come ti ho detto prima non sono uno psicologo e non me la sento di importi le cose ma solo di consigliarrti. Auguri e fammi sapere come và.
L’alimentazione vegetariana è sempre più diffusa in tutto il mondo ed è seguita anche in Italia da circa 7.500.000 persone di ogni età. Tuttavia se chi adotta questo regime alimentare è un bambino in crescita, le domande e le perplessità sembrano aumentare… Ho quindi pensato di raggruppare i più comuni interrogativi che sorgono a volte a dei genitori che decidono di far seguire questo stile dietetico ai loro figli, ma anche per tutti coloro che desiderano approfondire le loro conoscenze su questa tematica di massima attualità. É possibile crescere un bambino vegetariano? L’ex ministro della Sanità, Umberto Veronesi, afferma: "Vegetariani si può, vegetariani si deve. Anche da bambini! Rispetto ai coetanei onnivori, i bambini vegetariani sono più sani, hanno un quoziente intellettivo almeno equivalente e si ammalano di meno già alla scuola materna, perché hanno difese immunitarie migliori. Crescono inoltre più magri, pesano in media circa il 10% in meno riducendo così le patologie legate ai chili di troppo. Chi rinuncia a mettere gli animali nel piatto è dal 20% all'80% più protetto dalle malattie cardiovascolari, il 40% più preservato dal cancro e dal 20% al 60% più protetto dall'ipertensione". Concordo pienamente con quanto affermato dallo scienziato e spero sinceramente che ogni bambino e adulto (vegetariani o non), possano acquisire sane abitudine alimentari che avranno sicuramente risvolti positivi sulla salute e quindi sulla qualità della vita. Leggiamo ora i più comuni quesiti che sorgono sulla scelta vegetariana. Cosa si intende per “alimentazione vegetariana”? Con il termine alimentazione vegetariana si intende generalmente quella dieta chiamata anche Latto-ovo-vegetariana basata sul consumo di cereali e derivati (pasta, riso, pane, gnocchi, orzo, farro, avena, ecc.), sottoprodotti di origine animale (latte, yogurt, formaggi, uova, burro, miele), legumi (ceci, lenticchie, piselli, fagioli, soia, ecc.), frutta e verdura (di tutte le varietà), condimenti vari (olio, aceto, erbe aromatiche, spezie, salsa di soia, ecc.), semi oleosi (di sesamo, di girasole, di zucca, ecc.), frutta a guscio o essiccata (mandorle, noci, pinoli, nocciole, datteri, uvetta, fichi, ecc.), ma esclude quei cibi che comportano l’uccisione di esseri viventi appartenenti al regno animale come prodotti ittici, bovini, equini suini, caprini, ovini, avicoli o loro derivati (esempio i salumi). Tuttavia in base ad ulteriori eliminazioni di alimenti, ci possono essere differenti classificazioni e varianti della dieta vegetariana, qui sotto brevemente elencate. - Alimentazione Vegetariana (o Latto-ovo-vegetariana) (descritta sopra) Alimentazione Latto-vegetariana Sono compresi tutti i cibi dell’alimentazione vegetariana, ma sono escluse le uova Alimentazione Vegana (Vegan o Vegetaliana) Sono compresi tutti i cibi dell’alimentazione vegetariana, ma sono esclusi anche i sottoprodotti di origine animale (latte, yogurt, formaggi, uova, burro, miele) Alimentazione Fruttariana È basata esclusivamente sul consumo di frutta (frutta fresca, essiccata, a guscio, ecc.) Alimentazione Igienista-crudista È fondata sul consumo di alimenti crudi per sfruttarne le migliori proprietà nutrizionali. Molti igienisti-crudisti si attengono alla teoria del Dott. Shelton. Nel presente articolo ogni attinenza all’alimentazione vegetariana dei bambini, è esclusivamente riferita alla nutrizione Latto-ovo-vegetariana. Per quale motivo un bambino dovrebbe diventare vegetariano? Le ragioni per cui una persona adulta diventa vegetariana sono molte e possono differenziarsi da individuo ad individuo. Tra le più comuni abbiamo motivi etici, spirituali e religiosi, per sentirsi più sani, per prevenire moltissime patologie, ecc., ma ciò che spesso accomuna coloro che decidono di diventare vegetariani è la non violenza sugli animali e quindi non voler ucciderli per nutrirsi. Le stesse motivazioni potrebbero essere ovviamente alla base anche di un regime alimentare per bambini, che da sempre dimostrano un immenso amore per gli animali che considerano loro amici e che spesso rappresentano anche i loro più adorati peluche. L’istinto di un bambino è di accarezzarli, non mangiarli!. A tal proposito riporto la citazione di George Bernard Shaw (1856–1950) drammaturgo, narratore e saggista irlandese: “Gli animali sono i miei amici… Io non mangio i miei amici!”. Infatti a difesa degli animali sono sicuramente anche i bambini ed uno dei recenti casi in cui hanno fatto sentire la loro voce è in merito al finale del Pulcino Pio, tormentone della scorsa estate cantato e ballato ad libitum da moltissimi! Pur trattandosi di una semplice canzone, sono riusciti tra pianti e lamenti a far modificare il finale della canzone, perché molti piccoli non volevano che il Pulcino Pio morisse sotto le ruote del trattore (squeck!), mentre per alcuni di noi era il momento più atteso per “liberarsi” dall’assillante ritornello musicale! Per questo motivo è stato pensato “un lieto fine” in cui il pulcino tanto amato dai bambini, anziché venire schiacciato, rompe il trattore con un potente pugno, trasformandosi addirittura in un supereroe (ascolta “Il Pulcino Pio-La Vendetta”)! I bambini vegetariani hanno un normale accrescimento staturo-ponderale? Si, l’accrescimento staturo-ponderale è equiparabile agli altri coetanei, come dimostrato da ricerche ed indagini sugli effetti dell’alimentazione vegetariana esaminati presso diversi centri auxologici nazionali ed internazionali. Ci sono principi nutritivi che devono essere garantiti in una dieta vegetariana? Tutti i nutrienti quali glucidi, lipidi, protidi, vitamine, sali minerali, acqua e fibre, devono essere assicurati e ben rappresentati in qualsiasi regime alimentare; questi principi nutritivi sono ampiamente garantiti anche in un regime vegetariano equilibrato. Quindi è possibile evitare la carne per i bambini in crescita? Assolutamente si! La domanda se la carne sia indispensabile per una crescita corretta è una delle più frequenti e nasconde una paura infondata. In realtà la carne, come del resto ogni alimento, può essere sostituito con altri cibi o sostanze che appartengano a gruppi alimentari con analoghe caratteristiche nutrizionali. E per quanto riguarda lo sport? Un bambino vegetariano può svolgere qualsiasi tipo di attività fisica e praticare sport anche a livello agonistico, purché siano rispettati (come per qualsiasi bambino) il fabbisogno energetico e l’apporto corretto dei vari principi nutritivi richiesti per il tipo di disciplina sportiva esercitata. Possono sorgere a lungo tempo dei rischi per la salute di bambini vegetariani? No, una dieta vegetariana (se ben equilibrata) non comporta alcun rischio o tipo di carenza per la crescita e lo sviluppo di bambini, né a breve, né lungo tempo e sono inoltre sempre più i bambini vegetariani dalla nascita. Quali sono i cibi che assicurano un’adeguata assunzione di alcuni principi nutritivi ritenuti “a rischio” in una dieta vegetariana? Le più importanti associazioni internazionali di nutrizione (come ad esempio l'American Dietetic Association ed i Dietitians of Canada), assicurano che l’alimentazione latto-ovo-vegetariana, se seguita correttamente, garantisce ogni esigenza nutrizionale del nostro organismo. Tuttavia Calcio, Ferro, Fosforo, Vitamina D, Vitamina B12 e Omega-3 sono nutrienti ritenuti erroneamente “a rischio” (cioè carenti), nei soggetti che seguono una dieta latto-ovo-vegetariana. In realtà molti alimenti usati in questo tipo di dieta ne sono un’importante fonte e alcuni sono stati riportati in questa elencazione. Alimenti ricchi di Calcio ? Latte ? Formaggi ? Legumi secchi (soia, fagioli, lenticchie, ceci, fave, ecc..) Mandorle, noci e nocciole Fichi secchi Gomasio (preparazione a base di semi di sesamo e sale) Lievito di birra in scaglie Prezzemolo, verdure a foglie verdi, cicoria, radicchio, crucifere (varietà di cavoli) Semi di sesamo Tahin (crema spalmabile di semi di sesamo) The Bancha Alghe Hizikj ed alghe Arame Acqua (anche se non è un alimento) Alimenti ricchi di Ferro ? Lievito di birra in scaglie ? Germe di grano ? Legumi secchi (soia, fagioli, lenticchie, ceci, fave, ecc..) Prugne secche e fichi essiccati Mandorle, nocciole Alga Dulce Alimenti ricchi di Fosforo Lievito di birra in scaglie Germe di grano Formaggi Mandorle, pinoli, arachidi, noci Cacao amaro in polvere Legumi secchi (soia, fagioli, lenticchie, ceci, fave, ecc..) Uovo (tuorlo) Alimenti ricchi di Vitamina D ? Uova (tuorlo) ? Burro ? Formaggi ? Esposizione ai raggi solari Alimenti ricchi di Vitamina B 12 ? Uova ? Latte e derivati ? Alcuni tipi di alghe ? Germogli freschi ? Miso Alimenti ricchi di Omega-3 ? Olio di semi di lino ? Semi di lino ? Noci ? Soia e derivati dalla soia (latte, yogurt, formaggio, ecc..) Quali vantaggi potrebbe offrire una dieta vegetariana? Un’alimentazione vegetariana bilanciata contribuisce notevolmente al nostro benessere e, grazie soprattutto alla presenza di alimenti ricchi di numerose sostanze protettive, previene diverse patologie o disturbi (in parte già citati dall’ex-ministro della Sanità) quali: sovrappeso obesità malattie del sistema cardiocircolatorio problemi respiratori diabete colesterolo cattivo in eccesso trigliceridi elevati ipertensione gotta osteoporosi vari tipi di tumori (soprattutto dell’apparato digerente) Quali tipologie di alimenti si possono utilizzare nei pasti della giornata di bambini vegetariani? Ecco alcuni suggerimenti per i 5 pasti della giornata; è ovviamente possibile associare tra loro gli alimenti e le bevande proposte. Prima colazione • Latte vaccino o latte di soia, latte di riso, latte di mandorla, latte d’avena, con o senza caffè d’orzo Caffè d’orzo, the Bancha, tisane ed infusi Yogurt vaccino o yogurt di soia Fette biscottate, pane (anche pane integrale biologico), biscotti secchi o integrali, muesli, fiocchi di cereali misti non zuccherati, corn flakes Zucchero integrale, zucchero bianco (con molta moderazione), malto (di riso, di frumento, di mais, di orzo), miele di vari tipi, sciroppo d’acero, sciroppo d’agave Marmellata, composta e confettura, crema di sesamo (tahin) Frutta fresca di stagione, a guscio, essiccata Spremute e centrifughe di frutta e verdure Spuntini (mattutini e pomeridiani) • Frutta fresca di stagione • Frutta essiccata (fichi secchi, albicocche secche, uvetta, ecc.) e frutta a guscio Centrifugati di frutta e/o verdura Succhi di frutta senza zucchero (e privi di dolcificanti chimici) Yogurt vaccino o yogurt di soia Frullato o frappè Macedonia The, tisane o infusi con biscotti secchi Pane con marmellata o con cioccolato Budini casalinghi o cioccolata preparata in casa Torta genuina (di mele, di carote, allo yogurt, ecc.) Gelato alla frutta Una confezione di cracker (meglio non salati) Focaccia o farinata casalinga Schiacciatina Pop corn (preparati in casa) Pranzo e cena • Variare i primi piatti (pasta, riso, gnocchi, polenta, orzo, farro, grano saraceno, cous-cous, bulghur, avena, miglio, quinoa, kamut, ecc..) da presentare sia asciutti che in brodo (zuppe, creme, vellutate, ecc.) Alternare le fonti proteiche quali formaggi, uova, legumi freschi, secchi o surgelati. Per rendere più digeribili i legumi, dopo averli cotti è possibile eliminare le bucce passandoli nel passaverdura. Inoltre, se gradite, possono essere introdotte nell’alimentazione del bambino anche proteine vegetali alternative: formaggio di soia (Tofu), seitan (glutine di frumento), muscolo di grano (preparazione simile al seitan con l’aggiunta di farine di legumi), semi oleosi (pinoli, noci, mandorle, ecc.) Inserire quotidianamente verdure fresche e/o cotte Utilizzare condimenti di origine vegetale (preferibilmente olio extra-vergine di oliva), limitare il più possibile quelli di origine animale (burro) e fare attenzione a margarina, olio di palma e olio di cocco. • Ridurre il consumo di sale ed evitare salse piccanti Bevande • Si consiglia di ridurre o eliminare le bevande gassate e/o zuccherine e fare assumere ai bambini acqua naturale Nb: nell’acquisto di prodotti confezionati, si raccomanda di prestare attenzione alle etichette alimentari e in particolar modo al contenuto eccessivo di grassi idrogenati e zuccheri. Quanto è importante utilizzare prodotti biologici nell’alimentazione di un bambino? La scelta di alimenti biologici è raccomandata per ognuno di noi, ma soprattutto per gli individui in crescita. Infatti gli studi sui limiti di tolleranza alle sostanze chimiche negli alimenti, sono stati eseguiti su adulti del peso medio di 80 kg. e non sui bambini. I più piccoli introducono dunque dosi “adulte” di pesticidi, senza una valutazione specifica in termini di sicurezza per la loro età. Inoltre si valuta il rischio come se i consumatori fossero esposti ad un pesticida per volta; in realtà assumiamo quotidianamente un’enorme quantità di pesticidi e in particolare i più piccoli si difendono meno dalle sostanze nocive, perché il loro sistema immunitario si sta ancora formando. Altro aspetto importante è che alcune ricerche hanno dimostrato che i prodotti coltivati con metodo biologico, presentano un maggior quantitativo di nutrienti rispetto ad un prodotto tradizionale. Ciò consente all’organismo dei bambini di attivare migliori difese immunitarie, ridurre l’insorgenza di intolleranze, allergie e prevenire altre malattie. Negli ultimi anni inoltre l’offerta dei prodotti biologici è cresciuta moltissimo, offrendo una varietà di alimenti che consentono di rendere ancora più completa e appetitosa anche l’alimentazione dei più piccoli. Quali potrebbero essere le grammature indicative per l’alimentazione di bambini vegetariani? Nella tabella seguente troverete elencate delle grammature indicative di alcune tipologie comuni di alimenti per bambini di età compresa tra i 3 ed i 10 anni, suddivise per i gradi di scuola (Infanzia e Scuola Primaria). Le grammature sono identiche a quelle dei bambini non vegetariani e sono riferite ad ogni pasto, ad eccezione dell’olio extra-vergine di oliva per cui viene indicata la grammatura da aggiungere alle varie pietanze componenti un menù. Un bambino vegetariano che frequenta una mensa scolastica, può avere un pasto senza carne e pesce? Ad un bambino vegetariano che frequenta una mensa scolastica, può essere somministrato un pasto senza carne e pesce? Nelle scuole che offrono un servizio di mensa scolastica, è possibile effettuare la richiesta e sottoscrizione di un menù vegetariano per il proprio figlio compilando un modulo (a volte già predisposto dalla scuola o dal comune). Sul sito www.asl.bergamo.it troverete tra le informazioni di come scegliere e variare i menù anche le indicazioni per vegetariani (vedi “Manuale d’uso per la corretta gestione delle tabelle dietetiche proposte dall’ASL”). L’ASL stabilisce che le aziende che gestiscono la ristorazione scolastica, somministrino il primo piatto, il contorno, la frutta ed il pane presenti nel menù vegetariano aumentati del 20%, così da garantire l’apporto calorico previsto per il pasto. Queste variazioni sono esclusivamente effettuate nei giorni in cui nella tabella dietetica standard siano previsti carne, affettati o pesce. dal 21.01.13 al 25.01.13 ? Pasta con legumi cornetti Pane Frutta C lun 3 Aumentare porzione del 20% Passato di verdura e crostini Patate Pane Frutta C mar 3 Aumentare porzione del 20% Polenta con legumi Verdura cotta mista Pane Frutta C mer 3 Pasta all’amatriciana Frittata alle zucchine Pane Frutta C gio 3 Riso all’olio extravergine insalata Pane Frutta C ven 3 Aumentare porzion del 20% dal 28.01.13 al 01.02.13 Penne all’olio e prezzemolo Insalata Pane Frutta C mer 4 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Pasta e legumi Cornetti Pane Frutta D mar 4 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% ? Pasta e ceci Zucchine gratinate Pane Frutta B gio 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Pizza margherita spinaci Pane Frutta A gio 4 Polenta con legumi verdura cotta Pane Frutta C ven 4 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% dal 04.02.13 al 08.02.13 Pasta al pomodoro Formaggio Finocchi gratinati Pane Frutta C mer 1 Pasta al pomodoro Piselli e carote Pane Frutta A lun 1 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Minestra di riso e patate Zucchine al gratin Pane Frutta A mar 1 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Risotto alla parmigiana Cornetti Pane Frutta A ven 1 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Gnocchi al basilico Frittata con verdura Insalata mista Pane Frutta A gio 1 dal 11.02.13 al 15.02.13 Minestra di riso e prezzemolo Insalata Pane Frutta A ven 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Penne al pomodoro/basilico Parmigiano reggiano cornetti Pane Frutta A lun.2 Risotto con piselli Carote julienne Pane Frutta A mar 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Polenta con legumi spinaci Pane Frutta A mer 2 ? Pasta e ceci Finocchi in insalata Pane Frutta B gio 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% dal 18.02.13 al 22.02.13 Pasta con piselli Frittata con verdura cavolfiore Pane Frutta A gio 3 Risotto allo zafferano Torta alle verdure Insalata Pane Frutta A lun.3 Minestra di verdura Patate/ cornetti Pane Frutta A mar 3 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Gnocchi al pomodoro Carote julienne Pane Frutta A ven 3 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Fusilli al sugo di verdura Zucchine al gratin Pane Frutta A mer 3 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% dal 25.02.13 al 01.03.13 Pasta all’olio extravergine Finocchi in insalata Pane Frutta A mer 4 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Pizza margherita Insalata mista Pane Frutta A gio 4 Pasta con legumi Cornetti Pane Frutta D mar 4 Passato di verdura Patate Pane Frutta A ven 4 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Riso al pomodoro Carote e piselli Pane Frutta D lun.4 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% dal 04.03.13 al 08.03.13 Gnocchi al pomodoro Frittata alle verdure Insalata mista Pane Frutta B gio 1 Risotto alle verdure Cavolfiore Pane frutta B 2 lun Aumentare porzione del 20% Pasta all’olio crudo Zucchine trifolate Pane Frutta B ven 1 Aumentare porzion del 20% Polenta con legumi Carote julienne Pane Frutta B mar 1 Minestra di verdura Sformato di patate Zucchine Pane Frutta B mer 1 dal 11.03.13 al 15.03.13 ? Pasta e ceci Zucchine gratinate Pane Frutta B gio 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Riso con radicchio Scamorza Cornetti Pane Frutta B lun 2 Pasta con zucchine Spinaci Pane Frutta B mar 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Passato di verdura e crostini Patate al forno Pane Frutta B merc 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% Risotto giallo Insalata Pane Frutta B ven 2 Aumentare la porzione di ogni pietanza del 20% dal 18.03.13 al 22.03.13 Pasta al pomodoro Finocchi Pane Frutta B ven 3 Aumentare porzione del 20% Pasta in bianco Zucchine Pane Frutta B mar 3 Aumentare porzione del 20% Pizza margherita fagiolini Pane Frutta A gio 4 Riso alla zafferano Crocchette all’uovo Insalata Pane Frutta B gio 3 Pasta al sugo di verdure Carote prezzemolate Pane Frutta B mer 3 Aumentare porzion del 20% dal 25.03.13 al 29.03.13 Minestra d’orzo Formaggio Spinaci e patate Pane Frutta C gio 4 Pasta al pomodoro Biete in insalata Pane Frutta B mer 4 Aumentare porzione del 20% Risotto della massaia Piselli e carote Pane Frutta D lun 4 Aumentare porzion del 20% Pasta all’olio extravergine Zucchine Pane Frutta B mar 4 Aumentare porzion del 20% Riso all’inglese finocchi Pane Frutta B ven 4 Aumentare porzion del 20% É possibile avere qualche suggerimento per realizzare appetitose ricette vegetariane per tutta la famiglia? Educarsi alla salute è un dovere per ognuno di noi e ancor più importante e fondamentale è abituare i bambini sin da piccoli ad una corretta alimentazione ed affinare il loro gusto con cibi sani e genuini. Spesso l’alimentazione vegetariana è “accusata” di essere monotona e priva di piacere e chissà quante volte i vegetariani si sono sentiti porre la domanda: “Ma cosa mangi? Solo insalata?” In realtà non è affatto così! Sono infatti numerosissime e svariatissime le ricette vegetariane che si possono realizzare! Inoltre un consiglio è di scoprire cibi “nuovi” e appetitosi da inserire nelle varie preparazioni casalinghe (più cereali integrali, legumi, semi oleosi, derivati dalla soia, tofu, seitan, alghe, miso, ecc..), dando gusto e tanta salute al piatto preparato e non dimentichiamo di realizzare i nostri menù con alimenti di stagione, a Km Zero, biologici e, per i più fortunati, con prodotti del proprio orto! Attenzione invece ai numerosi errori comuni a molti bambini in crescita che spesso consumano troppi cibi contenenti grassi saturi, introducono molti zuccheri semplici, mangiano pochi legumi, poca frutta, pochissima verdura, fanno uso eccessivo di merendine, patatine e dolciumi (frequentemente come fuoripasto), utilizzano troppo sale, prediligono bevande zuccherate come cola, gazzosa, aranciate, anziché l’acqua naturale e inoltre sono anche troppo sedentari e trascorrono molte ore davanti alla televisione, computer, ecc... Non dimentichiamo che tutte le direttive teoriche (seppur corrette ed equilibrate), dovrebbero essere possibilmente valorizzate anche dalla preparazione di gustose ricette che conquistino il palato dei più piccoli (così come di tutti gli altri componenti della famiglia), tenendo inoltre in considerazione che a volte potrebbe essere necessario effettuare graduali cambiamenti, iniziando magari a ridurre pian piano il consumo di carne e pesce, senza ricorrere alla scelta vegetariana in modo troppo repentino, forzato o addirittura imposto. Vorrei concludere ricordando che il vegetarianismo non dovrebbe ridursi ad una “semplice” scelta alimentare equilibrata, ma essere accompagnato da sani stili di vita che includano attività fisica adeguata, astensione dal fumo, che evitino esposizioni prolungate a qualsiasi tipo di stress, ecc., tutti modelli comportamentali che genitori di bambini vegetariani (e non) dovrebbero adottare, al fine di essere d’esempio a chi sta crescendo.
La rosolia è una malattia infettiva tipicamente infantile trasmessa per via aerea dovuta a un virus a RNA del genere “Rubivirus”, famiglia “Togaviridae”. Dopo un periodo di incubazione di 14-21 giorni circa clinicamente si manifesta tipicamente con esantema [eruzione cutanea] micro papuloso non confluente a rapidissima evoluzione cranio-caudale [dalla testa in giù], febbre, flogosi [infiammazione] e tumefazione dei linfonodi nucali e laterocervicali [ai lati del collo] e artralgie [dolori articolari] di breve durata solo negli adulti. Il virus viene eliminato attraverso il naso-faringe fino a 14 giorni dalla comparsa dell'esantema. Quando una donna non immunizzata ne viene contagiata nelle prime fasi della gravidanza c’è il 90% di probabilità che il virus passi al feto (“trasmissione verticale”) con conseguente aborto nel 20% dei casi e/o invalidità gravi e permanenti nel bambino (circa 110.000 bambini/anno secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità). La conferma laboratoristica è basata sulla ricerca degli anticorpi specifici (IgM e IgG), sul test di avidità IgG virus-specifiche e ricerca del genoma virale in RT-PCR. L'isolamento del virus è d’elezione ma a causa della complessità della sua esecuzione la diagnosi in gravidanza si basa sugli esami sierologici, peraltro potenzialmente associati a falsi positivi e falsi negativi pertanto i campioni di siero vanno conservati per almeno un anno in modo da poter eseguire eventuali ulteriori indagini. Il test di avidità delle IgG specifiche valuta la forza di legame con l'antigene e data l'epoca di infezione. la contemporanea presenza di IgM e IgG a bassa avidità, cioè una bassa percentuale di anticorpi che stabiliscono un legame forte indica infezione recente o in atto. Viceversa poichè la maturazione delle IgG rosolia-specifiche avviene rapidamente, una avidità alta in presenza di IgM virus-specifiche non esclude una infezione recente da valutare caso per caso, alla luce dell'anamnesi [la storia del paziente], delle informazioni cliniche e di altre eventuali indagini di laboratorio. Gli anticorpi IgM virus-specifici compaiono entro la prima settimana dall'esantema e sono evidenziabili per sei-otto settimane circa, a seconda del test impiegato. La loro ricerca va effettuata entro sette-dieci giorni il contatto o la comparsa dell'esantema tuttavia possono non essere evidenziabili prima del quinto giorno dall'esantema (falsi negativi) pertanto in presenza di esantema il test va ripetuto dopo qualche giorno. Per la profilassi [prevenzione] è importante la vaccinazione specifica. Ricordiamo che la somministrazione di un vaccino ha lo scopo di stimolare l’organismo a produrre anticorpi (o immunoglobuline o Ig di varie classi) che all’inizio sono di classe IgM e dopo il loro progressivo incremento fino a un picco (malattia) si assiste alla loro progressiva riduzione e al progressivo innalzamento delle Ig di classe IgG (guarigione o precedente vaccinazione). La persistenza delle IgM per mesi o anni dopo la vaccinazione morbillo, parotite, rosolia (MPR) ceppo Wistar RA 27/3 ha costituito in tutto il mondo talvolta motivo di preoccupazione col consiglio alla donna di monitorare nel tempo le IgM-rosolia e di rinviare un’attesa gravidanza fino alla scomparsa delle IgM. In realtà le IgM-rosolia possono persistere a valori sostanzialmente invariati per mesi/anni dopo l'infezione naturale o la vaccinazione o anche in seguito a una reinfezione clinicamente inapparente o falsi positivi possono verificarsi in soggetti con altre infezioni virali o autoimmuni (Circolare Ministero della Salute 5 agosto 2005, n° 2; G. Uff. n° 211 del 10 settembre 2005). Tutti i casi di gestanti IgM-positive devono quindi essere valutati considerando lo stato immunitario pre-gravidanza, la presunta esposizione e le manifestazioni cliniche e ulteriormente indagati con altri esami di laboratorio, a es. test di avidità delle IgG specifiche vista la diversità del rischio rispetto ai vari periodi della gestazione. La presenza di IgG virus-specifiche in assenza di IgM al momento del primo prelievo indica che la donna è verosimilmente immune. Se la loro ricerca è negativa un secondo prelievo va effettuato preferibilmente dopo 14-21 giorni dal primo. Se la risposta è nuovamente negativa un terzo prelievo va eseguito a 6 settimane dal primo. L'assenza di anticorpi specifici a sei settimane indica che l'infezione non è avvenuta. La dimostrazione di anticorpi IgG virus-specifici soltanto nel secondo o terzo prelievo o il loro incremento di almeno quattro volte indica infezione e potenziale rischio di embriopatia [patologia dell’embrione] da valutare in rapporto alle settimane di gestazione al momento del contagio. Anche l'incremento di almeno quattro volte del titolo delle IgG specifiche è diagnostico di avvenuta infezione. La presenza delle IgG fin dal primo controllo dopo la vaccinazione indica l’avvenuta prevista reazione immune. Ipotizziamo la persistenza nel tempo di IgM-rosolia per fattori legati all’adiuvante, sostanza che si unisce al vaccino per amplificare la risposta anticorpale, assieme a livelli protettivi di IgG, pertanto a differenza di quanto si crede comunemente è possibile, in questa situazione, programmare tranquillamente una gravidanza e appare superfluo eseguire, in questo caso, il test di avidità delle IgG virus-specifiche, tentare l’isolamento virale e la ricerca del genoma virale in PCR. Giustamente le donne in età fertile dovrebbero ricevere il vaccino se non gravide e consigliando di non diventarlo nei 3-4 mesi successivi ma poiché nel prodotto abortivo non risultano segnalazioni di antigene vaccinale si può ragionevolmente sostenere che un’eventuale/accidentale vaccinazione in questo caso non costituisce motivo di interruzione della gravidanza [Center for Diseases Control. Rubella vaccination during pregnancy (USA 1971-1988); M. M. W. R., 1989; 38:289; Center for Diseases Control. Rubella prevention; M. M. W. R ., 1990; 33 (RR-15): 1] anche se sussiste l’obbligo etico del Medico di informare sui teorici danni fetali, massimo dell’1,4% (G. D’Alessandro, Patologia infettiva e gravidanza 2001, 1° volume: 192). Sarebbe comunque auspicabile che le Case produttrici/distributrici a livello mondiale del vaccino MPR segnalassero al più presto sulla scheda tecnica la nostra osservazione, regolarmente segnalata al Ministero della Salute secondo prassi (Scheda n. 89739) poiché altrimenti persisterebbe l’allarmismo legato all’inspiegabile persistenza delle IgM-rosolia con probabile rinvio della programmazione di una gravidanza per mesi o anni. Liberamente tratto dal “Manuale di Igiene e Profilassi” di Stefano Pellicanò; ISBN: 978-88-97215-03-5. Per gentile concessione di Calzone Editore (www.wix.com/calzone_editore/home; calzone.editore@libero.it). © Copyright 2009 CE Calzone Editore Tutti i diritti artistici e letterari sono riservati.
Martedì 27 Ottobre, presso la località di Cremosano vicino a Crema in provincia di Cremona, hanno avuto inizio le lezioni di una speciale scuola di ballo. Speciale lo è davvero, ma soprattutto eccezionale, perché gli allievi che la frequentano, sei per il momento, sono non vedenti o ipovedenti e sono entusiasti di poter imparare i più famosi passi di danza per poter dimostrare, nonostante la mancanza della vista, che è possibile comunque ballare anche al buio. Ne avevano già dato prova per primi alcuni degli insegnanti dei corsi, Valentina e Kevin, durante l’inaugurazione della scuola avvenuta il 18 Ottobre, quando si erano esibiti in alcuni passi di danza completamente bendati, riscuotendo gli applausi di tutti i presenti e testimoniando alla fine che, se si crea una sintonia di movimento e di contatto tra i ballerini, è possibile ballare anche senza vedersi. Tutto è nato da una scommessa fatta dal Neoconsigliere provinciale dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti di Cremona, Davide Cantoni, un ragazzo di 29 anni, che ha vissuto sulla sua pelle l’esperienza della perdita della vista all’età di 13 anni, quando lo scoppio di un petardo inesploso gli devastò la faccia, distruggendogli anche gli occhi. Dopo i primi momenti di disperazione, Davide ha reagito con tutte le sue forze alla sua disavventura fino ad arrivare a sviluppare tanta energia e voglia di fare da contagiare tutte le persone che lo circondano. L’entusiasmo che egli trasmette ha convinto la Presidente e il Consiglio di Cremona ad accettare questa singolare sfida: istituire una scuola di ballo aperta ai non vedenti, ma non solo, anche a tutti coloro che vorranno parteciparvi, per favorire amicizie, contatto umano e scambio di esperienze, incentivando contemporaneamente le opportunità di movimento e attività fisica di persone che, a causa della loro disabilità, sono spesso relegate in casa e condannate ad una vita sedentaria povera di esercizio fisico. La scuola, nata dal progetto “Ballo Anch’io” si prefigge, infatti, di dare l’opportunità di frequentare corsi a persone non vedenti, ipovedenti e vedenti, poiché si pone quale obiettivo, oltre all’insegnamento di un ballo, anche l’integrazione e la possibilità di costruire nuove relazioni. La scuola di danza comprende 4 corsi: 1) danza latina, 2) bugy, 3) danza moderna, 4) potenziamento fisico relativo alla danza (quest’ultimo corso comprende anche insegnamento di alcuni balli di gruppo). Ogni corso si articola in un’ora di lezione settimanale, per un totale di 4 ore alla settimana, per chi intende intraprendere tutte e 4le specialità. Gli insegnanti sono principalmente 2: l’insegnante Ogliari Pino per la specialità del bugy, mentre danza latina, moderna e potenziamento fisico sono affidati all’insegnante Valentina Abbondio. entrambi sono professionisti in possesso di vari diplomi che attestano le loro capacità e l’abilitazione all'insegnamento e possono vantare già parecchia esperienza. I gruppi di allievi vanno dalle 4 alle 6 unità e, nella fase di apprendimento, le consegne sugli esercizi sono semplici e chiare, impartite con un tono di voce autorevole ma amichevole e rassicurante. Il corso ha la finalità di coadiuvare la mediazione corporea, facendo lavorare il proprio corpo, mediante un approccio musicale. Nel movimento corporeo creativo, la persona può esprimersi ed affermare la propria originalità, la propria essenza, la propria diversità, facendo così esperienza del piacere di comunicare con il corpo, aldilà delle parole, in una comprensione più ampia di sè stessi e degli altri. Nella realizzazione dell’iniziativa, infine, non è stata trascurata l’organizzazione dei trasporti, sempre un grosso problema per i non vedenti che devono spostarsi da un luogo all’altro; in questo, Croce Rossa di Crema ha offerto un valido aiuto, garantendo gli accompagnamenti dei partecipanti al corso a costi ridotti, che verranno comunque coperti da fondi raccolti tramite l’organizzazione di cene al buio, così da non dover gravare sulle tasche degli allievi, che avranno a loro carico solo i costi delle lezioni. L’inizio è stato entusiasmante e ci sono tutte le premesse perché si arrivi ad avere presto un gruppo di ballerini provetti pronti ad esibirsi difronte ad un pubblico!
Non sembra vero, quale miracolo avvenuto in me?… ballo una danza nuova, respiro profumi diversi… nel silenzio i nostri cuori si ascoltano sincronizzandosi fragile fiore che cresce protetto dalle insidie t’immagino già sbocciato… sei bellissimo, il più bello di tutti… dandoti la vita tra poco ti stringerò… Dormi bene cullato da questo mare caldo Dormi bene domani sarà un giorno difficile… Sei arrivato…finalmente pronto a conoscere il mondo e il volto di tua mamma Piangerai eccome ti farai sentire… Figlio mio grida al mondo che ci sei, che sei importante Mia gioia, mia motivazione, mia speranza… Imparerò con te a fare il mestiere più difficile… Ti prenderò per mano e mi guiderai… Risponderò alle tue domande a volte anche con qualche bugia Guarderò le foto con le lacrime agli occhi emozionandomi, ricordandomi che solo ieri eri un piccolo fiore. Mi assorbi completamente, ogni pensiero mio t’appartiene… Il tempo che passa senza pietà segna il mio volto… Quanto è lontano già il giorno del tuo primo vagito? Milioni di stelle ti regalerò ad illuminarti la strada… Dormi bene piccolo uomo… Non basteranno mai gli abbracci e le dolci coccole che ti riserverò… Crescerai troppo in fretta mi sfuggirai di mano… Vorrei proteggerti oggi, domani e poi domani ancora… Ma non sarà possibile Perché da te la vita ricomincia… Dormi bene bambino mio, adesso è il mio tempo e lo vivrò Intensamente godendo ogni attimo… Domani poi quando un’altra donna ti porterà via Sarà difficile ricordare che anche io feci la stessa cosa… Gelosamente custodirò la tua infanzia Mi meraviglierò ad ogni tua scoperta Ogni tuo traguardo sarà il mio… Resterò in silenzio quando le tue attenzioni, i sorrisi, saranno orientati altrove... Vita mia…ora che pulsa forte il cuore vivi… Ama camminando ogni giorno… Dormi bene e non pensare l’alba e il tramonto arriveranno sempre per far crescere l’uomo che diverrai
A Giovanni Falcone 25 maggio 1992 La stele è percorsa da parole d’oro, passa la bara grande, imponente, l’anima ricorda il volto fiero, la folla invoca il tuo nome, ad ogni istante, i cuori accompagnano l’ultimo viaggio, battono all’unisono, in ardente preghiera, ma niente è abbastanza, per renderti omaggio: grida vergogna la città intera; batte la pioggia sui volti, sulle mani, si riversa sui fiori, sui ceri, quante persone, quante emozioni! Passan frusciando gli abiti neri, gocce di pioggia, gocce di pianto… Il feretro prosegue il cammino, nascondo una poesia sotto il manto, per offrire una carezza al tuo destino.
Nella profondità del buio vi è la luce della saggezza. Nel buio, nel buio. Scendo non aggrappandomi. Giù sempre più giù davanti a me l' infinito universo d' indefiniti inizi. Accarezzo una stella lasciandomi andare. Lasciandola andare ascolto un pianto Il mio
La ricerca di Alessandro Lombardi si voca a un dono,il profumo dell'ignoto:divenire di cose che gli filtrano dal segreto del tempo e che la sua esperienza coltiva ancora in spirito di desiderio. Da questo fuoco il duello del poeta, con se' con noi: amati la cui guida sia ancora nube di sogno o vigile orgoglio. Non detto alla parabola,e' tanto qui; e lui si rivela,frenando all'arte l' esplicito sollievo . Divide questa nostra generazione stanca ,or stasi rapace; ferreo ciclo di ritorni assorbe cultura e vita:muore il tempo ordinario nei modi identici di un mondo resoci combinazione meccanica di tutto cio' che e' conosciuto. Alessandro gia' si volge per luce d' altra attesa, sciolto da quel sogno in magma;senonche', per vincolo d' ignavia al mistero d' ogn' altra morte appresa ,rasenta ancora abissi di caduta :la mite resa che teme quel che appuri, da cicli gia' maturi ,nuova armonia: recondita o palese domanda d' ogni vita. (Alessandro Lombardi-Poesia;edizione privata ,nelle librerie di Toscana)
Anno 2011. Il dr. Mario Di Mare mantiene una promessa fatta a se stesso venticinque anni prima e con la famiglia ritorna a Ciriè, in Piemonte, dove aveva esercitato per tre anni e rivedendo quei luoghi gli riaffiorano molti ricordi. Visitando a Torino gli stand del mercatino delle pulci ritrova il diario di un medico del Regno delle Due Sicilie internato nel campo di concentramento di Fenestrelle per essersi rifiutato di giurare fedeltà al nuovo Re. Qui scrive di nascosto un diario dove riporta informazioni avute da compagni di sventura e struggenti lettere e poesie alla sua fidanzata Andolina pur sapendo che non potrà mandargliele. ***** Il mattino dopo [Mario] si alzò di buon’ora e si chiuse nello studio. Prese il volumetto e cominciò a leggerlo. Era proprio un diario ma il fatto strano era che gli sembrò subito di conoscerne il contenuto. Nella prima pagina lesse: “Diario di Egidio Faletti, Capitano Aiutante Medico del Real Esercito del Regno delle Due Sicilie”. Dalle prime parole di quelle pagine ingiallite si rese conto che era stato scritto con l’inchiostro di china chissà quanto tempo prima, in un italiano antico in caratteri minuti, pensò subito forse per risparmiare inchiostro o come se avesse temuto di finire presto la carta sapendo di non poter disporne di altra. A mano a mano che leggeva cominciò a trascriverlo in italiano attuale, tranne due lettere (dell’11, in parte, e del 26 novembre 1861) che lasciò in quel linguaggio dell’800 molto diverso dall’attuale sia come termini lessicali che come uso della punteggiatura infatti a es. la virgola era usata prima della congiunzione [dal Cap. IV]. CAPITOLO V: Il diario Mercoledì, 22 ottobre 1862 Sono ormai passati diciassette mesi da quell’infausto 20 marzo 1861 che con la resa della Fortezza di Civitella del Tronto ha visto la fine del nostro amato Regno. In esecuzione agli accordi dopo la resa dovevamo essere lasciati liberi dopo quindici giorni ma i piemontesi intendevano che dovevamo rinnegare il giuramento al nostro amato sovrano Francesco II e giurare fedeltà al loro Re francese. Dopo una settimana ed un viaggio infame siamo arrivati a Fenestrelle, un insieme di forti ad alta quota. Mi sono ritrovato ammassato con tanti compagni di sventura su un bastimento in indicibili condizioni igieniche, anche con ragazzini colpevoli solo di essere fedeli al loro Re privati di acqua e cibo per parecchi giorni. Come pranzo ci viene dato pane stantio e se qualcuno protesta si viene tenuti legati per parecchi giorni, a scelta dei nostri carnefici. Molti nostri fratelli non hanno resistito buttandosi in mare preferendo morire. Ho saputo che è stata scoperta una rivolta ed il tentativo ha avuto come risultato l'inasprimento delle pene con i prigionieri costretti con palle al piede da 16 chili, ceppi e catene [La rivolta era programmata per il 22 agosto 1861. Dal Saggio: ”Genocidio. La conquista del Regno delle Due Sicilie: la grande mistificazione, il dolore della memoria, il ricordo dopo l’oblio (Dossier per il Tribunale Internazionale dell’Aja)” di S. Pellicanò, Calzone Editore, ISBN: 978-88-97215-11-0; Cap. 19, pag. 152]. Il nostro amato Regno è in fiamme. Ho saputo da Rocco che le prime deportazioni sono cominciate verso l’ottobre 1860 in quanto la resistenza è iniziata subito dopo lo sbarco dei banditi [i Mille] a Marsala. Sono sbarcati promettendo libertà e le terre ai contadini ma tutti hanno capito subito l’inganno così già nell’estate 1860 ci sono state rivolte sia in Sicilia che in Basilicata e Puglia alle quali si è risposto solo con la violenza. Migliaia di persone del tutto innocenti, anche religiosi, vengono giornalmente arrestate perché sfavorevoli solo verbalmente all’Unificazione, talvolta senza conoscere neanche il capo d’imputazione. Ho saputo della nobile mozione presentata alla Camera di cui è stata vietata la discussione in aula e la pubblicazione negli Atti parlamentari [La mozione di inchiesta dell’on. Franco Proto (1815- 1892) depositata il 20/XI/1861. Proto dignitosamente si dimise e la pubblicò nel 1862 a Nizza (Biblioteca del Museo del Risorgimento di Milano) e a Firenze (Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma). E’pubblicata integralmente nel Saggio “Genocidio”, Cap. 14, pag. 98]. Noi prigionieri non possiamo leggere e scrivere ma Dio ha voluto che durante una rivolta riuscissi a procurarmi un quaderno e l’occorrente per scrivere pertanto ho pensato di scrivere questo diario di nascosto, quando e come posso e riporterò anche quanto verrò a sapere da altri fratelli di sventura, ho il presagio che dovrò scrivere cose sconvolgenti augurandomi che chi lo leggerà potrà vendicare l’onore di noi soldati del Regno delle Due Sicilie. Scriverò anche delle poesie dedicate ad Andolina, il mio unico grande amore, anche se so che non glieLe potrò inviare pertanto non so se e quando le leggerà ma che mi auguro di poterglieLe leggere presto di persona, quando Dio vorrà. Mia carissima Andolina, siete il mio desiderio di ogni giorno, la lacrima che al mattino cade per prima sul mio viso pallido e freddo, siete la donna che ho sempre desiderato ma il tempo passa inesorabilmente giorno dopo giorno. Rimembro a quando Vi ho conosciuta, rimenbrate quella domenica mattina all’uscita dalla Santa Messa in cui per la prima volta i nostri sguardi si sono incrociati e quando ci siamo rincontrati sul Corso Borbonico e Vi è caduto il fazzoletto che Vi ho subito porto? Vi vorrei essere vicino ogni istante che passa e non smetto di sognare di poterVi abbracciare presto. Questa notte ho visto nel cielo una stella che brillava molto, poi ho visto Ecate [la Luna nuova]. Era bellissimo ma poi ho riflettuto che niente è più bello di Voi! Mi sono addormento e Vi ho sognata. A volte mi sveglio di soprassalto chiedendomi se mi pensate anche Voi, chissà se qualche volta ripensandomi Vi viene un bel sorriso, chissa se quando tornerò sarete ancora ad aspettarmi. Mi mancate, mi mancate immensamente! Vi amo! Venerdì, 31 ottobre 1862 Siamo a Fenestrelle da nove giorni. Qua la vita è un inferno. Il lavoro è massacrante ed il cibo scarso. Al mio arrivo mi ha colpito la scritta su un muro:“Ognuno vale non in quanto è ma in quanto produce” e che il giorno dopo ho saputo che molti prigionieri, giovanissimi di 23-25 anni non sono stati registrati. Solo il ricordo di Andolina mi dà la forza di lottare per sopravvivere, il clima è particolarmente rigido, per noi abituati al nostro sole, fa molto freddo, la neve è sempre più alta, molti commilitoni muoiono per il freddo intenso. Ci fanno stare vestiti con indumenti leggerissimi, a differenza dei locali che indossano parecchi indumenti di lana e nelle camerate non ci sono pagliericci, coperte e vetri alle finestre. Ricordo talvolta con amore ed affetto come in un sogno la mia divisa con le due spalline con giglio, i miei studi militari nella bellissima Napoli, la capitale del nostro amato Regno e tutta la mia carriera militare con le promozioni a 1° Tenente Medico e Capitano Tenente fino al grado di Capitano aiutante. Mia amata Andolina, l'amore, la cosa più stupenda del mondo, è come il mare in tempesta che all’inizio travolge ogni cosa che gli viene a tiro e poi gradualmente si placa. Restano così onde tranquille che vanno e ritornano a lambire le sponde. Panta rei [Tutto passa] e tutto si dimentica tranne cose impossibili da dimenticare come Voi, il mio primo pensiero quando mi risveglio e l'ultimo quando mi addormento sperando di sognarVi e di rivederVi presto! Mi mancate, mi mancate tantissimo, mi mancate da morire! Non vedo l' ora di incontrarVi e quando i nostri sguardi si incontreranno, le nostre mani si sfioreranno e le nostre labbra si baceranno non Vi spaventate se sentirete il mio cuore battere veloce. Amore mio, non faccio altro che pensarVi, anche se siamo molto lontani un giorno ci rincontreremo per stare insieme per il resto dei nostri giorni. Lunedì, 3 novembre 1862 Qua fa sempre più freddo. Ho quasi sempre le mani ghiacciate. La nostra unica colpa è di non voler rinnegare il giuramento al nostro amato Re Francesco. I miei compagni di sventura sono di tutti i ceti sociali, ci sono anche religiosi che ci danno un grande coraggio spirituale. Abbiamo scoperto che i nostri fratelli morti vengono portati nella grande vasca all’ingresso del Forte dietro la chiesa e sciolti nella calce viva […] credo per non lasciare traccia dei loro crimini ed ora mi spiego perchè molti di noi non sono stati registrati. Non potranno essere pianti neanche in un cimitero non restando traccia di loro, li aspetta una morte senza onore, senza tombe, senza lapidi e senza ricordo. […] Che Iddio ci aiuti. Mia Andolina, mio angelo sublime, Vi amo da morire, Voi siete tutto per me e mi mancate tanto. Gli uomini hanno chiesto a Dio la luce e lui ha creato il Sole, io gli ho chiesto un angelo e lui mi ha donato Voi. Non so se gli Angeli vivono in cielo o in terra ma spero che l'Angelo più bello un giorno possa leggere questa poesia. Sotto la Luna piena io miro le Vostre ali ! Mi sorridete, mi guardate con affetto ma so che violare il cuore di un angelo è un peccato! Anche se credo che amarsi non sia peccato. Ma, che avete fatto, per amore mio, Vi siete strappata le ali! Sotto il chiarore di Artemide [la Luna crescente] se fossimo vicini poserei le mie labbra sulla Vostre candide mani, vorrei essere accarezzato, vorrei abbracciarVi in silenzio, senza chiederVi nulla, per tema che non fosse vero, che mi risvegliassi bruscamente dal mio bellissimo sogno. Questa notte un angelo mi ha regalato un sogno: un Vostro sorriso radioso. Siamo angeli con un'ala sola che solo restando abbracciati possono volare. Ringrazio Dio chè mi ha dato la stella più luminosa, ringrazio Dio che mi ha dato l'angelo più dolce e bello. Vi amo, unico amore mio! Martedì, 11 novembre 1862 Eravamo un grande popolo con una grande e gloriosa Storia, non avevamo bisogno che venisse il signor Garibaldi, ladro di cavalli in Argentina e violentatore di donne ad insegnarci la libertà che conoscevamo ed avevamo difeso spesso nel corso della nostra storia millenaria. Siamo stati grandi, civili quanto ed anche più degli altri. Girolamo ieri pomeriggio ci ha raccontato la sua storia: nella mia uscita fu principio la guerra del 1860, questa campagna per aver tradimenti si sono perduto tutto con una capitolazione per il ritiro de regii che stabiliva che le reali truppe abbandoneranno la città senza essere molestate […] , e la città sarà occupata dalle truppe sabaude, senza pure venire queste molestate dalle prime. Le truppe evacueranno i forti nello spazio di tre giorni a partire dalia data della sottoscri¬zione della convenzione, ognuna delle due parti contraenti destinerà due uffiziali, ed un commessario per inventariare le diverse bocche a fuoco, i materiali tutti da guerra, e gli approvigionamenti dei viveri, e di quanto altro esisterà ne' forti suindicati all’epoca, che questi verranno sgombrati. Restava poi a cura del nuovo governo l’incominciare il trasporto di tutti gli oggetti inventariati appena effettuato lo sgombro de' soldati, nel minor tempo possibile, in una zona neutrale. Rre¬sta alla urbanità de' comandanti rispettivi, che hanno stipulato la convenzione, la libertà d'intendersi per quei bisogni inerenti al viver civile, che per parte delle regie truppe debbono venir soddisfatti, e provveduti. E noi altri povere soldati manggiando erba dovettimo fuggire, aggiunti alla provincia della Campania sortí un prete nemico di Dio e del mondo con una porzione di quei giudei e ci voleva condicendo che meritavamo di essere uccisi per la federtà che avevamo portato allo notro patrone. Ci hanno portato innanzi a un carnefice Piemontesa condicendo perché aveva tardato tanto ad abbandonare quell'assassino di Borbone. Io li sono risposto che non poteva giammai abbandonarlo perché aveva giurato fedeltà a lui e lui mi à ditto che dovevo tornare indietro asservire sotto la Bandiera d' Italia. Il terzo giorno sono scappato, mio fratello sacerdote vedendomi redutto a quello misero stato e dicendo mal del mio Re io li risposi che il mio Re no aveva colpa del nostri patimenti che sono stato le nostri soperiori traditori; siamo fatto questioni e lo sono lasciato. Allo mio paese sono stato arrestato e dopo 4 mesi di scurre priggione mi anno fatto partire per il Piemonte e così sono quà giunto. Mia dolcissima Andolina, talvolta mi ritrovo ad interrogarmi su cosa sia veramente l'amore e mi rispondo che dipende dai momenti. A volte lo considero la cosa più bella del mondo, vera fons vitae, mentre talvolta una gabbia dorata, decorata con rose con tante spine che per poterne apprezzare appieno il profumo bisogna pungersi e farsi male. E quel profumo, mia amata, è così buono che ne vale la pena. Sono qui a scriverVi una missiva che forse non leggerete mai. Quando mi pensate e forse una lacrima scenderà lungo il Vostro bel viso, lasciatela scorrere perchè sarà la mia carezza per Voi. L'amore che provo per Voi è indescrivibile non esistendo lemmi adeguati mancandomi le parole capaci di descriverVi computamente i miei sentimenti. Posso soltanto provare a dirVi che Vi amo con tutto me stesso, con tutto il mio cuore e che ogni mattina mi risveglio con la speranza che possa rivederVi presto. Vi assicuro che quello che scrivo si avvicina solo lontanamente alle sensazioni che un Vostro sguardo mi farebbe provare. Vi amo, dolce amore mio. Di solito le cose più belle non si vedono con gli occhi chè possono essere fallaci ma si sentono col cuore. Ed è per questo che Vi dico dal più profondo del mio cuore che Vi amo, dolce amore mio! Non Vi chiamo vita mia perchè la vita termina ma Vi chiamo amore mio perchè il mio amore è eterno. Anche se in questo mondo per ora siamo molto lontani lassù in cielo le nostre due stelle sono vicine per l’eternità. Sabato, 15 novembre 1862 Il Nord è povero ed arretrato. Mentre nel nostro Regno c’è il Banco delle Due Sicilie [non sa che dopo l’Unificazione è stato scisso in Banco di Napoli e Banco di Sicilia. “Genocidio”, Cap. 14, pag. 95] in Piemonte ci sono poche Casse di Risparmio e Monti di Pietà mentre in Lombardia mancando Banche di emissione si servono della Banca Austriaca. Non ci sono grandi industrie e manca l’acqua dentro le case [A Napoli presente dal 1869, la prima città al mondo. Uno dei tanti primati scientifico-tecnologico-socio-culturali del Regno, alcuni anche europei e mondiali. “Genocidio”, Cap. 10, pag. 62] e l’illuminazione a gas nelle città presente nella nostra Capitale già da tredici anni [“Genocidio”, Cap. 10, pag. 62]. Giacomo che è stato in varie carceri piemontesi ci ha descritto che ovunque le celle sono strapiene di zecche e pidocchi ed è vietato leggere, scrivere e ricevere visite. Mi chiedo per quanti danari si sono venduti i nostri vertici politici e militari. A Catalafimi avevamo ributtato i terroristi [i garibaldini] in mare ed è arrivato l’ordine della ritirata, in Calabria molti dei nostri sono stati fatti arrendere, la nostra potente flotta non ha impedito lo sbarco dei terroristi pur avendone la possibilità. Vittorio Emanuele, cugino del nostro amato Re, si è rivelato ignobile e falso infatti ci ha aggrediti senza dichiararci mai guerra, nascondendosi dietro il pirata violentatore [Garibaldi] ed anzi ribadendo al nostro amato Re che condannava la sua impresa. Preferisco morire piuttosto che giurargli fedeltà. Mia meravigliosa Andolina, eccomi ancora di fronte ad una pagina bianca a scriverVi, a scrivere ancora a Voi! Continuo ad avere il desiderio di scriverVi anche se quello che provo per Voi è talmente forte che non riesco a descriverlo appieno sperando che un giorno possiate leggerlo. Un Fato crudele ha deciso che chissà per quanto tempo non possiamo stare vicini ma fortunatamente viviamo sotto lo stesso cielo, lo stesso sole e la stessa figlia di Iperione e Teia, sorella di Elio [il Sole] ed Eos [l'Aurora] col suo viso pallido e la lunga veste fluida argentata così possiamo divenire due sogni, due nuvole, due acquile o semplicemente due anime che mirano le stesse stelle, che si perdono in uno stesso sogno, dove niente e nessuno può farli smettere di amarsi e sognare. Mio amore, vorrei volare alto nel cielo con Voi tra le nuvole, lontano dalle lacrime e dal dolore, affinchè i riflessi del sole tra le onde del mare, quelli argentei delle acque al chiarore di Selene ed i sibili del vento tra gli alberi, Vi sfiorino delicatamente sussurrandoVi tutto il mio amore e vorrei soprattutto essere la ragione che Vi fa battere il cuore. Martedì, 18 novembre 1862 Ieri ho conosciuto Massimiliano che ci ha raccontato che la sera del 16 maggio 1860 a Partinico la popolazione ha trucidato 40 nostri commilitoni e 15 li ha consegnati al bandito [Garibaldi] che il 18 ha accettato la cittadinanza del paese e Leonardo, che è avvocato, che ci ha riferito della tragedia di Bronte dell’agosto 1860 dove sono stati fucilati in cento dopo un processo-farsa […]. Addirittura ad un povero ragazzo pazzo scampato miracolosamente alla scarica è stato sparato un colpo alla nuca. Comunque ora in tutto il Regno ci sono rivolte in continuazione. I piemontesi chiamano i patrioti “briganti” e rispondono con gli eccidi e varie atrocità a tal punto che anche ex-garibaldini e soldati piemontesi sono passati dalla nostra parte. Mia sublime Andolina, Non sò descrivere tutte le emozioni che provo quando Vi penso e quando Vi scrivo. Siamo tanto lontani fisicamente ma nello stesso tempo tanto vicini con la mente. Ora che mi addormenterò sapeTe a cosa penserò e di chi scriverò, anche senza carta, inchiostro e calamaio ? Scriverò Andolina, [dieci, cento,mille, centomila volte] e quando non saprò cosa scrivere scriverò ancora Andolina […]. I poeti declamano che l’amore perfetto è quello infinito ma nulla nell’universo è infinito tranne l’amore che provo per Voi, mia Andolina. Giovedì, 20 novembre 1862 Tommaso ci ha raccontato che […] la rivolta continua in tutto il Regno e quello che i piemontesi chiamano brigantaggio è uno dei segni più evidenti del malcontento diffuso e della cupa disperazione che ci ha colpito. Sappiamo che […] i piemontesi stanno distruggendo la nostra economia. Pietrarsa, il vanto della nostre industrie è entrata in forte crisi, i piemontesi cercheranno sicuramente di distruggerla per favorire le loro industrie che soltanto ora stanno crescendo anche con i soldi che ci stanno rubando in vari modi. Hanno imposto oltre 22 nuove tasse rispetto alle nostre precedenti solo cinque. Qua la situazione è sempre più tragica, negli ultimi giorni molti fratelli hanno cercato la morte e qualcuno ci è riuscito. Ormai ho poco inchiostro non so fin quando potrò continuare a scrivere. Mia affascinante Andolina, Stanotte nella mia solitudine insonne sto pensando a Voi e Vi rivedo bellissima. Siete incantevole con quel Vostro bel viso sincero e pulito; gli occhi parlano per Voi e dicono tutto l’amore e la dolcezza che c’è in Voi!. Come un raggio di sole del primo mattino, il Vostro sorriso mi illumina l’anima e fa palpitare intensamente il mio cuore una lacrima per nascere dai Vostri occhi, vorrei vivere sulle Vostre guance e morire sulle Vostre labbra. Mi sembra di vederVi e vorrei fermare il tempo per poter godere della luce di felicità riflessa nei Vostri occhi. Potrei rimanere giorni senza mangiare, senza bere e senza dormire ma non potrei rimanere neanche per un istante senza pensarVi.Vita mia ! Domenica, 23 novembre 1862 Pietro e Salvatore, arrivati stamattina, ci hanno raccontato rispettivamente che il 14 agosto1861 a Casalduni e Pontelandolfo ci sono stati incendi di case, saccheggi, violenze e stupri con oltre cento uccisi dai piemontesi, alcuni decapitati con le teste mozzate esposte come trofeo come monito per i patrioti e che hanno incendiato Pontelandolfo uccidendo 400 inermi e violentando ed uccidendo parecchie donne anche in chiesa, sull’altare dove avevano cercato rifugio e chi resisteva particolarmente sono state mozzate le mani oltre a dodicenni violentate [Concettina Biondi] in presenza del padre Nicola da dieci bersaglieri e poi uccisi entrambi [al cimitero c’è la lapide, “Genocidio”, Cap. 16, pag. 127]. Mia affascinante Andolina, Basta pensarVi e per me non conta più nulla! Amore mio, non so se leggerete mai questa lettera ma ho tantissima voglia di scriverVi. Non voglio apparire ripetitivo, anzi sì in questo caso, quante volte Vi ho detto che mi mancate? Tante, ma lo ripeterò fin quando sarò vivo. Nonostante le mie attuali condizioni ho ancora tanta tenerezza e dolcezza da donarVi. Continuo a pensare ai nostri pochi incontri e mi ritrovo a chiedermi perché i momenti più belli, più dolci, quelli si vorrebbe non finissero mai sono sempre quelli che purtroppo scorrono più velocemente. I pochi mesi che ci siamo frequentati, dopo il nostro primo casuale incontro sono stati i più belli della mia vita e mi auguro che c'è ne saranno altri ancora più belli. La distanza è il vero nemico di chi si ama ma nello stesso tempo è anche la cosa che mette alla prova facendo capire più delle altre quanto si ama. Vi penso e penso a domani, al nostro domani insieme in una bella casa dove Voi siete la mia regina che farò il possibile per rendere felice. Mercoledì, 26 novembre 1862 L’avvocato X. Y. mi ha dittato una missiva da ricapitare ai suoi figljoli se gli dovesse accedere qualcosa. Come scrisse Publio (o Gaio) Cornelio Tacito (55-120), uffizio dello storico esser non solo il narrare i fatti, ma ancora lo esporre la ragione di essi. E di vero, dove non si avesse questa a rintracciare e discettarne talora, e far che di essa e delle sue conseguenze abbia a risultare alcuno ammaestramento, quelle sentenze che, anche quando non pronunziate, si affacciano necessariamente allo intelletto del colto lettore, quella filosofia che, come ne svela il passato, ne è conforto del presente e maestra dell’avvenire, lo scrivere istorie sarebbe poco più che mestiere, e lo storico non altro che povero cronista che registra i fatti a gloria di Dio e come meglio li appara; insomma poco più, poco men nobile di un gazzettiere. Noi non scriviamo istorie, ma discorriamo di esse. Pur non crediamo poterci esimere dall'obbligo di narrare e discettare delle ragioni di quelli avvenimenti che crediamo opportuni ricordare; e così ci governeremo. principi restaurati dal Congresso di Vienna rifecero sì la cosa pubblica secondo le forme antiche, assolute conciossiaché fossero secondati dai loro popoli che meno erano stati conci dallo spirito della rivoluzione; ma essi tutti, sia detto a loro eterna gloria, ripatriarono spogli di quell'odio e di quello spinto di vendetta onde tornarono sempre agitati i fuorusciti. Io parlo per amor di patria, troppo forte (quasi che troppo potesse mai essere amore di patria) però peggjor di ogni danno sarebbe sempre il rimorso pel silenzio. Cittadino napolitano, e sin dalla prima età caldo e costante zelatore del bene e dell’onore della mia patria avea fatto disegno di levar finalmente la voce contro l’esercito garibaldino, bieco, lurido, famelico, che si è sparso per le case, pei paesi e per le ville; i padroni di tutto, derubatori d’ogni arnese, calpestatori d’ogni monumento, insultatori d’ogni grandezza e accontro le enormità di modesto governo in queste provincie meridionali, ma troppi, e troppo gravi sono i fatti dei quali io deggio far parola perché i miei figljoli non abbiano un dì a vergognare di un nome che ereditai senza macchia perché io, quando che sia, non possa venire accusato di essermi taciuto; perché io non sia posto fra coloro che, tempo non tarderà, saranno additati come assassinatori, come patricidi del loro paese. Io parlo per ver dire. Nel Plebiscito del 21 ottobre [1860] sappiasi che si fecero rimettere i registri delle parrocchie per formare le liste degli elettori e si prepararono tutte le schede per le elezioni pel voto dell’annessione. Un picciol numero di elettori si presentarono a prendervi parte ma, al momento della chiusura delle urne, vi si gittarono le schede, naturalmente in senso piemontese, di quelli che si erano astenuti. Non è malagevole spiegare la facilità con cui tali manovre hanno potuto riuscire in paesi del tutto nuovi all’esercizio del suffragio universale, e dove l’indifferenza e l’astensione giovavano a maraviglia alla frode, facendone sparire ogni controllo. In alcuni collegi, questa introduzione in massa, nelle urne, degli assenti si fece con sì poco riguardo che lo spoglio dello scrutinio dette un numero maggiore di votanti che di elettori inscritti [Realtà confermata da Filippo Curletti, agente segreto e capo della polizia politica sabauda, che scrisse un memoriale firmandosi J.A. (Archivio di Stato di Modena). “Genocidio”, Cap. 14, pag. 86]. Il Plebiscito non che di passeggiero entusiasmo, era anche figliuolo della temenza non tanto dalla presenza delle già arrivate armi piemontesi, quanto dall’anarchia nella quale eravamo per cadere, e dalla quale credevamo il governo piemontese ci avesse a salvare. I popoli del Napolitano accolsero amico il Garibaldi ma fastiditi ben tosto, degli uomini che per esso sgovernavano la pubblica cosa; e paurosi, ripeto, dell’anarchia, accettarono partito di darsi a Casa Savoja; ed oggi abborrenti dalla tirannide e dalla rapacità piemontese, ed inorriditi dall’anarchia che oggi vi si e messa dentro a regnarvi ferocemente, darebbersi a qualsiasi uomo o demonio, il quale non il bene di queste contrade promettesse fare, si il loro male minore. La smania di subito impiantare nelle provincie Napoletane quanto più si poteva delle istituzioni di Piemonte, senza neppur discutere se fossero o no opportune, fece nascere sin dal principio il concetto e la voce piemontizzare. Non indarno stettero unite otto secoli queste nostre contrade, e l’abitudine della loro autonomia, già divenuta coscienza di nove milioni di uomini, non si può cancellare dal loro animo con un tiro di penna di un dicastero di Trino. Bisognava divenissero daddovero ciò che il governo Subalpino aveva promesso. Ed invece gli uomini di stato del Piemonte hanno corrotto quanto vi rimanea di morale, hanno infrante e sperperate le forze e le ricchezze da tanto secolo ammassate; hanno spoglio il popolo delle sue leggi, del suo pane, del suo onore, e sin dal suo stesso Dio vorrebbero dividerlo. Hanno insanguinato ogni angolo del Regno, combattendo e facendo crudelissima una insurrezione, che un governo nato dal suffragio popolare dovrebbe aver meno in orrore. Il governo di Piemonte per corrottissimi tribunali lascia cadere in discredito la giustizia; al reggimento delle provincie mette uomini di parte, spesso sanguinosi ladroni, caccia nelle prigioni, nella miseria, nell’esilio, non che gli amici e i servitori del passato reggimento, (onesti essi siano o no, che anzi più facilmente se onesti) ma i loro più lontani congiunti, quelli che non ne hanno che il casato; pone la menzogna in luogo di ogni verità. E peggiorato è anche l’insegnamento, i licei sono in piena dissoluzione, perocché diretti da uomini inesperti, e non di rado illetterati ed immorali, i Comuni mancano quasi tutti di scuole, i piemontizzatori sfecero la famosa Accademia napoletana delle Scienze e di Archeologia, e l’Istituto di belle arti e la Università Napolitana, però che le università sono nei professori, e questi furono tutti destituiti per dar luogo ad uomini di parte. I Borbone insediavano nella Cattedre che uomini di gran riputazione come un Macedonio Melloni, il quale, tuttochè esule di Parma ed in voce di gran liberale, fu chiamato qui e deputato a non poche faccende politiche; ed era raccomandato al governo borbonico da Francesco Arago repubblicano ardentissimo, annullando la pubblica istruzione [Dopo l’Unificazione dal 1861 al 1876 fu imposta nel Meridione la chiusura del 99% delle scuole e per finanziare l'istruzione inferiore si spesero 2,32 lire/cittadino al Nord rispetto alle 1,25 lire al Sud. Delle 4 Università del Regno delle Due Sicilie nei 40 anni successivi rimase solo quella di Napoli con la metà dei contributi rispetto a quella di Roma con meno iscritti mentre al Nord ne sorsero di nuove. Furono chiuse anche le tipografie, vietata la pubblicazione di giornali, quindi la libertà di stampa venne abolita fino al 31 dicembre 1865 e venne impedito l’ingresso nell’ex-Regno delle Due Sicilie della stampa estera. Il risultato fu che mentre nel 1861 al Nord c’erano 7 milioni di analfabeti vs i 5 milioni del Sud nel 1951 erano rispettivamente 1,7 milioni vs 2,5 milioni. “Genocidio”, Cap.14, pag. 93]. Il governo piemontese fa a Napoli come quel parassito che, invitato a desco fraterno, ne porta via gli argenti, issofatto trucida questa Metropoli, che la terza è di Europa per frequenza di popolo, e la più gloriosa dopo Roma; e dopo averla oltraggiosamente aggiogata alla sua Torino, alla più povera ed alla meno nobile della città d’Italia, a Torino la cui istoria nelle istorie della Penisola occupa non più lunghe pagine che quelle dei feudi piccioli. Brutta unificazione è quella di una contrada, cui si affoga in un mare di sangue, cui si crocifigge in un letto di miserie. E pure questo misfatto perpetrano gli uomini preposti oggi alla cosa pubblica che ci danno da divedere come illusoria potesse tornare la libertà della stampa [Abolita fino al 31 dicembre 1865] , ci impongono la censura militare [In vigore nel quinquennio 1861-1865 per coprire le operazioni sporche quindi gli stessi parlamentari ed i giornalisti, italiani e stranieri, non potevano circolare nei territori oggetto delle operazioni militari e potevano scrivere solo comunicati forniti delle autorità militari.“Genocidio”, Cap. 15, pag. 115], come si possa violar impunemente quando si voglia lo Statuto fondamentale, senza che vi sia uomo o potere che vi metta inciampo o che ne faccai querela. Le leggi sono espressioni della nazione e de’ bisogni de’ popoli, e questi nascono dal clima, dall’indole degli abitatori, dal loro civile progredimento, dalle loro condizioni religiose, economiche, politiche, Conciossiachè, è opera tirannica il costringere due popoli l’uno nelle leggi dell’altro, perocchè le leggi senza i costumi vanno vote. Il Corpus juris del napoletano e massime il codice penale, e quello di penal procedura, per sentenza di tutti i giureconsulti di Europa e di gran lunga superiore a quello degli Stati Sardi [Venne smantellato l’efficente apparato giuridico che, fra l’altro, con Ferdinando II aveva applicato i principi della “Scuola penale Positiva” per il recupero sociale dei detenuti sostituendo i giudici con camerieri, barbieri, figli di prostitute, ruffiani nominandoli prefetti o segretari comunali o di cancelleria. “Genocidio”, Cap. 2 pag. 11 e Cap. 5, pag. 40]. Le leggi contro gli istituti cattolici in queste contrade superlativamente cattoliche, non poco valsero a confermar la taccia di miscredente, e di nemico di Santa Chiesa, che si aveva il Governo Sabaudo. Arroge la persecuzione pazza e spudorata dè più degni Pastori, le violenze fatte al loro ministero, la prigionia e gli esilii, senza neppur forma di processo, dè più venerandi ministri del santuario , e sin di un Principe della Chiesa, carissimo ai napoletani per virtù e per benefizi, e la morte data a non pochi di essi nelle insurrezioni provinciali, e gli scherni e gli oltraggi gittati a piene mani alla Chiesa dai sicofanti della rivoluzione piemontese, ed il vedere cangiato in postribolo tutto, e la propaganda eterodossa che il governo assai perfidamente spalleggia e manoduce. Fu un ministro piemontese che teste scrivendo ai vescovi d’Italia, sacrilego, osava minacciare uno scisma, ove essi non parteggiassero per la rivolta. E già l’avvocato Scialoja aveva pubblicato le rovinose leggi finanziarie con che capovolse il sistema delle entrate napoletane, ciò che né egli né i suoi superiori potevano fare. Il governo di Piemonte toglie dal banco il danaro de’ privati, e del danaro pubblico fa getto fra i suoi sicofanti [nell'antica Grecia, prezzolati che sostenevano anche denunce false]; quasi tutto il disavanzo nasce dallo aumento dei soldi del debito pubblico e di pensioni a funzionari messi al ritiro per cedere ad altri il loro posto, per pagare i facitori della presente rivoltura. Questo fatto è ben lo specchio che riflette la oscena opera degli uomini preposti alla pubblica cosa, e nella dilapidazione dello erario del Napoletano va ad affigurare la ragione delle nostre sventure or bene intere famiglie veggonsi accattar l’elemosina; diminuito, anzi annullato il commercio, serrati i privati opificii per concorrenze subitanee, intempestive, impossibili a sostenersi, e per lo annullamento delle tariffe e per le mal proporzionate riforme; null’altro in fatto di pubblici lavori veggiamo fare se non metter pietre inaugurali di opere, che poi non veggonsi mai continuare. Francia e Inghilterra predicano il libero scambio, dopo aver avuto per secoli una copertura grandissima e la Francia anche la proibizione. Esse dicono a noi: facciamo liberamente il commercio, apriteci il vostro mercato. Ma questa, è lotta di un gigante con un bambino. Cercasi distruggere la Zecca di Napoli, ch’e la prima dopo quella di Londra e di Vienna, ch’e superiore anche alla Zecca di Parigi; e sottomettesi a vergognoso processo lo antico Reggente di essa, ed il Presidente della gran Corte de’ Conti, ne pochi altri gravi ed onesti uffiziali per dar ragione del valore della moneta napoletana, moneta eccellente di tanto, basata sull’oro[Il sistema monetario del Regno di Sardegna prevedeva l’emissione di carta-moneta mentre il Regno delle Due Sicilie emetteva solo monete d’oro e d’argento assieme alle “fedi di credito”e “polizze notate” alle quali corrispondeva l’esatto controvalore in oro così per ogni lira di carta piemontese non corrispondeva un equivalente valore in oro era quindi carta straccia ma sostituì la solida moneta del Regno delle Due Sicilie.“Genocidio”, Cap. 14, pag. 53] che come esce di Regno, vien rifusa. Nè forse sapevasi in Piemonte come la Zecca di Londra mandasse a Napoli le sue monete per fame il saggio. E frattanto tutto si fa venir di Piemonte, non vi ha faccenda nella quale un onest’uomo possa buscarsi alcun ducato, che non si chiami un piemontese a disbrigarla. Questa è invasione, e un voler sfruttare la nostra terra, siccome terra di conquista. Il governo piemontese sciolse l’esercito napolitano, perciocchè dove quello fosse stato ancora in sulle armi, non potrebbe far cosl aspro governo delle nostre provincie, il più grave delitto del governo piemontesa, perciocché per esso sperperandosi follemente un gran nerbo di forza italiana facevasi sempre più fiacco il nuovo regno, e serviva meravigliosamente di talento dei politici austriaci, che mal vedevano l’esercito delle provincie meridionali si aggiugnesse issofatto a quello delle subalpine ma per tema che un giorno sbriacato del passeggiero entusiasmo, vergognando della servitù, scotesse il giogo piemontese, e volgesse le armi contro all’esercito settentrionale, e ristaurasse il trono napolitano. E di que’ pochi uffiziali che non lasciavansi poltrire nell’ozio od invilirsi nella miseria o suicidarsi, (come fece taluno di essi per non veder perire dalla fame i figliuoli) i governo piemontese non ha rispettato i gradi che guadagnò loro il valore guerresco apperochè doveva favorire le promozioni dei suoi conterranei a differenza di Re Ferdinando I di Borbone [nei riguardi dei seguaci di G. Murat] e della stessa Austria [rispetto ai suoi sudditi lombardi durante Napoleone] per sordita malizia, bene il dimostra il modo che ha tenuto contro all’armata [l’Armata di Mare o Real Marina, la flotta del Regno delle Due sicilie], a quella marineria napoletana che impedì il respingere i mille del Garibaldi e che diedesi mano e piedi legata al Piemonte ma fu sciolta, fu riordinata al peggio, e con un tiro di penna vennero cancellate tutte le sue tradizioni, certamente più antiche e gloriose di quelle della cosi detta Marineria Sarda. In questo nuovo ordinamento, gli uffiziali della flotta napoletana avrebber dovuto essere i primi, e sono divenuti gli ultimi, e venner privati de’ soldi goduti per sovrani decreti, dei gradi meritati per pubblici esami, o per fatti di valore, del diritto di liquidar essi medesimi o le loro vedove la pensione per cui avevano lunghi anni rilasciato il 2 e 1/2 per cento de’ loro averi. Ma il governo piemontese, che non ha riconosciuto i gradi conceduti ai valorosi difensori di Gaeta, perocchè difendevano cò che è sacro per ogni uomo di onore, di qualunque parte, di qualunque nazione esso sia, la Religione della loro Bandiera, bene avrebbe dovuto, non che rispettare quelli guadagnati dai disertori dell’esercito borbonico, levare a cielo le loro persone, e far loro l’apoteosi. Ma non ha fatto cosi, e però esso fu malvagio o verso gli uni o verso gli altri. E forse fu anche per cagione politica lo sfacimento del Collegio Militare della Nunziatella [Fondata il 18 novembre 1787 (“Reale Accademia Militare”) da Ferdinando IV di Borbone], la miglior scuola politecnica d’Italia, e quello della nostra Accademia di marina. Ma or bene che dire di un governo che strappa dal seno delle loro famiglie tanti vecchi generali, tanti onorati uffiziali sol per sospetto che nudrissero amore per il loro Re sventurato, e rilegagli a vivere in inospiti terre del Piemonte? I napoletani che furono o militari o uffiziali di Segretera incredibile a dirsi, non hanno che la misera sovvenzione di un carlino al giorno (quaranta centesimi e mezzo) coi quali non è possibile cibarsi salutevolmente. Muoiono della fame. Chieggiono lavoro, ne lo si vuol concedere loro. Vi ha gentiluomini che sonosi offerti anche a vangare la terra per buscarsi pane più sufficiente. però sono essi trattati peggio che i galeotti. Lo esercito napoletano, tradito da’ suoi generali, voleva mostrare al mondo che non era esso traditore ne codardo [Lo dimostrò tra l’altro nella Guerra di Secessione Americana. “Genocidio”, Cap. 11, pag. 68], e mostrò la umanità sua trajendo in salvo innumerevoli garibaldini che rischiavano pel sicuro di affogare evitando inoltre di sparare loro alle spalle [Battaglia di Caiazzo (21 settembre 1860), prima sonora sconfitta dei garibaldini (1.100 tra morti e feriti e 700 prigionieri) con la quale si infrange il mito di Garibaldi invincibile e la sua campagna militare diviene difensiva tranne la disastrosa battaglia di Carpinone (IS) del 17 ottobre 1860. “Genocidio”, Cap. 12, pag. 70] e si ragunava ne’ monti, e benché privo di armi e di condottieri, piombava terribile contro ad un esercito non reo della sua oppressione. Il novero dei truci episodi di una guerra civile, che dai monti di Calabria si stende nel Basilicato e nell’Apulia [Puglia], e di colà nel Capitanato e nel Contado di Molise, e nel Beneventano, e nei monti di Avellino e nella Campania e negli Abruzzi [I paesi dell’ex-Regno delle Due Sicilie “martirizzati” dai piemontesi furono 41-81 secondo i vari documenti, ad es. Auletta (SA), Barile (PZ), Biancavilla e Bronte (CT), Campochiaro (CB), Campolattaro e Casalduni (BN), Casamari (FR), Castiglione (LE), Cotronei (KR), Gaeta (LT), Gioia del Colle (BA), Guardiaregia (CB), Isernia, Leonforte (EN), Montecilfone (CB), Montefalcione (AV), Nicosia (EN), Niscemi (CL), Nola (NA), Noto (SR), Paduli (BN), Paggese (AP), Palma, Pietrelcina (BN), Pontelandolfo (BN), Racalmuto (AG), Rignano (FG), San Filippo D’Agira (EN), San Marco in Lamis (FG), San Martino (MC), Scurcola (AQ), Trecastagni (CT), Vieste (FG), Vico (CE), ecc. “Genocidio”, Cap. 16, pag.122] o dè saccheggi e degli stupri e dei sacrilegi che precedettero la tragedia di Bronte [agosto 1860,“Genocidio”, Cap. 16, pag.122-130*], le infamie di Gaeta [febbraio 1861*] e di Civitella del Tronto [20 marzo 1861*], gl’incendi ei massacri paurosi di Auletta [30 luglio 1861*], di Spinello [Belvedere Spinello, luglio 1861*], di Montefalcione [luglio 1861*], Pontelandolfo e Casalduni [14 agosto 1861*], di Cotronei [20 settembre 1862*], e di S. Marco in Lamis, di Viesti, di Rignano, di Vico di Palma, di Barile, di Campochiaro, di Guardiaregia, però che non e mestieri conoscere tutto per chiarire la Signoria piemontese immanissima. Il sangue di questa guerra fratricida piombi su quelli che l’accesero, ed esso gli affogherà; perocchè sono rei di meglio che ventimila uomini spenti, quali nella lotta, quali fucilati perché prigionieri o sospetti od ingiustamente accusati; e di tanti paesi innocenti dati in preda al sacco ed al fuoco. Gente della nostra patria vien passata per le armi, senza neppur forma di giudizio statario, sulla semplice delazione di un nemico, pel semplice sospetto di aver nudrito o date asilo ad un insorto [ Tutte le atrocità sono documentate negli Atti Parlamentari, nelle relazioni delle Commissioni d'Inchiesta sul Brigantaggio, nei vari carteggi parlamentari dell'epoca e negli Archivi di Stato dei capoluoghi interessati con molti importanti documenti nascosti o fatti sparire. I numerosi crimini di guerra piemontesi verranno coperti legalmente dalla famigerata Legge n° 1409/1863 (Legge Pica) discussa il 3 e 4 maggio in seduta segreta (“Genocidio”, Cap. 14, pag. 92). Scrisse Napoleone III a Vittorio Emanuele II: “I Borbone non commisero in cento anni gli orrori e gli errori che avete fatto Voi in un anno”]. Soldati piemontesi conducono al supplizio i prigionieri negando loro i supremi conforti della fede; né a pochi feriti venne ricusata l’opera del cerusico, cosicché furono lasciati morire nelle orribili torture del tetano. Testé a Caserta furono fatti prigionieri due dei cosi detti briganti, e da due giorni si teneano in carcere digiuni. Finalmente fu schiuso il doloroso carcere, e quando quei miseri fecersi alla porta credendo ricevere alimento, furono presi e condotti nella corte e fucilati. Quinci anche bambini [Ad esempio il tredicenne Giuseppe D'Amore (11 luglio 1861), a Verzare (Montefalcione) ed i dodicenni Antonio Colucci fucilato il 12 marzo 1862 e Antonio Orsolino da Casalnuovo Monterotano (FG) il 2 marzo 1864. “Genocidio”, Cap. 16, pag. 132] e dodicenni stuprate avanti al genitore [Ad esempio a Pontelandolfo Nicola Biondi venne legato nella stalla mentre dieci bersaglieri sotto i suoi occhi violentavano la figlia sedicenne Concettina Biondi prima di uccidere entrambi [“Genocidio”, Cap. 16, pag. 127]. Si fece un’amnistia. Un contadino di Livardi per nome Francesco Russo, il quale ferito nell’anca, viveva da più giorni tranquillo presso la consorte e i figliuoli, sotto alla fede dell’indulto. Gli amici di lui dicevangli si celasse, non si credesse alle proclamazioni del Pinelli [Gen. Ferdinando Augusto Pinelli (1810-1865), responsabile di vari crimini di guerra e decorato per essi con medaglia d’oro al v.m. “Genocidio”, Cap. 17, pag. 138. Vittorio Emanuele II ai suoi criminali di guerra concesse 4 medaglie d’oro, 2375 d’argento e 5012 menzioni onorevol “Genocidio”, Cap. 16, pag. 122] ma egli non voleva sentir parola e rispondeva non esser possibile che un militare di onore rompesse fede; e mentre che questi detti ei forniva, soldati piemontesa entrarono nella sua casa, e condottolo a Nola, il fucilarono. Si bandì risparmiarsi la vita a chi presentavasi; ed un contadino dell’agro Nolano per nome Luigi Settembre, soprannominato il Carletto, presentatosi a preghiera de’ suoi vecchi genitori, dè quali era unica prole e sostegno, tosto venne immanamente fucilato, non altrimenti che fatto prigioniero nella pugna. I due genitori superstiti, uccisa dal rimorso la ragione, vagano ora dementi per la campagna. Presso Lecce facevansi prigionieri tredici soldati borbonici sbandati i quali non avevano che sette fucili. Si credeva alcuni di essi sarebbero risparmiati, ma no: furono tutti e tredici fucilati. Testé a Montefalcione [luglio 1861] domata la insurrezzione cinquanta dei ribellati pensarono scampare alla strage rifugiandosi nel tempio. Ma i soldati piemontesa, rotte le porte, vi penetrarono, ed i miseri nella stessa casa di Dio furono scannati. Nel Gargano infiniti carbonieri furono presi per briganti, e morti issofatto tra le loro consorti e i figliuoli, accanto alle loro stesse fornaci. Molti di essi venivano condotti a Napoli come trofeo, e fu chiaro quelli esseri miseri e pacifici villani! S’incendiano nella campagna tutti gli abituri de’ contadini, e le ville e le taverne in che possano ricoverare gl’insorti. Si tira addosso a tutti che portan farsetto di velluto, abito che credesi da brigante, e a data ora ogni contadino dee abbandonar il suo campo, pena la morte, mercé questo Governo che ci asservisce, il soldato onde speravamo la franchezza d’Italia, e tenuto, nelle provincie napoletane, siccome maledetto, siccome nemico di Dio! Nei vortici di fiamme che divoravano Pontelandolfo [14 agosto 1861] udivansi alcune voci di donne cantanti litanie e miserere. Certi Uffiziali si avanzarono verso l’abituro onde veniva quel suono, ed apersero l’uscio, e videro cinque donne che scapigliate e ginocchioni stavano attorno di un tavolo su cui era una Croce con molti ceri ivi accesi che si ritrassero tutte in un cantuccio, e tosto profondò il piano superiore e furono peste le loro ossa, e la fiamma consumò le innocenti. II giorno posteriore a tanto eccidio, all’incendio di due paesi, di Pontelandolfo e di Casalduni, l’uno di cinque, l’altro di sette mila anime, leggevasi nel giornale ufficiale di Napoli il telegramma: Ieri mattina, all’alba, giustizia fu fatta contro Pontelandolfo e Casalduni! [Fu inviato il 15 agosto 1861 dal gen. E. Cialdini (1811-1892) da Napoli al Ministro della Guerra. Responsabile di vari crimini di guerra, fra i quali la Iª guerra batteriologica moderna infettando l’acquedotto di Monte Conca a Gaeta con carcasse di animali morti provocando una terribile epidemia di tifo petecchiale, la vera causa della resa, venne decorato fra l’altro con la medaglia d’argento al v.m. “Genocidio”, Cap. 17, pag. 133] un popolo cosi manomesso non dimenticherà mai le perpetrate scelleratezze, ed apporrà a tutta una provincia italiana i delitti di una setta. In ogni angolo delle nostre provincie sorgerà un monumento di questi giorni nefasti [Il 10/X/1985 il Comune di Bronte ha inaugurato un monumento alle vittime delle repressioni a pochi metri della strada ancora dedicata a N. Bixio, segno che alcuni presunti eroi, anche quando emerge la verità storica, tardano ad essere considerati per quello che sono stati veramente, cioè semplici criminali di guerra (“Genocidio”, Cap. 16, pag. 123). Bixio, protagonista tra l’altro della strage di Bronte, eseguì oltre 700 condanne a morte senza processo. Riconobbe in Parlamento il 28 aprile 1863: “Si è inaugurato nel Mezzogiorno d'italia un sistema di sangue. E il Governo [ ... ] ha sempre lasciato esercitare questo sistema” (“Genocidio”, Cap. 17, pag. 133]. A ricordo dell’ultima battaglia del gen. J. Borjes (1813-1861) fucilato a Tagliacozzo il 15/XII/1861 e la cui salma è misteriosamente scomparsa dopo 142 anni è stato scoperto un nuovo cippo dal Sindaco, alla presenza tra l’altro del Presidente del Consiglio Regionale che onora il generale […] (“Genocidio”, Cap. 15, pag. 120). Pontelandolfo “luogo della memoria” dove c'è un piccolo monumento con tredici nomi e una lapide in memoria di Concetta Biondi il 14 agosto 2011 ha ricevuto pubblicamente le scuse della Repubblica Italiana e della città di Vicenza (“Genocidio”, Cap. 16, pag. 129). Ogni campo si troverà gremito di croci sepolcrali: ogni capanna ricorderà le stragi di questo tempo: ogni tempio adornerà un altare espiatorio che ricordi la guerra fratricida: ogni provincia mostrerà i ruderi di una o più città incendiate, e colà trarranno in pellegrinaggio i nepoti delle nostre vittime, e gli additeranno ai loro figliuoli siccome esempio terribile del dove possa condurre una Nazione il voler attuare pensieri innaturali od immaturi. Il governo piemontese, rimoveva dal reggimento di queste provincie il generale Cialdini ed il Pinelli, però che comprese inutile anzi più micidiale tornare il terrorismo che la buona guerra. Il governo piemontesa non fonda, ma distrugge. L’Austria dall’alto delle fortezze di Mantova e di Verona ci guata; e non muove ad assaltarne perché noi ci suicidiamo: e veramente nuovo pazzo sarebbe quello che tirasse sul nemico nell’ora stessa che questi di per se gettasi nel precipizio. E pel precipizio già avvalliamo noi, caduti in discredito fuori, e dentro divenuti esosi agli onesti. E la maledizione pubblica è sul suo capo. Da per ogni dove sorge una voce che lo condanna e lo vilipende. Le Tutt’Europa ora sa che n’e delle cose nostre, ed il nome del governo piemontese si oltraggia per ogni terra. L’oro che profondeva esso per abbindolare la opinione europea, non ha ingannato che lui stesso, lui che non volendo far sapere verità, ha finito per non saperla egli medesimo, e che, rimasto al buio, simile ai ciechi della parabola, procede appoggiandosi ai ciechi. Egli e per i suoi errori che vien vilipesa la rappresentanza nazionale, tutta quanta creduta correa di esso. Il governo di Piemonte ha creato anco i campi di concentramento come questo di Fenestrelle [Il Parlamento non trovando un territorio all’estero dove deportare i prigionieri per la ripugnanza delle Nazioni conttattate (“Genocidio”, Cap.18, pag. 140) istituisce il 17/III/1862 i lager (Fenestrelle, S. Maurizio Canavese, Alessandria, nel forte di S. Benigno in Genova, Milano, Bergamo, forte di Priamar presso Savona, Parma, Modena, Bologna, Ascoli Piceno ed altre localita del Nord mentre in migliaia vennero confinati in varie isole come Gorgonia, Elba, Giglio, Capraia, Ponza) per internare “gli individui dell'ex-esercito borbonico” dove oltre 40.000 uomini furono fatti deliberatamente morire per fame, stenti, malattie e maltrattamenti, una drammatica realta storica completamente rimossa dalla storiografia ufficiale. A Fenestrelle […] la sopravvivenza media era di 3-4 mesi, morivano di stenti, di freddo […] in localita dove la temperatura era quasi sempre sotto lo zero, per accrescere la sofferenza dei prigionieri vennero divelti, deliberatamente gli infissi ai finestroni per accelerarne la morte) e di malattie e della maggior parte dei decessi non esiste traccia perche i cadaveri venivano ammassati in botole di calce viva che liquefaceva anche le loro ossa, una di queste si trova dietro la chiesa vicina all’ingresso. Una morte quindi disonorevole, senza tombe e lapidi e senza ricordo affinche non restasse tracce dei misfatti compiuti. Ancora su un muro e visibile l'iscrizione “Ognuno vale non in quanto e ma in quanto produce” che ricorda l’Arbeit macht frei (“Il lavoro rende liberi”) dei campi di concentramento nazisti. “Genocidio”, Cap.19, pag. 153] e Ezechia diggià vagheggja di una teoria dell’inferiorità per razza dei meridionali [elaborata intorno al 1870 dall’ufficiale medico piemontese Marco Ezechia (poi Cesare) Lombroso (1835-1909), seguace del Positivismo, considerato uno dei maggiori pensatori del secolo […] che scriverà che “la razza meridionale è biologicamente inferiore, semi barbari o barbari completi, per destino naturale” punto di partenza di preconcetti razzisti nei confronti dei meridionali, spesso ancora presenti […]. In occasione del centenario della sua morte il 27/XI/2009 ha riaperto il “Museo di Antropologia Criminale” di Torino dove crani e altre parti dei corpi di centinaia di “briganti” meridionali […] giacciono in una specie di fossa comune nonostante la richiesta di loro seppellimento“Genocidio”, Cap. 20, pag.157. In un evidente rapporto di causa-effetto, questo razzismo costituisce una delle basi ed una giustificazione ideologica dell’approccio colonialista verso le problematiche del Meridione e con tutto il corollario di pregiudizi sopravvive lasciando un segno indelebile anche nella cultura contemporanea. “Genocidio”, Cap 20, pag. 161]. Rimembrate fijoli allafine che non ama Italia soltanto quegli che la vorrebbe una ed indivisibile; ma quegli più e suo amico che la vuole civile e Concorde, piuttosto che barbara e discorde, ed una e morta epperò mutare il buono per il mediocre, se può parer bello ai piemontesi, non parrà certo provvido ed opportuno espediente a nullo uomo di Stato, che logicamente ponderi i mali e le necessità di una unificazione di provincie. Il governo di Piemonte è superbo, né mai fu superbo che non cadesse misero e vile. Il governo di Piemonte ha sparso e sparge il sangue fraterno, e su lui pesa la maledizione di Caino, troppo, troppo sangue innocente grida vendetta contro di essi. Venerdì, 28 novembre 1862 Il Regno delle Due Sicilie era un Paese meraviglioso, il “Bel Paese”; la “ Felice Terra” degli antichi, ricco di vegetazione, fiori e frutteti, illuminato costantemente dal sole e ricco di cultura e tradizioni dove filosofi e grandi studiosi hanno fatto la grande storia. Era un Paese libero, abitato da gente felice, dove c'era benessere, cultura, lavoro, fratellanza e fede. Da altri Paesi la gente veniva a lavorare trovandovi accoglienza generosa per respirare la sua aria, lavorarci, vedere i suoi tesori artistici, gustare quelli gastronomici, godere dei suoi panorami, dei suoi mari e delle sue montagne. Avevamo un Re che era un meridionale, uno di noi, nato tra noi, che viveva e parlava come noi, con le nostre tradizioni, che badava al nostro benessere ed a rendere il Paese autonomo dall’ingerenza delle potenze straniere. Avevamo tutto ed in tanti ci invidiavano come gli inglesi, i liberali francesi ed i viscidi piemontesi arrivamdo ad usare le armi della falsità e dell’ipocrisia. E venne un delinquente violentatore, oggi dipinto eroe dei due mondi [Garibaldi] mandato da Cavour e dai Savoia per completare l'opera iniziata dal veleno degli infiltrati liberali e dai traditori nostrani, pronti a vendersi per trenta danari. Con un falso plebiscito hanno annesso la nostra bella Nazione al minuscolo Piemonte, trasformando il nostro amato Regno in un’infelice provincia ed hanno cominciato a spogliarci di tutto, dopo tante false promesse e quando il popolo ha cominciato a ribellarsi, lo hanno chiamato popolo di briganti e di razza inferiore reagendo con la violenza ed il genocidio. Ora stanno distruggendo la nostra economia, addirittura si portano gli strumenti per stampare dal loro freddo Piemonte costringendo il nostro popolo fiero a diventare un popolo di patrioti (“briganti” li chiamano loro) o di emigranti in terre lontane. Mia mirabile Andolina, l’amore è un sogno, nella vita ho conosciuto tante donne ma una sola è entrata nel mio cuore all’improvviso, Voi, dolce e radiosa facendo impazzire il mio cuore! Vorrei sedermi con Voi su uno scoglio, fermare il mondo, dirVi tante cose, ascoltarVi, prenderVi per mano, sfiorarVi le guance, abbracciartVi, e stringerVi forte a me! Vi penso sempre, non riesco a dimenticarVi Sentite come batte il vento sul Vostro volto, sul Vostro corpo, alle Vostre finestre? Forse sono io, per sempre in eterno, fino a quando mi raggiungerete, per sempre, oltre la vita, oltre la morte. Amore mio, unico amore della vita mia! ***** E’un romanzo mozzafiato, da leggere tutto d’un fiato, con un finale certamente inaspettato, ricco di tensione ed è anche un documento storico di un’epoca in genere misconosciuta in cui uno Stato non esita a ricorrere al genocidio e alla criminalità più becera per imporre le proprie leggi. E la drammatica conclusione del romanzo lascerà sicuramente stupefatti. [dalla 4ª di copertina]. Liberamente tratto dal romanzo di Stefano Pellicanò “Edelweiss: Lettere dal campo di concentramento di Fenestrelle (Ritorno a Ciriè)”; ISBN: 978-88-97215-12-7. Per gentile concessione di Calzone Editore (www.wix.com/calzone_editore/home; calzone.editore@libero.it). © Copyright 2012 CE Calzone Editore Tutti i diritti artistici e letterari sono riservati.
Nel periodo tra il 5 e l’8 novembre scorso si è svolto a Chianciano terme il XXIII Congresso Nazionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti ONLUS. Non descriveremo qui i dibattiti e le questioni trattate all’interno di questo importantissimo appuntamento. Noi eravamo là non tanto in veste di dirigenti o partecipanti, ma come intrattenitori. Sì perché in occasione della serata di apertura di giovedì 5, è stato consegnato il premio “Braille”; per allietare tale evento si è ben pensato di far esibire alcuni artisti non vedenti; anche il giorno successivo, venerdì, la sede centrale ha voluto organizzare qualcosa di simile, invitando altri cantanti. Così Patrizia, conosciuta non solo perché si esibisce in locali del territorio pisano, ma anche nella struttura per non vedenti di Tirrenia, parlo del centro Olympic beach, è stata contattata per chiedere la sua adesione alla manifestazione. Essendo Chianciano in provincia di Siena, le modalità organizzative sono state definite dal suo presidente provinciale, Massimo Vita. E’ con lui che abbiamo preso accordi e chiesto le informazioni del caso. Sapevamo che non saremmo stati i soli artisti presenti: ci sarebbe stata anche una signora di Massa, un duo di Siena e un altro duetto di cantastorie della zona. Appreso ciò, avremmo voluto sinceramente defilarci, più che altro per lasciare spazio agli altri, visto il tempo risicato che ci sarebbe stato concesso a testa. Poi, considerata la caratterizzazione di intrattenimento a loro detta, leggero e informale richiesto, abbiamo deciso di accettare. Anche perché l’assemblea dei circa 300 dirigenti UICI si svolgeva in una località e un posto di prestigio, il salone dell’hotel centro congressi Excelsior di Chianciano. Acquisite le info da internet, l’ampia sala da 700 posti, con palco, camerini e su richiesta, possibilità di dotarsi di un impianto audio idoneo, ci è sembrata un’ottima vetrina con un compromesso acustico che non si riscontra facilmente. Potete immaginare la nostra delusione quando, il giorno prima, siamo stati informati che la serata non si sarebbe svolta sul palco di quel meraviglioso salone di cui sopra, piuttosto all’interno di una villa antica che il comune, gratuitamente, aveva dato in gestione. Il tutto a pro della mostra delle opere riguardanti la disabilità visiva ospitate nelle stanze di tale villa. Comunque ecco il resto dei fatti. Arrivati in stazione a Chiusi, che dista circa 15 Km da Chianciano alle ore 17:00, un ragazzo molto gentile e disponibile ci ha accolti e portati a destinazione con un mezzo proprio dell’UICI. Durante il tragitto abbiamo sostato presso l’albergo che ospitava Vita, che abbiamo salutato. Lui ci ha cortesemente chiesto se necessitavamo di altra appparecchiatura, come microfoni e altro. Avevamo tutto il necessario, abbiamo apprezzato ad ogni modo la sua offerta. Solitamente, quando ci spostiamo per le serate, siamo perfettamente autonomi, dal mixer, ai cavi, cuffie e via dicendo. E finalmente, la villa! Scesi di macchina ci siamo diretti verso l’ingresso; le ragazze che avevano allestito il tutto e attendevano i visitatori, ci avevano sicuramente scambiati per tali. Allora abbiamo detto loro che facevamo parte del gruppo dei cantanti, insomma gli animatori, e chiesto dove potevamo sistemarci, dove avremmo cantato. Altra delusione. Ci è stato riferito che avremmo cantato all’aperto e indicato un tavolo e una panca proprio a fianco dell’entrata. Al che era presente anche Rossana, l’altra signora di Massa che avrebbe cantato; siamo stati subito concordi che quello era il posto meno adatto per cantare, oltretutto non c’era lo spazio materiale per sistemarci tutti, anche se ci hanno informati che i due ragazzi senesi, Martina e Alessandro non sarebbero venuti per problemi di salute di lui. Tra l’altro cominciava a imbrunire e col buio, aumentando il freddo e l’umidità. A tal punto non potevamo certo tornarcene a casa, abbiamo acconsentito nostro malgrado alle condizioni pessime di collocazione e trattamento a noi tutti riservate e abbiamo iniziato, con l’aiuto di Alessio, il ragazzo che ci aveva preso in stazione, a piazzare le nostre apparecchiature. Poi abbiamo fatto una prova veloce. Arrivati alle 18:45 circa, siamo rientrati e abbiamo chiesto alle responsabili dove avremmo potuto cambiarci e mangiare un panino (che avevamo portato con noi). Altri problemi: la villa doveva esser chiusa, gli accompagnatori ci avrebbero portati al ristorante, dopodiché, 21, 21:30, saremmo tornati lì. Io sapevo che avremmo potuto rinunciare alla cena, e restare all’interno della villa. In aggiunta, non avrei mai lasciata incustodita la nostra attrezzatura all’esterno. Dopo un po’ di cordiali batti e ribatti, le ragazze ci permettono di rimanere in villa, fino al loro ritorno, previsto per le 21:15. In caso di problemi, ci hanno lasciato i loro numeri di cellulare. Abbiamo quindi mangiato e ci siamo cambiati nel bagno della villa. Nel frattempo vista l’incombente umidità, abbiamo coperto la strumentazione con dei sacchi di plastica recuperati qua e là. Ci tengo a precisare che la maggior parte dei cantanti, se non la totalità, non mangia prima di cantare. Perlomeno i cantanti e chi suona uno strumento a fiato. Dopo aver più volte tormentato Massimo nei giorni precedenti per i dettagli, ho dato per scontato che non ci saremmo allontanati dalla villa e avremmo mangiato dopo, cosa che un addetto ai lavori sa perfettamente. Ore 21:15, inizio. Dopo aver tolto le coperture dagli strumenti e asciugate le sedie che avevamo preso, deciso di cantare una miseria di 6 canzoni, poi avremmo lasciato il posto a Rossana e i cantastorie, abbiamo cantato 3 canzoni. Poi siamo stati interrotti da Massimo Vita che, giustamente, ha introdotto la serata e dato la parola ad altre persone, quali il presidente regionale Prof. Quatraro, l’assessore del comune di Chianciano ecc. Peccato che quando mi è stato chiesto il microfono per parlare, il mic generale connesso al mixer che aveva acceso Alessio era spento, io non sapendo come gestirlo, sono stato costretto a prendere quello di Patrizia allungandolo pericolosamente dalla parte opposta del tavolo, visto che il filo non era lungo a sufficienza per essere spostato sulla piazza. Dopo abbiamo eseguito altre 2 canzoni e, mentre ci apprestavamo per l’ultima, siamo stati nuovamente interrotti perché doveva parlare qualcun altro. Ho chiesto a Massimo se ci lasciava terminare con l’ultima canzone, ma ahimé, la risposta è stata negativa. Dopo un altro bel po’ di disquisizioni abbiamo terminato l’esecuzione e passato la palla all’amica Rossana. Finito di smontare la nostra attrezzatura Alessio ci ha gentilmente riaccompagnati in albergo. Alcune persone hanno fatto i complimenti a Patrizia, e queste, insieme al saluto personale di Quatraro, sono state le due cose che forse ci hanno riscaldato un po’, visto il freddo che c’era. Non posso certo esprimermi sul congresso in quanto esposizione degli argomenti trattati e loro relativa organizzazione; per quel che ne so dai tempi in cui anch’io ero consigliere provinciale e regionale, credo che non avrei niente da eccepire. Ma per il dopo cena alla villa avrei da dire alcune cose; anzi, credo di averle già messe all’attenzione dei lettori nel raccontarvi quel pizzico di leggerezza e inesperienza che ha contraddistinto noi tutti artisti coinvolti. Certamente è mancato il riguardo, l’attenzione a tanti piccoli e grandi particolari. Se non si voleva fare musica, bastava non farla. Credo che sarebbe stato meglio usufruire dei cantastorie e del duo senese e non far partecipare altri personaggi che vengono da lontano a offrire gratuitamente un servizio prima di fare un potpourri come quello che è stato. Non me ne voglia Massimo Vita, presidente UICI di Siena e il maggior responsabile e organizzatore dell’evento. Le critiche, se così debbono esser considerate, non sono certo rivolte a lui. Sicuramente la musica è poco considerata in generale, in molti ambiti, quando si vuole racogliere persone, noi italiani preferiamo un ristorante o manifestazioni di carattere espositivo, come mostre di scultura, pittura, ecc. Basta vedere quello che si investe nello scegliere un menu gastronomico piuttosto ricco o o per affittare ampi spazi con reception e altri servizi per gallerie culturali e artistiche; ma poi, se si deve organizzare una serata con musica dal vivo, si cerca sempre di non pagare la SIAE o di noleggiare impianti audio rimediati. Questione di mentalità. Massimo ha comunque tutta la mia personale stima in quanto so che è una persona estremamente attiva e io, che sono appunto per il fare, vedo a volte realtà opposte riscontrate in altre sezioni provinciali. Quello che ho detto quindi, va considerato come un memorandum delle cose da non ripetere. Quando e se ci sarà un evento canoro, proprio perché possa essere apprezzato e gustato al meglio, lo si dovrà curare con tutte le attenzioni del caso. Tra l’altro, anche il nostro caro presidente nazionale, Mario Barbuto, che seguo anche nella sua rubrica mensile in cui accoglie telefonicamente i soci, ha recentemente spinto tutti a dire tutto ciò che non va o che va migliorato, proprio per rendere possibile tale cambiamento migliorativo. Spero a questo punto che, in futuro, manifestazioni del genere e altre iniziative siano organizzate con la necessaria scrupolosità, non tanto per una mia personale e pignola puntigliosità, ma perché quando si parla, quando ci si esibisce di fronte alle masse, si deve cercare di proporsi al meglio, proprio per il gradimento del pubblico.
Affezionati amici e amiche che seguite da anni questa rubrichetta di buonumore rieccomi ancora quì a cercare di regalarvi un momento allegro! Ora che le giornate sono fredde e uggiose e che a molti mettono un po di malinconia unico rimedio e proprio quello di leggere questa sfilza di componimenti umoristici che chiamiamo barzellette! Buona lettura e buon divertimento! --- 1) Un vecchio prete di un paesino del veneto insegna alle sue parrocchiane a dire in confessione "Sono caduta" invece del più volgare "Ho tradito". Col tempo le donne, un po' bigotte, imparano a esprimersi in questo modo per cui quando vanno a confessarsi si esprimono così: "Padre, mi perdoni perché questa settimana sono caduta tre volte" (oppure due volte o una volta, ecc). Per anni le cose filano lisce finché un giorno il vecchio prete muore e viene sostituito da un giovane pretino che non sa dell'usanza del paese. Rimane quindi colpito dal fatto che molte parrocchiane si presentano per la confessione dicendo: "Sono caduta due volte" (o tre volte, ecc), però attribuisce il fatto alla cattiva condizione delle strade del paesino. Passano le settimane, ma le confessioni sono sempre le stesse. Un giorno il pretino decide di andare a protestare dal sindaco: "Signor Sindaco, da quando sono giunto in questo paese non vedo altro che parrocchiani che si lamentano di essere caduti, chi una volta, chi due, chi tre e chi più volte. È ora di porvi rimedio!". Il Sindaco capisce subito l'equivoco in cui è caduto il prete e quindi lo tranquillizza subito: "Ma no, signor parroco, non si preoccupi!". E il prete: "Ma non è vero che non ci sia da preoccuparsi! Anche sua moglie questa settimana è caduta due volte!". 2) Due amici vanno a teatro. Si accomodano in galleria. Nel sedile di fronte ad uno di loro siede un tizio con una grossa testa pelata. Un amico dice all'altro: - Una testa così è una tentazione troppo grossa! Scommetti che gli do uno schiaffone in testa? Infatti parte una sberla sul cranio del malcapitato, e contemporaneamente gli dice: - Orazio!!! Amico mio... è tanto che non ti vedevo! Il tizio con la testa pelata, formato armadio a quattro ante si alza e, rosso in faccia dalla rabbia risponde: - Non sono Orazio,, un'altra volta faccia più attenzione!!! Allora lo schiaffeggiatore si scusa umilmente: - Sono veramente desolato, ma pensi che lei al buio è proprio identico al mio amico Orazio, con il quale ho questa abitudine di salutarlo con uno schiaffo sulla testa! Stia pure tranquillo che non succederà mai più! Il grosso tizio pelato accetta le scuse ma ad ogni buon conto cambia posto, e va a sedersi in platea. Lo schiaffeggiatore dice all'amico: - Un'occasione così non possa lasciarmela scappare! Adesso lo cerco, lo trovo, e gli do un'altro schiaffone sulla pelata! L'amico gli fa: - Sei pazzo! Questa volta vedrai che ti uccide, non hai visto che occhi iniettati di sangue aveva già la prima volta che gli hai fatto questo scherzo?! L'amico non si fa dissuadere, scende in platea e, nell'oscurità individua dove si è seduto il pelato, si risiede nel posto dietro al suo che, combinazione vuole era libero, e gli affibbia un altro sberlone sul cranio esclamando: - Orazio, amico mio, pensa che su in galleria c'è un tizio che, di spalle, è assolutanmente identico a te!!! 3) Un giovanotto di citta' sfreccia a tutta velocita' con la sua auto sportiva lungo una stradina di campagna, quando ad un certo punto si vede superare da un gallo. Strabiliato dal fatto, frena bruscamente, scende dalla macchina, guarda all'orizzonte... ma del gallo piu' nessuna traccia! Proprio li', poco distante, scorge un contadino sul ciglio della strada che lavora la terra, gli si avvicina e gli domanda: "E' suo quel gallo?". Il contadino gli risponde: "Si', e' mio quel gallo, perche'?". "Me lo vende?" chiede il ragazzotto. E il contadino risponde: "Pensi che l'altra settimana e' passato di qui un americano, si e' fermato con la macchina, mi ha chiesto la stessa cosa e mi voleva offrire 10 milioni. Invece, soltanto 3 giorni fa e' passato un giapponese che me ne voleva offrire 50 di milioni". "E lei non lo ha venduto?" chiede il ragazzotto. E il contadino, con aria indisponente, replica: "Eh! Ma provi un po' lei a prenderlo quello la'!!" 4) Prima di salire in moto, un motociclista s'infila la giacca a rovescio, con i bottoni sulla schiena per non prendere freddo sul petto. Nel sorpassare la gazzella dei carabinieri sfortunatamente cade a terra. Subito accorre in soccorso il primo carabiniere e poco dopo il secondo, che chiede: Ma è morto sul colpo? -No, risponde il primo carabiniere: prima parlava, appena gli ho raddrizzato la testa non ha parlato più. 5)......... Fra comari. Una donna piangendo si rivolge all'amica: - Comare mia, mio marito è gravemente ammalato! - Allora devi chiamare subito il medico. - Non serve perché sta per morire. - Ma che dici, comare mia, fa le corna! - Ah! Se fosse per questo non avrebbe neanche un raffreddore! 6).................. Un signore è seduto nello scompartimento di un treno e tiene i piedi appoggiati sul sedile di fronte. Ad un certo punto passa il controllore per timbrare i biglietti, e quando lo vede gli dice: - Mi scusi, ma lei anche a casa sua mette i piedi sulle sedie? - No... e lei anche a casa sua timbra i biglietti? ......... 7) Due amici discutono sulla validita' delle terapie psichiatriche. Dice il primo: "Non servono a niente. Per me gli psichiatri servono solo ad arricchirsi coi soldi di noi pazienti". Ma il secondo non e' d'accordo: "Ma no, non e' vero. Sono molto brave a curare la mente umana. Io ad esempio l'anno scorso ero affetto da una terribile mania: non volevo assolutamente andare a rispondere al telefono. Ne avevo una paura folle". Al che il primo chiede: "E allora? Ora sei guarito?". "Certo, ora vado sempre a rispondere al telefono.. sia che squilli oppure no!".......... 8) Al cinema Durante il film, Pierino si alza per andare alla toilette, inciampa nella gamba un altro spettatore e gli pesta un piede. Al ritorno gli chiede: "Scusi, è a lei che ho pestato un piede, prima?" L'uomo, seccato: "Sì! Finalmente ti sei deciso a chiedermi scusa!" Pierino: "Mah, a dire il vero volevo essere sicuro di trovare il mio posto nella fila..." 9) "Come, dottore, cinquanta euro per scrivere due righe su un pezzo di carta?" "Cara Signora, per poter scrivere queste "due righe", come dice lei, ho dovuto studiare trent'anni!" "Ma, dottore, se lei e' un po' tonto devo pagare io?" 10) In tribunale. Il giudice si rivolge all'imputato. E' vero che ha preso un bracciale d'oro.. e se lo è tenuto? L'imputato: Sì, certo, è mio! Perchè? Come può dimostrare che è suo? Ma signor giudice,perchè dentro c'era scritto: "TUO PER SEMPRE"! 11) Un barbone ruba una gallina per sfamarsi e va sulle rive di un fiume per mangiarla. Accende un fuocherello, tira il collo alla gallina e comincia a spennarla. All'improvviso arriva un vigile, il barbone butta subito la gallina nell'acqua, ma il vigile, avendolo notato: -Cosa ha buttato nell'acqua? -Nell'acqua? Io? Niente, perché? -E allora cosa sono tutte queste penne? -Niente... c'era una gallina che si voleva fare un bagno e m'ha detto se gli davo un'occhiata ai vestiti 12) Un carabiniere dice a un suo collega : Sapete che mia moglie la prima volta che è rimasta incinta ha avuto due bambini e leggeva "I due gemelli dispersi nel bosco", la seconda volta ha letto "I tre moschettieri" e ha avuto tre gemelli! Aquesto punto l'altro sorpreso e spaventato ribatte:Scusa collega,me ne devo subito andare a casa! Ma collega,come mai così all'improvviso ha deciso di tornare a casa? Si e forse ricordato di qualcosa che deve fare con urgenza? Sii,devo distruggere il libro che stà leggendo mia moglie,ovvero la Carica dei 101!