Informazione per i giovani del III millennio numero 7 dicembre 2002
Direttore Prof. Carlo Monti
Vice Direttore Maurizio Martini
Redattori Alessio Lenzi, Mario Lorenzini
Redazione
Via Francesco Ferrucci 15
51100 - PISTOIA
( Tel. 057322016
. e-mail: gio2000@freemail.it
Tipologia: notiziario
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4197 del 26.06.2000
Gli articoli contenuti nel periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente quello del singolo articolista.
Editoriale - Di Mario Lorenzini
CULTURA
Un rivoluzionario metodo per curarsi - Di Irina Gregoriev e Renato Bianco
ESOTERISMO, RELIGIONI E DINTORNI
SETI - fregano... - Di Corrado Malanga
HOBBY E TEMPO LIBERO
Sulle rotte del sud..., la Sicilia, un'isola, un mito... - Di Valeria Vaccari
INFORMATICA
Outlook Express (lezione 3) risposta ed inoltro dei messaggi - Di Paola Vagata
LAVORO
Il lavoro: luce che ritorna - Di Natale Todaro e Luigi Palmieri
MUSICA
Alex Baroni, quando il destino presenta il conto... - Di Vainer Broccoli
NORMALITA' E HANDICAP
Anche i non vedenti possono partecipare ad un rally - Di Irene Verzeletti
RACCONTI E POESIA
In un tramonto eterno e nitido - Di Simona Convenga
RIFLESSIONI E CRITICHE
Cos'è ormai il Natale? - Di Elena Aldrighetti
Di chi sono le colpe? - Di Aries Dominghini
Due tesi a confronto - Di Maurizio Martini - Oriana Fallaci - Eugenio Scalfari
Per un Natale che non porti sofferenza e morte agli animali - A cura di Vita Universale
Di Mario Lorenzini
Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi
Non è Battisti, purtroppo, bensì la ditta che ha vinto
lappalto per
costruire un edificio scolastico puntando solo sul basso-prezzo (ma
scarsa qualità di realizzazione).
Ma è anche larchitetto compiacente che concede il permesso
di erigere
una-bitazione alla famiglia che gli promettte
qualche favore.
E lo pensa (o lo dice) il trasportatore di greggio con la
petroliera
che ha lo scafo sottile sottile
Ma con chi parlano queste persone? Forse dialogano con Dio? Può
darsi,
ma stiamo bene attenti, perché questo Dio va bene anche per gli atei,
non si chiama Allah o Geova, lo conosciamo tutti, è il Dio denaro. Se
poi vogliamo fare il confronto con altre religioni lo possiamo chiamare
Dio profitto, Dio tornaconto (in special modo economico) e via dicendo.
Ci siamo capiti o no?
Mi spiego anche con esempi:
Comune di xxx xxxxxxxx, bando di gara per la costruzione di una
scuola;
rispondono le ditte a, b, c. La ditta c mostra un preventivo di spesa
più basso, e pertanto vince lappalto, ovvero si aggiudica il diritto
di eseguire i lavori di costruzione di cui sopra per conto del comune
in questione. Sì, tanto lunico criterio di valutazione nel decidere a
chi affidare unopera così importante è solo il costo finale, perché si
sa, le casse degli enti pubblici sono vuote. Non si pensa al minimo
rispetto delle normative, tanto quando la scuola è in piedi è uguale
identica a quellaltra che è costata due milioni di euro in più (sai,
quella a norma antisismica).
E allora il capo della ditta pensa : «Io vorre
(guadagnare
di più,
risparmiando sui materiali, visto che ho già proposto al comune un
prezzo allosso) non vorrei... (farlo perché è scorretto, non è un
palazzo sicuro) ma se vuoi (tanto è lapparenza che conta, cosa vuoi
che succeda).
Ma il terremoto santo Iddio, uninondazione! Mi sembra che,
ultimamente, queste cose siano più probabili che
remotamente possibili.
E il combustibile disperso in mare? Quanto costa fare un doppio
scafo a
una nave cisterna? Che importa, la salute del mare e delle spiagge
rovinate non ha un prezzo.
E forse bello vedere la faccia dei giornalisti, loro che
gridano
disastro ecologico, allarme
inquinamento?
Sono ammirevoli gli sforzi dei volontari, della protezione civile
e di
tutti coloro che, impegnati nel riorganizzare la vita a chi è stato
colpito dal terremoto, fanno del loro meglio. Ma la solita frase
inutile, inutile detta ora, col senno di poi, la voglio dire: «ci si
poteva pensare pri-ma, ci si doveva pensare prima».
E se necessario, la navi che trasportano materiali contaminanti
avranno
un triplo strato di protezione.
E i dirigenti degli Uffici Tecnici la smetteranno di assegnare
concessioni edilizie in pros-simità di un fiume o a ridosso di una
collina a rischio, solo per una mazzetta sporca.
Io dico che è giunto il momento di mettersi la manima su quella
cosa
chiamata coscienza, ogni volta siamo tentati dal Dio denaro.
Un rivoluzionario metodo per curarsi
Di Irina Gregoriev
e Renato Bianco
Sarebbe ora che gli occidentali si svegliassero un
pochetto!
Raramente, noi pensiamo al fatto che il nostro rendimento, su
qualsiasi
piano (fisico, mentale, spirituale ecc.) è proporzionato alla energia
che possediamo. Questo fatto è ovvio, daccordo; ma sappiamo bene che i
fatti più ovvi possono sfuggirci. Sappiamo che lenergia lattingiamo dai
cibi, dallaria, dallacqua, dal riposo, dallesercizio fisico moderato e
compiuto con sano criterio. Tutti gli orientali sanno benissimo che la
preghiera intelligente e la concentrazione ci possono dare molta
energia, mentre gli occidentali dubitano generalmente di questo fatto,
ma arrivano addirittura a considerare fanatico, o pazzo, colui che
sostiene tale concetto a spada tratta. Quando il nostro corpo presenta
carenza di energia, dobbiamo in qualche modo compensare tale carenza,
altrimenti si crea logicamente uno squilibrio. Lo squilibrio può
provocare a sua volta una disarmonia sufficiente per portarci a quella
condizione o stato che va sotto il nome di malattia. Quando subentra la
malattia, siamo quindi in presenza di uno squilibrio energetico
vibratorio che si sta manifestando sotto forma di sintomo. Lenergia
vitale chiede di essere riequilibrata. Il raggiungimento del giusto
equilibrio, il passaggio dellenergia stessa da un punto allaltro
dellorganismo, permetterà alle nostre risorse di far fronte al
sintomo.
Un bel giorno, lingegnere elettronico e fisico quantico René
NACCACHIAN, si rende conto che occorre inventare un metodo ed una serie
di apparecchiature adatte a stimolare lenergia vitale nel corpo,
seguendo la strada dei meridiani di agopuntura della medicina cinese.
Dopo dieci anni di duro lavoro di ricerca, una laurea in medicina
cinese, egli mette a punto degli apparecchi capaci di riprodurre
perfettamente i fenomeni di regolazione bioenergetica. La salute
riflette, dunque, una situazione di equilibrio e di una buona
conduzione bioenergetica. Che genere di equilibrio? Ce lo dice la
medicina tradizionale cinese: lequilibrio fra due forze opposte che si
confrontano in tutte le manifestazioni della natura: YIN-YANG. Da più
di cinquemila anni la medicina agopunturistica cinese ha stabilito la
circolazione energetica, la quale deve essere libera di circolare nel
corpo, se vogliamo ottenere un benessere globale e la perfetta salute
psicofisica.
Al giorno doggi siamo in grado di misurare lenergia e di
controllare la
sua restaurazione e la sua cura. Il metodo ACMOS si prefigge un
triplice scopo:
Prevenire i disturbi organici o psichici tramite la messa in
evidenza
delle disfunzioni energetiche e la loro regolazione. Personalizzare
laiuto che viene dato in base alla struttura e allo stato energetico,
essendo ogni soggetto unico (scelta, compatibilità e dosaggio dei
prodotti).
Potenziare la capacità del corpo ad autogestirsi di fronte alle
situazioni difficili che richiedono la piena e intera partecipazione
della persona interessata (incidente di salute, avvenimenti dolorosi,
ferite psicologiche).
In Italia esistono circa 20 Centri ACMOS e un piccolo numero di
bioenergetici che fanno i trattamenti.
Nonostante tale sistema dia risultati oggettivamente
verificabili, le
persone sono molto scettiche riguardo a tutto ciò che non è
rigorosamente scientifico e medico-ufficiale quindi la clientela è
molto scarsa, anche perché un trattamento impegna una persona ad una
seduta di circa 3 ore. La gente spreca un sacco di tempo in cose
futili, ma per la salute non ha mai né tempo, né soldi!
INFORMAZIONI GENERALI
LEQUILIBRIO ENERGETICO SECONDO IL METODO ACMOS
Sbj international di Parigi è un Centro di Ricerca Tecnica e
Scientifica specializzato nello studio della dimensione energetica
delluomo. Questo aspetto essenziale dellessere viene preso in
considerazione solo nelle medicine tradizionali orientali. I mezzi
moderni dindagine e di misura che la scienza ha messo a disposizione
dei ricercatori, come le scoperte della biologia molecolare, della
biofisica e della biochimica hanno permesso di mettere a punto un
insieme di tecniche che sfociano nel Metodo ACMOS.
METODO ACMOS
ACMOS significa Analisi di Compatibilità delle Materie sullorganismo e
la loro Sinergia. Questo metodo è stato creato dal Dr. Réne Naccachian,
di formazione ingegnere, per vocazione ricercatore in energetica. I
suoi studi scientifici, le sue conoscenze della medicina tradizionale
orientale, il suo dottorato in scienze e biologia molecolare, gli hanno
permesso di applicare la medicina millenaria cinese con procedimenti
nuovi ed altamente tecnologici.
PRINCIPIO
Lessere umano è attraversato da circuiti energetici che dinamizzano la
vitalità degli organi, delle funzioni e delle differenti regioni
profonde (cuore, rene, fegato...) e superficiali (ossa, muscoli,
pelle...).
Luomo in relazione con fattori della sua vita interna ed
esterna,
quali: digestione, malattia, emozioni, tensioni socio-professionali e
di relazione si organizza di continuo. Ciò accade grazie
allattivazione e disattivazione di una rete di circuiti e di fusibili
che i Cinesi hanno classificato con grande precisione sotto il nome di
meridiani e punti di agopuntura. Il Metodo Acmos utilizza tutti mezzi
scientifici di misura e di regolazione per comprendere ed adattare la
medicina energetica tradizionale cinese alle
scoperte attuali.
Lequilibrio energetico globale delluomo sarà
realizzato tenendo conto
della costituzione della sua forza centripeta che assicura le sue
riserve energetiche e del suo irraggiamento centrifugo che vitalizza e
rigenera il suo sistema cellulare. Basandosi sui principi della fìsica
quantica, il corpo sarà esposto alle gamme di coerenze armoniche Acmos
che gli permetteranno di esprimere le sue debolezze energetiche a più
di 27 livelli di organizzazione fisica e mentale. Se vi è accumulo di
aggressioni, il corpo perde i suoi punti di riferimento e non può più
riequilibrarsi da solo. Dopo aver perso il controllo dei suoi punti di
comando (agopuntura), lorganismo abbandonerà alcune coerenze per
assicurare lessenziale. E così che lessere si trova implicato in un
concatenamento di disordini energetici che provocano alla fine tensioni
fisiche e psichiche. Il Metodo Acmos permetterà allorganismo di
identificare da solo la sequenza di disordini, partendo dai più
profondi per risolverli ad un ritmo ben definito.
Obbiettivo del metodo Acmos
Lorganismo, avendo perso le sue armonie, non riesce più ad
organizzarsi. Il metodo Acmos permette al corpo di ristabilire un
numero sufficiente di armonie e di punti di comando per ritrovare la
sua perfetta capacità di autogestione. Il rigoroso protocollo Acmos
realizzerà lequilibrio globale in modo durevole. Un insieme di
tecniche assicurerà la circolazione dellenergia vitale negli organi
del soggetto vegliando sulla compatibilità dei rimedi e della loro
posologia.
A chi è rivolto il metodo acmos?
Il metodo Acmos riguarda ogni persona che desidera mantenere il suo
equilibrio globale a titolo preventivo per meglio resistere alla
malattia e alle tensioni della vita quotidiana; e a tutti coloro che
vogliono migliorare le proprie prestazioni: nello sport, nello studio,
nel lavoro e nella vita di relazione.
COME SI SVOLGE UNA SEDUTA DI EQUILIBRIO
1) La misurazione dei campi vibratori è realizzata con lantenna di
Lecher Acmos. Questa indica i livelli dei blocchi energetici che
rallentano la vitalità di un organo, di una funzione o di una regione
del corpo.
2) Il bilancio Energetico è stabilito dal Tester Energetico
Acmos 7
che identifica e localizza i blocchi nei circuiti
fisici e mentali.
3) Lequilibrio Globale è realizzato con la micro
stimolazione
effettuata con lAcmodermil, partendo dai circuiti profondi affinché il
corpo ritrovi i suoi punti di riferimento e le sue
capacità.
4) Lanalisi di compatibilità e il ristabilimento dei punti
fusibili e
delle armonie è realizzato grazie alla Valigia - Test Acmos che
permette di identificare più di 27 livelli di
disordini.
5) La ricerca delle aggressioni geobiologiche, ambientali,
relazionali,
metalli pesanti, radioattività, telefonini, computer, microonde... con
lantenna di Lecher.
COME PREPARARSI PER UN CONSULTO ACMOS
1- Non assumere in previsione né pasti pesanti, né complessi alimentari
(integratori vitaminici) né medicine.
2- Munirsi di tutto ciò che si è soliti ingerire (come
medicine,
vitamine, tisane, ormoni) o applicare su se stessi (come cosmetici a
base di oli, ecc..).
3- Presentare i risultati di analisi biologiche ed altri esami
recenti,
per confrontarli con esami successivi alle sedute
Acmos.
4- Munirsi degli oggetti che si portano abitualmente addosso
(orologio,
anelli, occhiali, calcolatrice, cellulare...)
GLI EFFETTI DI UN EQUILIBRIO ACMOS
Leliminazione dei blocchi permetterà allenergia vitale di raggiungere
gli organi, le regioni e le funzioni che erano bloccati e di
ristabilire così la loro vitalità. Questo ristabilimento suppone
leliminazione dei ristagni di tossine; in funzione della quantità
eliminata, si può risentire di una certa fatica o di reazioni
superficiali se il blocco è importante e vecchio.
I problemi di fondo possono essere liberati solo dalla
superficie, e
ogni segno esterno di eliminazione conferma che il fondo si sta
regolando. La conseguenza di un primo equilibrio può limitarsi ad una
urina molto carica che confermerà leliminazione.
(Tutti coloro che fossero interessati ad avere ulteriori informazioni
sul metodo ACMOS, possono rivolgersi alla nostra redazione)
Di Corrado Malanga
La realtà è lontana da noi mille e miglia. Come comprendere le cose che
ci circondano? Qualcuno pensa che basta guardarle bene e si capirà come
funzionano. Ma le cose non stanno semplicemente così. Infatti per poter
fare unosservazione utile a farci capire, occorre essere intelligenti.
La stragrande maggioranza degli esseri umani purtroppo non è dotata di
grande cervello ed è totalmente incapace di fare osservazioni. Mi
direte ma da cosa si vede che uno è intelligente o scemo? Risponderei
così: la persona intelligente è solo quella che riesce a mettere
insieme più aspetti della realtà e a trovarne una correlazione. Dunque,
chi ricorda a memoria la Divina Commedia non è intelligente, e spesso
chi fa il professore universitario è solo un raccomandato che ha vinto
un concorso truccato, e non è intelligente neppure chi fa lavorare gli
altri al suo posto, semmai sarà un furbo. E sono intelligenti quelli
che guardano il Grande Fratello o che contano i fagioli nel barattolo
della Carrà, seduta sul sofà? Purtroppo la televisione sceglie le sue
trasmissioni basandosi sullindice dascolto, cioè su quel parametro
che indica quanti spettatori guardano unaltra rete televisiva. Per far
sì che più spettatori scelgano la tua emittente vanno programmate cose
che abbiano un alto indice di gradimento, quindi ritenendo i propri
spettatori stupidi si trasmettono programmi dementi, garantendosi così
grandi coperture di audience su tutto il territorio. Questo perverso
sistema aumenta il numero degli stupidi che si friggono il cervello
guardando le icone del piccolo schermo.
Mentre intelligenti ci si nasce e non ci si può diventare, perché il
DNA non è acqua, stupidi ci si può diventare assai più facilmente di
quanto uno non creda. La televisione non cerca di informare, ma il
proprio tornaconto. Chi governa usa le televisioni proprio per
coltivare la stupidità dei suoi "sudditi" che così, lo voteranno alle
elezioni politiche in eterno. Anche i professori universitari seguono
lo stesso criterio: essi scelgono dei collaboratori sempre un poco più
stupidi di loro per poterli dominare, ma questi, quando faranno
carriera, sceglieranno, a loro volta, collaboratori ancora più stupidi
e così via. Tali professori andranno a far lezione senza sapere niente
e creeranno una classe di studenti stupidi che, a loro volta faranno
carriera. Se in questa situazione spuntasse fuori per caso qualche
persona intelligente le converrebbe nascondersi tra le pieghe della
stupidità per evitare di essere scoperta ed eliminata come un virus
dalla società che la circonda. Perché bisogna cercare di riprendere la
situazione in mano? Perché altrimenti il cittadino terrestre verrà
sempre di più fregato dai pochi che fanno i furbi che agiscono per i
loro interessi. Dietro la globalizzazione esiste proprio questo immenso
rischio. Per i loro interessi i potenti decidono di andare su Marte?
Bene, per far ciò ci vogliono i tuoi soldi e tu devi essere convinto a
darglieli. E ti convincono con la televisione, per mezzo di una scuola
inesistente, con le religioni, con discorsi patriottico-militaristi,
insomma attraverso le loro politiche. Una volta che tu gli hai dato i
soldi o li hai votati non puoi più tornare indietro né accusarli di
niente perché loro hanno fatto non quello che era giusto fare ma quello
che ti hanno convinto a fargli fare.
?Ne è fulgido esempio, espresso dalla ricerca scientifica, il progetto
SETI (Search Extraterrestrial Intelligence) . Ricerca sullintelligenza
extraterrestre. Si direbbe che, non essendoci più intelligenza sulla
Terra, a qualcuno sia venuta la balzana idea di andarla a cercare nello
spazio, sempre che da qualche parte ce ne sia rimasta! Ma le cose non
stanno così. Il progetto SETI nacque molti anni fa, con il benestare
del Congresso americano, ottenendo milioni di dollari di stanziamenti.
Quindi, il suo principale sponsor ufficiale era il popolo degli Stati
Uniti. Secondo i suoi ideatori, il progetto consisteva nel cercare
tracce di vita intelligente fuori dal nostro pianeta con l'ausilio di
radiotelescopi che avrebbero dovuto captare segnali radio emessi da
fonti a noi aliene. Era ragionevole pensare che anche gli alieni
avessero fatto un percorso simile al nostro, avessero inventato anche
loro la televisione e fossero diventati scemi come noi. Dunque le
televisioni aliene avrebbero involontariamente mandato messaggi nel
cosmo e noi li avremmo potuti decodificare, forse allo scopo di copiare
i loro demenziali programmi. Il progetto, basato su una serie di
nonsense ideologici gravissimi, o è stato partorito da stupidi, o è
stato partorito da furbi che, in qualche modo e per qualche ragione, ti
vogliono far credere che questa cosa deve essere fatta per il tuo bene
di solito funziona così
?Il progetto è insulso per diverse ragioni. Innanzitutto anche se
dovessimo scoprire una razza aliena in qualche parte dellUniverso, di
questa scoperta non sapremmo proprio cosa farcene. Chi se ne frega se
esistono altre razze nel cosmo che trasmettono segnali radio! Possiamo
parlare con loro? NO! La velocità della luce non si può superare, dice
la scienza ufficiale e quindi saremmo di fronte ad uninformazione
inservibile. Inoltre, qualcuno aveva detto che se per caso ci fosse
stata una razza aliena ostile ed i nostri segnali radio fossero finiti
nei loro ricevitori e questa razza si fosse lievemente alterata a causa
del fatto che noi disturbiamo la loro più demenziale trasmissione
televisiva e decidesse di distruggere il nostro molesto pianeta, noi
avremmo corso dei rischi inutili. Perché cercare qualcuno che può
essere ostile? Non stuzzicare il cane che dorme, dice il saggio e noi
avremmo fatto tutto il contrario. Dunque il SETI non serve a niente.
Nessuno può venirmi a dire che sarebbe una grande scoperta, constatare
che ci sono altre razze nellUniverso, perché, già sappiamo che è così
e quindi non dobbiamo scoprire una cosa che già sappiamo. Come? Già
sappiamo che cè vita nel cosmo oltre la nostra? E chi ce lo avrebbe
detto? La scienza stessa, con una branca della matematica che parla in
termini statistici. Sono state fatte anche delle equazioni che mostrano
come solo nella nostra galassia esisterebbero un milione di pianeti in
cui la civiltà avrebbe uno sviluppo simile al nostro. I dati, messi in
evidenza da Carl Sagan due decenni fa, non sono mai stati contestati
dalla scienza ufficiale e vorrei vedere come potrebbero fare gli
scienziati a supporre che Dio avesse creato lUniverso con un così
grande spreco di spazio. Solo una Chiesa Cattolica, poco accorta, tenta
disperatamente di difendere il baluardo della Redenzione in questi
termini. Tutto latteggiamento terrestre sulla ricerca spaziale assume
toni grotteschi. Per gli Americani bisogna andare sulla Luna e poi su
Marte, ma la ragione in realtà nessuno lo sa. "Dobbiamo conquistare lo
spazio " dice la NASA, pensando che tra il Vietnam e Marte non ci sia
differenza. È proprio il verbo "conquistare" che fa comprendere la
pochezza dei cervelli impegnati in questoperazione poiché a loro è
stato fatto credere di essere degli eroi mentre non si rendono conto di
essere stati solamente e pesantemente strumentalizzati da un potere che
evidentemente ha ben altre mire su questi progetti. Lo capirebbe anche
un bambino che non si può andare alla conquista dello spazio e,
soprattutto, non si può utilizzando i lanciatori Titan. Dove volete che
vada luomo alla velocità del missile? Da nessuna parte, anche se
andasse alla velocità della luce e questo gli scienziati ce lo
ricordano ogni cinque minuti, quando si tratta di dire che gli alieni,
se ci sono, abitano troppo lontano da noi e non possono in nessun modo
interferire con noi. Allora, se noi non possiamo interferire con loro e
loro altresì con noi, perché sprecare tempo, soldi, illusioni, dietro
una cosa che non andrà mai da nessuna parte? Perché non investire in
fonti di energie alternative, meno costose e più efficaci o tecnologie
avanzate per tentare di sfondare il muro del tempo e viaggiare in tutta
la galassia, rendendo ancora più inutile il progetto SETI e totalmente
fuori luogo i viaggi spaziali di oggi? Possibile che gli scienziati non
siano in grado di fare due più due? È evidente che da qualche parte
esiste il trucco e si vede benissimo.
Il SETI rappresenta un progetto di depistaggio su quella che è in
realtà oggi la vera ricerca in campo extraterrestre. Se dobbiamo
infatti credere alle dichiarazioni del Colonnello Philip Corso, che fu
consulente di tre presidenti degli Stati Uniti e braccio destro del
generale Troudeau, gli Americani avrebbero già altre tecnologie di
matrice aliena capaci di prestazioni eccezionali che, per ovvie ragioni
di tipo commerciale, non possono essere rese note. Dunque il progetto
SETI avrebbe lunico scopo di far credere alla gente che gli Americani
stanno comunque facendo qualcosa nel campo aerospaziale. La CIA invece
sovvenzionerebbe le vere ricerche trasportando droga dallAsia, con i
propri voli militari e spacciandola in tutto il mondo, per crearsi
fondi neri non presenti sul libro paga di nessuno. La ciambella però
aveva troppi buchi ed il Congresso americano, verificando i bilanci del
SETI, decise, due anni fa, di eliminare giustamente un progetto
totalmente inutile. È stato questo aspetto della questione che la CIA
non aveva previsto. Il Congresso stesso, ignaro di questi giochetti,
aveva dun sol colpo azzerato lorganizzazione che serviva da debunker
(insabbiamento) per la ricerca vera. Qualcuno dopo si sarebbe potuto
chiedere quale ricerca facesse lAmerica in quel campo e non gli si
avrebbe più potuto sbattere sotto il muso le inutili carte del SETI;
con il rischio che qualcuno facesse troppe domande e scoprisse che la
vera ricerca era unaltra cosa. Così, tra un patema danimo e laltro,
la CIA suggerisce a suoi sponsor speciali, grossi industriali
americani, con i quali lagenzia ha sempre collaborato, di fornire i
soldi privati per il mantenimento in vita del SETI. Ed ecco che il SETI
viene finanziato da improbabili sponsor che, non guadagnandoci niente,
danno fior di miliardi ad un progetto che non serve a niente. Gli
Americani sono così legati ai soldi che non farebbero mai unoperazione
in cui non ci si guadagnasse qualcosa. E varie fondazioni, tra cui
limmancabile Rockefeller, il cui padre è stato anche co-fondatore
della stessa CIA, buttano apparentemente i soldi dalla finestra. Finché
esisterà il progetto SETI non si cercherà la vita aliena davanti a noi,
sul nostro pianeta, perché tutti gli sforzi saranno concentrati nel
guardare dove gli alieni non sono. Basterebbe invece dare un'occhiata
alla Terra per rendersi conto dellesistenza degli Ufo e che il
progetto SETI è una vera fregatura. Ci sono quindi anche forti
interessi privati nel tenere in piedi questo inutile progetto: gli
industriali continueranno a tenerci in pugno con il prezzo della
benzina, i professori universitari con i fondi SETI manderanno avanti
le loro ricerche private, il Vaticano collaborerà attivamente al
progetto con i suoi più potenti telescopi, perché comunque non si deve
sapere che gli alieni sono già qui da un pezzo e non sono cristiani né
islamici. Il progetto SETI dunque è una cosa che, pur non servendo a
nessuno, serve a tutti quelli che ti vogliono fregare (hai visto quanti
sono?). SETI ti prende anche il tempo morto del tuo computer, usa la
tua energia elettrica, quindi inquina; ma laspetto esteriore, la
scatola del SETI, viene mostrata come una cosa importante partecipa
anche tu al progetto metti a disposizione il tuo computer col progetto
SETI@home
Ti fanno sentire un eroe ed invece ti prendono per quella
cosa che sta seduta sulla tua poltrona ed a te non resta che continuare
a sorbirti il Grande Fratello mentre quello vero, là fuori, controlla
che tu guardi sempre la televisione, per assicurarsi così che non
metterai mai più in moto il tuo cervello. Perché SETI-scoprono a
pensare sei finito!
Sulle rotte del sud..., la sicilia,
unisola, un mito...
Di Valeria Vaccari
Se il mito ha forza di valore e nasconde i messaggi della storia, forse
non è un caso che esso vuole i fuggiaschi da Troia ripararsi
allestremità della Sicilia occidentale e i greci vincitori, come
Ulisse, avventurarsi nella Sicilia orientale alla ricerca della madre
patria smarrita...
Con questa breve introduzione, inizia un viaggio affascinante e
suggestivo sulle rotte della storia, arte, cultura e tradizione della
perla del mediterraneo, la Sicilia, dove le nebbie della storia sono
rischiarate dal fascino delle sue pietre e i profumi di una mistica
ritualità si perdono nella notte dei tempi.
Inizieremo il nostro viaggio dalla Sicilia occidentale e
precisamente
dall'antica Lilybeo, lodierna Marsala, ricca di testimonianze puniche,
romane, normanne, arabe e spagnole, cittadina che unisce squisitamente
il suo lato prettamente storico-culturale a quello
turistico-vacanziero, non sarà difficile, difatti, durante un soggiorno
in questa splendida città, desiderare di vedere quanto più possibile e
al contempo dedicarsi al relax di una bella spiaggia, alla buona tavola
e allimmancabile tour per le cantine storiche.
Il centro storico marsalese, offre al visitatore angoli e scorci
molto
suggestivi, larte e le testimonianze storiche sembrano mischiarsi agli
spicchi di mare visibili da ogni parte della Città.
Da non mancare la visita al museo archeologico nazionale,
allinterno
del quale si trova lunico esempio di nave da guerra punica,
parzialmente recuperata, risalente al III sec. A.C., le catacombe, la
cosiddetta grotta della Si-billa, sita allinterno di un battistero del
V sec. D.C., il Duomo, edificato sul preesi-stente castello normanno,
che accoglie al suo interno opere del Gagini e otto preziosissimi
arazzi fiamminghi del 500.
Per gli amanti del folklore popolare sarà divertente muoversi
tra i
variopinti banchi del mercato del pesce e ascoltare le antiche nenie
cantate dai marinai alla vista del turista, oppure assaporare le
fresche granite di limone a riparo da un sole che nei mesi estivi non
dà tregua.
Marsala ha unimportante tradizione vinicola dunque
imperdibile una
visita alle cantine storiche per assaporare il
Marsala DOC!
Altro tour da non mancare è quello delle saline, la coltivazione
del
sale, in questa area in cui il mare si confonde con la terra, ha
determinato nel corso dei secoli un unicum ambientale e paesaggistico
di grande valenza culturale, antropologica ed economica, offrendo alla
città un motivo in più per essere visitata da una moltitudine di
turisti in ogni mese dellanno.
Ad appena cinque minuti di barca dalle saline, emerge Mothia,
quaranta
ettari di storia sospesi sul mare che, insieme allisola Longa, a
quella di S. Maria e della Schola, formano le isole dello Stagnone, la
più grande laguna della Sicilia, annoverata tra le zone umide più
importanti dEuropa. Insediamento fenicio-punico tra i più importanti
del Mediterraneo, lisola divenne un sito strategico per la sua
vicinanza alla potente Cartagine. Mothia, la cui fondazione viene
storicamente collocata intorno al VIII sec. A.C., torna alla luce
soltanto a seguito degli scavi condotti ad opera di Giuseppe Whitaker,
ricco mercante, il quale nel 1875 iniziò sullisola una prima campagna
di scavi, rinvenendo numerosi reperti fenici, oggi conservati nella
villa Whitaker, sullisola divenuta museo.
Per finire, uno dei luoghi più suggestivi dellisola è il
Tophet,
insieme di stele scolpite in pietra dove si offrivano sacrifici
sullaltare di Tanit, Dea della vita e della morte, del mare e della
fecondità...
Il rientro in barca sul territorio marsalese sarà consigliato
nelle
tarde ore del pomeriggio, si potrà assistere ai meravigliosi tramonti
sul mare, godendo di un silenzio irreale che avvolge le acque della
laguna.
Chi visita Marsala non può trascurare la giusta miscellanea tra
turismo
culturale, enogastronomico, sportivo, balneare che la cittadina offre
al turista di tutte le età, la calda accoglienza della gente ed un
clima dolce fino ai primi di novembre faranno il
resto
Non mi resta che augurarvi buon viaggio!
Outlook express (lezione 3)
Risposte ed inoltro dei messaggi
Di Paola Vagata
In questa lezione impareremo a rispondere ai messaggi ricevuti e ad
inoltrarli ad altro indirizzo. Per cominciare, proviamo ad esplorare il
menu messaggio, sia che ci troviamo nellelenco delle mail ricevute,
sia che siamo allinterno di una mail. Alcune delle voci ci saranno
utili in questa lezione ed in futuro. Premiamo quindi Alt, raggiungiamo
con la freccia destra la voce Messaggio e, scendendo, troviamo le
voci:
Nuovo messaggio (qui ci viene suggerita la combinazione rapida,
Control+N);
Nuovo messaggio con (qui tramite un altro sottomenu raggiungibile
col
tasto Invio, possiamo deciderne il tipo: edera, compleanno, annuncio
formale, auguri ecc.);
Rispondi al mittente (combinazione rapida: Control+R);
Rispondi a tutti (combinazione rapida: Control+Shift+R);
Rispondi al newsgroup (Combinazione rapida: Control+G; questa
voce è
disattivata, perché ci troviamo attualmente nellelenco dei messaggi di
posta e non in quello delle news);
Inoltra (combinazione rapida: Control+F);
Inoltra come allegato;
Crea regola dal messaggio... (qui è possibile creare le regole
di posta
elettronica, o filtri, di cui ci occuperemo nel
corso avanzato);
Blocca mittente... (confermando questa opzione con Invio,
lindirizzo
del mittente del messaggio su cui siamo posizionati verrà bloccato, per
evitare, se lo desideriamo, di ricevere nella cartella Posta in
arrivo le mail da quellutente, le quali verranno automaticamente
spostate nella cartella posta
eliminata);
Contrassegna messaggio;
Segui conversazione;
Ignora conversazione;
Combina e decodifica.
Rispondiamo ora ad un messaggio.
Dopo averlo letto, sempre rimanendo dentro al messaggio,
attiviamo col
tasto Alt il menu a tendina e portiamoci con la freccia destra fino a
Messaggio. Scendiamo fino alla voce Rispondi al mittente e, come
abbiamo già constatato, il programma ci suggerisce anche la
combinazione di tasti da premere, senza dover passare dal menu
(control+R); scendendo ancora, avremo la voce Rispondi a tutti, anche
qui seguita dalla combinazione di tasti rapidi
(Control+Shift+R).
Voi mi chiederete: «E che differenza cè fra la dicitura
rispondi al
mittente e quella che si trova più sotto, Rispondi a tutti?» Se
riceviamo un messaggio da una persona che lo manda soltanto a noi (un
solo messaggio destinato ad un solo indirizzo di posta elettronica), la
voce da utilizzare per rispondere è per forza Rispondi al mittente
(Control+R). Ma potrebbe presentarsi il caso di qualcuno che manda un
messaggio a più indirizzi di posta contemporaneamente. Qui ci troviamo
di fronte a due scelte: o rispondiamo soltanto a chi ce lo ha inviato
(rispondi al mittente), o decidiamo di rispondere a tutti coloro che
hanno ricevuto il messaggio compreso il mittente
(Rispondi a tutti).
Dopo aver digitato il comando di risposta al messaggio, se ne
aprirà
uno nuovo, che ha per oggetto lo stesso del messaggio a cui vogliamo
rispondere, ma preceduto dalla sigla re (dallinglese Reply =
Risposta),
oppure R. Facciamo un esempio pratico. Se ci è stato inviato un
messaggio che ha per oggetto Come và, quando risponderemo, loggetto
della nostra risposta sarà: Re: come và, oppure R: Come va?. Il
cursore si posiziona allinizio del messaggio, lasciando una riga
vuota, sotto la quale Outlook Express riporta le intestazioni della
mail. Esempio:
-----Messaggio Originale-----
Da: Pinco Pallino <pincopallino@libero.it>
A: Mario Rossi mario.rossi@libero.it
Data Invio: giovedì 10 maggio 2001 17.24
Oggetto: Come va?
Poi avremo il nostro messaggio quotato, cioè riportato, ma per
contraddistinguerlo, allinizio di ogni riga viene inserito
automaticamente il segno > (maggiore).
A questo punto potrebbero tornare utili alcuni suggerimenti per
quotare
al meglio i messaggi, intercalando brani di testo originale con le
nostre parole di risposta.
1) Se rispondendo ad un messaggio desideriamo solo ringraziare, o
dire
che siamo daccordo o che approviamo quello che il nostro interlocutore
ci scrive, o ancora, non vogliamo riportare il contenuto della mail,
cancelliamo lintero messaggio originale, in questo modo: una volta col
cursore allinizio delle intestazioni, digitiamo Control+Shift+end per
selezionare il testo dalla posizione del cursore fino alla fine, poi
premiamo Canc;
2) Se intendiamo riportare una domanda che ci viene posta e sotto
di
essa vogliamo scrivere la nostra risposta, procediamo in questo modo:
coi soliti comandi di Windows (shift+freccia giù e Canc), selezioniamo
e cancelliamo le righe: Messaggio Originale, Da (che contiene il
mittente) e A (che contiene l'indirizzo a cui è stato mandato il
messaggio); scendiamo con la freccia in basso e, con Control+freccia
destra, ci posizioniamo col cursore dopo la dicitura data invio: e
premiamo Invio, risaliamo alla riga superiore, quella appunto che
riporta la scritta Data Invio:, la selezioniamo con Shift+freccia giù
e premiamo il tasto Canc per cancellarla; ci troveremo ora con una riga
che contiene le informazioni riguardanti giorno e ora di invio del
messaggio; alla fine della riga possiamo aggiungere a mano qualcosa
come Giuseppe Ferrari ha scritto:. Ecco
un esempio pratico:
giovedì 10 maggio 2001 17.35 Giuseppe Ferrari ha scritto:.
Rimane ora
da selezionare la riga che contiene loggetto e cancellarla. Una volta
fatto questo, quotiamo, cioè riportiamo, soltanto la domanda a cui
vogliamo rispondere (sarebbe meglio riportare tre righe al massimo di
messaggio originale), quindi scriviamo sotto la
nostra risposta).
3) Naturalmente è possibile anche inserire la risposta fra le
righe del
messaggio del destinatario, avendo però laccortezza di lasciare una
riga vuota fra le righe relative al messaggio originale e quelle di
risposta. Da notare che quando rispondiamo ad un messaggio, lindirizzo
del destinatario verrà automaticamente aggiunto
alla rubrica di O.E..
Nelle risposte ai messaggi, se siamo iscritti a delle mailing
list,
potrebbe presentarsi un problema, in quanto alcune di esse sono
configurate in modo che le risposte vengano inviate automaticamente
allindirizzo della lista. Per rispondere privatamente ad un iscritto
procediamo in questo modo:
1) Posizioniamoci con le frecce sul messaggio della persona a cui
desideriamo rispondere, premiamo il tasto Applicazioni (oppure Alt+S,
menu Strumenti), scendiamo fino alla voce Aggiungi il mittente alla
rubrica e confermiamo con Invio;
2) Apriamo il messaggio, digitiamo Control+R per rispondere e
premiamo
Shift+Tab fino a trovarci nel campo A
(indirizzo del destinatario);
3) Con Backspace cancelliamo lindirizzo della mailing list
e scriviamo
le prime lettere del nome della persona a cui vogliamo rispondere:
Outlook Express completerà automaticamente le informazioni aggiungendo
il relativo indirizzo.
Come inoltrare un messaggio.
Probabilmente avrete già letto messaggi con la sigla FW
(forward),
oppure I (Inoltro), seguita dalloggetto del messaggio e, magari, una
breve introduzione, con le parole: Ti giro questo messaggio che forse
potrà interessarti.
E possibile infatti, oltre che rispondere ai messaggi,
anche
inoltrarli, cioè inviarli, così come li abbiamo ricevuti, ad altre
persone di nostra conoscenza.
Per inoltrare un messaggio attiviamo il menu col tasto Alt, poi
freccia
a destra fino a Messaggio, quindi scendiamo fino alla voce Inoltra che
porta, come abbiamo già accennato, anche il comando rapido (control+F,
F come Forward). In questo modo, loggetto sarà preceduto dalla sigla
FW oppure I e, come nellopzione di risposta, il cursore si posiziona
su una riga vuota, in cui poter scrivere una nostra breve introduzione,
seguita appunto dal messaggio da inoltrare, comprese naturalmente le
relative intestazioni.
Nella prossima lezione, lultima del corso base, vedremo
come salvare
gli allegati, come inviare i messaggi con allegati e come inserire un
testo da file allinterno di un messaggio.
Di Natale Todaro
e Luigi Palmieri
Linserimento dei portatori di handicap nel mondo del lavoro e nella
società comune.
Oggi inserire un portatore di handicap nella società comune non
è cosi
facile come si vuol far credere, non perché egli sia incapace di
inserirsi in essa, ma perché la stessa comunità non aiuta il soggetto
portatore di handicap a crearsi un gruppo di amici, e a farsi una
propria cultura, facendo in modo che essi crescano come tutte le
persone normali, senza dover essere offesi.
Esiste una mentalità negativa e discriminatrice che non permette
al
portatore di handicap di vivere la propria vita tranquillamente come
tutti gli altri; se per un attimo riflettiamo su questo problema,
capiremo subito che, il portatore di handicap ha
molto da insegnare.
Proprio per favorire lin-tegrazione sociale, è essenziale
per ogni
portatore di handicap, che possa godere di un lavoro adeguato alle
proprie capacità.
La stessa Carta Costituzionale, dedica alcuni articoli al problema
della tutela del lavoro, in quanto, esso, costituisce la base
essenziale della vita di ogni uomo.
Il lavoro, oggi più che mai, riveste unimportanza fonda-mentale, in
quanto la crisi occupazionale, soprattutto del mondo giovanile,
raggiunge punti davvero alti e costringe molte persone ad emigrare in
cerca di miglior fortuna.
Molto è stato fatto per favorire linserimento delle persone portatrici
di handicap nel mondo del lavoro, basti pensare alle numerose leggi in
materia come: la n. 104/92, n. 113/85, ecc., attraverso questi
provvedimenti, si è verificata una vera e propria svolta in quanto, è
finalmente finita lera in cui ogni portatore di handicap era
considerato un peso per la società, ora si comincia a capire che egli
può effettivamente essere di aiuto allintero sistema sociale.
Bisogna però continuare sulla strada intrapresa, abbattendo tutte
quelle barriere pregiudiziali che ancora in alcune parti mortificano la
dignità della stessa persona umana.
Così facendo, si può realizzare il sogno della costruzione di un mondo
solidale che cammina su ununica strada di amore sociale.
Alex Baroni, quando il destino presenta il
conto
Di Vainer Broccoli
LItalia, per quanto riguarda la musica, ha sempre sofferto di
esterofilia; locchio delle masse ha privilegiato il prodotto estero
o, al massimo, i grandi nomi storici della nostra
musica.
Anche per Alex Baroni è andata così:
la sua carriera è partita dai locali di Milano dove, come per
tanti, ha
iniziato col piano bar, anche per mantenersi agli studi universitari;
Alex si è, in seguito, laureato in chimica ed ha iniziato un percorso
lavorativo allinterno di un istituto privato come insegnante
diventando, tra laltro, uno degli idoli degli allievi dellistituto
stesso.
Tutto questo non gli ha impedito, comunque, di continuare la sua
crescita artistica, tante ore di studio, tanta gavetta nei locali sino
ad arrivare, verso la metà degli anni 90, al coro dellAriston a San
Remo.
Nel 1997, il Festival della canzone italiana ha visto
linterprete
lombardo nella veste di concorrente con una canzone molto particolare,
Cambiare, che ha vinto il premio della critica; subito si sono potute
apprezzare le doti di Alex: potenza, estensione, calore e, soprattutto,
una facilità di canto impressionanti; la prestazione sul palco
dellAriston, tra laltro, culminò in una telefonata di Lucio Dalla, in
diretta durante il Dopo Festival; il cantautore bolognese ha fatto i
complimenti a Baroni per la sua performance:
io credo, disse Dalla, che la voce di
questo ragazzo non abbia
eguali e che in Italia non ci sia nessuno come
lui
La reazione di Alex fu bellissima:
una cosa del genere detta da Dalla, per me, significa
avere già
vinto; io, ora, potrei anche andare a casa!
Questa è stata lentrata del fenomeno lombardo nel mondo
della musica.
Dopo quel San remo sono usciti altri 2 dischi entrambi non di
enorme
successo, ma di un gusto esagerato:
come non ricordare Tu dimmi cosè, cover di un
grande successo di
Huey Lewis And the News (album Fore, 1986), Male che fa male od
ancora quello che voglio?
Linterprete, senza troppo chiasso, si era ritagliato la sua
fetta di
mercato, il suo pubblico è sempre stato composto di intenditori, di
gente che lo apprezzava per una serie di doti umane ed artistiche di
altissimo livello; la sua voce, molto simile a quella di un mostro
sacro come Stevie Wonder, aveva catalizzato tutta una serie di
appassionati che garantiva ad Alex un target di
tutto rispetto.
Il suo avvento nello star system, comunque, non lo ha tenuto,
come da
buona regola, lontano dalle cronache rosa; la sua love story con
Giorgia, altra grande voce del nostro panorama artistico, non è mai
stata un segreto, anche se la cosa non ha mai sollevato i polveroni a
cui siamo abituati; come linizio, anche la fine di questa avventura
non ha dato soddisfazione ai paparazzi, tutto si è svolto in estrema
semplicità, tutto in punta di piedi.
Questo è stato Alex Baroni, questa è stata la vita
dellinsegnante
musicista lombardo; tutto estremamente normale e tranquillo sino ad una
sera di maggio di questanno
Il destino, come spesso accade, ha aspettato Baroni sul raccordo
anulare di Roma; linterprete stava rientrando in moto, una macchina
gli ha tagliato la strada ed è stata la fine.
Forse, per la prima volta, le cronache, i media, hanno
spostato i
riflettori su questa figura, forse le cronache si sono accorte di lui,
forse troppo tardi
Per ricordarlo, la famiglia, nella figura del fratello, ha
sponsorizzato luscita di un album postumo, i proventi del quale
saranno devoluti in beneficenza: Semplicemente 2002; questo disco
raccoglie i suoi più grandi successi, alcuni riarrangiati, e 4 inediti,
forse materiale per un nuovo disco, forse esperimenti in studio di
registrazione, comunque sia la magia della musica ha reso immortale
Alex: poterlo riascoltare nelle sue prime performance o, ancor di più,
per quel che riguarda gli inediti, ci fa immaginare di poterlo ancora
ammirare in prestazioni live o di aspettare un nuovo disco; la cruda
realtà, comunque, resta quella citata allinizio: ci si è accorti del
valore solo dopo una tragedia, ma impareremo mai ad apprezzare le
persone quando sono tra noi?
Anche i non vedenti possono partecipare ad
un rally
Di Irene Verzeletti
Questo articolo tratta di un progetto che las-sociazione Handiamo di
Brescia sta attuando in quasi tutte le regioni dItalia: far fare ai
ciechi i navigatori da Rally. Io vi fornisco solo una testimonianza, ma
è stato
pubblicato un articolo su tale fatto anche sulla rivista
Tuttorally con foto allegate. Vogliamo far conoscere Handiamo:
aiutateci!
Squilla il telefono: è il mio amico Gilberto che in un
comunissimo giorno di
aprile del 2000 decide, nel suo solito modo
semplice,informale, ma distaccato, di dare uno scossone alla mia
vita.
Mi propone di provare lesperienza di essere una navigatrice
per
piloti vedenti da rally. Proprio così: io, Irene Verzeletti, nata a
Brescia lundici giugno 1977,
laureata da poco in lingue, ho una grande
opportunità. Mi batte il cuore al solo pensiero.
Gilberto mi spiega, in
seguito, che cosa è il progetto Mite.
Mite, letteralmente Mit, insieme,
together, ensemble, riassume in quattro lingue il concetto dellunione,
che molte associazioni di solidarietà verso
i disabili, ultimamente non
enfatizzano, o lo fanno solo a parole. Il
progetto che il
Mite si è
proposto è insolito e davvero, direi... originale.
Attraverso delle note
scritte in braillle, noi potevamo indicare la strada da percorrere, i
piloti che guidavano accanto a noi, sullautomobile (rigorosamente da
corsa)! Davvero portentoso, mi dicevo, quando mi fu
proposto di andare a
provare in un piazzale questa nuova esperienza. Sia
allO.M.
di Brescia,
che a Rovato, fu solo una dimostrazione, ma per me fu molto, molto
eccitante!
Innanzitutto, la prima cosa che mi colpì fu il rumore delle
macchine da corsa che sembravano raschiare lasfalto e inchiodare su di
esso, come una
freccia che lanciata da un arco si conficca nel terreno,
piovendo dallalto. Poi il profumo di benzina che sprigionava il motore
mi inebriava. Appena montata in macchina, provai ad allacciarmi le
cinture di una vera
macchina da corsa. Mentre andavamo veloci, sentivo
un grande senso di libertà e indipendenza, mi sembrava di potermi
alzare in volo da un momento allaltro, di
evadere. I
dossi,
specialmente, mi danno un senso di vuoto, come se la macchina volesse
buttarmi fuori nel vento, è come quando vai in moto veloce, ma, la
diferenza, è che la macchina sembra proteggerti come le braccia forti
di un compagno! È come unaltalena che ti porta più in alto del cielo
e. quando
si ferma sei di nuovo nella tua realtà. La macchina che
preferisco di gran lunga è la stratos. Ne ho provate 2: una gialla e
una rossa,che sono i colori che mi piacciono
di più perché sono accesi
come la vita. Tutte e 2 non a una dimostrazione, ma ai miei 2 primi
rally: quello di franciacorta e quello sul Garda.
Colgo, tra le altre
cose, loccasione per ringraziare i 2 piloti che hanno condiviso con me
lesperienza, in quanto proprietari delle stratos: David May e Gobbi.
Cercherò di ren-dere in poche righe laffia-tamento che si è creato tra
me e
il mio pilota. Beh, teoricamente il rally va a
velocità e non a
vista, a
quella pensa il navigatore! Può sembrare, quindi, insolito che
un navigatore sia cieco. Ma questo è il secolo che stravolge i canoni,
e vi assicuro che con un radar fatto bene; il quale può essere tradotto
in braille (il metodo di scrittura punteggiata per i non vedenti) o su
cassetta, le cose sono fattibili. Ne segue che, anche ora che le gare
sono terminate da tempo, ogni tanto sento per telefono uno dei miei
piloti col quale si è creata una grande amicizia. Non è stato
assolutamente mai, un rapporto di un volontario, come accade di solito,
che fa vivere al cieco una esperienza speciale, ma tuttaltro: è come
se lui avesse avuto bisogno di me per andare. So che deve costare molto
mantenersi una macchina come la Stratos, o come la
Porche, vicino a cui
ho fatto una fotografia. Però, non cè che dire: il mondo delle auto da
corsa mi si è presentato davanti con un fascino che avrei creduto fosse
precluso, a una ragazza nella mia condizione.
In un tramonto eterno e nitido
Di Simona Convenga
Non ci voleva lasciare
non ci voleva lasciare andare
a perderci di parole
presso lacqua che canta
Occidente
Tramonto eterno e nitido che duri dai tempi di Omero
non lasciarmi, non lasciarmi andare,
non lasciarmi perdere presso lacqua che canta,
cristallizza le parole del vento, disgrega le statue muscose,
traduci il boato in respiro.
Di Elena Aldrighetti
Siamo a Natale. Ogni anno mi viene da riflettere su questa festa.
Osservo le persone che in questo periodo corrono freneticamente per
fare i classici acquisti natalizi. Sembrano tutti impazziti. Le code
delle macchine non si contano, i clacson suonano ininterrottamente,
sono tutti agitati, i bambini si fermano estasiati davanti alle vetrine
dei negozi di giocattoli, chiedono ai genitori di poter ricevere da
Babbo Natale tutto ciò che vedono. Molti bimbi pestano i piedi per
poter ottenere ciò che vogliono. I genitori litigano fra di loro perché
non si trovano daccordo sugli acquisti per
parenti e amici.
A vedere tutto questo mi chiedo cosa sia diventato ormai il
Natale.
Purtroppo è diventata una corsa allacquisto, un business
per i
commercianti. Ormai il consumismo impera, vengono spesi fior di soldi
per organizzare i pranzi natalizi, come se fosse lunica occasione per
potersi sfamare!
A Natale io divento triste, sì proprio triste perché mi rendo
conto che
ormai è una festa del mondo occidentale basata sul
denaro.
Anche questanno abbiamo visto accadere cose orribili. Figli
che
uccidono genitori, mamme che uccidono i propri figli, fidanzati delusi
che uccidono le fidanzate, guerre, sequestri.
Io mi chiedo cosa cè da festeggiare?
Ad Ottobre di questanno abbiamo visto morire decine e
decine di
persone nel teatro di Mosca.
Queste persone sono morte avvelenate da un gas usato dalle teste
di
cuoio russe per liberare gli ostaggi dai terroristi ceceni. Queste
famiglie cosa festeggeranno a Natale? Sicuramente non correranno per i
negozi come dei pazzi per accaparrarsi più oggetti
possibili.
Tutte queste persone sof-friranno nellindifferenza di
tutti, troppo
presi a far compere per preoccuparsi dei problemi
altrui.
Ma quando, lumanità si renderà conto che il mondo che ha
creato è
vuoto e superficiale? Quando si accorgerà che lindividuo è
fondamentalmente solo e triste?
Io credo che sia arrivato il momento di recuperare il rapporto
fra
persone.
Nel mondo ci sono parecchie popolazioni che vivono
nellindigenza.
Nonostante la povertà molti sono più sereni di coloro che possiedono di
più.
Questo, perché pur non avendo nulla, hanno lamore e
la vicinanza
degli altri. Nelle popolazioni povere cè più solidarietà. Le cose che
si hanno vengono divise fra tutti per poter avere
tutti un pochino.
Noi occidentali vogliamo invece avere tutto, così facendo
roviniamo noi
e gli altri.
Non dobbiamo sempre pensare che la responsabilità di tutto
questo sia
solo dei potenti, anche noi nel nostro piccolo abbiamo il dovere civile
e umano di fare la nostra parte.
Molto spesso anche se abbiamo tutto, ci sentiamo sempre
insoddisfatti,
vogliamo sempre di più. Siamo diventati egoisti e non vogliamo nemmeno
ammetterlo. Ormai molti pensano solo a sé stessi.
Se vogliamo che i nostri figli, i nostri nipoti possano vivere in
un
mondo più giusto e equo, dobbiamo cercare di capire che i rapporti con
gli altri, la solidarietà, vengono prima del denaro. Col denaro
possiamo comprare tante cose ma non lamore altrui. Tutti noi abbiamo
bisogno di avere qualcuno vicino, sentiamo la necessità di confrontarci
con gli altri, se però ci comportiamo da egoisti anche gli altri lo
faranno con noi.
Io credo sia giunto il momento di ridare il giusto valore alle
cose.
Per poter vivere bene abbiamo bisogno di poter abitare in un pianeta
confortevole, non inquinato e più modesto. Forse se ai nostri figli
insegnassimo a regalare meno cose, ma in compenso gli donassimo più
dialogo e attenzione, sarebbero più felici.
Se tutti noi imparassimo a comprendere che la serenità e
larmonia
valgono più di milioni di regali, ci troveremmo poi a poter
festeggiare il Natale col sorriso sulle labbra, e non stressati e
insoddisfatti.
Quando vi troverete fra la folla per lacquisto dei regali
natalizi,
provate veramente a pensare di cosa hanno bisogno le persone alle quali
volete fare un dono. Magari queste necessitano solo di un sorriso o di
qualcuno che semplicemente le stia ad ascoltare.
Auguro a tutti un sano e sereno Natale.
Di Aries Dominghini
Nel mese di Ottobre 2002 il Molise è stato messo in ginocchio dal
terremoto.
A San Giuliano di Puglia, in Molise, è crollata una scuola
causando la
morte di 26 bambini e una maestra. In Sicilia invece lEtna ha ripreso
la sua attività peraltro mai cessata, causando seri problemi ai paesi
che sono situati alle sue pendici.
E stato un mese molto difficile, abbiamo potuto toccare con
mano le
sofferenze di genitori che hanno perso i loro figli e di coloro che
sono ora senza casa.
Inoltre, con linverno alle porte, gli sfollati vivono in
condizioni
precarie. Nelle tendopoli, dove il freddo si sente ancor più del
normale. Fortunatamente la Protezione Civile si sta muovendo in tempi
rapidi e sta cercando di dare a tutti una sistemazione più decorosa, in
attesa che le case distrutte dal terremoto vengano
ricostruite.
Davanti a simili tragedie, è inevitabile provare dolore per la
morte di
tanti bambini, ma nello stesso tempo nasce la
rabbia.
Luomo moderno ha la presunzione di riuscire a controllare
qualsiasi
cosa. Tutti noi siamo convinti di avere il dominio anche sugli eventi
naturali.
Certo i terremoti non si possono fermare, si può però cercare
di fare
in modo che in eventi del genere muoiano meno gente
possibile.
Le leggi sulla costruzione di case antisismiche esistono, eppure
perché
non si controlla che queste vengano rispettate?
Se sappiamo che in Italia ci sono zone che hanno unelevato
rischio di
sisma, perché non si fa in modo che vi siano controlli alle case per
vedere se si devono apportare delle modifiche?
Perché noi italiani dobbiamo sempre piangere e correre ai
ripari
quando il peggio è già avvenuto?
Io non pretendo che vengano rifatte tutte le case della nazione,
ma che
si presti più attenzione alle costruzioni di nuove abitazioni e anche
alle ristrutturazioni di fabbricati già esistenti.
Sarebbe ora di comprendere che spesso le tragedie si possono
evitare,
un conto è il danno materiale, al quale vi è sempre rimedio, un altro è
quando vengono perse vite umane.
Nessun risarcimento ridarà mai i figli ai genitori che ora
piangono i
loro angeli.
Fino a quando luomo moderno non ammetterà di essere
impotente davanti
a certi fenomeni, e ad avere lumiltà di dire chiaramente che la
tecnologia non può tutto, le tragedie saranno
sempre di più.
Anche le alluvioni sono il nostro tallone di Achille,
ma non perché i
nostri fiumi siano particolarmente cattivi. Luomo vuole imprigionare i
corsi dacqua, pretende di far fare alle acque il corso che decide lui.
Lurbanizzazione smisurata e non controllata ha tolto spazio ai nostri
fiumi, li ha ingabbiati nel cemento. Tutto questo senza considerare che
lacqua non si può fermare, essa segue il suo corso e travolge tutto
ciò che trova sulla sua strada.
Molte alluvioni si potevano evitare.
Io abito a Milano e ogni volta che piove in maniera violenta, le
strade, le cantine, si allagano inesorabilmente. Dai tombini sale
addirittura lacqua e il perché, non è molto
difficile da spiegare.
Nel sottosuolo di Milano, sono stati
ingabbiati dei fiumi ai quali
è stato fatto un letto di cemento, cosicché quando cè un forte
acquazzone, lacqua non potendo essere assorbita dal terreno, si sfoga
in un altro modo, cercando una via
duscita.
Fino a quando si allagano le cantine poco male, il problema è
quando
lacqua spazza via anche paesi interi.
Detto questo, pensiamo veramente che la natura sia cattiva con
noi, che
le tragedie capitino senza preavviso e che noi non possiamo fare nulla
per evitarle?
Io non penso questo, sono convinta che se rispettassimo di più
la
natura anche la nostra vita sarebbe migliore.
Ormai si corre dietro al denaro e non ci si rende conto che
laria
pulita, i mari non inquinati, i prati verdi pieni di fiori, le pinete
in montagna, non si comprano con i soldi ma solo col rispetto.
Di Maurizio Martini
Nel mese di Novem-bre, si è svolto il più che famoso social forum di
Firenze. Proprio in coincidenza dellevento, su due quotidiani
italiani, due importanti firme hanno fatto sentire
la loro voce.
Mi riferisco ad Oriana Fallaci, che dalle pagine del Corriere
della
sera del 6 novembre, ha scagliato tuoni e fulmini contro tutto e
tutti.
Mentre Eugenio Scalfari, dalle pagine di Repubblica, il giorno 7
ha
risposto allarticolo, definendo quella della Fallaci retorica
vergognosa.
Per quanto mi riguarda, difronte a firme così importanti
non voglio e
non sono assolutamente in grado di intervenire. Tuttavia, mi si
consenta di esprimere almeno un concetto.
La netta sensazione è che il pensiero della Fallaci, ancorché
corretto
in certi tratti, nel suo complesso risulti estremamente carico di
rabbia, oltre che viziato da profonda banalizzazione degli argomenti
trattati, che come minimo, denotano una grave mancanza di vedute sui
problemi che lumanità sta attraversando in
questo momento storico.
Detto questo, non mi dilungherò ancora, e qui di seguito potrete
leggere i due articoli prima citati, cosichè voi lettori potrete
rendervi conto direttamente delle due tesi, e farvi unidea personale.
«Fiorentini esprimiamo il nostro sdegno»
Di Oriana Fallaci
(tratto dal corriere della sera del 06/11/02)
Fiorentini, abbiate dignità. Non siate inerti, non siate rassegnati,
esprimete il vostro sdegno. In maniera civile. Educata, civile!
Chiudete i negozi. Inclusi quelli dei generi alimentari. Tanto cinque
giorni passano presto, e in cinque giorni non si muore certo di fame.
Chiudete i ristoranti, i bar, i mercati. Chiudete i teatri, i cinema,
le farmacie. Chiudete tutto, abbassate le saracinesche, metteteci il
cartello che i coraggiosi misero nel 1922 cioè quando i fascisti di
Mussolini fecero la marcia su Roma. «Chiuso per lutto». Lo stesso
cartello che dovrebbe stare allingresso degli Uffizi, degli altri
musei tenuti aperti dal Municipio, del Battistero, di Santa Maria del
Fiore, di tutte le chiese, nonché sul Ponte Vecchio e sul Ponte a Santa
Trinita. E non mandate i bambini a scuola. Non rivolgete la parola a
coloro che come minimo vogliono imbrattare i nostri monumenti. Non
guardateli nemmeno, non rispondete alle loro provocazioni. Imponetevi
una specie di coprifuoco, sentitevi come vi sentivate nel 1944 cioè
quando i tedeschi fecero saltare in aria i nostri ponti e via
Guicciardini, via Por Santa Maria. Offrite al mondo il doloroso
spettacolo di una città offesa, ferita, tradita e tuttavia orgogliosa.
Orgogliosa!
Perché è possibile che quei gentiluomini e quelle
gentildonne usi a imbrogliare con la parola più sputtanata del mondo,
la parola Pace, non ci devastino Firenze. E possibile che per non
perder la faccia e i privilegi di sindaco, di presidente della Regione,
di deputato, di senatore, di ministro, di segretario generale, gli
squallidi mecenati del Social Forum li convincano a rimangiarsi la
minacciosa promessa «Non sarà una manifestazione non violenta». Cioè a
non fare ciò che hanno fatto a Seattle, a Praga, a Montreal, a Nizza, a
Davos, a Napoli, a Quebec City, a Göteborg, a Genova, a Barcellona. E
possibile, sì, e augurandomi di non sbagliare aggiungo: con le dovute
eccezioni, secondo me andrà così. Non oseranno spaccarli i genitali del
David e del Biancone. Non oseranno romperle le braccia del Perseo di
Cellini. Forse non oseranno nemmeno assaltare le banche e i consolati e
le caserme. Ma non esiste solo la violenza fisica. La violenza che
nutrendosi di cinismo va in cerca del morto da santificare, che per
trovarlo scaglia pietre o estintori contro il carabiniere terrorizzato.
La violenza che nutrendosi di cretineria imbratta le facciate degli
antichi palazzi, frantuma le vetrine, saccheggia i Mac Donald, brucia
le automobili. Che occupa le case e le banche e le fabbriche, che
distrugge i giornali e le sedi degli avversari. Che (non avendo
studiato la storia loro non lo sanno) ripete gli sconci cari ai
fascisti di Mussolini e ai nazisti di Hitler. Esiste anche la violenza
morale, perdio. Ed è la violenza che si manifesta con le demagogie e i
ricatti, che si esprime con le minacce e le intimidazioni. La violenza
che sfruttando la legge umilia la Legge, la ridicolizza. La violenza
che servendosi della democrazia oltraggia la Democrazia, la dileggia.
La violenza che approfittandosi della libertà uccide la Libertà. La
assassina. E questa violenza Firenze la subisce in misura sfacciata.
Scandalosa.
La subisce per colpa di coloro che per tenersi le
poltroncine del Potere, procurarsi altrove i voti negatigli dal Popolo,
le hanno imposto loceanico e protervo raduno detto Social Forum. Che
usando anzi sprecando il denaro pubblico, il denaro dei cittadini, lo
hanno piazzato in uno dei suoi monumenti: la Fortezza da Basso. Che
ignorando o fingendo di ignorare il suo patrimonio artistico, la sua
vulnerabilità, la sua indifendibilità, le rovesceranno addosso (così
molti affermano) una moltitudine pari ad oltre la metà dei suoi
trecentottantamila abitanti. Cioè duecentomila persone. Che insieme
alla gente di buonafede (a mio avviso una pericolosissima buonafede ma
finché non partorisce il Male la buonafede va rispettata) ha lasciato
entrare i teppisti cui dobbiamo le nequizie dei precedenti Social
Forum. I falsi rivoluzionari, i figli di papà, che vivendo alle spalle
dei genitori o di chi li finanzia osano cianciare di povertà. Di
ingiustizia. I presunti pacifisti, le false colombe, che la pace la
invocano facendo la guerra e la esigono da una parte sola. Cioè dalla
parte degli americani e basta. (Mai che la chiedano a Saddam Hussein o
a Bin Laden. Mai che improvvisino un corteuccio per le creature
assassinate o gassate dal primo e le creature massacrate dal secondo.
Infatti Saddam Hussein lo rispettano, Bin Laden lo amano. Ai regimi
militari e teocratici dellIslam si inchinano, nei cosiddetti centri
sociali nascondono i clandestini non di rado addestrati da Al Qaida in
Iraq o in Iran o in Pakistan. E l11 settembre erano i primi a
sghignazzare «Bene, agli-americani-gli-sta-bene»).
Quando parlo di coloro che per tenersi le poltroncine del Potere e
procurarsi altrove i voti negatigli dal Popolo hanno imposto questo
calvario a Firenze, parlo anzitutto della sgomentevole coppia formata
dallahimè presidente della Regione Toscana e dallahimè sindaco di
Firenze. Due sventure uscite da ciò che chiamo lex Agenzia di
Collocamento ovvero la Federazione Giovanile Comunista. Quel sindaco
che sembra nato solo per dar dispiaceri alla città. (Basti pensare alle
prepotenze degli extracomunitari cui lha consegnata, alla tenda dei
somali eretta due anni or sono in piazza del Duomo, allorrenda tettoia
con cui vorrebbe deturpare gli Uffizi. E meno male che nei punti dove
andavano i pilastri si son scoperti preziosi reperti medievali). Quel
sindaco che in aprile definì il Social Forum «unoccasione da non
perdere». Che in giugno tacciò di «fascisti» i comitati che vi si
opponevano. Che in agosto negò lesistenza dun referendum col quale
tre quarti dei fiorentini seran pronunciati contrari. E che in
settembre, nel corso dun dibattito al Rondò di Bacco, blaterò: «Ho
saputo che una nota scrittrice fiorentina si dà un gran daffare perché
i no-global non vengano a Firenze. Quella-signora farebbe meglio a
incontrarli, a vedere che bravi ragazzi sono». (Bravi come a Seattle, a
Washington, a Praga, a Montreal, a Nizza, a Davos, a Göteborg, a
Genova, a Barcellona, illustrissimo? Bravi come quel «disubbidiente»
che ha promesso non-sarà-una-manifestazione-non-violenta? E a
proposito: mi si racconta che sia pure obtorto collo Lei stia
esaminando la richiesta dei fiorentini cui piacerebbe dare alla Fallaci
un premio che da mezzo secolo viene attribuito solo ai comunisti russi
o cinesi o cubani eccetera. Insomma il Fiorino dOro. Non si azzardi a
darmelo, eh? Se si azzarda, glielo ficco in gola). Quel presidente
della Regione che non ne imbrocca mai una, che è il più insignificante
individuo mai apparso in Toscana, e che tuttavia si crede il granduca
Ferdinando III o Leopoldo II. Come un granduca si dà un mucchio di
arie, frequenta le cene della defunta aristocrazia. (Unaristocrazia
che nel 1938 ricevette Hitler con tutti gli onori, che al Teatro
Comunale lo applaudì fino a spellarsi le mani). Quel presidente della
Regione che lo scorso ottobre disse: «Il Social Forum è unesigenza
costituzionale». Poi annunciò che sarebbe sfilato col corteo a cui la
pace interessa da una parte sola, e dichiarò che «era disposto a
vedermi». (Disposto-a-vedermi, gio-vanotto?!? Toccava a me dire se
fossi disposta a vederla. E come le feci rispondere, non lo ero
affatto).
Parlo anche dei loro complici a destra e a sinistra. Dei loro compagni
di partito, dei loro compagnons-de-route verdi o bianchi o rossi o
viola o grigi, e dei loro avversari al governo. Cioè dei correi che per
calcolo o per convenienza, per furbizia o per viltà, in tutti questi
mesi non hanno mai mosso un dito. Che alla fine hanno aperto bocca solo
per prestarsi allo scaricabarile della sgomentevole coppia, al suo
codardo cercarsi un alibi, al suo pavido frignare
«Tocca-al-governo-garantire-la-sicurezza.
Con-la-sicurezza-noi-non-centriamo». Vero, Pisanu? Vero, Fassino? Vi
chiamo in causa perché (è giunto il momento di spiattellarlo
pubblicamente) una volta tanto lahimè sindaco di Firenze non si
sbagliava. Quella-signora se lo dava davvero il gran daffare. Con
assoluta discrezione ossia senza confidarmi con nessuno, senza
appoggiarmi ai giornali, senza esibirmi alle Tv, per lintera estate mi
sono battuta per impedire che i bravi-ragazzi venissero a Firenze.
Lintera estate! Disperatamente, incessantemente. E sebbene la
sgomentevole coppia non labbia voluta vedere, voi due vi ho visto.
Sebbene con la sgomentevole coppia non abbia voluto parlare, con voi
due ho parlato. (Coi vostri prefetti, il prefetto di Roma e il prefetto
di Firenze, pure. Più volte). E con ciascuno, quindi sia con la destra
che con la sinistra, ho incominciato il discorso così: «Ascoltatemi
bene. Le pugnalate nella schiena io non le tiro: combatto a viso
aperto. E a viso aperto vi dico che se non fermerete questa
insensatezza, io vi sputtanerò. Oh, se vi sputtanerò!». Poi vi ho
ricordato che Firenze non è Porto Alegre. Che nonostante gli oltraggi
inflittile ogni giorno dai figli dAllah è la testimonianza vivente
della nostra cultura. Della nostra identità. Della nostra civiltà. Vi
ho spiegato che difenderla è praticamente impossibile, che le sue
bellezze non stanno soltanto nei musei: a Firenze ogni statua, ogni
quadro, ogni palazzo, ogni strada, ogni piazza, ogni vicolo, ogni
pietra è un ostaggio. E vi ho fornito un esempio storico. Vi ho
raccontato che un secolo e mezzo fa, quando centinaia e centinaia di
facinorosi vennero da Livorno a Firenze per celebrarvi il loro «Forum»,
anchessi furono sistemati nella Fortezza da Basso. Ma da questa si
spostarono in piazza Santa Maria Novella, da piazza Santa Maria Novella
in via Tornabuoni, da via Tornabuoni in piazza della Signoria cioè nel
Centro Storico, dal Centro Storico in Oltrarno. In tutta la città. E
per oltre un mese vi rimasero a far nefandezze, distruggere, devastare,
picchiare.
Ve lho raccontato, sì. E con tutta la passione di cui son
capace vi ho supplicato dintervenire, dimpedire il disastro. Io che
non supplico mai nessuno. Neanche il Padreterno. A Lei, Fassino, chiesi
anche di sturare le orecchie dei suoi alleati o rivali. Di quello che
parla con lerre moscia, ad esempio, e di quello che sfoglia la
margherita per sapere se la quercia lo ama o non lo ama. A Lei, Pisanu,
chiesi anche di sturarle al cavaliere che anziché occuparsi del paese
sta sempre a rodersi sui suoi processi o a far merende allestero. Che
viaggia più del Papa ed ora è a Mosca per mangiare il caviale con
Putin, ora nel Texas per mangiar la bistecca con Bush, ora a Ryad per
bere il latte di cammella col suo socio in affari Al Walid, ora a
Madrid per assistere al matrimonio della figlia di Aznar, ora a Tripoli
per stringer la mano a quel farabutto di Gheddafi. Ma ne ricavai solo
la promessa, pardon lassicurazione, che il corteo a sostegno di Saddam
Hussein e degli iracheni da cui Saddam Hussein riceve il cento per
cento dei voti non sarebbe entrato nel centro storico. E, tre giorni
fa, la notizia che non sarebbe partito dalla gloriosa Piazza
dellIndipendenza. (La piazza da cui nel 1859 i patrioti fiorentini si
mossero per indurre gli Asburgo-Lorena ad andarsene via). Infatti, caro
Pisanu, lo scaricabarile della sgomentevole coppia Lei lo ha trasferito
al Parlamento dove in sostanza ha chiesto allopposizione il permesso
di fare il suo dovere cioè di governare. E quando lopposizione le ha
rilanciato la palla, «veda-Lei, decida-Lei», ha indossato i panni del
Ponzio Pilato. Sè rivolto al Consiglio dei Ministri, gli ha chiesto di
scegliere tra Gesù e Barabba. E loro hanno scelto Barabba. Hanno
salvato il Forum, hanno crocifisso Gesù cioè Firenze. Quanto a Lei,
Fassino, se lè cavata sussurrando
«lasciamoci-alle-spalle-ogni-recriminazione, ogni-rimprovero-reciproco,
lavoriamo-insieme». In altre parole, con un cauto «Volemose bene».
Volemose-bene?!? Ah...! Quanto il suo avversario mi ricorda Ponzio
Pilato, tanto Lei mi ricorda i medici che stanno al capezzale di
Pinocchio. «Se non è morto, è vivo. Se non è vivo, è morto». Perbacco,
non cè proprio nessuno tra voi che dica pane al pane e vino al vino?
Non cè proprio nessuno che abbia un po di coraggio?
Con rispetto
parlando nel mucchio ci metto anche Lei, signor Presidente della
Repubblica. Perché Lei non viene mai rimproverato, Eccellenza. A Lei
non viene mai rivolto un briciolo di critica. Lei è come lIslam
dellIslam-Non-Si-Tocca. Io, invece, La tocco eccome. E Le dico: mi
dispiace daverLe inviato quella letterina di congratulazioni quando
ricevette il prestigioso e impegnativo incarico. Mi dispiace perché Lei
mi ha proprio deluso. La telefonata che feci al Quirinale in estate,
cioè quando parlai con Sua moglie, era un grido di dolore rivolto a
Lei, Eccellenza. Un SOS diretto alluomo che dovrebbe essere il babbo
di tutti gli italiani, quindi anche dei fiorentini. E Lei non si degnò
nemmeno di richiamarmi cioè di domandarmi per quali ragioni fossi così
preoccupata anzi disperata. Glielo ha impedito letichetta, forse? Che
diamine! Non è mica Sua Maestà il Re dItalia, sor Ciampi! E un
presidente al servizio dei cittadini! Per questo abbiamo licenziato la
monarchia, per questo la teniamo in quel bel palazzo che apparteneva ai
Savoia! O lo ha dimenticato? Bè, i Suoi predecessori non lo
dimenticavano. Se avessi chiesto laiuto di Pertini, Pertini avrebbe
fatto fuoco e fiamme. Fuoco e fiamme! Lei invece sè limitato a un
comodo «Penso-che-non-vi-
sia-italiano-cui-non-prema-il-patrimonio-culturale-di-Firenze». Tutto
qui?!? Temeva forse doffendere i bravi-ragazzi e i loro protettori
(quei protettori cui deve il prestigioso e impegnativo incarico) a dire
qualcosa di più anzi ad alzar la voce? E poi: non glielha riferito
nessuno che non si tratta solo di italiani, che gomito a gomito con gli
italiani ci saranno o meglio ci sono i teppisti greci e baschi e danesi
e olandesi e inglesi e francesi e ungheresi e tedeschi e bosniaci cioè
gente a cui del patrimonio-artistico non importa un cavolo? Peggio, (o
quasi): non glielo ha detto nessuno che per cinque giorni Firenze
diventerà una città blindata, una città sotto assedio, una città che
vive nella paura, una città dove i cittadini perderanno anche la
libertà di camminare nelle proprie strade? Ma chi sono i suoi
ciambellani, pardon i suoi consiglieri? Allora aveva ragione Sua
moglie, quando al mio grido di dolore rispose: «Grazie, cara signora,
grazie daverci informato. In questo momento mio marito è chiuso in
ufficio a lavorare, ma stasera a tavola gli racconto tutto. Perché
vede, qui al Quirinale non si sa mai nulla».
Eh, sì, fiorentini: siamo
proprio soli a difendere la nostra dignità. Soli con quei poveri
carabinieri e quei poveri poliziotti che comunque vada ne usciranno
maltrattati, insultati, calunniati. Quei poveri figli del popolo che a
Genova vennero accusati daver spento-le-sigarette-sul-morto.
(Vergogna!). Quei poveri cristi a cui i teppisti greci hanno promesso
una-pallottola-a-testa, e che durante i cinque giorni non avranno
neanche il diritto di difendersi con la rivoltella. Di sparare per
ammonimento. Bè, il coraggio è anzitutto ottimismo: io continuo a voler
pensare che i teppisti, pardon, i bravi-ragazzi greci eccetera quella
pallottola se la terranno in tasca. Sia pure per lercia convenienza i
loro protettori hanno capito che se avvenisse qualche tragedia ne
pagherebbero il fio, e stanno davvero correndo ai ripari. Ma nessuno è
profeta e... Comunque vada, loffesa rimane. Il calvario rimane. La
violenza morale rimane. Sicché, fiorentini, abbassatele davvero quelle
saracinesche. Mettetecelo davvero il cartello «Chiuso per lutto».
Esprimetelo, esprimiamolo davvero il nostro sdegno. Dico «esprimiamolo»
perché a Firenze ci sarò anchio.
Retorica vergognosa
Di Eugenio Scalfari (tratto da Repubblica del 07/11/02)
La retorica di Oriana Fallaci è spontanea, autocreativa. Il suo caso
non è certo unico ma è raro: fino a un secolo fa la retorica si
studiava ancora in certe scuole e fino al Settecento era materia
dobbligo in tutta Europa per chi volesse addottorarsi in diritto,
filosofia, teologia. Oriana però non ha avuto bisogno di nessun
retroterra acca-demico, la sua retorica promana dai flussi di
adrenalina che debbono essere miracolosamente efficaci se producono i
frutti che conosciamo dai suoi articoli, dalle sue interviste e da
almeno qualcuno dei suoi libri. Come tutti i fenomeni rari del
linguaggio, la sua sintassi, il montaggio delle frasi, la
concatenazione dei periodi, degli aggettivi, dei tempi verbali meritano
attenzione e analisi. Largomento cui si applica importa fino a un
certo punto, di solito è un pretesto che serve da stimolante; una volta
che lo stimolante sia entrato in azione i risultati sono quasi sempre
quelli attesi che si possono riassumere in una sorta di dichiarazione
di guerra di Oriana contro il resto del mondo. Il resto del mondo si
materializza in un personaggio che ovviamente deve avere statura
planetaria; oppure in uno specifico gruppo politico, anchesso di
dimensioni globali, se no che guerra sarebbe? Oriana non è pulzella da
guerricciole.
Un altro elemento della sua retorica che bisogna tenere in
conto: la Nostra non sopporta alleati, la guerra è la sua e lei deve
esser la sola a combatterla; perciò mentre attacca il nemico mondiale
non manca mai di riservare qualche trafelato periodo anche ai suoi
potenziali amici, soggettivi o oggettivi che siano, affinché si
guardino bene dal-lintervenire accanto a lei. Lei è lUnica, riassume
in sé tutto il Bene del mondo in lotta contro il
Male.
Fin qui lOriana
che noi - suoi colleghi in giornalismo - abbiamo conosciuta. Negli
ultimi tempi cè qualche tono in più. Forse dipende dal correr del
tempo che rende alcuni un poco più saggi, altri un poco più cinici,
altri ancora più rabbiosi di prima. Per Oriana dev'essere stato
difficile superarsi nella rabbia, eppure cè riuscita egregiamente; non
a caso titolò La rabbia e lorgoglio il suo primo pamphlet contro
lIslam pubblicato dal Corriere della Sera qualche mese fa. Il titolo
fece effetto, il testo anche: se incitate la gente ad esser rabbiosa e
orgogliosa di esserlo, se siete capaci di esprimervi con una retorica
adeguata e adeguatamente infuocata e se infine disponete duna tribuna
e dun altoparlante di buona potenza, otterrete una moltitudine di
consensi. La moneta cattiva ha sempre scacciato la buona dal mercato,
non è vero? Oriana contro lIslam è una contrapposizione un po comica
ma funziona per le menti semplici. E così la tenzone è proseguita in
varie puntate ma poi si è in qualche modo illanguidita: quando stanno
per entrare in campo le bombe e i cannoni veri lo spazio per gli
sbandieratori si riduce. Per fortuna (di Oriana) si è presentata
unaltra occa-sione: Firenze minacciata, Firenze stuprata violentata
intimidita terrorizzata. La sua Firenze (di Oriana). La città-simbolo,
la città-scrigno, la città del mondo. Minacciata da chi? Da Agnoletto?
Da Casarini? Dal sindaco Domenici? Dal presidente della Regione,
Martini? Da un corteo pacifista? Avversari ridicoli, nemici
inesistenti. Ma se dietro le maschere di Agnoletto, di Casarini, di
Domenici, dietro la complicità di Fassino, dietro le ipocrisie di
Berlusconi, dietro lignavia di Ciampi (ed ecco che le dimensioni del
nemico cominciano già ad ingrossarsi); se dietro a questi modesti
bersagli si profilano anche le ombre di Bin Laden, di Saddam Hussein,
di tutto il terrorismo internazionale, allora sì, ci siamo di nuovo, lo
schema Oriana contro il resto del mondo riprende quota, torna a volare
alto, manda di nuovo il grido dellaquila dalle colonne del Corriere
della Sera. Laquila difende Firenze, altrimenti inerme e preda della
violenza barbarica. Ma Firenze deve fare anchessa la sua parte: deve
chiudere per cinque giorni tutti i negozi (anche quelli alimentari),
tutti i cinematografi, tutti i teatri, tutte le discoteche, tutte le
chiese, tutte le scuole. Su ogni portone sbarrato deve appendere il
cartello chiuso per lutto. E con questo silenzio spettrale deve
accogliere le orde dei barbari che certamente dilagheranno, bruceranno,
romperanno, insozzeranno. Li accolga il gelo del silenzio e quella sarà
la loro Beresina. Cè anche il caso che la violenza materiale dei
barbari non abbia luogo perché anche i barbari si sono fatti furbi. Ma
resterà pur sempre la violenza morale che hanno esercitato sulla città
e questo deve bastare. Questa lOriana del 6 novembre. Si direbbe che a
lei piaccia che quelle violenze materiali ci siano veramente. Con
larticolo di ieri ha fatto quanto poteva per provocarle e attizzarle.
Da Giovanna dArco si è trasformata in provocatrice seriale, picador
e matador dun toro che rischia di esser diventato remissivo e di
mandare a monte lo spettacolo. Mi per-metto di dire che questo tipo di
retorica è vergognoso.
Per un Natale che non porti sofferenza e
morte agli animali
A cura di Vita universale
Gli animali vittime innocenti.
Cosa dicono alcuni grandi personaggi in merito al consumo della
carne
in merito alla caccia?
Natale è alle porte: una festa che dovrebbe rappresentare per ognuno di
noi un momento di riflessione, di pace e serenità, unoccasione per
riconciliarci con il prossimo (ed anche con il secondo prossimo, ossia
gli animali) ed approfondire il significato della venuta di Gesù di
Nazareth su questa terra. Con i Suoi insegnamenti contenuti ad
esempio nel Discorso della Montagna Egli ci invita a seguire
principi etici e morali elevati nella nostra vita, includendo anche il
rispetto e lamore per ogni forma di vita e quindi anche per gli
animali e la natura. Una frase del Cristo dice infatti: Ciò che fate
alla più piccola delle Mie creature, lo fate
a Me.
Il Natale è divenuto una festa esteriorizzata e caotica, ha
perso il
proprio significato più profondo ed è purtroppo causa di indicibili
sofferenze per milioni di animali costretti a morire per legoismo e il
piacere del palato delluomo, che festeggia con banchetti una festa
della quale ben poco è rimasto di cristiano. Gesù venne invece al mondo
in mezzo agli animali, come simbolo dellamore di Dio per tutte le Sue
creature e dellunità che dovrebbe esistere tra luomo e le altre forme
di vita.
In un libricino edito da Vita Universale dal titolo
Lamore di Gesù
per gli animali che è sempre stato tenuto nascosto- , antichi scritti
dimostrano che i cristiani delle origini erano vegetariani. Leggiamo in
merito al rapporto che Gesù aveva con tutte le
creature:
«Gesù giunse in un villaggio dove vide un gattino randagio che
soffriva
di fame e Lo implorava miagolando. Lo raccolse da terra, lavvolse nel
suo mantello e lo fece riposare sul Suo petto. E attraversando il
villaggio, diede al gatto da mangiare e da bere. Ed esso mangiò e bevve
e Gli dimostrò la Sua gratitudine. Ed Egli lo diede ad una delle Sue
discepole
Ed alcuni del popolo dissero: Questuomo si prende
cura di tutti gli
animali. Sono forse Suoi fratelli e sorelle da amarli così tanto? Ed
Egli disse loro: In verità, questi sono i vostri confratelli della
grande famiglia di Dio, vostri fratelli e sorelle, che hanno lo stesso
soffio di vita dellEterno. E chiunque si prende cura del più piccino
di essi e gli dà da mangiare e bere nella sua pena, lo fa a Me; e chi
permette intenzionalmente che uno di essi abbia a soffrire penuria e
non lo protegge quando viene maltrattato, permettendo che avvenga
questa malvagità, è come se fosse stata inflitta a Me » (Cap. 34)
Nella seconda parte di questo libretto vengono riportate affermazioni
fatte da grandi personaggi che condannano il consumo di carne e la
pratica della caccia, come per esempio:
Albert Einstein, fisico e premio Nobel, padre della teoria della
relatività:
«Nulla aumenterebbe la possibilità di sopravvivere su questa
terra come
il passo verso unalimentazione vegetariana».
Leonardo da Vinci:
«Verrà il giorno in cui gli uomini condanneranno
luccisione di un
animale come oggi condannano quella di un uomo. Verrà un tempo in cui
condanneremo chi si ciba di animali nello stesso modo in cui oggi
condanniamo come cannibale chi si ciba dei nostri simili.»
Leo Tolstoi
«Fino a che esisteranno macelli, esisteranno campi di
battaglia.»
«Luomo può vivere e restare sano senza dover uccidere
animali per
cibarsene. Quindi, mangiando carne si rende responsabile della morte di
animali solamente per soddisfare il proprio palato. Agire in questo
modo è immorale »
Paul McCartney
«Credo nelle proteste pacifiche e non mangiare animali è una
protesta
pacifica».
«Non si può mangiare ciò che ha un viso»
Pitagora
«Luomo dovrà pagare con la stessa moneta ciò che
infligge agli
animali».
(Coloro che desiderino ulteriori informazioni sulle attività di vita
universale, possono visitare il nostro sito:
www.vita-universale.org)
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