Informazione per i giovani del III millennio numero 18 Settembre 2005
Direttore Prof. Carlo Monti
Vice Direttore Maurizio Martini
Redattori Alessio Lenzi, Mario Lorenzini
Redazione
Via Francesco Ferrucci 15
51100 - PISTOIA
( Tel. 057322016
. e-mail: redazione@gio2000.it
Sito internet: www.gio2000.it
Tipologia: notiziario
Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4971 del 26.06.2000
Gli articoli contenuti nel periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente quello del singolo articolista.
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Lavoro
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Normalità e handicap
Patologia
Racconti e poesia
Riflessioni e critiche
Spazio donna
Sport
EDITORIALE
Influenza
e numeri - Di Mario Lorenzini
COMUNICATI
Una commissione per l'integrazione sociale dei portatori di handicap - Di Luigi Palmieri e Natale Todaro
CUCINA
Tutti in cucina (parte quarta)- Di Elisabetta Barsotti
CULTURA
Il fenomeno dei festival letterari. Il caso italiano più noto: Festivaletteratura di Mantova - Di Consuelo Battistelli
Shelley, tra poesia e realtà - Di Antonella Iacoponi
ESOTERISMO, RELIGIONE E DINTORNI
L'assassinio degli animali è la morte degli uomini - Di Vita Universale
INFORMATICA
Jaws, comandi vari - Di Alessandro Ulivi e Isabella Casanova
PATOLOGIA
Conseguenze del nerofumo - Di Francesco Rollo
RACCONTI E POESIA
Giovani alla ribalta - Di Andrea Bonfiglio
Voli - Di Lia Simoni
Fragola - Di Tess
RIFLESSIONI E CRITICHE
L'uomo è un essere ambivalente - Di Antonino Cucinotta
Lettera dal Marocco - Di Giulio Cialdi
Esportiamo la democrazia!!! - Di Elena Aldrighetti
EDITORIALE
Di Mario Lorenzini
Due sono gli argomenti che vorrei qui
accennare, sì perché lo spazio per leditoriale è ridotto
e quindi, quanto scritto è solamente uno spunto di riflessione e
motivo di approfondimento personale, se interessa.
Intanto abbiamo nei prossimi mesi linfluenza, dicono che
anche la famosa aviaria dovrebbe riguardarci. E allora che fare?
Diamo retta agli allarmismi, ci imbottiamo di farmaci
anti-influenzali (nel momento in cui sto scrivendo non è stato
ancora approntato un vaccino per linfluenza aviaria),
oppure pensiamo che non rientriamo nelle categorie a
rischio, ovvero bambini con particolari affezioni e
anziani. Come spesso accade, linformazione, nel bene o nel
male, mette a conoscenza dei pro e dei contro di una certa cosa e
questo, a volte, ci disorienta invece di chiarirci le idee sulla
decisione da prendere. Certo linfluenza, comunque sia, non
è da sottovalutare, ma un consiglio generale, si può dare; non
ci dimentichiamo che il bravo medico prescrive pochi medicinali,
il minimo indispensabile, questo per due ragioni: in primis, gli
effetti collaterali della cura. E poi non ci dimentichiamo che il
nostro corpo dispone già di risorse naturali che possono
contrastare la malattia. E quindi molto importante che il
nostro fisico non sia già debilitato allinsorgere della
patologia. Infatti per alcune influenze si raccomanda
semplicemente di stare a riposo e seguire una dieta bilanciata.
Pensiamo che nel vivere quotidiano, quando stiamo bene, ci
sottoponiamo a stress che ci indeboliscono, vedi pasti sregolati
consumati velocemente, magari controbilanciati da cene
pantagrueliche, nonché sedute serali in palestra con movimenti
errati. Lideale sarebbe di non saltare i tre pasti
fondamentali, colazione, pranzo e cena, con una ricca colazione e
una cena leggera che non disturbi il sonno. Un po di moto
giornaliero, da non praticare dopo cena. Non ci dimentichiamo di
assumere sostanze che contengano vitamine e sali minerali, utili
per il buon funzionamento del nostro organismo. Ovviamente,
dobbiamo fare i conti col tipo di vita che conduciamo: un
muratore non ha certo bisogno di fare altra attività fisica alla
fine della sua giornata di lavoro, un impiegato che passa molte
ore seduto alla scrivania non necessita certo di consumare cibi
grassi e ipercalorici. Impariamo a conoscere noi stessi e vedere
come reagiamo e un certo giovamento dovremmo trarlo da una vita
più sana, e magari anche linfluenza ci farà meno paura.
La seconda questione, molto più soft (diciamo che non dobbiamo
preoccuparci della salute, ma del portafoglio), riguarda il
moltiplicarsi di numeri telefonici con numerazione breve
destinati alle informazioni e non solo. Queste numerazioni hanno
un costo medio intorno ai 3 centesimi al secondo (avete letto
bene si va da 1 euro e 50 a oltre 1 euro e 80 centesimi al
minuto). Queste tariffe dovrebbero essere giustificare dalla
competenza degli operatori e dai servizi offerti. Ma accade
sovente di perdere minuti in linea e senza avere
linformazione desiderata, oppure quella sbagliata. Come
evitare quindi, questi salassi? Beh, non dico niente di nuovo, è
già stato pubblicato su altri giornali: se avete internet, usate
i vari siti che contengono gli elenchi degli abbonati telefonici,
e tanto per non scordarcelo, abbiamo le guide cartacee a casa che
possiamo trovare in molti bar ed esercizi pubblici. E se proprio
non potete fare a meno di chiamare questi numeri magici, pensate
bene a ciò che volete prima di comporre il numero.
COMUNICATI
Una commissione per l'integrazione sociale
dei portatori di handicap
Di Luigi Palmieri e Natale Todaro
Dal primo Luglio 2005 è stata creata una
commissione per il sostegno e l'integrazione sociale dei
portatori di handicap, con il sostegno della redazione di Giovani
del 2000 e di altre persone
portatori di handicap e non.
Oltre ai componenti della redazione di Giovani del 2000, fanno
parte della Commissione anche
avvocati, commercialisti, insegnanti di sostegno e non, soggetti
portatori di handicap con esperienza
nel settore.
I temi di cui la Commissione intende occuparsi sono i seguenti:
lavoro, scuola, aspetti fiscali (agevolazioni e varie) e quanto
altro possa interessare i portatori di
handicap.
Lo scopo della Commissione è ben preciso: mettere a disposizione
degli utenti le conoscenze e
l'esperienza maturata dai suoi componenti, al fine di consentire
e favorire un pieno ed effettivo
inserimento sociale dei portatori di handicap.
Ci auguriamo di fornire un servizio utile a molti.
per contatti, coordinatore Luigi Palmieri
e-mail: lui.palmieri@jumpy.it
fax: 096227674
cell. 328 32 16 896
Da lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle 20.00 il sabato dalle
10.30 alle 19.00
CUCINA
Tutti in cucina (parte quarta)
Di Elisabetta Barsotti
Salve
carissimi!
Allora, come sono andate le vacanze? Vi siete riposati e
ricaricati per affrontare un altro anno di
fatiche? Devo dire che io ho fatto l'impossibile per ricaricare
le batterie che, devo ammettere, erano
decisamente molto più che scariche!
La ricarica, devo dire, è perfettamente riuscita e ora sono
prontissima a rimettermi al lavoro!
Dunque dunque
.ho pensato molto all'argomento da affrontare
in questo numero e, tra le molte
idee possibili, una si è fatta avanti con più decisione, e
quale? Beh, estate vuol dire vacanza, in
vacanza ci rilassiamo, abbiamo voglia di divertirci con gli
amici, di far festa e di lasciarci andare ai
piaceri della tavola
.certo, ci diciamo, in vacanza
non voglio pensare alla dieta! Giustissimo!
Ma poi? Poi le vacanze finiscono e, ahimè, che è successo? E'
spuntata la pancetta!
Dai, non vi preoccupate! Qualche chiletto si fa presto a
smaltire!
In questo numero, quindi, dall'alto della mia decennale
esperienza in fatto di diete, no no, non sono
dietologa né esperta di alimentazione per professione, la mia
esperienza è puramente empirica, un
po' fissata per la linea, come quasi tutte le donne, penso di
aver provato tutte le diete, ho letto una
quantità incredibile di libri di alimentazione, tentando poi di
mettere in pratica tutti i consigli,
insomma, qualcosina penso di averla imparata!
E allora eccovi qualche consiglio!
Impariamo a bere almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno: bere
è molto importante,
l'acqua ci aiuta a drenare i liquidi in eccesso,quindi a
sgonfiare, a sciogliere i grassi e a
eliminare le tossine. All'inizio, per chi non è abituato,
sembrerà un'impresa quasi
impossibile ma, vi assicuro, a poco a poco, diventerà naturale.
Bere è importante, sì, ma
attenzione alle bibite! Da evitare sono tutte le bibite gassate
che, oltre a contenere molti
zuccheri, fanno gonfiare e dilatare lo stomaco; attenzione anche
ai succhi di frutta in
commercio, anche quelli dichiarati senza zucchero, ne contengono
una discreta quantità,
meglio farsi centrifugati e spremute di frutta e verdura a casa,
ne guadagneremo in salute
e in gusto.
Non saltare mai i pasti: è importantissimo imparare a non
saltare i pasti, questa è una
pratica consueta che però nella maggior parte dei casi produce
l'effetto contrario; perché
questo? Molto semplice! Il digiuno riduce il metabolismo basale e
cioè la quantità
minima di calorie di cui ha bisogno il corpo per sopravvivere
che, normalmente,
oscillano tra le 1200 e le 1800 giornaliere; i fattori che
determinano il consumo
metabolico basale sono molteplici: (sesso, età,
peso/conformazione corporea e tipo di
vita). Più basso è il metabolismo basale meno calorie il nostro
corpo brucia e, di
conseguenza, tutto quello che ingeriamo viene assimilato facendo
aumentare così la
massa grassa.
Quindi occorre fare 3 pasti principali, (colazione, pranzo e
cena) e 2 spuntini, uno a metà
mattina e uno a metà pomeriggio. Ehi ehi, furbacchioni! Gli
spuntini devono essere sobri e,
soprattutto, poco calorici! Chessò, uno yogurt magro, un frutto,
un cubetto di parmigiano
(circa 20/25 grammi), verdura tipo carota, finocchio, cetriolo, o
ancora, 80 grammi di tonno
al naturale con l'aggiunta di un cucchiaio di olio extravergine,
una decina di mandorle,
insomma,
spuntini sì ma con criterio! In ogni pasto, spuntini compresi,
occorre prediligere le proteine
ai carboidrati, le proteine aiutano a bruciare massa grassa e
aumentare la massa magra. Tra
le proteine si preferiscono quelle delle carni bianche, del
pesce, e quelle vegetali dei legumi
e della soia che viene definita la carne vegetale.
Cercare di integrare nel nostro quotidiano un po' di attività
fisica. Non c'è bisogno di
iscriversi in palestra se non ci va, sarebbe sufficiente trovare
una mezz'oretta per fare
qualche esercizio comodamente a casa, oppure, per i più
fortunati, una mezz'oretta di
camminata all'aria aperta. Cominciamo lentamente con 5/10 minuti
al giorno, non
cerchiamo subito di strafare per poi mollare tutto dopo una
settimana, è importante essere
costanti e regolari. Ricordatevi che ai grandi risultati ci si
arriva con piccoli passi!
? Inserite nella vostra dieta le fibre. Le fibre si trovano nella
frutta, nei legumi, nei cereali,
nella crusca: sono importantissime per la salute del nostro
corpo: migliorano la
funzionalità intestinale, assorbono i grassi e aiutano a
eliminarli, inducono senso di
sazietà e quindi sono grandi alleate della nostra dieta e della
nostra salute!
La pasta: meglio a pranzo perché le attività della giornata
permettono di bruciare
maggiormente calorie. Una porzione di pasta in regime di dieta
non dovrebbe superare
gli 80 grammi. Otterremo un ottimo piatto unico che ci sazierà e
soddisferà il nostro
palato se condiremo la pasta con verdure saltate in padella e
pomodoro fresco. Un
cucchiaio d'olio, uno spicchio d'aglio fatto soffriggere
leggermente e verdure a piacere
fatte cuocere aromatizzate con spezie a piacere e con aggiunta,
se piace, di pomodorini o
pelati, e preparerete una vera delizia! Per i mangioni che
pensano che un piatto del
genere non sia sufficiente, consiglio un bel antipasto! Una mega
insalatona di verdura
cruda, più ce n'è meglio è! Vi sazierà a dovere oltre a farvi
un gran bene!
I formaggi: se siete amanti del formaggio ricordatevi che dovrà
essere considerato un
secondo e quindi mangiato accompagnato con verdura cruda o cotta.
Hanno meno
calorie i formaggi di capra che devo dire sono davvero ottimi! In
generale, però, una
porzione di formaggio può essere di 60-70 grammi per i formaggi
più stagionati mentre
di 100-125 grammi per quelli freschi.
La frutta: la frutta è molto importante perché contiene fibre e
vitamine in gran quantità.
E' importante, però, mangiarla lontano dai pasti perché a fine
pasto, a causa del suo
contenuto zuccherino, favorisce la fermentazione dei cibi e causa
una cattiva digestione.
Bene carissimi! Anche per questa volta siamo arrivati al momento
dei saluti
cosa?
Delusi? Vi manca la ricetta? E va bene, avete vinto! Vi propongo
una ricettina per un primo
veloce e leggero, preceduto o fatto seguire da una bella e ricca
insalata di verdura cruda sarà
perfetto per un pranzo dietetico!
Conchiglie al pomodoro e limone
Dosi per 4 persone
320 g di conchiglie, 400 g di pomodori maturi, 3 cucchiai di olio
extravergine d'oliva, 1
limone, sale e pepe, basilico fresco
Lavare i pomodori; pelarli e privarli dei semi; tagliarli a
pezzetti e raccoglierli in una ciotola.
Cospargerli di sale e pepe; poi condirli con tutto l'olio; unire
qualche foglia di basilico tritato
finemente e lasciare il tutto a riposare per mezz'ora.
Trascorso questo tempo, lessare la pasta. Scolarla e versarla
subito nella ciotola con i
pomodori.
Rimestarla con cura in modo che possa impregnarsi bene della
salsa. Grattugiateci sopra il
limone e mescolate bene. Servire subito, aggiungendo qualche
fogliolina di basilico.
Ciao ciao! Alla prossima!
CULTURA
Il fenomeno dei festival letterari.
Il caso italiano più noto: Festivaletteratura di Mantova
Di Consuelo Battistelli
Negli
ultimi venti anni il fenomeno festival letterario ha preso sempre
più piede in parecchi paesi
europei, tra cui l'Italia.
I cambiamenti avvenuti negli anni '80 e '90 nell'editoria e nel
commercio dei libri in generale
hanno svolto un ruolo fondamentale. La cultura imprenditoriale ha
invaso il mondo delle lettere,
adesso molti autori accettano anche se non certo con entusiasmo
il fatto che per guadagnarsi
l'anticipo devono prendere parte alla promozione e al marketing
dei loro libri. Quindi i festival
letterari rappresentano un'ottima vetrina per farsi conoscere dal
grande pubblico.
Il festival è il punto d'incontro tra la letteratura, lo show
business, è l'interfaccia tra l'attività della
scrittura solitaria, introversa e il mondo della performance
pubblica.
Nel proliferare dei festival letterari a cui abbiamo assistito in
questi ultimi anni, il Festivaletteratura
di Mantova ha via via acquistato un posto di rilievo grazie al
clima piacevole che è riuscito a creare
facendo incontrare nelle piazze storiche della città scrittori e
lettori.
Il successo della manifestazione, infatti, si basa su quel
dialogo immediato che gli autori vengono
ad instaurare con il loro pubblico.
Il festival si è rivelato da subito una formula vincente, ha
avvicinato autori e lettori permettendo
quella conversazione che solo raramente è possibile ritrovare in
altre situazioni.
Mantova proprio per le sue caratteristiche storiche e
architettoniche, oltre che per l'entusiasmo dei
suoi cittadini sembra essere la cornice ideale di tali incontri
che mirano ad essere quanto più
informali e diretti.
In tale occasione il libro sembra smettere di essere visto come
unico luogo d'incontro tra autore e
lettore anche se ne rimane sicuramente il principale campo di
battaglia. La possibilità però di avere
di fronte l'autore può permettere al lettore di soddisfare
quelle curiosità che la lettura del testo non
sempre esaurisce.
Succede così che quando autore e lettore si incontrano durante
un evento del festival il libro può
perdere la sua centralità e il suo ruolo di indispensabile
mediatore, e l'intera scena viene occupata
dallo scrittore e dal lettore come persone, al di là del ruolo
che ricoprono nel complesso
meccanismo attivato dalla lettura.
La manifestazione svolge un'importante funzione sociale, sia
quando mette in atto l'incontro
autore-lettore sia quando trasforma la città, attraverso il
volontariato in una perfetta macchina
organizzativa.
Accanto ai molti pareri entusiastici che ha prodotto il fenomeno
Festivaletteratura, si devono
segnalare anche giudizi meno favorevoli, legati soprattutto
all'accusa di mettere in atto un presunto
snaturamento del concetto di letteratura e del suo principale
portavoce: l'autore.
Il festival analizzato da questo punto di vista, viene percepito
come un modo per spettacolarizzare la
cultura e quindi sminuirla. In questo senso le manifestazioni
letterarie ispirate al modello
della kermesse mantovana, sono considerate una sorta di show
business, in cui l'opera perde di
significato a favore della pubblicità che l'autore riesce ad
ottenere esibendosi in pubblico.
Quindi l'autore veste i panni di una vera e propria star il cui
successo è direttamente proporzionale
alle sue doti mediatiche. In tale prospettiva, lo scrittore
sembra essere un traditore del suo lavoro,
perché utilizza per comunicare con il lettore canali diversi,
lontani dall'usuale pagina scritta.
In realtà il fenomeno festival letterario è utile per coloro
che non sono ancora lettori e hanno
bisogno di un piccolo stimolo per diventarlo, e mostrando come il
dialogo tra autore e lettore al di
fuori delle pagine solitarie di un libro sia un altro degli
aspetti comunicativi della lettura. E infatti ad
esempio il Festivaletteratura si mostra ogni anno come un ottimo
banco di prova per avvalorare
questa teoria.
Cresce di anno in anno il numero di coloro che partecipano alla
cinque giorni letteraria, in netto
contrasto con i dati sconfortanti sulla lettura che si registrano
nel nostro paese. Perciò il numero dei
biglietti staccati sembra dare ragione a chi attribuisce a tali
manifestazioni il merito di avvicinare
nuovi lettori al libro e al suo universo.
Questo ci porta a riflettere, su tutta una serie di domande,
bisogni che non vengono soddisfatti dai
grandi eventi, dai megastore e nemmeno dai media.
E nel caso di Festivaletteratura di Mantova giunto ormai
quest'anno alla sua nona edizione, è
possibile rilevare come l'attenzione da parte della Stampa
nazionale, non solo locale, dei media,
degli esperti del settore oltre che della gente comune sia stata
un crescendo di anno in anno.
Trovare i perché della fortuna sempre crescente di un festival
come quello della cittadina lombarda
è difficile,forse la risposta sta in una serie di elementi che
se uniti favoriscono un'atmosfera davvero
speciale in cui gli interessati ma non solo possono trovare
risposta a domande molto spesso poste
ma altrettanto spesso insolute.
Tutte le informazioni e relativo programma di Festivaletteratura
si possono trovare all'indirizzo:
www.festivaletteratura.it
Shelley, tra poesia e realtà
Di Antonella Iacoponi
Poeta inglese, Percy Bysshe Shelley nacque il 4 agosto 1792, a
Field Place, vicino ad Horsham, nel Sussex. Il padre, Thimothy,
era un ricco proprietario terriero, ed un membro del parlamento.
Ad Eton, le prepotenze dei compagni instillarono in lui una
profonda avversione per le ingiustizie, su cui si incentrò la
sua poetica. Nel 1810, si iscrisse al collegio di Oxford, da
dove, con sua grande amarezza, fu espulso, lanno seguente,
per aver scritto un libello intitolato: La necessità
dellateismo.
Sempre nel 1811, fuggì in Scozia, per sposare la sedicenne
Harriet Westbrook, figlia di un oste londinese, il che rovinò
definitivamente i difficili rapporti col padre.
I coniugi viaggiarono in Scozia ed Irlanda, lasciando dietro di
loro una scia di opuscoli contro lingiustizia politica.
Dopo aver incontrato il filosofo anarchico e giornalista politico
William Godwin, autore, fra laltro, di: Inchiesta sulla
giustizia politica (1793), S. compose uno scritto politico:
Discorso al popolo irlandese (1812), e la sua prima opera in
versi: La Regina Mab (1813).
Nel 1814, abbandonò la moglie, fuggendo prima in Francia e poi
in Svizzera, con la sedicenne Mary, figlia di Godwin.
Questultima proveniva da un ambiente culturalmente elevato:
la madre, la scrittrice Mary Wollstonecraft, fu una delle prime
sostenitrici del femminismo, autrice di: Difesa dei diritti della
donna (1792); la ragazza, inoltre, era cresciuta presso il
circolo intellettuale del padre.
Venti giorni dopo il suicidio di Harriet, la quale, al loro
rientro in patria, si annegò nella Serpentine, S. sposò la
compagna, ma non ottenne la custodia dei due figli, avuti nel
primo matrimonio.
Nello stesso anno, il 1816, Mary diede alla luce William, il
figlio prediletto del poeta. La coppia trascorse lestate in
Villa Diodati, sul Lago di Ginevra, ospite di Lord Byron, che
aveva una relazione con la sorellastra di Mary, Claire Clairmont.
Le frequenti pioggie indussero i tre amici alla lettura di storie
di fantasmi, ma solo Mary realizzò il desiderio di scriverne una
simile: Frankenstein, ovvero il Prometeo moderno.
S. compose: Inno alla bellezza intellettuale, Mont Blanc (1816),
La rivolta dellIslam, e Ozymandias, (1818).
Nel marzo 1818, il poeta, bandito dalla famiglia e
dallInghilterra, a causa delle sue opinioni e delle sue
sregolatezze, si trasferì in Italia, con la moglie ed i figli.
Qui abitava lord Byron, che, pare, fosse il padre di una figlia
degli Shelley, Allegra, la quale, reclusa in convento, morì
prematuramente.
Nel 1819, la morte di William portò Mary ad un esaurimento
nervoso; in quegli anni, la famiglia soggiornò a Venezia, a Roma
e a Pisa.
In italia, S. diede vita alle opere più significative: la
tragedia I Cenci (1819), il poema drammatico Prometeo liberato,
uno scritto politico: La maschera dellanarchia, il poemetto
La maga dellAtlante, (1820), le liriche Ode al vento
doccidente, Unallodola, La nuvola, i poemetti Epi
psychidion, Adonais, il saggio Difesa della poesia, (1821), Il
trionfo della vita, e un dramma sullindipendenza della
Grecia: Hellas (1822).
Dopo un viaggio a Lerici, il poeta giunse a Livorno, con la sua
goletta, per salutare lamico Leigh Hunt, ma, durante la
tempestosa traversata, che doveva ricondurlo a Lerici,
limbarcazione colò a picco, e il suo corpo, ripescato
sulla spiaggia di Viareggio, fu cremato, alla presenza di Byron e
di Hunt; era l8 luglio 1822.
La moglie, tornata in Inghilterra nel 1823, si occupò della
pubblicazione del suo epistolario e delle opere, fra le quali
Juhan e Maddalo, (1824), in cui è rappresentato il rapporto tra
lautore e Byron.
Determinata a non risposarsi, Mary si prese cura dellunico
figlio che le rimaneva, Percy Florence, e continuò a scrivere,
fino alla sua morte, avvenuta a Londra, nel 1851.
La vita e la produzione poetica di S. sono pervase dalla sua
concezione del mondo, dominata dalle idee rivoluzionarie, dalla
ricerca di libertà politica e morale, e dalla lotta per una vita
migliore per ogni individuo. Unintensa musicalità
caratterizza la sua poesia, insieme ad una vivissima
immaginazione, e ad un linguaggio ricco di simbolismi e
sfumature.
ESOTERISMO, RELIGIONE E DINTORNI
L'assassinio degli animali è la morte degli uomini
Di Vita Universale
Di cosa si occupa
l'associazione Vita Universale e come mai questa
affermazione provocatoria:
Vita Universale è un movimento spirituale diffuso in tutto il
mondo che si
riallaccia ai principi del cristianesimo originario, non è
quindi una chiesa né una
setta, ma è composta da persone di ogni ceto sociale che
vogliono avvicinarsi a
Dio nella loro vita. Per fare questo non abbiamo bisogno di riti,
di dogmi o
precetti di fede. Infatti in Vita Universale non ci sono
sacerdoti o una gerarchia
ecclesiastica poiché queste cose non furono mai insegnate da
Gesù di Nazaret.
Se consideriamo l'essenza dell'insegnamento di Gesù di Nazaret,
il Cristo
giungiamo alF Discorso della Montagna ed ai Dieci Comandamenti.
Noi siamo
convinti che questo non sia un'utopia ma sono stati portati
all'umanità affinché
questa li metta in pratica nella vita quotidiana.
"L'assassinio degli animali è la morte degli uomini"
dice una cosa molto ovvia.
Uomo, natura ed animali fanno parte di un'unità cosmica e siamo
giunti ad una
situazione in cui la terra non è piú in grado di reggere il
disequilibrio provocato
dall'uomo. Non ci sono quasi piú animali liberi e quindi la vita
si ritira dalla
terra. Cosa fare? Forse non possiamo fare molto oltre a prendere
coscienza, ma
possiamo cominciare nel nostro piccolo a vedere dove possiamo
restituire pace e
rispetto non solo verso tutti gli uomini, ma anche verso la
natura e gli
animali, nella coscienza che ció che abbiamo fatto alla terra
non resta senza
conseguenze.
Siete vegetariani?
Sempre piú fonti stanno portando alla luce che i primi cristiani
erano
vegetariani, quindi lo siamo anche noi perché consideriamo gli
animali il nostro
secondo prossimo. Non li uccidiamo, non li sfruttiamo e non ci
cibiamo di essi
per motivi etici e spirituali. Gli animali posseggono lo stesso
alito vitale come
l'uomo, quindi contrariamente a quanto afferma la chiesa, gli
animali hanno
un'anima, meritano rispetto ed amore come esseri viventi e
senzienti. E' chiaro
quindi che tutte le pratiche che fanno soffrire gli animali come
gli allevamenti di
massa, i trasporti in condizioni impossibili, la caccia, la
vivisezione (cosa da non
credere! - ma tollerata nel catechismo cattolico quanto la pena
di morte,
paragrafo 2226 del catechismo del 1992!) ed anche il consumo di
carne non
sono secondo le leggi divine dell'amore per il prossimo.
Questo titolo si riferisce ad una pubblicazione di Vita
Universale?
Si, "L'assassinio degli animali è la morte degli
uomini" è il titolo di una
pubblicazione di 60 pagine che Vita Universale distribuisce
gratuitamente in
tutto il mondo. Il titolo stesso indica il tema centrale di
questa pubblicazione: ciò
che l'uomo infligge alle creature viventi, alla natura, alla
madre terra non rimane
senza conseguenze, ma ricade su di lui in base alla legge di
semina e raccolta
che conosciamo già dall'insegnamento di Gesù che disse
"ciò che semini
raccoglierai". Se osserviamo il nostro mondo vediamo guerre,
catastrofi,
epidemie, malattie, carestie, devastazioni, inondazioni e molte
altre cose: in
queste situazioni molti si chiedono "Dov'è Dio? Perché non
interviene?
Dio ha dato a noi, i suoi figli, il libero arbitrio. Siamo noi
quindi che abbiamo la
libertà di comportarci in un modo o nell'altro; le chiese peró
hanno represso gli
insegnamenti della legge di causa ed effetto e della
reincarnazione ben noti nel
primo cristianesimo. L'uomo non si aspetta delle conseguenze
perché queste
non agiscono subito; in questo modo continua ad agire in modo
sempre piú
egoistico sia verso gli altri che verso la madre terra, contro i
princìpi etici e
morali che Dio ci ha dato per esempio nei Dieci Comandamenti. Uno
di essi
dice chiaramente "Non uccidere" e ciò vale sia per gli
uomini, sia per gli
animali.
Milioni di creature vengono macellate per il piacere del palato
dopo aver vissuto
in condizioni terribili negli allevamenti intensivi, o vengono
uccise a bastonate
per la loro pelliccia, per la pura vanità dell'uomo, oppure
pensiamo che soltanto
in Italia 800.000 cacciatori uccidono ben 150 milioni di uccelli
e 300 milioni di
altri animali. Nel periodo della BSE sono stati bruciati milioni
di animali per la
presunta paura di malattie, si, ma chi ha fatto ammalare gli
animali? Ci sono dei
manifesti in cui gli animali ci guardano negli occhi e dicono:
"Ci avete fatto
ammalare. Ora mangiate le nostre malattie." Logico, ma le
conseguenze si
vedono piú tardi, e continuamo quindi a nutrirci di carne. Non
serve aggiungere
che è dimostrato a livello mondiale che un pasto vegetariano è
piú sano che uno
a base di carne, se gli alimenti sono vari e ben dosati, mentre
la carne presenta
grandi problemi di digestione e rischi cancerogeni ed è alla
base di numerose
malattie chiamate della "civilizzazione".
Vita Universale si impegna sul piano animalista?
Ci sono molte associazioni che si impegnano per porre fine a
tutte queste
sofferenze, per esempio per l'abolizione della caccia (LAC), come
giá sta
avvenendo in altri paesi, o per l'abolizione della vivisezione
(LAV).
Partecipiamo a manifestazioni non violente per i diritti degli
animali per far
presente gli aspetti etici e le connotazioni spirituali di cui
abbiamo parlato,
facendo appello soprattutto alla coscienza del singolo ed
invitando ognuno a
riflettere con la propria capacità di ragionare. Ma facciamo
anche presente la
responsabilità delle istituzioni religiose che hanno tradito
l'insegnamento
originario del Cristo e che insegnano ancora oggi nel Catechismo
che agli
animali non spetta lo stesso amore che spetta invece agli uomini
e che è lecito
effettuare esperimenti su di essi, facendoli soffrire in modo
indicibile. Perché si
parla dei misteri imperscrutabili di Dio e non si insegna invece
semplicemente la
legge di semina e raccolta che è invece di centrale importanza
per la vita e per
l'evoluzione di ogni uomo? Cosa direbbe oggi Gesù di Nazaret
degli
allevamenti intensivi, dei macelli, dei laboratori di ricerca e
dei milioni di
animali che vengono uccisi dai cacciatori?
Qual è l'aspetto centrale di Vita Universale?
E' la parola profetica nella nostra epoca. E' molto importante
sapere che oggi
Dio non tace. Tramite la parola profetica viene riportato alla
luce lo spirito
rivoluzionario del primo cristianesimo anche grazie all'operato
di una donna
tedesca di nome Gabriele. Gabriele viene chiamata "la
profetessa di Dio per la
nostra epoca". Questo è un fatto straordinario perché
significa che Dio non tace
di fronte ai problemi del mondo, alle catastrofi, ma soprattutto
non tace quando
si tratta di ripristinare il vero insegnamento di Gesù di
Nazaret. Tramite Gabriele
è stato dato all'umanità un patrimonio spirituale immenso. In
oltre trent'anni di
attività sono stati pubblicati centinaia di libri, migliaia di
trasmissioni radio
televisive, su molti temi spirituali che riguardano da vicino la
nostra vita, il
nostro modo di pensare parlare e comportarci, in una parola la
Via Interiore.
Non si tratta di una nuova religione ma di ripristinare il vero
insegnamento del
Cristo che era per la pace, per la madre terra, per la natura e
gli animali, quindi
per il rispetto di ogni essere vivente. Gabriele non ha solo
scritto questo libretto
ma molti altri a favore degli animali e vorrei citare ad esempio
il cosiddetto
profeta nr. 15 dal titolo "Gli animali soffrono, il profeta
denuncia", di oltre 160
pagine. Il profeta da una voce agli animali che denunciano le
loro terribili
sofferenze a causa degli uomini, nei laboratori di vivisezione,
negli allevamenti
di massa, nei macelli e così di seguito. Vorrei aggiungere il
libretto "L'amore di
Gesù per gli animali finora tenuto nascosto fonti antiche
dimostrano che Gesú
ed i primi cristiani erano vegetariani che ha una grande
importanza perché
potrebbe cambiare la vita non solo di coloro che si ritengono
cristiani.
Riflettiamo quindi col cuore e non prendiamo la Bibbia alla
lettera, poiché la
Bibbia è stata manomessa e cambiata in molti punti. Lo stesso
Girolamo che
scrisse la prima "Vulgata" nel 4 secolo dovette
ammettere di aver lasciato fuori
molte cose ed altre di averle cambiate, ma una sua affermazione
fu molto chiara,
egli disse: "Fino al diluvio non si conosceva il piacere dei
pasti a base di carne.
Ma dopo questo evento ci è stata riempita la bocca di fibre e di
secrezioni
maleodoranti della carne degli animali
Gesù Cristo, che
venne quando fu
compiuto il tempo, ha collegato la fine con l'inizio, pertanto
ora non c'è piú
consentito mangiare la carne degli animali". Gerolamo era a
conoscenza degli
scritti dei primi cristiani, che gli apostoli erano vegetariani e
questa come altre
fonti importanti sul tema si trovano su questo libretto.
Come detto prima, la parola profetica è il fulcro di Vita
Universale e il libretto
"L'assassinio degli animali è la morte degli uomini"
riporta alla fine un
messaggio del Creatore che spiega all'umanità che tutto ritorna
indietro
secondo la legge di semina e raccolta o causa ed effetto, ad ogni
azione segue
una reazione. Se quindi l'umanità continuerà ad agire in modo
negativo contro
l'essere vivente Terra le conseguenze saranno terribili. Non
credete che stiamo
già assistendo a queste cose? E non credete che l'inquinamento
dell'aria,
dell'acqua e della terra da parte dell'uomo non erano giá state
annunciate? Non
credete che ci troviamo già nel mezzo di questo periodo, di
fronte a problemi
enormi?
Vi proponiamo di leggere questa Rivelazione divina data tramite
Gabriele il 27
febbraio 2001 il testo integrale è stampato sull'opuscolo
in questione e si puó
quindi richiedere gratuitamente a Vita Universale, casella
postale 16068 20158
Milano Tel e fax 02/6706058 oppure leggere anche in
internet nel sito
www.vita-universale.org
Mentre chi desidera ascoltare la sua voce puó ascoltare le
numerose trasmissioni
radiofoniche che si trovano nel sito di radio santec tradotte in
5 lingue.
www.radio-santec.com
INFORMATICA
Di Alessandro Ulivi e Isabella Casanova
Due nostri amici, utilizzatori della nota sintesi vocale Jaws, hanno composto per tutti gli interessati, questo elenco dei comandi da tastiera, presi dala guida in linea del programma e testati personalmente. Molti sono comandi di uso comune che già conoscete (ma non fa mai male ripassare), altri sono comandi più sofisticati. Speriamo che la cosa possa essere di una qualche utilità non solo per i neofiti del computer.
Combinazioni di tasti di jaws per leggere
del testo.
Dire carattere
Num Pad 5.
Dire carattere precedente.
Freccia sinistra.
Dire carattere successivo.
Freccia a destra.
Dire parola precedente.
Insert + freccia sinistra.
Dire parola successiva.
Insert + freccia a destra.
Dire parola.
insert + nun5.
Speling parola.
Insert + nun pal 5 premuto 2 volte velocemente.
Dire riga precedente.
Freccia su
Dire riga successiva.
Freccia giu.
Dire riga corrente.
Insert + freccia su.
Spelling riga corrente.
Insert + freccia su premuto 2 volte velocemente.
Dire frase precedente.
Alt + freccia su.
Dire frase successiva.
Alt + freccia giù.
Dire frase corrente.
Alt + num pad 5.
Leggere fino a dove si trova ilcursore.
Insert + home.
Leggere da dove si trova il cursore.
Insert + pagina su.
Spelling fino al cursore.
Insert + home premuto 2 volte velocemente.
Spelling dal cursore.
Insert + pagina su premuto 2 volte velocemente.
Dire tutto.
Insert +freccia giù.
Dire colore.
Insert + 5.
Dire carattere.
Insert +f premuto 2 volte velocemente.
Dire testo e attributi.
Alt + insert + freccia giù.
Selezionare parola precedente.
Shift+ insert+freccia sinistra.
Selezionare parola.
Shift + insert + freccia destra.
Note generali
Molte delle combinazioni tasti per leggere il testo spostano il
cursore attivo all'inizio del testo che deve essere letto. Le
combinazioni tasti per leggere
il carattere, la riga, la parola, o la frase correnti non
spostano il cursore attivo. La maggior parte di queste
combinazioni tasti funziona in tutte le
modalità dei cursori. I cursori JAWS e Invisibile leggono solo
il testo che è già a schermo; non possono far scorrere un
documento alla stessa maniera
in cui fanno i cursori PC o PC Virtuale.
Note su delle combinazioni tasti specifiche
Dire carattere foneticamente (Num Pad 5 premuto due volte
velocemente)
Questa combinazione tasti dice il carattere corrente in modo
fonetico. Dopo aver premuto questa combinazione tasti, Freccia
Sinistra dirà il carattere precedente
in modo fonetico così come Freccia Destra dirà il carattere
successivo in modo fonetico, fino a quando non viene premuta
un'altra combinazione tasti. Questa
combinazione tasti funziona in tutte le modalità cursore.
Spelling della parola (Insert+Num Pad 5 premuto due volte
velocemente)
Questa combinazione tasti fa lo spelling della parola corrente.
Dopo aver premuto questa combinazione tasti, Insert+Freccia
Sinistra farà lo spelling della
parola precedente e Insert+Freccia Destra farà lo spelling della
parola successiva, fino a quando non verrà premuta un'altra
combinazione tasti. Questa
combinazione tasti funziona in tutte le modalità cursore.
Seleziona parola precedente (Shift+Insert+Freccia Sinistra)
Se il cursore (punto di inserimento) è nel mezzo di una parola
quando viene premuta questa combinazione tasti, la selezione
sarà da quel punto nella parola
all'inizio della parola corrente. Questa combinazione tasti
funziona nelle modalità cursore PC e PC Virtuale. Nelle
modalità cursore Jaws ed Invisibile,
questa combinazione tasti funzionerà solo in alcune
applicazioni.
Seleziona parola (Shift+Insert+Freccia Destra)
Se il cursore (punto di inserimento) è nel mezzo di una parola
quando viene premuta questa combinazione tasti, la selezione
sarà da quel punto nella parola
all'inizio della parola successiva. Questa combinazione tasti
funziona nelle modalità cursore PC e PC Virtuale. Nelle
modalità cursore Jaws ed Invisibile,
questa combinazione tasti funzionerà solo in alcune
applicazioni.
Leggere fino a dove si trova il cursore (Insert+Home)
Verrà letto qualsiasi testo alla sinistra e sulla stessa riga
del cursore attivo. Questa combinazione tasti funziona in tutte
le modalità cursore. Questa
combinazione tasti non sposterà il cursore attivo.
Leggere da dove si trova il cursore (Insert+Pagina Su)
Verrà letto qualsiasi testo alla destra e sulla stessa riga del
cursore attivo. Questa combinazione tasti funziona in tutte le
modalità cursore. Questa
combinazione tasti non sposterà il cursore attivo.
Dire Tutto (Insert+Freccia Giù)
Quando si è in modalità cursore Jaws o Invisibile, questa
combinazione tasti terminerà la lettura quando il testo
visualizzato al momento sullo schermo
è stato letto, o quando viene interrotto. Quando si è in
modalità cursore PC o PC Virtuale, questa combinazione tasti
leggerà fino alla fine del documento
corrente, o fino a quando non verrà interrotto.
Durante un Dire Tutto, il tasto Shiftdi sinistra farà ritornare
all'elemento di testo precedente (riga, frase o paragrafo), e lo
Shift destro porterà all'elemento
di testo successivo. La lunghezza dell'elemento testuale viene
determinata dall'impostazione di Dire Tutto nel Programma di
Configurazione. Quando si usa
il tasto Shift sinistro per ritornare indietro durante un Dire
Tutto, potrete solo ritornare al punto sul quale avevate dato il
comando Dire Tutto.
Nota: In alcune versioni di Windows, se premete uno dei due Shift
per almeno cinque secondi, farete apparire una finestra di
dialogo ad indicare che può
essere abilitata una funzione di accesso, Tasti permanenti. Se
non volete usare questa funzione, marcate la casella di controllo
per disabilitare il tasto
di scelta rapida, e selezionate il pulsante Annulla. Se invece
volete usare questa funzione, usate le frecce Sinistra e Destra
per andare indietro e avanti
velocemente. Potrete anche disabilitare l'uso dei tasti Shift in
Programma di Configurazione, Opzioni Tastiera. Per farlo, deve
essere aperto il file Default.jcf
nel Programma di Configurazione.
Colore (Insert+5)
Questa combinazione tasti funziona in tutte le modalità cursore.
Carattere (Insert+F)
Questa combinazione legge il tipo di carattere, la dimensione e
qualsiasi attributo speciale come evidenziato, grassetto,
eccetera, del carattere su cui
si trova il cursore. Premete due volte velocemente per
visualizzare le informazioni nel virtual viewer.
comandi per la navigazione
Combinazioni tasti per la navigazione e per
informazioni
Dire l'ora del sistema
Insert+F12
Dire la data del sistema
Insert+F12 due volte velocemente
Dire il titolo della finestra
Insert+T
Dire i prompt ed il testo nella finestra
Insert+Tab
Dire la riga superiore della finestra
Insert+Fine
Dire la riga in fondo alla finestra
Insert+Pagina Giù
Dire il testo selezionato
Insert+Shift+Freccia Giù
Fare lo spelling del testo selezionato
Insert+Shift+Freccia giù due volte velocemente
Dire la versione dell'applicazione
CTRL+Insert+V
Elenco finestre
Insert+F10
Elencare le icone del System Tray
Insert+F11
Visualizzare il contenuto del System Tray
CTRL+Shift+F11
Elencare i grafici etichettati
CTRL+Insert+Shift+G
Note
Dire il titolo della finestra (Insert+T)
Questa combinazione tasti legge la barra del titolo attiva.
Dire la riga superiore della finestra (Insert+Fine)
Questa combinazione tasti potrebbe dare risultati diversi con
applicazioni diverse. In alcuni programmi, leggerà la barra del
titolo, mentre in altre potrebbe
leggere i menù o le barre degli strumenti all'inizio della
finestra.
Dire la riga in fondo alla finestra (Insert+Pagina Giù)
Questa combinazione tasti legge la riga in fondo ad una finestra,
in genere dove si trova la barra di stato.
Dire la versione dell'applicazione (CTRL+Insert+V)
Questa combinazione tasti dà delle informazioni sulla versione
per l'applicazione attiva.
Aprire l'elenco finestre (Insert+F10)
Questa combinazione tasti apre una finestra di dialogo che elenca
tutte le applicazioni aperte e lo stato delle loro finestre; ad
esempio Ridotta a icona,
Ripristinata, o Ingrandita. Selezionate un elemento dall'elenco e
premete Invio per passare a quell'applicazione.
Elencare le icone del System Tray (Insert+F11)
Questa combinazione tasti apre una finestra di dialogo che elenca
gli elementi nel System Tray. Selezionate un elemento
dall'elenco, poi premete Tab per
andare ai pulsanti che simulano click del mouse differenti
sull'elemento.
Elencare i grafici etichettati (CTRL+Insert+Shift+G)
Questa combinazione tasti apre una finestra di dialogo che elenca
tutti i grafici etichettati nella finestra attiva. Selezionate un
elemento dall'elenco
e premete Invio per simulare un singolo click con il tasto
sinistro del mouse sul grafico. Questa funzione è simile al
comando (Insert+F8) disponibile
per alcune delle applicazioni più comuni, tuttavia questa
funzione non è specifica per l'applicazione.
Combinazioni tasti di JAWS per gestire le
finestre di dialogo
Dire il pulsante predefinito della finestra di dialogo
INSERT+E
Dire il tasto di accesso del controllo attuale
SHIFT+NUM PAD 5
Leggere la finestra di dialogo seguendo l'ordine dei controlli
INSERT+B
Dire il prompt testuale della finestra
INSERT+TAB
Leggere la parola in contesto
INSERT+C
Aprire la casella combinata
ALT+FRECCIA GIU
Chiudere la casella combinata
ALT+FRECCIA SU
Selezionare più elementi in un elenco
CTRL+SHIFT o CTRL+SPAZIO
Deselezionare tutto tranne il corrente
CTRL+\
Suggerimento: premete INSERT+F1 su qualsiasi controllo in una
finestra di dialogo per l'aiuto a schermo per quel tipo di
controllo e per le combinazioni
tasti che funzionano su quel controllo.
Note aggiuntive
Dire il pulsante predefinito della finestra di dialogo (INSERT+E)
Questa combinazione tasti dice quale pulsante viene attivato
premendo INVIO.
Dire il tasto di accesso per il controllo attuale (SHIFT+NUM PAD
5)
Questa combinazione tasti legge il tasto di accesso per
l'elemento attuale. Il tasto di accesso attiva un controllo
quando viene premuto con ALT, anche
se l'elemento non è focalizzato.
Leggere la finestra di dialogo seguendo l'ordine dei controlli
(INSERT+B)
Questa combinazione tasti dice tutti i controlli in una finestra
di dialogo nell'ordine che segue ad ogni TAB.
Dire il prompt testuale della finestra (INSERT+TAB)
Questa combinazione tasti dice il tipo di controllo focalizzato
al momento, e legge il testo nel controllo. Questa combinazione
tasti non funziona in modalità
Cursore PC Virtuale .
Leggere la parola nel contesto (INSERT+C)
Questa combinazione tasti funziona in molte finestre di dialogo
di controllo ortografia per leggere le parole che erano state
usate originariamente.
Selezionare più elementi in un elenco (CTRL+SHIFT o CTRL+SPAZIO)
Per selezionare più elementi in un elenco che sono successivi
l'uno all'altro, premete e tenete premuti CTRL+SHIFT ed usate la
FRECCIA SU o GIU. Per selezionare
più elementi che non sono successivi l'uno all'altro, premete e
tenete premuto CTRL ed usate i tasti FRECCIA SU o GIU per
spostarvi agli elementi che volete
selezionare. Sempre tenendo premuto CTRL, premete SPAZIO per
selezionare gli elementi.
Deseleziona tutto tranne il corrente (CTRL+\)
Questa combinazione tasti rimuove la selezione di tutti gli
elementi in un elenco ad eccezione dell'elemento attuale.
Combinazioni tasti di JAWS per i cursori e
la simulazione del mouse
Cursore PC
NUM PAD PIU
Cursore JAWS
NUM PAD MENO
Cursore invisibile
NUM PAD MENO premuto due volte velocemente
Attivare/disattivare il cursore PC Virtuale
INSERT+Z
Spostare il cursore PC alla posizione del cursore JAWS
INSERT+NUM PAD PIU
Spostare il cursore JAWS alla posizione del cursore PC
INSERT+NUM PAD MENO
Collegare il cursore JAWS al cursore PC
CTRL+INSERT+NUM PAD MENO
Limitare il cursore JAWS
INSERT+R
Tasto sinistro del mouse
NUM PAD BARRA
Tasto destro del mouse
NUM PAD ASTERISCO
Bloccare il tasto sinistro del mouse
INSERT+NUM PAD BARRA
Bloccare il tasto destro del mouse
INSERT+NUM PAD ASTERISCO
Drag and Drop
CTRL+INSERT+NUM PAD BARRA
Dire il cursore attivo
ALT+CANC
Dire il tipo di cursore
CTRL+INSERT+SHIFT+C
Mouse giù
ALT+SHIFT+FRECCIA GIU
Mouse a sinistra
ALT+SHIFT+FRECCIA SINISTRA
Mouse a destra
ALT+SHIFT+FRECCIA DESTRA
Mouse su
ALT+SHIFT+FRECCIA SU
Note aggiuntive sulle combinazioni tasti di JAWS per i cursori e
la simulazione del mouse
Attivare/disattivare il cursore PC Virtuale (INSERT+Z)
Questa combinazione tasti attiva e disattiva il cursore PC
Virtuale nelle applicazioni che lo usano.
Sposta il cursore PC alla posizione del cursore JAWS (INSERT+NUM
PAD PIU)
Questa combinazione tasti sposta il cursore PC alla posizione del
cursore JAWS. Questa combinazione tasti non ha effetto se il
cursore JAWS è in una parte
dell'applicazione dove non può andare il cursore PC.
Sposta il cursore JAWS alla posizione del cursore PC (INSERT+NUM
PAD MENO)
Questa combinazione tasti sposta il cursore JAWS alla posizione
del cursore PC. Se è attivo il cursore Invisibile quando viene
usata questa combinazione
tasti, sarà il cursore Invisibile ad essere spostato alla
posizione del cursore PC.
Collega cursore JAWS a cursore PC (CTRL+INSERT+NUM PAD MENO)
Questa combinazione tasti forza il cursore JAWS a seguire il
cursore PC non appena si sposta a schermo. Premete la
combinazione tasti due volte velocemente
per salvare questa impostazione tra le varie sessioni.
Limitare il cursore JAWS (INSERT+R)
Questa combinazione tasti cambia i livelli di restrizione per i
cursori JAWS e Invisibile. Ci sono tre livelli di limitazione. La
limitazione per la finestra
dell'applicazione limita i cursori JAWS o Invisibile
all'applicazione attuale. La limitazione alla finestra limita i
cursori JAWS o Invisibile alla finestra
attuale. Questa impostazione è molto utile in una casella di
testo o in una finestra con più riquadri che visualizzano delle
informazioni. Illimitato rimuove
tutte le restrizioni sullo spostamento dei cursori JAWS o
Invisibile nell'area di visualizzazione.
Tasto sinistro del mouse (NUM PAD BARRA)
Questa combinazione tasti simula un singolo click con il tasto
sinistro del mouse. Premete la combinazione tasti due volte
velocemente per simulare un doppio
click con il tasto sinistro del mouse.
tasto destro del mouse (NUM PAD ASTERISCO)
Questa combinazione tasti simula un singolo click con il tasto
destro del mouse. Premete la combinazione tasti due volte
velocemente per simulare un doppio
click con il tasto destro del mouse.
Bloccare il tasto sinistro del mouse (INSERT+NUM PAD BARRA)
Questa combinazione tasti equivale a tener premuto il tasto
sinistro del mouse. Una volta premuto, il cursore JAWS può
essere spostato con le frecce. JAWS
non parlerà fino a quando non verrà ancora premuta la
combinazione INSERT+NUM PAD BARRA per sbloccare il tasto sinistro
del mouse. Questa combinazione
tasti può essere usata per trascinare gli elementi da una
posizione e per rilasciarli in un'altra.
Bloccare il tasto destro del mouse (INSERT+NUM PAD ASTERISCO)
Questa combinazione tasti equivale a tener premuto il tasto
destro del mouse. Una volta premuto, il cursore JAWS potrà
essere spostato con le frecce. JAWS
non parlerà fino a quando non viene premuta ancora la
combinazione INSERT+NUM PAD ASTERISCO per sbloccare il tasto
destro del mouse. Questa combinazione
tasti può essere usata per trascinare gli elementi da una
posizione e per rilasciarli in un'altra. Quando questa
combinazione tasti viene premuta una seconda
volta per sbloccare il tasto destro del mouse potrebbe apparire
un menù con delle opzioni come Copia, Sposta, e Crea
collegamento.
Drag and Drop (CTRL+INSERT+NUM PAD BARRA)
Questa combinazione tasti viene usata per trascinare gli elementi
da una posizione rilasciandoli poi in un'altra. Posizionate il
cursore JAWS sull'elemento
che volete spostare e premete CTRL+INSERT+NUM PAD BARRA. Potrete
lasciare attivo il cursore JAWS, o potrete anche passare al
cursore PC. JAWS manterrà
il parlato quando vi spostate. Una volta che avete posizionato il
cursore JAWS o PC nella posizione sulla quale volete spostare
l'elemento, premete ancora
CTRL+INSERT+NUM PAD BARRA, e l'elemento verrà spostato alla
posizione del cursore attivo.
Dire il cursore attivo (ALT+CANC)
Questa combinazione tasti dice il nome del cursore attivo e la
sua posizione in pixel.
Dire il tipo di cursore (CTRL+INSERT+SHIFT+C)
Questa combinazione tasti dice la forma del puntatore del mouse
attuale.
Combinazioni tasti di Jaws varie
Regola Prolissità di Jaws
Insert+V
Regola impostazioni Braille
CTRL+Insert+B
Cambia sintetizzatore
CTRL+Insert+S
Interrompere la sintesi
CTRL
Assegna evidenziazioni personalizzate
CTRL+Insert+H
Aggiorna lo schermo
Insert+Esc
Alterna il riscontro a schermo
Insert+S
Alterna il riscontro in scrittura
Insert+2
Passa tasto a
Insert+3
Seleziona simbolo da stampare
Insert+4
Finestra Jaws
Insert+J
Trova di Jaws
CTRL+Insert+F
Trova successivo di Jaws
Insert+F3
Trova precedente di Jaws
Insert+Shift+F3
Chiudi Jaws
Insert+F4
Dire il nome della configurazione attiva
Insert+Q, due volte velocemente per visualizzare nel virtual
viewer.
Dire i commenti del programma
CTRL+Shift+C
Lancia JAWS Manager
Insert+F2
Virtualizzare la finestra
CTRL+Insert+W
Seleziona Schema
Alt+Insert+S
Seleziona lingua
CTRL+Tasto Windows+L
Seleziona sintesi
CTRL+Insert+S
Ridurre a icona tutte le applicazioni
Note aggiuntive su combinazioni tasti di Jaws varie
Regola Prolissità di Jaws (Insert+V)
Questo comando apre una finestra di dialogo che vi permetterà di
cambiare quello che viene letto - e come - da Jaws. Le opzioni
disponibili in questa finestra
di dialogo sono specifiche per l'applicazione attiva. In molte
applicazioni, le impostazioni modificate in questa maniera
vengono cambiate solo quando
JAWS viene riavviato.
Assegna evidenziazioni personalizzate (CTRL+Insert+H)
Questo comando apre delle finestre di dialogo che vi
permetteranno di assegnare delle evidenziazioni personalizzate
che si basano sui colori del testo che
ci sono nel punto in cui si trova il cursore.
Aggiorna schermo (Insert+Esc)
Jaws usa un buffer di memoria per le informazioni dalla finestra
attiva per rendere la sintesi più fluida. Questo comando
aggiorna quel buffer di memoria.
Se vi sembra che Jaws ignori dei caratteri o delle parole mentre
legge, provate ad usare questo comando.
Alternare il riscontro a schermo (Insert+S)
Questo comando alterna il riscontro a schermo tra evidenziato,
tutto, e nessun riscontro. Evidenziato è il default.
Alternare il riscontro in scrittura (Insert+2)
Questo comando alterna il riscontro in scrittura tra caratteri,
parole, caratteri e parole, e niente.
Passa tasto a (Insert+3)
Dopo aver premuto questo comando, il comando successivo verrà
ignorato da Jaws e sarà passato direttamente all'applicazione
attiva. Questo comando è molto
utile se una combinazione tasti di JAWS va in conflitto con una
combinazione tasti dell'applicazione.
Seleziona simbolo da stampare (Insert+4)
Questo comando mostra una finestra di dialogo contenente un
elenco di simboli grafici come i caratteri in lingua straniera.
Selezionate un simbolo dall'elenco
e premete Invio per aggiungerlo ad un documento o ad un campo
editazione.
Finestra Jaws (Insert+J)
Questo comando attiva la finestra Jaws. Se Jaws è impostato a
partire dal System Tray, questo comando aprirà lo stesso menù
che verrebbe aperto se sceglieste
di aprire Jaws dalla finestra di dialogo Seleziona un'icona del
System Tray (Insert+F11).
Trova di Jaws (CTRL+Insert+F)
Questo comando apre la finestra di dialogo Trova di Jaws. Da
questa finestra di dialogo, potrete cercare del testo o il testo
dei grafici etichettati. Questa
funzione cerca solo nell'area dello schermo visualizzata al
momento. Non farà scorrere un documento per fare una ricerca
completa.
Dire il nome della configurazione attiva (Insert+Q)
Questo comando dice il nome dei file di impostazione caricati al
momento, ed il nome dell'applicazione attiva. Premete due volte
velocemente per visualizzare
le informazioni nel virtual viewer, dove poi potrete copiarle per
altre applicazioni.
Dire i commenti del programma (CTRL+Shift+C)
Questo comando legge i commenti del programma per l'applicazione
attiva. Questi commenti non sono disponibili per tutte le
applicazioni.
Combinazioni tasti per accedere alle utility
di JAWS
Creare un prompt
CTRL+INSERT+TAB
Etichettatore Grafici
INSERT+G
Avviare l'Etichettatore automatico dei grafici
CTRL+INSERT+G
Impostare l'angolo in alto a sinistra del frame
CTRL+SHIFT+e accentata
Impostare l'angolo in basso a destra del frame
CTRL+SHIFT+asterisco
Impostare il frame alla finestra
CTRL+SHIFT+e accentata premuta due volte velocemente
Cancellare i valori iniziali
CTRL+INSERT+C
Lancia JAWS Manager
INSERT+F2
Programma di Configurazione
INSERT+6
Programma Dizionario
INSERT+D
Visualizzatore Frame
INSERT+9
Programma Tastiera
INSERT+8
Editor di Script
INSERT+0
File di default nell'Editor di script
CTRL+INSERT+0
Riassegna classi finestra
INSERT+7
Aiuto a schermo tecnico
CTRL+INSERT+F1
Dire le classi finestra speciali
CTRL+INSERT+F2
Dire il Frame al cursore
INSERT+X
Note aggiuntive sulle combinazioni tasti per accedere alle
utility di JAWS
Creare un prompt (CTRL+INSERT+TAB)
Questa combinazione tasti apre una finestra di dialogo che vi
permetterà di assegnare un'etichetta per la voce o per il
Braille ad un controllo in una finestra
di dialogo.
Etichettatore Grafici (INSERT+G)
Questa combinazione tasti apre una finestra di dialogo che vi
permetterà di assegnare un'etichetta di testo ad un grafico.
Questa combinazione tasti funzionerà
solo se il cursore JAWS è focalizzato su un grafico.
Avvia Etichettatore automatico dei grafici (CTRL+INSERT+G)
Questa combinazione tasti avvia l'etichettatore automatico dei
grafici, che proverà ad etichettare tutti i grafici nella
finestra attuale dell'applicazione
attiva. Le etichette si basano sul testo dei tooltip associati ad
ogni grafico, quindi i grafici senza tooltip non potranno essere
etichettati in questa
maniera.
Impostare l'angolo in alto a sinistra del frame (CTRL+SHIFT+E
ACCENTATA)
Questa combinazione tasti imposta l'angolo in alto a sinistra per
un frame basato sulla posizione del cursore JAWS o Invisibile. Se
l'angolo in basso a
destra del frame è già stato impostato, questa combinazione
tasti aprirà anche il Visualizzatore Frame in modo che possa
essere assegnato un nome al frame
e possano essere impostate le altre proprietà.
Impostare l'angolo in basso a destra del frame
(CTRL+SHIFT+ASTERISCO)
Questa combinazione tasti imposta l'angolo in basso a destra per
un frame basato sulla posizione del cursore JAWS o Invisibile. Se
l'angolo in alto a sinistra
del frame è già stato impostato, questa combinazione tasti
aprirà anche il Visualizzatore Frame in modo che possa essere
assegnato un nome al frame e possano
essere impostate le altre proprietà.
Impostare il Frame alla finestra (CTRL+SHIFT+E ACCENTATA premuta
due volte velocemente)
Questa combinazione tasti imposta un frame all'area del controllo
su cui si trovano il cursore JAWS o Invisibile, ed apre il
Visualizzatore Frame in modo
che possa essere assegnato un nome al frame e possano essere
impostate le altre proprietà.
Cancellare i valori iniziali (CTRL+INSERT+C)
Questa combinazione tasti annulla l'impostazione di un frame o
l'operazione di drag and drop.
Lancia JAWS Manager (INSERT+F2)
Questa combinazione tasti apre una finestra di dialogo dalla
quale potrete accedere alle varie utility di JAWS.
Aiuto a schermo tecnico (CTRL+INSERT+F1)
Questa combinazione tasti dà delle informazioni sull'aiuto a
schermo che potrebbero esservi utili quando progettate degli
script.
Dire le classi finestra speciali (CTRL+INSERT+F2)
Questa combinazione tasti dà delle informazioni per la finestra
attuale che potrebbero esservi utili quando progettate degli
script.
Dire il Frame al cursore (INSERT+X)
Questa combinazione tasti legge tutto il testo che c'è
all'interno dei bordi del frame nel quale si trova il cursore
attivo.
Combinazioni tasti per gestire le tabelle
JAWS ora supporta dei comandi standard per la gestione delle
tabelle. Questi comandi funzionano per le applicazioni più
comuni, permettendovi di lavorare
senza dover imparare delle combinazioni tasti specifiche per ogni
applicazione.
Comandi per spostarsi all'interno delle tabelle
Queste combinazioni tasti spostano il focus alla cella indicata e
ne leggono il contenuto. Verranno date anche le coordinate di
celle e righe come pure
informazioni sulle intestazioni di righe e colonne.
Dire cella corrente
Alt+CTRL+Num Pad 5
Cella a destra
Alt+CTRL+Freccia Destra
Cella a sinistra
Alt+CTRL+Freccia sinistra
Cella sotto
Alt+CTRL+Freccia giù
Cella sopra
Alt+CTRL+Freccia su
Prima cella
Alt+CTRL+Home
Ultima cella
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PATOLOGIA
Di Francesco Rollo
Mi chiamo Rollo Francesco, vivo a Carapelle in provincia di
Foggia, voglio raccontarvi la mia malattia; è il
volere di qualcuno in Alto per evitare che si ripetano altri
problemi simili e credetemi, ho sempre tentato di
sottrarmi a questo incarico ritenendomi non all'altezza della
situazione. Ma la Bibbia insegna che Dio si serve
delle persone più umili e semplici per i suoi piani e io,
appartengo a questa categoria di persone. A raccontare
la mia storia è incredibile anche per me, incominciò tutto nel
giugno del 2000. Dovevo ricoverarmi in quel
periodo per dei strani dolori inguinali, avevo già fatto
precedentemente degli accertamenti clinici, ma non
mostravano stranezze, l'unica cosa anomala che emerse era che
avevo i reni polocistici pieni di palline con del
liquido. Qualche giorno prima del mio ricovero, apparve ad una
facciata di una chiesa bianca di Foggia, al
quartiere CEP, una insolita macchia di umidità, era il volto di
Padre Pio. Incuriosito mi recai a vedere l'icona;
non credevo a Padre Pio, anzi da piccolo mio padre mi aveva
narrato tutte le maldicenze sul Santo, essendo
un evangelista accanito. Ricordo ancora quel giorno, di buon
mattino mi recai a vedere l'immagine; c'era già
una discreta folla riunita in preghiera e silenzioso mi recai a
vederlo. Rimasi impietrito, il suo volto mi fissava
con cattiveria e abbassai lo sguardo. Sconcertato mi rifeci
coraggio e tornai a rivederlo, il suo sguardo mi
sembrò cambiato e mi spronava a farmi coraggio. Quando appaiono
queste icone c'è un motivo e io ne sono
convinto che sia apparso per me, per anticiparmi le mie
disavventure e che dall'Alto non mi avevano
abbandonato. Me ne resi conto dopo tanto tempo e analizzando
quello che mi successe in seguito. In ospedale
stavano per dimettermi, convinti che il dolore che accusavo fosse
provocato dal varicocele, ma un medico
veramente seguito da Dio si accorse dell'errore e mi diagnosticò
un tumore sul rene destro. Tutto il mondo mi
crollò addosso e l'unica cosa che seppi fare fù quella di
imprecare Dio. Fui trasferito d'urgenza in urologia e
notai per la prima volta le sofferenze che sarebbero state anche
le mie. Il reparto era pieno di persone con
tumori e in attesa di interventi chirurgici. Dopo pochi giorni,
il 10 luglio mi fu tolto il rene destro, l'esame
istiologico mostrò un tumore uroteliale tipico della vescica e
furono necessari altri ricoveri e un'altro intervento
alla vescica. Intanto le persone intorno a me le vedevo morire e
mi chiedevo di come mai Dio mi volesse bene
e mi teneva ancora in vita. Fu necessario contattare un oncologo,
data la seria malignità del tumore. Era il
mese di agosto e l'unico medico disponibile fu il primario di
Ascoli Piceno, il dottor Trevisonne. L'incontro con
Trevisonne fu il classico incontro che cambia la vita alle
persone radicalmente. Meravigliato lesse le mie
cartelle cliniche e mi disse che ero troppo giovane per avere un
tumore uroteliale e mi chiese che lavoro
svolgessi. Come fu informato che ero un tecnico riparatore di
fotocopiatrici fece un cenno di disappunto con il
capo. Mi disse che il toner era un derivato di sostanze con
bitumi e catrami e che provocavano queste
sostanze problemi simili al mio. Aggiunse anche che era il caso
di allontanarsi dal mio lavoro per evitare la
ricomparsa della malattia in futuro, e di fare denuncia all'INAIL
per la malattia contratta anche se
difficilmente sarebbe stata riconosciuta. Mi vennero in mente le
fragorose risate di un chimico al quale feci
vedere le schede di sicurezza dei toner. Rideva per tutte le
stranezze che vi erano riportate, ma all'epoca non
ci pensai più di tanto anche perché di problemi ad altri
colleghi non ne avevo sentito parlare. Durante il ritorno
da Ascoli Piceno, mi ritornò in mente l'icona di Padre Pio,
chiesi perdono a Dio delle mie imprecazioni e gli
promisi che se rimanevo vivo avrei fatto il mio possibile per
evitare il mio problema agli altri. Feci come
consigliato dall'oncologo la denuncia di malattia professionale e
mi licenziai, ma purtroppo l'INAIL segue delle
regole, basandosi su malattie tabellate e basta. Il medico che
passò la visita all'INAIL concluse dicendomi:
«Sig. Rollo, è successo solo a Lei, cosa vuole ricavare?».
L'altro sconforto l'ebbi dal Patronato che non
voleva fare denuncia per far andare avanti la mia pratica; dopo
tante insistenze l'addetto concluse non so se
nell'incoraggiarmi o per deridermi: «Sig. Rollo, ci sono tante
cause inutili e perse, aggiungiamo anche la tua in
questa lista». Ebbi poi anche difficoltà a trovare un medico
per far fare un certificato che descriveva una
minima possibile relazione tra malattia e sostanze impiegate.
Incontrai un dottore fresco di laurea in medicina
del lavoro e disoccupato che si prestò a fare quel certificato.
Capii subito che dovevo cercare storie simili e
tutto il resto se no era tutto inutile. Contattai emittenti e
programmi televisivi importanti, ma si tiravano subito
indietro e non ci pensai più di tanto. Dio volle che nel 2003
frequentassi un corso di operatore per PC, pagato
dalla Regione Puglia per disoccupati. Il corso era di un enorme
imbarazzo per me, dato che stavo in aula con
dei ragazzi, era un enorme disagio. Ma per non restare a casa ad
oziare, non mi ritirai e seguivo le lezioni.
Coniugai ben presto l'interesse della mia malattia con internet e
mi misi a cercare. Sfruttavo i motori di
ricerca scrivendo il nome della mia malattia con le sostanze
utilizzate nel toner per circa un mese; sfiduciato
non avevo trovato niente e stavo per tirarmi indietro. La notte
ancora oggi i dolori all'addome mi svegliano ed
è un momento per pregare Dio. Chiesi aiuto a Lui, prima di
riaddormentarmi mi venne un'idea. Vuoi vedere
che non trovo nulla perché qualcuno scrive diversamente la
parola nerofumo, un ingrediente del toner,
mettendoci un trattino in mezzo tra nero e fumo. Il giorno dopo
approfittai subito per cercare con google,
urotelioma e nero-fumo. Apparve solo un sito, ma anche il bidello
incavolato che entravo nel laboratorio di
informatica furtivamente. Calmai il bidello e feci venire anche
un ragazzo esperto per cercare subito quelle
parole se erano collegate. Era il sito dell'inaugurazione
dell'Anno giudiziario 2003 di Genova del PM Porcelli,
uscito da pochi giorni, tenendo presente che era marzo di
quell'anno. Il ragazzo mi istruì dell'opzione «cerca e
trova» senza stare a leggere tutte le pagine. Lessi per la prima
volta:
... è interessante segnalare che alla procura di Genova
risultano pervenute numerose denunce di
un particolare tumore (urotelioma vescicale), collegato a una
sostanza che si chiama nero-fumo...
Abbracciai quel ragazzo sconvolto, che mi chiese cosa diavolo
cercavo su Internet. Non persi tempo
contattai medici di Genova e venni a sapere della storia dei
portuali e inviai anche una lettera al PM. Poco
dopo apparve questa notizia anche su altri siti e cercando dove
veniva impiegato il nerofumo, non era una
novità il tumore alla vescica nelle fabbriche dei pneumatici.
Qualcosa su cui basare la causa della mia malattia
professionale l'avevo trovata, ma Dio ha voluto che andassi
oltre. Fui coinvolto subito da tanta solidarietà di
medici, operatori della prevenzione, giornalisti e anche della
Magistratura. Il PM mandò a chiedere dei miei
documenti tramite i Carabinieri e ha aperto una inchiesta che ha
poi passato alla Procura di Foggia. Una
giornalista Daniela Binello, mi convinse a fare il sito web. Il
sito fu pubblicato verso la fine di aprile 2004 e
Daniela mi aiutò anche nella scelta del nome e
www.malattienerofumo.net era il più appropriato. Io non ho
fatto il sito per aver riconosciuta la mia malattia professionale
ma perché penso che l'informazione è uno
strumento di prevenzione dei tumori. Sono una persona timida e
non so spiegarmi neanche io da dove viene il
coraggio di dire tutto ciò. La spiegazione l'ho avuta dalla
Bibbia, alla lettera agli Efesini cap. 5 versetto da 8 a
14:
Fratelli, un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore.
Comportatevi perciò come i figli della luce; il
frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità.
Cercate ciò che è gradito al Signore, e non
partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto
condannatele apertamente, poichè di
quanto viene fatto da costoro in segreto è vergognoso perfino
parlare. Tutte queste cose che
vengono apertamente condannate sono rivelate dalla luce, perchè
tutto quello che si manifesta è luce.
Per questo sta scritto: <<Svegliati, o tu che dormi,
destati dai morti e Cristo ti illuminerà>>.
Oggi sono in contatto con diversi colleghi con problemi di
salute, ma ciò che mi preoccupa maggiormente è
quello che sta accadendo in Germania. Si è costituita infatti
una associazione, per tutelare la salute delle
persone danneggiate dai toner e sono oltre ottocento persone.
Questa associazione (il mio sito è aggiornato
anche su di loro) ha coinvolto l'università tedesca di Giessen,
in uno studio chimico e tossicologico dei toner.
Sono inoltre attivi per far sostituire faxs, laser e
fotocopiatori con macchine a getto di inchiostro, in ospedali,
scuole, abitazioni private e studi medici.
Appena avrò i risultati dell'università di Giessen, vi
informerò a riguardo.
Saluti, Francesco.
RACCONTI E POESIA
Di Andrea
Bonfiglio
Si è da poco concluso il premio letterario nazionale di
narrativa under 21 organizzato in
collaborazione dalla Regione Puglia, dall'Amministrazione
Provinciale di Taranto, dal CSA di
Taranto, dall'Istituto di letteratura per l'infanzia
dell'Università di bari, dal CSLG di Roma,
dall'associazione "L'Aquilone" e dalle Edizioni
Pugliesi di Martina Franca, intitolato alla memoria
della scrittrice Giovanna Righini Ricci che ha dedicato la
maggior parte della sua vita
all'educazione culturale e civile dei giovani.
Lo scopo del concorso era quello di creare un palcoscenico dove
far esibire giovani scrittori, al fine
di scoprire nuovi talenti e di mostrare come si evolvono la
lingua, i modi di pensare e le aspettative
dell'universo giovanile.
Durante la cerimonia premiazione, svoltasi in data 11 Giugno a
Taranto, è stata resa pubblica la
graduatoria finale stilata da una giuria di esperti tra i
quali gli scrittori Enrico Bagnato e Cosimo
Rodia, il giornalista Rai Enzo Quarto e gli illustri
rappresentanti dell'Università di Bari Daniele
Giancane e Riccardo Pagano e dalla quale sono emersi i
risultati ufficiali di questa prima edizione
del concorso. Fra tutti i partecipanti il primo premio è stato
vinto da Giulia Ponti di Roma con il
racconto intitolato "Caldo". Al secondo posto si sono
classificati ex aequo Paolo Inno da Taranto e
Alessandro Sfondrini da Como rispettivamente con i brani
"L'Orsa Minore non sbaglia mai" e "La
Secessione". La terza posizione è stata occupata, a pari
merito, da Martina Moramarco di Castella-
neta (Ta) e Giorgia Erario di S. Giorgio Jonico (Ta)
rispettivamente con "La ballata delle anime
pensose" e "Il diario di Sonia", mentre la quarta,
anch'essa ad ex aequo, è stata condivisa da Andrea
Bonfiglio di Quarrata (Pt), Giosuè Vasco di Thiene (Vi) e
Giovanna Gallo di Lamezia Terme (Cz),
rispettivamente autori de "L'inatteso sorriso",
"Il botto" e "Cronaca di una speranza
crollata". Tutti
i racconti giunti in finale, ivi compreso quelli non premiati,
saranno raccolti in una antologia dal
titolo "La narrativa dell'ultima generazione" edita da
Edizioni pugliesi.
Di seguito, accompagnato dal giudizio espresso dai membri della
commissione, è riportato uno dei
brani premiati.
I valori della famiglia e del lavoro legato alla terra
nell'ineludibile continuità delle generazioni,
permeano questo racconto, emblematicamente espressi nella dura,
onesta e laboriosa scorza del
vecchio Rolando, che intensamente li celebra con l'aprirsi ad uno
dei suoi rarissimi, epocali
sorrisi, la prima volta che il piccolo nipote Roberto gli viene
messo tra le braccia.
L'INATTESO SORRISO
Il rumore della pioggia che scendeva incessante ormai da ore,
abbracciando gli ulivi carichi di frutti,
era l'unico che si udiva in quella domenica mattina tra le
colline. Dalle finestre delle abitazioni non
si riusciva a scorgere nessuno; la festa aveva rapito i contadini
dal lavoro quotidiano ed il maltempo
era riuscito ad impedire ai randagi di compiere liberamente le
loro scorribande. La solitudine che
traspariva dal paesaggio e che accompagnava gli abitanti del
borgo nei giorni come quello, non
rivestiva la solita triste rilevanza per uno di loro
Nonostante gli stivali da lavoro fossero riposti, insieme agli
abiti rattoppati, vicino al muro scalcinato della piccola
"lavanderia", Rolando portava
fiero sul volto segnato dal tempo, un dolce sorriso. Come era
possibile che un vecchio scorbutico,
costretto in quel giorno ad evitare il contatto diretto con le
sue amate terre, ridesse in tal modo?
Sarebbe stata questa, sicuramente, la domanda che si sarebbero
posti i vicini se l'avessero incontrato
per strada con quell'espressione disegnata sul viso; in realtà
la rudezza che trapelava dai suoi
lineamenti e dalle movenze decise era solo figlia di un'apparenza
quanto mai fittizia, una veste di
specchi che rifletteva i difetti di coloro che si fermavano a
guardarlo. Per carpire ciò che si celava dietro tale abito era
stata necessaria quella saggezza carica di valori che la
tradizione colloca tutt'oggi nel
sud del bel paese e che aveva parlato per voce di una donna,
Carmela, la quale ne aveva scoperto le
qualità fin dal primo incontro. Il destino - per chi ci crede -
o semplicemente le coincidenze - per chi
è persuaso dalla razionalità - avevano sancito l'unione di due
mondi praticamente agli antipodi,
quello rigido e introspettivo della Sicilia da una parte e quello
burlesco ed estroverso della Toscana
dall'altra. Lina - come la chiamavano tutte le comari,
abbreviando Carmelina, nomignolo affibbiatole in età
fanciullesca e protrattosi nel tempo si era sempre
mostrata entusiasta di quell'uomo onesto, premuroso e dedito al
lavoro al punto tale da volerlo sposare diciassettenne. Geloso
com'era,
suo padre, si sarebbe sicuramente opposto, se non fosse stato per
un apprezzamento crescente ed incontrollato verso quel giovane
che si era dimostrato così serio e che portava nel cuore sinceri
sentimenti. Neanche la provenienza "nordica" sembrava
più un difetto tanto grande di fronte a tali virtù,
di conseguenza dovette acconsentire, seppure a malincuore. Erano
trascorsi solo tre anni tra il momento in cui Rolando e Lina si
erano conosciuti ed il giorno delle nozze. La cerimonia si era
svolta
nella città di Messina - quale unica imposizione del padre di
lei - e vi avevano partecipato centinaia
di persone, perlopiù siculi dato che l'eccessiva distanza aveva
consigliato solo la presenza dei parenti più stretti dello
sposo. In quella cornice si poteva ammirare l'affresco di una
realtà oggi scomparsa, ovvero le famiglie patriarcali che
riuscivano, nonostante l'elevato numero di componenti, a
godere della reciproca compagnia radunandosi in concomitanza di
eventi importanti e brindando
davanti ad un semplice, ma quanto mai apprezzato, bicchiere di
vino. Ed un rosso prelibato i novelli
sposi lo sorseggiarono anche durante la luna di miele trascorsa
nella "lontana" ed a loro sconosciuta
Puglia, come adoravano rivangare spesso; infatti quel viaggio
veniva sovente rivissuto dai protagonisti per mezzo dei ricordi
che amavano scovare nella memoria. Su questo erano impostate le
loro
discussioni, escludendo ciò che concerne l'ordinario, immersioni
nostalgiche in un passato figlio di
un vigore giovanile ormai smarrito. Probabilmente era questa
nostalgia che impediva al volto di Rolando di creare espressioni
che lasciassero sottintendere un qualsiasi sentimento di gioia,
anche se,
in realtà, nemmeno in gioventù si manifestavano così di
frequente; testimoni risalenti all'epoca affermano di ricordare
con certezza solamente sette sorrisi, distanziati l'uno
dall'altro di circa nove
mesi, tempo necessario alla consorte per dar vita ai loro
figli
Come era solito dire suo cugino Egidio, Rolando
portava appiccicata addosso quell'etichetta familiare che
incupiva un malcapitato
membro della loro stirpe per generazione. Per quanto bizzarra,
tale affermazione trovava riscontro
nei racconti tramandati dagli anziani e nessuno si sarebbe mai
sognato di contraddirne la parola, an-
che se, in verità, avrebbe dovuto essere proprio l'elemento
orale della tradizione a spingere ad una
riflessione, in quanto è risaputo che le storie nate nel passato
subiscono inevitabilmente cambiamenti frutto dei loro stessi
narratori, ed essendo stati questi numerosi, nel corso dei
decenni, è assai probabile che il fondo di verità
caratterizzante i fatti raccontati sia stato gradualmente
sostituito da un
menzognero piglio leggendario. Nonostante tutto, ciò che nessuno
avrebbe osato immaginare era
invece accaduto e stava per sconfessare quanto riportato dai vari
antenati: l'espressione malinconica
sul volto stanco di Rolando era stata cancellata, almeno
temporaneamente, dalla pioggia caduta in
un giorno di novembre. Ma quale poderoso evento era stato in
grado di smentire secoli di tradizione? La risposta ad una simile
domanda era tanto banale quanto strepitosa ed era contenuta nella
successione di sette comuni lettere: R O B E
R T O. Esse non indicavano solamente un
nome di persona, ma anche una storia radicata in un passato
proiettato nel futuro. Ma com'è possibile tutto questo, vi
chiederete. Beh, non si tratta poi di un qualcosa di
straordinario se si pensa che
ogni azione che compiamo crea ben precisi effetti nel nostro
domani; spesso non ce ne rendiamo
conto, perché si tratta di elementi impercettibili che vengono
assorbiti con naturalezza dalla quotidianità, mentre in altre
circostanze è impossibile non percepirlo, in quanto le
situazioni a cui dobbiamo far fronte sono talmente problematiche
che ci viene altrettanto naturale guardarsi indietro per
cercare di capire il motivo di scelte precedenti o semplicemente
per rimproverarsi di non aver fatto
diversamente.
Rolando non si voltò mai indietro, era troppo orgoglioso per
farlo. Preferiva pagare il prezzo delle
sue azioni piuttosto che tentare di porvi rimedio. Se non fosse
stato, ancora una volta, per quella
amabile donna che era sua moglie, ne avrebbe subito le
conseguenze fino al giorno della sua dipartita. Lina, per
fortuna, lo amava anche nei difetti e per questo era riuscita a
decifrarne l'avvenire. Sapeva che Monica, l'ultima loro figlia,
testarda com'era, non avrebbe più avuto rapporti col padre
dopo che aveva sposato quel piemontese tanto invidiato dagli
altri per la sua posizione d'industriale
quanto da lui odiato per quella concezione materiale del mondo e
della vita che esprimeva se almeno lei non avesse comunque
coltivato ulteriori rapporti; così iniziò a scriverle, di
nascosto dal
marito, una lettera a settimana. Quel che le causava maggiori
preoccupazioni non era tanto la spedizione, in quanto la
vicinanza all'ufficio postale del paese le consentiva facilmente
di recarvisi al
mattino senza che il marito, intento a lavorare nei campi, se
n'accorgesse; bensì il pensiero che il
postino consegnasse le risposte provenienti da Torino in un
orario in cui anch'egli fosse presente in
casa. La sua buona stella volle che tale eventualità non si
verificasse mai, cosicché poté ricevere con
gioia, tra le altre, la notizia riguardante la nascita del
nipotino: Roberto. Anche nella scelta del nome, Monica aveva
voluto rinnegare quella tradizione, perlopiù meridionale, che
imponeva di tramandare al piccolo quello del nonno, optando per
accontentare il marito che aveva preferito battezzarlo Roberto
come il più osannato campione della squadra di calcio cittadina.
Se Rolando avesse
avuto a cuore quella tradizione, probabilmente Monica gli avrebbe
inferto il colpo decisivo con la
sua scelta; in realtà a lui non importava. Si trattava di
consuetudini tipiche, prevalentemente, di quel
sud con cui non aveva niente a che fare, se non di riflesso, per
le origini della moglie. Badava ad
aspetti ben più importanti basati su quegli stessi valori che
gli erano stati insegnati dai genitori e che
a ben vedere non erano poi molto distanti dal mondo da cui Lina
proveniva. E lei lo sapeva bene,
infatti appena ricevette la foto del neonato gliela mostrò senza
indugio, non rivelando però ch'essa
era frutto di una corrispondenza duratura e ormai ben collaudata
con la figlia. La reazione
dell'uomo, per la grande sorpresa, parve quella di un bimbo alle
prese col suo primo uovo di Pasqua: il viso mutò espressione in
un secondo e la foga s'impadronì degli occhi portandoli a
scrutare
in lungo ed in largo quell'immagine senza fermarsi un momento.
Per dirla tutta, un osservatore attento avrebbe visto nei suoi
gesti più quelli di un critico d'arte intento nell'analisi di un
dipinto
quanto mai prezioso, che non quelli di un ragazzino in clima
prefestivo; in ogni caso, per quanto si
voglia star qui a disquisire su una tale sottigliezza, resta il
fatto che lo stupore dell'anziano fu sempre il medesimo. Le
emozioni, si sa, non sono facilmente raccontabili, per quanto uno
si sforzi di
trovare le parole più adeguate, queste non riescono a
trasmettere fedelmente la realtà, finendo per
essere soltanto mosaici di sillabe tenute insieme dalla passione
di un narratore sognante. Per fortuna
esistono i nonni, i quali, come Rolando, sanno cosa vuol dir
esser tali e quali sensazioni ne derivino.
Chi non ha ancora avuto il piacere di diventarlo può solo
provare ad immaginare ciò che comporta
una simile posizione, oppure può - per tentare di avvicinarsi
alla verità - cercare di pescare tra i ricordi le frasi che il
proprio nonno pronunciava per esprimere il suo affetto.
Carmela si mostrò orgogliosa del suo operato, ma nessuno se ne
accorse; l'unico nella condizione di
farlo era presente nella stanza solo col corpo, avendo impegnata
la mente da una visione poco prima
inaspettata. Non appena tornò in sé, Rolando disse alla moglie
di chiamare la figlia per invitarla, insieme alla sua famiglia, a
trascorrere in casa loro il periodo post-parto. Fu sbalorditivo
sentirgli dire
proprio famiglia, in quanto stava a significare che anche
l'odiato piemontese dopo tale avvenimento
iniziava ad esser visto sotto un'altra luce
E così crollò
il muro del rancore, unica parete negativa
costruita da Rolando nel corso della vita; venne giù
d'improvviso, a testimonianza che tali sentimenti possono esser
abbattuti data la pochezza delle basi su cui si fondano. Nel suo
piccolo fu importante come la caduta di quel discusso muro che
spaccava l'Europa e l'ultima pietra che lo componeva fu distrutta
nello stesso istante in cui il baldo imprenditore acconsentì ad
accompagnare
Monica ed il futuro erede alla dimora dei suoceri. Iniziò così
per Rolando che decise addirittura di
abbandonare per quei giorni il lavoro pomeridiano nei campi,
temendo che il freddo crescente ed i
malanni collegati pregiudicassero uno stretto contatto col nipote
e per Lina la snervante attesa che
aumentava col passare dei giorni, anzi delle ore. Sarebbe stato
il momento giusto per teorizzare il
principio della "differenziazione temporale", infatti
la durata di ogni dì sembrava prolungarsi in
maniera esorbitante per i due anziani. In effetti non si può dar
loro torto, a meno che non si voglia
dire una menzogna. Quante volte ci è capitato di percepire il
tempo in modo differente rispetto alla
realtà, basti pensare alla scuola dove le lezioni più noiose
sembravano protrarsi all'infinito mentre
le più interessanti erano destinate ad un rapido svolgimento; se
non fosse stato per quel piccolo
strumento chiamato orologio, capace d'indicare oggettivamente il
trascorrere del tempo, avremmo
stabilito ch'esso è soggetto ad accelerare in momenti di piacere
ed è solito rallentare in situazioni
non gradite. Fortunatamente o sfortunatamente, a seconda
delle proprie inclinazioni ideologiche
i secondi, i minuti e le ore camminano ad un passo costante come
un'atleta impegnato in una marcia
e per quanto proviamo a modificarne l'andatura non mutano il
passo, ma anzi ci portano a variare i
nostri movimenti in loro relazione.
Nel tentativo d'ingannare l'attesa, Lina si dedicò alla cucina,
intesa come arte culinaria, preparando
una serie di dolciumi secondo le ricette di sua zia Costanza,
riconosciuta dall'intera famiglia regina
dei fornelli; ecco allora la crostata di albicocche, la torta di
mele, i biscotti all'anice, la torta di
mandorle, la cassata, i cannoli, i babà e le chiacchiere.
Sebbene queste ultime avessero poco a che
fare col periodo in questione, dati i lunghi tempi di
realizzazione pensò bene di prepararle ugualmente. Nel frattempo
Rolando si teneva occupato tentando di compiere le riparazioni di
cui la casa
aveva bisogno dato che, nonostante le continue sollecitazioni
della consorte, vari guasti si erano accumulati negli anni
proprio perché lui aveva preferito portare avanti in prima
persona il lavoro nei
campi dando loro un'importanza secondaria. E così dolce dopo
dolce e riparazione dopo riparazione
giunse finalmente la data dell'incontro. Lina e Rolando erano
impegnati nelle loro faccende quando
il rumore di un'auto che procedeva lentamente sulla ghiaia del
vialetto di fronte all'abitazione colpì
la loro attenzione. Solitamente ricevevano visite di anziani
compaesani che, al massimo, si spostavano in vespa quando
rinunciavano alla salutare passeggiata, quindi intuirono subito
chi poteva essere arrivato
In un lampo il vecchio saltò in
piedi liberandosi all'istante di chiodi e martello e
prese a camminare a passo spedito verso la porta d'ingresso.
Anche gli strumenti da cucina non ebbero più padrone
all'improvviso, infatti Lina mollò tutto e corse col grembiule
ancora indosso verso
l'entrata. I due s'incontrarono in prossimità della meta e
scambiandosi un fugace sguardo si avvicinarono insieme alla
finestra e scostarono di quanto necessario le tendine ricamate
per vedere ciò che
accadeva fuori. La pioggia era cessata, ma di questo non
s'accorsero. Rolando notò subito una vettura scura parcheggiata
nel vialetto e per esser certo che fossero arrivati proprio
coloro che stavano
aspettando tentò di leggerne la targa, ma la sua posizione non
glielo permise. Stava iniziando ad innervosirsi, quando sbucò
fuori dall'auto la chioma corvina della figlia la quale prese in
braccio un
fagottino azzurro e stringendolo al petto si diresse verso di
loro. Lina aprì la porta e non percepì, a
differenza del solito, l'ondata di freddo sulla pelle, bensì il
calore dell'affetto che le riscaldò il corpo; allo stesso modo
Rolando percepì una sensazione di tepore e si diresse a braccia
aperte verso
Monica, la quale scostò dolcemente dal corpo il bambino e glielo
porse con delicatezza. In quel preciso istante un inatteso
sorriso comparve sul suo volto dando luogo a quel prodigio che
nessuno
immaginava.
Di Lia Simoni
Eccoti! Leggiadro, volteggi
con le tue ali dorate sopra il mio letto,
avanzi a piccoli balzi, leggeri,
fino a posarti lieve sul cuscino.
Socchiudi il piccolo becco,
e vi lasci cadere,
lieve, il suo messaggio...
Un altro balzo, un frullio d'ali,
e sei già lontano...
Lasciami restare, ancora per poco,
in quel dolce limbo
in cui il sonno non è ancora vinto!
Lasciati ammirare un'ultima volta,
uccello incantevole,
prima di scomparire per sempre...
Lo so, lo sento, lui è ancora qui con me!
Sento il calore del suo corpo,
la sua voce suadente mi sta parlando...
Ma so anche che appena aprirò gli occhi
il suo abbraccio si dissolverà
nell'abbraccio del nuovo giorno...
Ma oggi no, è diverso!
E tu, bussando piano
alla magica porta dei miei sogni,
mi hai lasciato
un dono, il più grande di tutti...
Che c'è infatti di più prezioso
di questo, per un cuore innamorato?
Sfioro quella carta liscia, finissima,
ne percorro ogni tratto, ogni piega,
ne sollevo i lembi,
con tutta la delicatezza
che le mie dita impazienti mi concedono...
Poche parole, pochissime frasi,
ma ognuna racchiude in sè
tutta la forza di una promessa...
E io assaporo
ogni parola, ogni frase,
come fosse la sua voce,
qui, ora, a parlare...
Sfioro la carta con le labbra,
e immagino di toccare quelle di lui...
Ed è proprio così, ne sento il calore...
Cosa c'è di più personale
di una lettera scritta dalla mano che ami?
Parole, sospiri, baci...
La carta può trasmettere tutto questo!
Le parole vergate da lui
mi mantengono viva...
Baciare la carta, per me
ora, è come baciare lui...
E' questo il mistero delle parole:
semplici riproduzioni d'inchiostro,
eppure disegnano anche
i palpiti del cuore e i suoi sospiri...
Boccate d'aria racchiuse nell'eternità...
Ah, il sublime miracolo della scrittura!
E dalla carta si spande un aroma sottile,
un aroma che è anche il suo,
e che tutti li racchiude...
Quello fresco della rosa,
e soave della gardenia,
e inebriante del gelsomino,
e dolce della frutta matura,
e frizzante della brezza marina,
e sensuale della vaniglia,
e intenso del caffè,
e pungente delle spezie...
Tutti gli aromi dell'universo,
in un unico, ineffabile
aroma: quello dell'amore!
Infinite volte ancora leggo
e rileggo ogni parola,
così tante volte che la carta
inizia a sgualcirsi...
Ma potrei sopportare, un giorno,
di sentire dileguarsi piano
questa sostanza ormai quasi impalpabile,
che pure ancora stringo tra le dita,
piccoli pezzi fluttuanti nell'aria?
No, mai... Quindi, nascondo il mio tesoro
tra le mie cose più preziose...
... Miele in un vasetto,
petali di rosa dello scorso anno,
gardenie seccate dall'odore pungente
che indugia nell'aria...
E un frammento di carta azzurra,
bruciato ai bordi,
che porta al suo nome segreto
scritto con una matita rossa...
E anche il mio nome...
L'amore ha incendiato
i bordi della mia vita,
e il miele
impregna il suo nome
sul fondo
del vasetto chiaro e rotondo,
piccolo grembo di desideri.
Ho baciato il coperchio,
bruciato incenso sacro;
e ora aspetto
che lui colmi
il mio barattolo di miele...
Si dice che l'amore sia una malattia,
un fuoco nel sangue che brucia
e distrugge ogni città terrena:
correrò il rischio!
E prima che io salga in volute
al cielo come incenso,
prima che mi inventi come morire,
versa il miele
dei miei desideri
sulla mia lingua in attesa...
torna da me, e insegnami a volare...
Di Tess
Credimi
dobbiamo consumare
consumare.
Che ci importa di domani?
E' oggi che conta
e neanche.
E' ora che vale.
Scriverti parole di sale
lasciare
che tu le assaggi col pane.
Scriverti parole
di zucchero e vaniglia
lasciare sulla tua pelle
perline lucide di meraviglia.
Possiamo di più
Meritiamo di più.
Fragole raccolte nel vento
rosse macchie di colore
profumate e vive
delicate
invitanti
appena sciacquate.
Su ognuna c'è scritto mangiami
e noi le mangiamo.
RIFLESSIONI E CRITICHE
L'uomo è un essere ambivalente
Di Antonino Cucinotta
Aristotele, il più grande pensatore della
Grecia antica, definito da Dante "Maestro di color
che sanno", considera l'uomo "animale naturalmente
politico" volendo con ciò significare che
l'uomo per sua natura è un essere socievole e quindi necessitato
a vivere in società. Infatti, l'uomo
anche se perfettibile, ma giammai perfetto, non può bastare a
sé stesso, non può soddisfare cioè ai
propri bisogni senza la cooperazione di altri. Ma come avviene
l'incontro con gli altri esseri umani?
E' sempre un incontro amichevole e di reciproco aiuto? Lo stesso
Aristotele, nell'Etica nicomachea,
attribuisce nei rapporti umani una particolare importanza
all'amicizia, intesa come comunione di
anime, disinteressata e quindi spinta al mutuo soccorso.
Purtroppo, in concreto, una tale condizione
non si realizza facilmente, poiché i rapporti umani, per la
natura stessa ambivalente dell'uomo, non
sempre sono improntati a comprensione, a tolleranza,
all'altruismo, a solidarietà, e all'aiuto
disinteressato. Infatti l'uomo non è un angelo né ha una natura
angelica. È vero che egli è dotato di
ragione che lo distingue dagli animali; ma sebbene superiore agli
animali, non è esente dal male
radicale che lo caratterizza e quindi non è del tutto esente da
istinti bestiali. Infatti è presente
nell'uomo quella che Platone, altro grande filosofo greco, chiama
anima concupiscibile che spinge
al male e che spesso sopraffa e oscura la ragione. Diciamo quindi
che nell'uomo coesistono due
forze opposte contrarie: il bene e il male. L'una che tende a
realizzare i valori universali; l'altra i
valori particolari, gli interessi individuali che portano gli
uomini a cozzare fra loro nell'impegno di
sopraffarsi reciprocamente. La storia e l'esperienza quotidiana
dimostrano che non soltanto le
società primitive, ma anche quelle più civili attuali, sono
spesso animate da passioni belluine,
sostenute da gretto egoismo e da odio reciproco che mettono a
repentaglio la stessa esistenza del
genere umano.
Se diamo uno sguardo retrospettivo ai fatti che hanno
caratterizzato il secolo XX e che
continuano a caratterizzare anche la vita presente, non possiamo
non rilevare con orrore eventi assai
distruttivi, dolorosi e odiosi. Mi viene in mente lo sgancio
della prima bomba atomica nel 1945 su
Hiroshima in Giappone con effetti catastrofici non solo per la
estrema mortalità immediatamente
provocata, ma anche per le gravissime ripercussioni sulla vita
dei sopravvissuti e sull'ambiente
naturale. Lo spettacolo spaventoso, però, non ha portato né a
pentimento né al ravvedimento, ma ha
spinto politici, capi di Stato e scienziati al perfezionamento e
alla diffusione di armi atomiche
sempre più sofisticate e più micidiali, costituendo un pericolo
e un rischio costantemente
incombente su tutti gli esseri umani, tenuto conto che tali armi
oggi sono possedute da grandi e
piccole potenze, spesso in attrito fra loro.
L'odio razziale, ideologico, politico, religioso e sociale,
purtroppo, può sconvolgere la mente
di uomini di Stato responsabili, tanto da dare luogo a
mostruosità quali l'Olocausto degli ebrei da
parte dei nazisti durante la seconda guerra mondiale; lo
sterminio degli armeni, operato dalla
Turchia durante la prima guerra mondiale, i massacri politici
avvenuti nell'Unione Sovietica durante
l'era staliniana e le dolorose deportazioni nei gulag siberiani
dello stesso periodo. Oltre a questi fatti
particolarmente efferati, ormai oggetto di ricerca degli storici
che dovranno appurare ancora non
poche verità, notiamo che spesso le cronache quotidiane
riportano casi delittuosi in cui è evidente la
presenza nell'uomo della forza del male che oscura, anzi annienta
la ragione dando luogo a crimini
che ci lasciano inorriditi. Infatti, come si può rimanere
insensibili di fronte a delitti che riguardano
anche bambini, i cui corpi vengono sciolti nell'acido? Si può
rimanere insensibili di fronte al
comportamento di Erica che uccide la madre e il fratellino e
tanti delitti di figli e genitori che si
uccidono reciprocamente? Sono fatti che dimostrano la natura
belluina dell'uomo che, quando
prevale, oscura anzi annienta la ragione che potrebbe e dovrebbe
guidarci sulla via peraltro assai
faticosa del bene. E' proprio vero che l'uomo, nella sua
ambivalenza, conosce il bene, ma spesso fa
il male.
Ma se riflettiamo sul nostro comportamento quotidiano, penso che
non si possa negare che
una certa tendenza al male sia connaturata a noi stessi. Tutti
siamo dominati da un certo egoismo
più o meno accentuato che spesso non ci fa avvertire il lamento
di chi soffre e muore. A ciò
concorrono l'individualismo, il consumismo, il desiderio smodato
di godimento dei piaceri
mondani, delle frivolezze e delle banalità quotidiane,
l'aspirazione al successo come che sia. Ma
questo atteggiamento ci porta inevitabilmente all'indifferenza e
anche alla transazione con la nostra
stessa coscienza con l'oblio dei nostri doveri di esseri umani.
Infatti la presenza sul nostro cammino
di chi ha bisogno di aiuto ci infastidisce. Ci infastidisce chi
per bisogno bussa alla nostra porta; ci
infastidisce la presenza nella nostra vita di ammalati cronici ed
handicappati, non autonomi; ci
infastidisce qualunque situazione che ponga remore o intralci al
pieno soddisfacimento del nostro
egoismo.
Nella sua natura ambivalente, l'uomo conosce il bene, ma la sua
volontà lo porta a fare il
male. C'è però chi non solo conosce il bene, ma ha anche la
volontà di farlo. Infatti non sono pochi
coloro che, in silenzio e senza atteggiamenti esibizionistici, si
impegnano ad alleviare le sofferenze
altrui; ascoltano le voci, le invocazioni di aiuto che si levano
dal seno della società in cui viviamo.
Quanti esempi di bontà si possono citare! Quanti esempi di
altruismo, a volte portato anche fino al
sacrificio della vita! Vi sono i pacifisti che invocano la pace
contro la guerra la quale non porta altro
che morte, distruzioni e dolori; e che porta l'uomo alla sua
primitiva belluinità, all'odio e alla
efferatezza. Vi è il volontariato che organizza persone comuni
disponibili ad aiutare chi ne ha
bisogno: anziani, ammalati, handicappati abbandonati a sé
stessi. Tali volontari sono presenti in
ambienti di estrema povertà dove le condizioni ambientali
degradate non sono affatto invitanti. Li
ritroviamo negli ospedali accanto ad ammalati gravi e meno gravi
per dire una parola di conforto e
di speranza, per suscitare un sorriso, per prestare la loro opera
per lenire in qualche modo le
sofferenze. In quest'opera di abnegazione come non ricordare i
missionari laici degli appartenenti
alle varie confessioni religiose che abbandonano la famiglia, le
comodità, la vita tranquilla per
andare a svolgere un'opera profondamente umanitaria e altruistica
in lontane plaghe per assistere e
aiutare a sollevarsi popolazione abbrutite e violente che
sconoscono la bontà e la benevolenza,
abbrutite dall'estrema povertà spirituale e materiale,
dall'ignoranza, e spesso impegnati in
massacranti lotte tribali. E' questa un'opera che i missionari
svolgono in condizioni ambientali di
particolare difficoltà, affrontando pericoli, fatiche
estenuanti, sacrifici immensi e mettendo spesso a
repentaglio anche la vita.
Il volontariato missionario raggiunge un punto particolarmente
luminoso nell'opera di Madre
Teresa di Calcutta, svolta in ambienti molto difficili per motivi
religiosi, etnici e sociali. Madre
Teresa di Calcutta era una donna "piccola" che però
racchiudeva in sé un'anima grande,
luminosamente forte e coraggiosa, pregna di umiltà e carità
cristiana, dedicatasi per decenni ai
poveri, agli ammalati, ai sofferenti, agli abbandonati, ai
moribondi o addirittura già morti nelle
strade di Calcutta, incurante dell'indifferenza altrui. La sua
carità prescindeva dalle etnie, dalle
confessioni e dalle estrazioni sociali di chi aveva bisogno del
suo aiuto, fornito anche se non
richiesto. La Chiesa Cattolica giustamente la eleverà agli onori
dell'altare.
Anche se meno eclatanti sono comunque moltissimi i casi di
abnegazione e di sacrificio in
favore di chi soffre. Ma, al contrario di quanto avviene per
fatti malvagi e delittuosi, questi casi di
bontà passano quasi sempre sotto silenzio. È proprio il caso di
dire che "Un albero che cade fa più
rumore di una foresta che cresce". È chiaro che il male ha
una sua notevole presenza nel mondo; ma
l'uomo, se non è perfetto, è perfettibile e quindi nella sua
ambivalenza può determinarsi per il bene
e contribuire alla realizzazione di una vita più vivibile se
saprà tenere accesa la fiaccola della
ragione, della speranza e dei buoni sentimenti che certamente
possiede e può fare valere. A questo
fine penso che sarebbe bene improntare il nostro comportamento ai
principi evangelici, agli
insegnamenti del mahatma Gandhi, di Martin Luther King e a tutte
le filosofie che ci insegnano a
non odiare, ma ad amare; a non disprezzare, ma rispettare l'uomo
in quanto persona, a non invidiare
con livore e con gretto egoismo, ma a gioire del benessere
altrui. C'è da auspicare che la nostra
natura ambivalente possa sempre propendere per l'amore, per la
comprensione dei bisogni altrui,
tenendo ben presente che ogni nostra opera di bene, sebbene
piccola, contribuisce sempre a lenire le
sofferenze dei nostri simili.
Di Giulio Cialdi
Pubblichiamo
una lettera che ci è pervenuta dal Marocco, inviata da un
volontario di una
organizzazione non governativa (O.N.G.), Giulio Cialdi, che
svolge la propria attività mediante
progetti di sviluppo agricolo in territori particolarmente
svantaggiati dal punto di vista climatico
nella provincia di Settat, mediante l'introduzione di tecniche
alternative e allevamenti di
animali da cortile, oltre ad iniziative di alfabetizzazione della
popolazione, in particolare
femminile.
Sono quasi tre mesi che mi trovo nella regione marocchina del
Benin Meskin, la terra dei Figli
dei Poveri; sono un agronomo come molti ve ne sono in Italia e
nel mondo, ne ho conosciuti
altri come me, da quando sono qui.
Sto lavorando in una O.N.G. di Bologna come responsabile della
produzione in un progetto
definito, in gergo tecnico, "integrato" che si occupa
cioè di aspetti diversi, sociali e agricoli
rivolti allo sviluppo rurale.
Le attività intraprese riguardano, per l'aspetto sociale,
l'alfabetizzazione di centinaia di donne
che vivono in zone rurali, animazione nelle scuole di campagna e
la creazione di una
cooperativa di tessitrici di tappeti.
Per gli interventi in campo agricolo, sono stati fatti corsi di
formazione in avicoltura con
sostegno alla creazione di allevamenti familiari o piccole
cooperative ed è stato impiantato un
vivaio di 1000 olivi in previsione di produrre delle piante
destinate alla regione. Esperienze di
miglioramento della condotta di allevamento sono state svolte in
"fattorie dimostrative" che
hanno mostrato ai più scettici i risultati ottenuti, una
campagna contro la "darmus" (patologia
comune nelle pecore di questa zona) è tuttora in atto, come il
sostegno all'Inseminazione
artificiale per migliorare le razze bovine. Altre "buone
pratiche agricole" come la semina su
sodo e la diffusione di sementi foraggere resistenti ai climi
semi-aridi, nonchè la lotta ad alcuni
arbusti infestanti sono pratiche che vengono svolte con cadenza
annuale...
Il filo conduttore che mi lega a questo lavoro risale agli anni
in cui, animato dai migliori auspici
di rendere il mondo solo un po' migliore, ho intrapreso i miei
studi universitari. Se penso però
più intensamente, è ancora più indietro che devo ricercare il
mio Amore per la natura, la
campagna, gli animali... Amore per gli uomini umili (vicini alla
terra). Devo risalire alla mia
adolescenza, infanzia... ed è forse da ricercarsi nel più
prezioso patrimonio che un nonno può
lasciare al di là dello spazio e del tempo, un seme di coscienza
in un animo giovane e fertile...
Il vento soffia alzando nuvole di polvere rossa mentre il pick up
percorre la campagna desolata
descrivendo parabole alla ricerca di qualche traccia di carretto,
lasciata qua e là poche ore
prima, da seguire. Qui si usa dire che la pista si trova sempre
davanti a te, vale a dire che
ciascuno, nota la direzione nella quale deve andare, si crea il
proprio cammino.
S'intravede in lontananza qualche piccolo duar (villaggio) di non
più di quattro o cinque case
basse che si confondono coi recinti per le pecore e sembrano
venire risucchiate dal terreno
dello stesso loro colore una volta che la macchina, incerta, si
allontana.
Alberi rari e solitari si perdono nel nulla di un mare rossiccio
di collinette sassose, mentre
cespugli di giuggiolo selvatico invadono i campi ricoperti di
stoppie gialle. Lo sguardo è libero di
spaziare in ogni direzione mentre l'aria polverosa e rovente
entra dai finestrini della vettura
lessando gli occhi.
Il primo muro a secco difeso nella sommità dal giuggiolo
disseccato e spinoso, suggerisce
l'ingresso a un duar...
La temperatura è arrivata a superare i 50 gradi all'ombra,
lavorare, specialmente se prevede
spostamenti nelle ore più calde, diventa quasi impossibile.
Mi sembra di essere qui da una vita, il passato recente appare
nei miei pensieri come un
ricordo lontano; le notizie degli attentati, delle piccole grandi
rivoluzioni di governo, entrano
nella casa mia e dei coinquilini attraverso le pagine di internet
(quando c'è la corrente e la rete
non è interrotta) o dalle conversazioni coi nostri cari.
Sono comunque notizie di mondi lontani che con i problemi con cui
ci confrontiamo tutti i giorni
non hanno niente cui spartire.
I villaggi sono poveri, ma solo in rarissimi casi la Miseria
colpisce la popolazione di queste
regioni; piuttosto che abitare in una casetta di un duar, Madame
Misére sembra abbia scelto la
propria residenza nelle banlieue delle grandi città...
Mi è capitato spesso di percorrere un'ora o più di pista per
raggiungere un villaggio in luoghi
dimenticati da Dio e sentire qualcuno che si rivolgeva a me in un
italiano stentato o con
qualche parola in spagnolo... sono emigranti che hanno deciso di
tornare alla propria terra,
dopo avere abitato sotto i ponti delle nostre città
Sono gli stessi che sono partiti per Casablanca o Rabat nella
speranza di poter trovare un
lavoro che permettesse loro di comprare una bella macchina e che
sono finiti a vivere in
capanne di latta... Sono gli stessi che sono tornati dove il sole
è inclemente e brucia qualsiasi
cosa si metta nel terreno, dove il gelo invernale è capace di
bruciare ciò che il sole ha
risparmiato. Sono quelli che sono tornati nei villaggi dove
l'acqua (spesso imbevibile per noi) è
un bene prezioso e dove nessuno si stupisce se puzzi di sudore o
se hai i vestiti sporchi di
polvere rossa.
Dovevo far tanti chilometri, complicare la vita di chi mi sta
accanto per capire quanto la
Miserabile ignoranza, la Miserabile emarginazione, il Miserabile
pregiudizio non siano mali
minori rispetto a tante altre piaghe che affliggono il mondo...
Sono appena tornato dal Brouge, villaggio fortunato avvinghiato
gelosamente a un'esile striscia
di asfalto.
Ero al volante quando Hamid, seduto accanto a me, mi indica una
nuvola di polvere dalla quale
vedo uscire una vecchia auto che descrive uno zig zag prima di
cappottarsi più volte al lato
della strada.
Mi fermo concitato, passo il cellulare ad Hamid perché chiami
un'ambulanza e i gendarmi, poi
esco e vedo una donna e una bambina di non più di due anni
sbalzate fuori da ciò che restava
dell'auto. La prima urlava e si batteva violentemente il capo e
il petto, la seconda, da sola, in
disparte, piangeva disperata.
Mi avvicino e scorgo qualcuno al posto di guida, immobile,
riverso in avanti.
Altre auto si fermano in quegli attimi infiniti, altra gente si
affolla in quegli istanti, tutti urlano e
distendono le braccia al cielo... nessuno fa niente...
D'istinto metto in sicurezza le superstiti. Prendo in braccio la
bambina che subito si abbandona
sulla mia spalla; prendo in braccio la bambina per non farla
sentire più abbandonata; prendo in
braccio un corpicino del peso di un passerotto per trovare il
coraggio di andare avanti.
Mi assicuro che non ci siano perdite di carburante e fumo dal
motore, poi mi affaccio fra le
lamiere per capire cosa avrei potuto fare.
Sapevo che l'ambulanza era a Settat, a più di 60 km
dall'incidente, e forse non avrebbe avuto
neppure la benzina per partire.
Il vecchio era accasciato di lato, la testa totalmente scuoiata e
lo scalpo gocciolante, caduto in
avanti sulla fronte, il polso carotideo appena percettibile.
Decido di tagliare le cinture e di provare ad estrarre il corpo.
Non avevo niente, nessun materiale, nessun compagno di supporto,
nessuna speranza
nell'arrivo di un'ambulanza... Nella posizione in cui l'uomo si
trovava non avrei potuto tentare
niente.
Mi sono infilato fra le lamiere cercando di raggiungere il
vecchio. Il sangue m'imbrattava le
braccia mentre cercavo di spiegare ad Hamid, all'esterno, cosa
dovesse fare per aiutarmi.
Il polso non lo sentivo più, avrei voluto fare più in fretta!
Dopo non so più quanti minuti, riesco ad estrarlo ma oramai
l'occhio era velato, segni vitali
non ce n'erano più da tempo...
Sono arrivati i gendarmi in jeep dopo una quarantina di minuti...
l'ambulanza non sarebbe
venuta.
Mi sono preso cura della bambina che per fortuna non dava segni
di problemi fisici particolari...
Quando ho deposto il vecchio sulla polvere dello sterrato e gli
ho coperto l'orrenda ferita, ho
pensato che avrei voluto recitare una preghiera per la sua anima,
ma non avrei saputo a quale
Dio rivolgerla.
Oggi un vecchio è morto fra le mie braccia.
Anche questa è Miseria.
Di Elena Aldrighetti
Ogni volta che accendiamo la
televisione per seguire il telegiornale, siamo bombardati da
notizie di
omicidi, suicidi, guerre, disastri naturali. Provo allora a
riflettere sul perché accadono certe cose.
Per quanto riguarda i suicidi la risposta mi viene dal nostro
stile di vita, corriamo sempre, siamo
sempre più isolati e soli, insoddisfatti perché non riusciamo
ad essere come la nostra società
consumista vuole che siamo. I rapporti interpersonali non
funzionano molto perché davanti
all'amore che dovrebbe essere il fondamento di una unione, viene
messo il benessere materiale e
l'apparire, cioè conformarsi ai desideri altrui non considerando
il proprio e quelli di coloro che ci
sono vicini e ci amano. Gli omicidi andrebbero analizzati
singolarmente ma anche qui possono
esserci le componenti disastrose della nostro splendida società
civile, l'interesse economico quando
si parla di omicidi di mafia o comunque dove c'è denaro c'è
competizione e spesso odio. I disastri
naturali sono, per la maggior parte, causati dall'incuria umana
che tratta il pianeta terra come un
oggetto inanimato e al servizio esclusivo dell'uomo, causando
spesso delle catastrofi.
Le guerre invadono il nostro pianeta, sia quelle apertamente
dichiarate che quelle che si svolgono a
tavolino. Così ogni volta che succede qualche attentato in
Israele, in Iraq o in Afganistan, tutto il
mondo occidentale si scandalizza, tutti sono pronti a gridare che
i terroristi islamici sono cattivi, che
vogliono eliminare la nostra democrazia, la nostra bontà e la
nostra libertà.
In testa a questi buonisti ci sono, udite udite, gli americani,
allora, visto che a me piace
documentarmi e parlare di cose delle quali so ribattere e
discutere, cercando nei siti delle varie
associazioni che si battono per i diritti dell'uomo, ho trovato
sul sito di Amnesty International una
relazione molto interessante su coloro che fanno le guerre a nome
della democrazia e della libertà,
coloro che però oltre ad "esportare" questi valori
eccezionali, si dimenticano di dire che esportano
anche altre cose.
Buona lettura.
Questo documento è tratto dal sito:
http://www.amnesty.it/campagne/controlarms/documenti/g8/usa.html
Stati Uniti d'America
Gli USA continuano a dominare il mercato internazionale delle
armi. Essi sono dei leader mondiali
sia per quanto riguarda le esportazioni che per la produzione di
armi. Si trovano al primo posto tra i
fornitori mondiali di armi convenzionali nel periodo 1996 - 2003,
con trasferimenti pari ad un
ammontare totale di 151.9 miliardi di dollari o ad una media
annuale di circa 19 miliardi di dollari. I
principali destinatari di armi statunitensi (nei termini del
valore finanziario delle loro importazioni)
nel 2003 sono stati l'Egitto, la Grecia, l'Italia, Israele, il
Giappone, l'Arabia Saudita, la Corea del
Sud, Taiwan, la Turchia ed il Regno Unito. Tra il 2000 ed il 2003
l'Arabia Saudita é stato il paese
che ha realizzato il maggior numero di acquisti di articoli
statunitensi per la propria difesa, per un
valore totale di 6.3 miliardi di dollari.
Gli USA sono anche i maggiori esportatori mondiali di armi
leggere, di piccolo calibro e munizioni.
Nel 2001 ne hanno esportate per un valore di 741 milioni di
dollari, principalmente provenienti
dalla vendita di armi leggere militari e di piccolo calibro,
munizioni, pistole, revolver, nonché fucili
sportivi e da caccia.
Più del 40% delle 100 maggiori compagnie produttrici di armi al
mondo sono statunitensi. Quattro
delle cinque più grandi industrie armiere al mondo - Lockheed
Martin, Boeing, Northrop Gruman e
Raytheon - sono di proprietà USA.
Aiuti militari statunitensi
Significativi trasferimenti di armi di provenienza USA, si sono
indirizzati verso paesi nei quali vi
sono gravi e persistenti preoccupazioni sullo stato della
protezione dei diritti umani, fra i quali la
Colombia, l'Egitto, l'India, Israele, la Nigeria, le Filippine,
l'Arabia Saudita, lo Sri Lanka ed il
Venezuela.
In base alle leggi statunitensi (il Leahy Amendment), non é
possibile fornire aiuto militare a forze di
sicurezza straniera, se esistono ragionevoli prove che queste
abbiano commesso gravi violazioni dei
diritti umani. Malgrado ciò, continua il flusso di aiuti
militari USA verso servizi di sicurezza e forze
armate che si sono macchiate in maniera persistente di violazioni
dei diritti umani. Significative
violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario
internazionale, sono perpetrate o facilitate in
alcuni di tali paesi da parte di forze paramilitari o forze
armate rifornite grazie agli aiuti militari
USA. Ad esempio, una rilevante quantità di fucili ad uso
militare e mitragliatori é stata destinata
alle forze armate colombiane, malgrado la preoccupazione a
livello internazionale circa le
violazioni di diritti umani compiute da queste ultime e le prove
dei loro legami con le forze
paramilitari.
Nell'agosto 2003 il governo degli Stati Uniti ha rimosso il
divieto di assistenza militare al governo
del Ruanda e nel 2004 gli USA hanno concluso un accordo di
cooperazione militare con il Ruanda,
le cui forze armate ed i cui ufficiali sono stati accusati sulla
base di indagini delle Nazioni Unite di
supportare gruppi armati della Repubblica Democratica del Congo.
Assistenza militare USA al Nepal
Dal 2001, gli USA hanno concesso al Nepal più di 29 milioni di
dollari in aiuti militari. Questi
includono la fornitura di equipaggiamento militare, formazione e
servizi. Nel 2003 gli USA hanno
venduto 8779 fucili d'assalto alle forze di sicurezza nepalesi.
Tuttavia l'esercito nepalese si é reso
protagonista di arresti arbitrari, sparizioni ed uccisioni di
civili sospettati di simpatizzare con il
Partito Comunista (Maoista) del Nepal. Il primo febbraio 2005, il
Re ha destituito il governo, ha
assunto il potere ed ha dichiarato lo stato di emergenza. I
leader politici sono stati arrestati ed il Re
ha imposto severe restrizioni ai canali di comunicazione interni
ed esterni. Allo stato di emergenza
é stata posto fine il 29 aprile 2005, tuttavia molti diritti
fondamentali, che erano stati sospesi, non
sono stati ristabiliti.
Nel novembre 2004, il Congresso USA ha approvato la legge di
bilancio del governo per l'anno
2005, la quale ha subordinato l'aiuto militare al Nepal a
miglioramenti nello stato della protezione
dei diritti umani. La legge statunitense obbliga il governo del
Nepal a cooperare con la
Commissione Nazionale del Nepal per i Diritti Umani (NHRC),
garantendone l'accesso in tutti i
luoghi di detenzione ed a risolvere tutti i casi relativi alla
sicurezza riguardanti individui
imprigionati dal governo. Inoltre il governo nepalese deve
dimostrare di procedere con azioni
concrete per porre fine ad atti di tortura, da parte delle sue
forze di sicurezza e di perseguire i
responsabili di violazioni dei diritti umani. Dopo l'approvazione
del Congresso USA, il
Comandante dell'Esercito nepalese ha accettato di rispettare le
decisioni giudiziarie e di cooperare
con l'NHCR.
Tuttavia le forze armate nepalesi hanno continuato a commettere
violazioni dei diritti umani.
In base alla legge di bilancio per il 2005, gli USA devono
sospendere l'assistenza militare al
governo ed alle forze armate nepalesi, a meno che il Presidente
USA certifichi che il governo
nepalese ha rispettato le condizioni di cui sopra, oppure operi
una deroga alla sicurezza nazionale.
Secondo quanto si riporta, gli USA hanno rimandato all'aprile
2005 la formazione dell'Esercito
Reale del Nepal da parte del Comando Pacifico degli Stati Uniti.
Nel maggio 2005 il governo USA
ancora non aveva annunciato una decisione riguardo la negazione
degli aiuti militari, malgrado il
grave deterioramento della situazione dei diritti umani in Nepal.
Sembrava probabile che gli USA
rivedessero la situazione dopo il 31 maggio 2005.
Il governo USA sta usando fondi appartenenti al bilancio 2004 per
continuare a fornire aiuto
militare al Nepal, rivedendo caso per caso ciascuna
autorizzazione, ecco perché per il Dipartimento
di Stato non é stato necessario adeguarsi agli obblighi della
legge di bilancio per il 2005. Inoltre il
Presidente Usa ha richiesto che 4 milioni di dollari vengano
inseriti nel bilancio 2006 per
l'assistenza finanziaria al governo nepalese nel pagamento dei
suoi acquisti di armi leggere, blindati
e lanciagranate USA.
Aiuti militari al Pakistan in aumento
Il 27 ottobre 2001, subito dopo gli attacchi dell'11 settembre e
formalmente nel giugno 2003, il
governo USA ha derogato alle restrizioni sui trasferimenti di
armi verso il Pakistan, che erano state
precedentemente stabilite a causa degli esperimenti e programmi
nucleari e poiché il Generale
Pervez Musharraf aveva destituito un governo eletto.
Da allora i trasferimenti di materiale militare USA verso il
Pakistan, nonché il training militare sono
aumentati di anno in anno. Al Pakistan sono stati promessi 300
milioni di dollari di finanziamento
(includenti vendite e forniture di servizi) e 2 milioni di
dollari da spendere in formazione militare
per l'anno 2005. Le più importanti forniture e le vendite
proposte includono: sei aerei da trasporto
militare C-130 (fornitura per un ammontare di 7.5 milioni di
dollari); sei radar di sorveglianza
Aerostat (vendite per un ammontare di 155 milioni di dollari);
dodici radar e 40 elicotteri Bell
(vendite pari a 300 milioni di dollari); sistemi radio militari
(per un valore di 78 milioni di dollari);
8 aerei P-3C, 6 cannoni Phalanx e 200 missili TOW per un
ammontare complessivo di 1.2 miliardi
di dollari.
Nel 2004 il governo USA ha nominato il Pakistan come alleato
fondamentale esterno alla NATO,
per la sua "guerra al terrore". Nel marzo 2005, il
Dipartimento di Stato ha approvato la vendita di
elicotteri F-16 al Pakistan operando un notevole cambiamento di
politica, malgrado il rischio di una
corsa agli armamenti in competizione con l'India, che nessuno dei
due Paesi può permettersi ed il
possesso di armi nucleari da parte di entrambi gli Stati. Prima
che avvenga il trasferimento tuttavia
il Presidente USA deve ricevere l'approvazione del Congresso.
Il Pakistan e l'India, entrambi potenze nucleari, devono ancora
risolvere la questione del Kashmir.
Negli ultimi decenni vi è stata un'alternanza nel livello di
intensità del conflitto. Il dialogo iniziato
fra i due Paesi nel 2004 dovrebbe dare una risposta a tutti i
problemi bilaterali, incluso quello del
Kashmir.
Il Pakistan é anche un paese dove sono frequenti le violazioni
dei diritti umani. Secondo il Rapporto
2004 di Amnesty International, le violazioni dei diritti di
minoranze religiose, donne e bambini sono
frequenti, così come le detenzioni arbitrarie (in particolare
nel contesto della "guerra al terrore"). Il
Dipartimento di Stato nel suo rapporto per il 2004 sul Pakistan
ha descritto il miglioramento della
situazione dei diritti umani in Pakistan come insufficiente:
"la polizia locale ha usato
eccessivamente la forza ed ha commesso o evitato di prevenire
esecuzioni extra-giudiziali ed il
personale delle forze di sicurezza hanno continuato a torturare
le persone imprigionate in tutto il
Paese".
Potenziale uso distorto dell' assistenza militare USA ad Israele
Il governo USA ha esportato un'ampia gamma di articoli militari
ad Israele. Nel 2003 sono state
approvate licenze per il trasferimento di parti singole di
elicotteri da combattimento, blindati per
trasporto truppe, carabine, munizioni di differenti calibri,
lanciagranate, mitragliatori, parti di
elicotteri, parti singole di missili, sistemi radio, materiale
antisommossa, componenti e parti singole
di carri armati. Israele fronteggia da decenni la resistenza da
parte degli abitanti dei territori
palestinesi occupati. Diffuse violazioni dei diritti umani sono
state commesse sia dalle forze di
sicurezza israeliane che dai gruppi armati palestinesi.
Nel 2004 l'Esercito israeliano ha ucciso circa 700 Palestinesi,
compresi 150 bambini, in base ai dati
del Rapporto Annuale 2005 di Amnesty International. I gruppi
armati palestinesi hanno ucciso 109
israeliani, almeno 67 dei quali erano civili, compresi 8 bambini.
Alcune delle violazioni commesse
dall'Esercito israeliano sono state condannate da Amnesty
International come crimini di guerra o
crimini contro l'umanità. Queste comprendono uccisioni non
consentite dalla legge, tortura, uso di
"scudi umani", impedimento all'accesso di servizi
medici ed attacchi al personale medico, nonché
distruzioni di proprietà estensive e deliberate. Amnesty
International ha condannato la presa di mira
di civili da parte dei gruppi armati palestinesi come crimine
contro l'umanità.
Malgrado il governo USA abbia procrastinato la collaborazione con
Israele per sviluppare
l'aeroplano da combattimento Joint Strike temendo un'eventuale
vendita da parte di Israele alla
Cina, gli USA hanno fornito ad Israele dei fondi per progettare
nuove armi, come il sistema anti-
missile Arrow (progetto in corso di sviluppo, per un valore di625
milioni di dollari), il carro armato
Merkava (operativo, per un valore di 200 milioni di dollari), ed
il sistema laser anti-missile ad alta
energia (progetto in corso di sviluppo, per 130 milioni di
dollari).
Secondo la legge USA, il governo può autorizzare trasferimenti o
vendite di articoli militari solo per
scopi di sicurezza interna o difensivi. Tuttavia vi sono prove
del fatto che Israele non ha rispettato
questa condizione. Secondo un rapporto del Servizio di Ricerca
del Congresso USA, "ci furono
accuse nel Febbraio 2001 e nuovamente nell'estate 2002, su cui il
governo USA ha indagato, per
scoprire se Israele utilizzasse in modo improprio il materiale
militare USA, ad esempio gli elicotteri
Apache per assassinare leaders palestinesi; successive denunce
hanno innescato indagini da parte
dei membri del Congresso per svelare se Israele utilizzasse
elicotteri Apache, Cobra e bombardieri
F-16 per attaccare i rifornimenti palestinesi".
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