Giovani del 2000



Informazione per i giovani del III millennio numero 31 Dicembre 2008

Direttore: Cav. Virgilio Moreno Rafanelli

Vice Direttore: Maurizio Martini

Redattori: Alessio Lenzi, Massimiliano Matteoni

Collaboratori di redazione: Elena Aldrighetti, Cristina Della Bianca e Luigi Palmieri

Redazione: Via Francesco Ferrucci 15 51100 - PISTOIA
Tel. 057322016
E-Mail: redazione@gio2000.it
Sito internet: www.gio2000.it

Tipologia: notiziario

Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Firenze al n. 4971 del 26.06.2000

Gli articoli contenuti nel periodico non rappresentano il pensiero ufficiale della redazione, ma esclusivamente quello del singolo articolista.


ELENCO RUBRICHE

In questo numero:

Editoriale
Obama: la grande speranza del cambiamento
di Maurizio Martini
Annunci
Un sito per buon gustai!
Comunicati
Rinnovo abbonamento rivista anno 2009
Cucina
Tutti in cucina (parte sedicesima)
di Elisabetta Barsotti
Cultura
La cultura del nostro tempo
a cura di Didimo Chierico
La settimana delle biblioteche
a cura di Luigi Palmieri
La sinarchia dell’Impero
a cura di Giusto Croce
Filosofia, religioni e dintorni
Scienza, tecnica ed etica: un rapporto difficile
di Antonino Cucinotta
Lavoro
Il caso Fontani
a cura della redazione
Racconti e poesie
Un alpino in Russia
di Antonella Iacoponi
Tempo di favole
a cura di Luigi Palmieri
Riflessioni e critiche
Venerabile Italia
di Renzo Coletti
Attento signor Rossi
di Anna Toni
Spazio donne
La femminilità
di Elena Cinelli
Sport
Intervista a Paolo Rossi

Editoriale

Obama: la grande speranza del cambiamento

di Maurizio Martini

Cari amici lettori
Pensando all’editoriale che avrei scritto, avevo in mente molti temi tutti importanti e forti. Tuttavia nessuno di questi sarebbe stato tenero e dolce. Visto che all’interno del presente numero già vari articoli trattano tematiche profonde, ho deciso di scrivere qualche riga riguardo l’evento più altisonante delle ultime settimane. Mi riferisco all’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti. Inoltre le prossime feste natalizie, in qualche maniera mi hanno dato la forza di pensare ppositivo e di avere ancora speranza per il prossimo futuro.
Carissimi. A nome di tutta la redazione e dei vari collaboratori che mi aiutano col loro preziosissimo lavoro, invio a voi e a tutti i vostri cari i nostri più sinceri auguri per delle feste natalizie serene e ricche di ogni bene.

Il 4 novembre scorso si è svolta l'elezione del 44o presidente degli Stati Uniti e questa volta il risultato è stato molto diverso dal solito. E’ vero che tutte le elezioni di un presidente rivestono una grande importanza, specialmente se si tratta della nazione piu' influente del pianeta, ma questa resterà nella storia. Per la prima volta un afroamericano sale al potere e diventa Presidente degli Stati Uniti, travolgendo l'avversario repubblicano con un'elezione quasi plebiscitaria. Moltissimi americani si recano alle urne e questa alta partecipazione al voto evidenzia un forte bisogno di cambiamento. La vittoria del candidato democratico riaccende l'entusiasmo tra il popolo americano. Un popolo che sta vivendo una delle maggiori crisi economiche della storia, una crisi per molti versi paragonabile a quella del '29. Questa nazione ha dovuto affrontare otto anni di guerre che hanno comportato un grande investimento economico e ora si trova a dover ricominciare. Un nuovo inizio, una nuova figura.
"Oggi abbiamo fatto la storia!". Questo è il primo messaggio lanciato da Obama ai suoi elettori che lo accolgono con fiducia e rinnovato entusiasmo. E forse è proprio così. Comunque vada, dobbiamo ammettere che qualcosa è cambiato. Suscita una grande emozione pensare che, circa duecento anni fa, la Casa Bianca venne costruita da schiavi neri e adesso l'inquilino che andrà ad occupare il posto piu' importante è proprio un nero di
fede mussulmana.

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Un sito per buon gustai!

Segnaliamo con grande piacere un sito dove è possibile acquistare prodotti tipici emiliani e pugliesi.
Tutti i prodotti sono garantiti, insomma un sito da leccarsi i baffi!
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Comunicati

Rinnovo abbonamento anno 2009

Per tutti gli iscritti i quali ricevono il periodico su nastro audio, ricordiamo che è necessario rinnovare l’abbonamento per l’anno 2009.
Il rinnovo deve effettuarsi presso il centro del libro parlato di Firenze per via mail all’indirizzo: lpfi@uiciechi.it

Oppure telefonando al numero 055 55/20/752.
Ricordiamo altresì,che il mancato rinnovo comporterà la cancellazione automatica dall’elenco degli iscritti.
La redazione

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Cucina

Tutti in cucina (parte sedicesima)

di Elisabetta Barsotti

Salve carissimi!

mancano pochissimi giorni al Natale, e rieccoci qua con qualche ideuccia, spero gradita, per i vostri menù delle feste.
Nulla di troppo pesante e difficoltoso ma, almeno secondo me, gustoso e di effetto.
Che dire....innanzitutto un grazie a tutti voi per il gradimento che dimostrate per questa e per tutte le nostre rubriche. Arrivi a tutti voi il più sincero augurio di Buon Natale, buona fine e, ancor di più felicissimo anno nuovo!
Al prossimo anno allora con tante nuove ricette!

E ora, bando ai convenevoli..... e al lavoro!

Sfogliata di gamberi

Ingredienti per 6 persone:

Preparazione:

Tagliate gli asparagi a rondelle e metteteli a cuocere in una padella con olio caldo.
Dopo qualche minuto aggiungete i gamberi e le olive sminuzzati.
Fate cuocere 2 minuti e versateli in una ciotola insieme alle uova sode e al prezzemolo sminuzzati.
Regolate di sale e pepe e condite con 2 cucchiai d’olio.
Stendete la pasta in una sfoglia di 2 mm di spessore e ricavate da questa dei dischi dal diametro di 7 cm.
Mettete su d’ogni disco una cucchiaiata del composto e ripiegate a mezzaluna premendo bene i bordi per sigillare.
Disponete le mezze lune su una teglia foderata di carta forno, spennellate ogni mezzaluna con l’uovo sbattuto e spolverizzate la superficie con semi di papavero.
Mettere in forno a 200° per 20 minuti.
Servire le sfogliate ancora calde.

Patè di prosciutto alle mandorle

Ingredienti:

Preparazione:

Ammorbidite la gelatina in acqua fredda per 10 minuti poi strizzatela bene.
Scaldate in un pentolino a fiamma bassa ½ dl di panna unite il porto, la gelatina e mescolate bene finché quest’ultima si sarà sciolta completamente.
Togliete dal fuoco e lasciate intiepidire finché avrà assunto la consistenza dell’olio.
Nel frattempo sminuzzate il prosciutto, l’erba cipollina e frullateli con il minipimer insieme alle mandorle tritate, il composto di gelatina e un po’ di panna.
Quando il composto sarà frullato finemente versatelo in una ciotola e aggiungete la panna montata mescolando delicatamente dal basso verso l’alto.
Versate il composto in stampini monouso unti di olio, coprite e mettete in frigo.
Sformate il patè poco prima di servirlo decorandolo con erba cipollina rimasta, il prosciutto tagliato a cubetti e le mandorle tostate e tagliate a filetti
Servite accompagnato da crostini caldi.

Paccheri ripieni

Ingredienti per 4 persone:

Preparazione:

Mettete a cuocere in abbondante acqua salata i paccheri.
Nel frattempo mettete dell’olio extravergine a scaldare in una padella insieme all’aglio sminuzzato grossolanamente e uniteci i carciofi tagliati a julienne sottile.
Quando i carciofi saranno cotti frullatene una parte nel mixer insieme a pangrattato, uovo, parmigiano grattugiato, prezzemolo, pepe, gherigli di noci.
Unite la rimanenza dei carciofi e aggiungete un po’ di panna per rendere tutto più cremoso.
Scolate i paccheri al dente re disponeteli in verticale in una teglia dove avete versato 1 dito di panna.
Con l’aiuto di una sac a poche riempite ogni pacchero con la farcia ai carciofi.
Bagnate tutto con la panna rimasta
Infornate per 10’ a 200°.

Sogliole della festa

Ingredienti per 4 persone:

Preparazione:

Prendere le sogliole, pulirle e sfilettarle per bene (si possono anche usare i filetti surgelati purchè belli grossi e carnosi).
Infarinarle leggermente da tutti e due i lati.
Friggere in abbondante olio d’oliva.
In una seconda padella far sciogliere una noce di burro.
Scolare la sogliola fritta dall’olio in eccesso derivante dalla frittura.
Saltarla nel burro, poi aggiungere lo champagne.
Agitate la padella in senso rotatorio.
Aspettare che arrivi a bollore e impiattare con il sughetto che resterà nella padella.

Soufflé di Prosciutto e Funghi

Ingredienti per 4 porzioni

Preparazione:

Tenete in ammollo i funghi per almeno 15 minuti in acqua calda.
Scolateli, lavateli, strizzateli con le mani, asciugateli con carta da cucina.
Tritatene metà con un coltello, lasciatene intere le fette più belle.
Riducete 50 g di prosciutto a dadini di 1 cm, tritate finemente il resto con un coltello.
Preparate la besciamella con 50 g di burro, 50 g di farina e il latte e cucinate 10 minuti a fuoco dolce.
Aggiungete noce moscata, pepe, grana e un pizzico di sale, mescolate.
Insaporite 3 minuti in 30 g di burro i funghi e i dadini di prosciutto.
Unite il prosciutto tritato, versate il tutto nella besciamella, mescolando.
Scaldate il forno a 180°C, e nel frattempo che raggiunga la temperatura imburrate gli stampini.
Aggiungete alla besciamella i tuorli, uno alla volta, mescolando.
Montate a neve gli albumi con un pizzico di sale (10 minuti con la frusta a mano, 5 con quella elettrica).
Incorporate alla besciamella, un po' alla volta mescolando con un movimento dal basso verso l'alto e lentamente, altrimenti gli albumi si smonteranno.
Versate il composto in uno stampo da plumcake .
Livellate la superficie con la lama inumidita di un coltello.
Cucinate il soufflé nel forno per 20 minuti.
Abbassate la temperatura a 170°C, proseguite la cottura per altri 15 minuti.
Togliete lo stampo dal forno, appoggiatelo su un piatto da portata.
Servite subito.

Plum Cake ai Marroni

Ingredienti:

Preparazione:

Lavorare a lungo le uova con i due tipi di zucchero; aggiungere poco alla volta le due farine setacciate, il sale, il bicarbonato, la vaniglia ed il burro fuso.
Aggiungere la crema di marroni ed il lievito.
Tritare le noci (io ho usato il mortaio) e spezzettare i marrons glacés. Incorporare all'impasto prima le noci e poi i marrons glacès.
Il segreto è lavorare a lungo gli ingredienti, per cui una planetaria è sicuramente facilitante, altrimenti tanta pazienza e olio di gomito!
Versare il composto in uno stampo da plum cake precedentemente imburrato ed infarinato, livellarlo ed infornare nel forno caldo a 180° per circa 45/55 minuti.
La prova stecchino decreterà l'avvenuta cottura.

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Cultura

La cultura del nostro tempo(noterelle)

di Didimo Chierico

Che la cultura che promana dalle logge massoniche abbia da due secoli a questa parte guadagnato l' egemonia dell' educazione e dell' informazione nei paesi
Anglosassoni, e dopo la Seconda Guerra  Mondiale abbia completato la sua opera di propagazione internazionale conquistando gli stessi paesi cattolici
latini e di lingua tedesca , è un fatto. Scrive nel suo sito, l' avvocato Paolo Franceschetti: " tutti noi siamo infatti circondati dalla cultura cattolica,
ma siamo anche un popolo circondato dalla cultura massonica; con la differenza che la cultura massonica non la conosce nessuno se non gli uomini di potere
e di cultura ; quindi i suoi simboli e i rituali, il modus di agire,sono sconosciuti alla maggioranza. Per secoli quindi  si sono fronteggiati due poteri
, e ci vorranno ancora parecchi decenni prima che la massoneria esca completamente alla luce e sia visibile a tutti. Oggi la massoneria rosicruciana e templare,
cioè quella più potente e segreta continua a essere il tempio del libero pensiero ma purtroppo utilizza il vincolo di segretezza massonica per proteggere
sè stessa. Inoltre la massoneria continua a tenere per sè molte delle sue conoscenze acquisite nei secoli, non più per crescere ed elevare spiritualmente
l' uomo come invece faceva nei secoli scorsi; quindi esclusivamente per finalità di potere e per tenere soggiogati i cittadini, che credono alle verità
dei giornali e dei telegiornali: tenerli all' oscuro di quello che avviene realmente nelle stanze del potere". Oggi, come alfieri di questa cultura del tutto materialistica di stampo massonico, sembrano esservi proprio le neuroscienze: gli istituti di ricerca che
ne veicolano i risultati sono perlopiù finanziati da uomini come Rockfeller o altri banchieri notoriamente legati all' occultismo delle Logge. L' assurda
ipotesi, ventilata nell' ambito delle neuroscienze, di eternare , al momento del trapasso, l' intelligenza individuale umana entro i microchip dei computer,
pensandoci bene non può che trovare la sua fonte di ispirazione in quei consessi occulti, ove è in parto perpetuo ogni sorta di messianismo arimanico-tecnologico, e il cui potere di suggestione sin proietta in modo direttamente
proporzionale alla disponibilitàpecuniaria dell' intero meccanismo finanziario capitalistico d' Occidente. Avviene così, da parte loro,a livello di una
propaganda materialistica spicciola per le masse, che non si dia rivista non confessionale di informazione la quale, anche da noi in Italia, sia nella
pubblicità di prodotti medici ( mai omeopatici) sia nella indicazione di tecniche tradizionali come lo Yoga  non sostituisca ,nel linguaggio ,le realtà
di corpo e di cervello a quella di psiche dunque di ANIMA. 
Ho davanti a me la rivista "GEO-LA NUOVA IMMAGINE DEL MONDO". Nel numero del dicembre 2008, buona parte degli articoli trattano di aspetti della vita sociale
, politica e culturale U.S.A.. Mi vien da chiedere se un giovane lettore, magari studente delle superiori, a cui capiti in mano "GEO"  riesca a rendersi
conto di questa particolare, univoca dimensione informativa; e, per ventura, se possa giungere a interrogarsi sul perchè , per contrasto, l' illustrazione
della grande tradizione culturale e religiosa della Russia, del folklore ricchissimo di questo grande Paese, non riesca quasi mai a trovar posto sui periodici
" da edicola". Del resto , l' immagine della Russia presentata su giornali e periodici a larga tiratura, è ancora quella di una nazione dispotica: la cui
popolazione verrebbe frustrata collettivamente nella aspirazione alla prosperità e all' indipendenza di giudizio ora da un Mercato ,privo di regole , nelle
mani di pochissimi e corrotti boiardi ; da una completa censura politica sulla stampa.
Secondo analoghe e false semplificazioni, pure la recente prevaricazione
armata geogiana nei confronti degli osseti-russi (azione coordinata dalla intelligence israeliana in accordo col Pentagono, come ha ben documentato su
internet il giornalista Maurizio Blondet) si è potuta presentare da parte dei MEDIA occidentali, e accettare dall' opinione pubblica europea , del tutto
ignara del grande gioco geopolitico di cui fa parte , nel quadro dell'Eurasia, anche il Caucaso , in una luce di legittima difesa degli interessi georgiani
in nome di un loro diritto (per altro assai fittizio, su basi statali plurietniche, considerando le stesse recenti vicissitudini che hanno portato all’indipendenza del Kossovo dalla Serbia) all’integrità territoriale: e tale è la libertà di stampa qui in OCCIDENTE... 

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Settimana delle biblioteche

A cura di Luigi Palmieri

Carissimi lettori,
desidero raccontarvi l’inaugurazione della “Settimana delle biblioteche-2008”, svoltasi a S. Severina, un piccolo borgo d’arte
della provincia di Crotone, dal 24 al 28 di novembre u.s..
La settimana si è aperta con il tema delle fiabe; il Direttore Artistico di Castelfiaba, evento culturale per l’infanzia, al quale era stata affidata la regia degli eventi dedicati ai più piccoli, ha scelto una fiaba e il metodo dell’interazione per la giornata del 24 novembre. Io sono stato scelto per narrarla con voci e versi adatti ad attirare i bambini presenti.
Nella giornata del 27 novembre si è affrontato, attraverso la narrazione e la proiezione di due spezzoni di due diversi film, il tema del bullismo che purtroppo esiste oggi nelle scuole.
Ho anche narrato episodi della mia vita privata.
Lo scopo di questa settimana è stato quello di trasmettere ai più giovani l’importanza della lettura.
Desidero ringraziare in particolare Lucia Bellassai, che assegnandomi il compito di narrare la favola e il racconto, mi ha dato la possibilità di essere accolto calorosamente da un folto pubblico fatto di alunni, docenti, dirigenti scolastici, rappresentanti della Pro Loco di S.Severina.
Posso dire che per me è stata proprio una bella esperienza.

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La sinarchia dell’impero

di Serge Hutin
A cura di Giusto Croce

Nel suo libro " La missione degli ebrei", Saint Yves ha potuto scrivere." La forma di
governo istituita da Mosè , dietro ordine del proprio iniziatore
Jethro in nome di Jahvè, altro non è che la Sinarchia ovvero tre poteri sociali dei quali
nessuno è politico"
Si trattava di restaurare in forma moderna, principii capaci di sottomettere di nuovo l'
umanità ad una autorità di origine divina, paragonabile a
quella di Mosè sugli ebrei. E questo ci porta a credere che quel documento conosciuto sotto
il nome di " Protocolli dei savii anziani di Sion" non possa
essere opera di rabbini. Ma come realizzare un simile ideale? Sono apparse due tendenze che hanno dato origine a due forme di Sinarchia. Da una parte una tendenza rigorosamente
apolitica, che si sforzava di sviluppare soltanto quei principii individuali di armonia, di
tradizione e di autorità, necessari a un rinnovamento spirituale
della società occidentale , lottando contro la sua crescente dissacrazione; dall' altro, una
tendenza che mirava apertamente ad impadronirsi del potere
politico e amministrativo, per instaurare un governo in netto contrasto coi valori
scaturiti dalla rivoluzione francese.
Il primo tipo di Sinarchia, indubbiamente il più fedele alla concezione di Saint Yves, era
direttamente collegato all' Ordine Martinista , quello diretto
allora dal Papus, grande amico di Saint Yves. Il secondo corrisponde esattamente al
movimento sinarchico detto dell' Impero, fondato nel 1922 e chiaramente
orientato ,in Francia fino al 1945, verso una politica di estrema destra e filonazista.
Quest' ultimo non aveva preso dai martinisti che poche formule e si era posto come obbietivo apparente quello di opporsi al disordine politico seguito alla
prima guerra mondiale. Si attribuisce alla Sinarchia dell' Impero il moltiplicarsi delle leghe
nazionaliste in Francia ed il loro intervento nei moti parigini del 6 febbraio 1934,
con cui si cercò di affossare la Repubblica. Essa manovrava i fili della Cagoule e , dopo la
disfatta francese del giugno 1940, organizzò la presa del
potere dei gruppi di destra, che formarono poi il governo collaborazionista detto di Vichy.
Tra il Patto Sinarchico e i Protocolli esistono tuttavia delle evidenti rassomiglianze.
Dopo la liberazione della Francia nel 1945,un rapporto confidenziale , il Rapporto
Chauvin,cercò di far luce sulle correnti sotterranee che avevano portato
al potere gli uomini di Vichy , ma che volevano servirsi di loro come semplici
strumenti. Quel rapporto aveva perfettamente individuato la tattica dei sinarchi
in ogni paese. " Il mezzo previsto consiste , in linea generale, nel dare a ciascun paese
una costituzione politica ed una economia nazionale la cui particolare
struttura permetta 1. di mettere il potere politico in mano dei mandatari dei gruppi
interessati: BANCHIERI E AZIONISTI. 2. di realizzare la massima concentrazione
in ogni ramo dell' industria, allo scopo di eliminare qualsiasi concorrenza.
3. di avere l'assoluto controllo dei prezzi di qualsiasi prodotto 4. di inquadrare
l' operaio in un organico giuridico e sociale che non permetta piu' nessuna azione
rivendicatrice da parte sua". E quest' ultimo era anche uno dei fini
dei Protocolli. Uno dei personaggi piu' alti della Sinarchia fu Jean Coutrot. La sua attività molto
appariscente , di fondatore di gruppi economici, pubblicista e altro,
fu un' ottima facciata che copriva abilmente la cospirazione sinarchica. Secondo un rapporto
confidenziale che circolava a Vichy nell' ottobre del 1942,Coutrot
ne era il perno. Che fosse lui, dietro a Eugene Deloncle, a manovrare il gruppo di estrema
destra chiamato Cagoule?Secondo noi, anche se Coutrot non era
proprio uno dei capi del governo invisibile d' EUROPA , la sua attività doveva essere al
livello delle società segrete superiori, che per il raggiungimento
di fini comuni sconosciuti manovrano le più disparate tendenze,ovvero le più
inconciliabilmente opposte.

Nel giugno del 1941 ,Jean Coutrot venne misteriosamente ucciso. Nelle settimane seguenti
cominciarono a circolare nei corridoi dei ministeri di Vichy delle
notizie sulla Sinarchia dell'Impero. Ci si domanda il perchè dell'assassinio. Venne
soppresso da una clan rivale?Oppure per ordini superiori, in seguito
a qualche sua mancanza?Gli interrogativi sono tanti e senza risposta.
È stata avanzata l' ipotesi che certi affari del governo provvisorio di Algeri nel 1942, in
particolare le esecuzioni di Pucheau e Peyrouton, alle quali
si procedette frettolosamente dopo un sommario giudizio, non fossero altro che un
regolamento di conti tra sinarchi. Comunque,si ha ragione di ritenere
che le equipes veramente importanti della Sinarchia avessero fatto in modo chela loro
partecipazione a Vichy non intralciasse la imminente Liberazione;
avevano quindi puntato su due opposti cartelli. Se alcuni membri della Sinarchia furono
epurati, in Francia,dopo il 1944,degli altri , certamente di un grado superiore,sfuggirono
alla normale giustizia, e non furono né sospettati né molestati.

( Nota del curatore.
Dopo la caduta del regime di occupazione nazista e la liberazione della
Francia da parte delle truppe angloamericane, il vertice esteriore
della Sinarchia si è ricomposto al di là dell' Atlantico, Oggi sembrano essere George
shultz e Felix Rohatin a rappresentarla formalmente in campo internazionale. Obbiettivo
dichiarato del Patto Sinarchico , in vista dell' ulteriore destabilizzazione dell' ORIENTE
ISLAMICO non ancora completamente americanizzato, resta la guerra
allo stato iraniano. Verso questa prospettiva di immane devastazione sociale , politica ed
economica ha teso con sforzo crescente l' amministrazione Bush:
e tale prospettiva è il lascito scottante intorno al quale dovrà confrontarsi,
necessariamente,Barak
Obama;intorno alle sue scelte verso l' Iran, si
delineerà per lui la verifica di indipendenza dalle mire del cartello occulto della
Sinarchia internazionale, per la quale Obama dovrebbe mantenersi
, ora nel quadro di riferimento presidenziale che gli attiene,in un profilo di demagogica Telegenia

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Filosofia, religione e dintorni

Scienza, tecnica ed etica: un rapporto difficile

di Antonino Cucinotta

Eschilo, grande tragico dell’Antica Grecia, vissuto nei secoli VI –V a. C.,nel suo ‘’Prometeo Incatenato??, racconta che Prometeo trasgredendo agli ordini divini donò agli uomini il fuoco, intelligenza e la saggezza.
Per tale trasgressione Zeus che aveva il dono della “prevedibilità” ma non quello di dominare “La Necessità, punì severamente il trasgressore per aver dato agli uomini la possibilità di provvedere autonomamente alle loro necessità, emancipandosi così dalla dipendenza degli dei.
La preoccupazione di Zeus, certo, non era infondata poiché gli uomini, avvalendosi delle doti ricevute, diedero inizio al progresso civile con l’organizzazione della società, fornita di mezzi atti a rendere più agevole e più sicura e serena la vita degli uomini.
Inizialmente il progresso fu piuttosto lento, ma continuo, salvo momenti di sosta e a volte di arretramento.
Così, per molti secoli, parve pienamente rispettato l’ordine della natura, di origine divina e come tale ritenuto immutabile e immodificabile. Quindi fu anche pieno l’accordo con l’etica greca e con l’etica giudaico-cristiana rispettivamente codificate dalla filosofia platonica e dalla nuova dottrina religiosa del cristianesimo.
Questo accordo rappresentava certamente un equilibrio piuttosto precario e, comunque, provvisorio, destinato a rompersi. Tale rottura si iniziò nel XV secolo con l’invenzione della stampa che diffuse enormemente la cultura e arricchì la mente di molti ingegni umani di nuove e preziose nazioni che consentirono di estendere le indagini scientifiche in vari settori della realtà ancora sconosciuti.
Nella sua “Atlantide”, il filosofo Francesco Bacone (1561-1626) baticinò la realizzazione di una società evoluta fondata sul sapere e fornita di invenzioni e strumenti mirabolanti che sarebbero divenuti realtà concreta nei secoli successivi.
La rottura che si ebbe con Bacone si poneva ancora sul piano teorico. Acquistò carattere concreto con Galileo Galilei (1564-1642) grande matematico e astronomo che, lanciando con il suo cannocchiale lo sguardo oltre i confini della terra nel mondo sidereo, dimostrò l’inconsistenza della filosofia aristotelica ancora dominante che considerava perfetto il mondo sidereo. Il genio galileiano dimostrò anche la centralità del sole rispetto alla terra, vanificando così la tesi contraria della Bibbia.
Tali affermazioni suscitarono una violenta reazione della chiesa cattolica, che, però, non valse ad annullare o frenare lo slancio del progresso scientifico della scuola galileiana e di Isac Newton (1642-1727) che scoprì, fra l’altro l’importante legge di gravitazione.
Come è noto, fu immenso il progresso scientifico e tecnico verificatosi in questi ultimi secoli con la prima e la seconda rivoluzione industriale.
Vi fu un rinnovamento generale che ha cambiato radicalmente la vita degli esseri umani sul piano sociale, sul piano lavorativo nel campo medico-curativo con l’introduzione di nuovi farmaci e più efficaci strumenti chirurgici. Numerose furono le invenzioni che resero sempre più rapidi e più facili le comunicazioni interpersonali, meno defaticanti i lavori all’interno e all’esterno della casa. Il maggiore arricchimento culturale conseguito ha reso meno enigmatici e più comprensibili la vita e il mondo nella loro globalità, anche se non si è del tutto eliminato il mistero che avvolge “l’essere”.
Fu realizzata l’antica aspirazione dell’uomo a volare e si annullarono le distanze fra i continenti sia per via marittima che per via aerea.
Un così vasto progresso fondato sullo sviluppo della matematica, della fisica, della chimica, della biologia, dell’astrofisica e di altre scienze che hanno approfondito la conoscenza della realtà umana e naturale non poteva non coinvolgere problemi squisitamente etici, riguardanti fra l’altro il rispetto dell’uomo come “persona”, come “soggetto” e non come “oggetto” fin dal suo concepimento, cosa che non sempre la scienza tiene nel giusto conto.
Era quindi inevitabile che tale progresso entrasse, per varie ragioni, in rotta di collisione con i principi della dottrina cristiana, determinando un’accanita reazione della chiesa cattolica in difesa dei suoi fondamentali principi morali riguardanti soprattutto la concezione della vita dell’uomo. In conseguenza, si è determinato lo scontro fra la bioetica religiosa e la bioetica laica, quest’ultima, favorevole allo sviluppo scientifico in maniera incondizionata.
Pur ammettendo che non tutto ciò che è scientificamente possibile e tecnicamente realizzabile sia anche moralmente lecito, non credo che si possa accettare che la scienza sia condizionata nel suo slancio creativo da presupposti fideistici.
Comunque, pur ammirati per tanta intelligenza umana, applicata al progresso, non possiamo non riflettere sullo stesso e non preoccuparci per l’inarrestabile sviluppo della scienza che ha già raggiunto livelli prima immaginabili che potrebbero avere conseguenze catastrofiche riguardanti il globo nella sua totalità. Tale preoccupazione dovrebbe essere avvertita agli stessi scienziati che seppure non condizionati nella loro attività da principi estranei alla scienza dovrebbero essere essi stessi a comprendere i pericoli e i rischi anche di sopravvivenza a cui talune invenzioni, come le bombe atomiche e all’idrogeno, espongono gli esseri viventi. Sono infatti invenzioni che se bene usate possono certamente favorire la vita ma che possono anche distruggerla. Basti pensare solo alle catastrofiche conseguenze degli ordigni nucleari, di cui si è avuto una prima dimostrazione iniziale con lo sgancio della bomba atomica nel 1945 sulla città giapponese di Hiroshima rimasta distrutta. Pertanto non possiamo non rimanere terrorizzati di fronte alla possibilità che si possano usare ordigni oggi molto più micidiali e distruttivi posseduti da più nazioni.
sarebbe bene che fossero gli stessi scienziati a darsi un regolamento deontologico, incentrato sul rispetto della “persona” quale soggetto libero e responsabile, così come lo considera la morale cristiana e il grande pensatore Emanuel Kant nella seconda formula del suo imperativo categorico.
Anche l’etica laica sostiene che ogni scienziato sia responsabile e rispettoso della vita. Dovrebbe quindi arrestarsi di fronte alle consapevolezza degli esiti distruttivi che le sue invenzioni potrebbero avere.
Approviamo senza riserve, incoraggiamo e sosteniamo tutto ciò che garantisce e incrementa la vita; ma disapproviamo, confutiamo e condanniamo tutto ciò che può servire a distruggerla.
Anche l’etica della responsabilità, teorizzata da Max Weber (1864-1920), vuole che lo scienziato rifletta sulle sue invenzioni, ma vuole pure che rifletta anche sulle conseguenze negative che esse possono provocare. La realtà, però, dimostra che oggi tale raccomandazione non faccia prese, per cui l’onnipotenza dello scienziato ci induce a guardare al futuro non senza timori.
Non vorremmo infatti che lo scienziato dovesse perdere il controllo delle sue strabilianti invenzioni, soccombendo di fronte alle stesse. Non vorremmo che egli, coinvolgendo tutta l’umanità in un’avventura catastrofica, venisse a trovarsi nella condizione del mago che manifesta la sua impotenza di fronte alle forze magiche che egli stesso ha scatenato. In merito mi sembra opportuno riportare ciò che Martino Heidegger, il più grande filosofo esistenzialista del secolo XX° afferma: “ciò che veramente è inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica ma molto più inquietante è che l’uomo non è affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo, più inquietante ancora è che non siamo capaci di raggiungere un raffronto adeguato con ciò che sta emergendo nella nostra epoca.
Ancora più assillante e preoccupante è il manifesto che Einstein , in punto di morte, nel 1955, affidò a Russel, in cui egli si rivolge agli uomini con la viva raccomandazione qui appresso trascritta integralmente: “ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto. Se sarete capaci di farlo vi è aperta la via di un nuovo Paradiso altrimenti è davanti a voi il rischio della morte universale”.
Come scrive il filosofo Umberto Galimberti in “Casa di psiche”, alla condizione di impotenza si è sostituito oggi il delirio di onnipotenza degli uomini non nascondendo lo spettro di una ingloriosa soluzione finale dell’esperimento umano per evitare tale catastrofica evenienza. È necessario risvegliare il “filosofo” che, come sostiene Bergson, sonnecchia nell’individuo. Pertanto diventa attuale e urgente l’invito a l’uomo di non oltrepassare i suoi limiti utilizzando la saggezza e la prudenza che egli può esercitare.
Stante la situazione si ripresenta alla filosofia la possibilità di riprendere il suo compito di guida delle coscienze e indurre gli uomini ad una maggiore riflessione e ad una maggiore ponderazione nell’affrontare i molti problemi esistenziali che, anche per l’eccessivo progresso scientifico affliggono l’umanità. Si pone alla filosofia il compito di indagare non più sulla sola essenza degli essere non più di contribuire solo all’elevazione delle anime al cielo, non più sulla condizione psico-analitica del “profondo oscuro” dell’uomo, ma anche quello di vegliare sulla sussistenza e sopravvivenza dell’umanità e dell’intera realtà.
Nei momenti difficili degli eventi storici, essa può contribuire validamente alla responsabilizzazione degli uomini, chiamati a reggere le sorti del mondo. La conseguente razionalità illuminante potrà evitare che essi si trasformino in “belve” e “mostri” irresponsabili e incoscienti, C’è da augurarsi che sia sempre sveglio e vigile in ogni essere umano “Il filosofo” che Enrico Bergson vede sonnecchiante.

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Lavoro

Caso Fontani, la vergogna della mobilizzante, omertosa, intimidatoria scuola pubblica italiana

A cura della redazione

Prima di procedere con la lettura del seguente articolo, è necessario scrivere qualche riga di presentazione. Digitando su google i termini: Maestro Adriano Fontani, troverete decine di risultati che in certi tratti hanno dell’incredibile. Il signor Fontani, che ho il piacere e l’onore di conoscere da circa quindici anni, è uno dei maestri professionalmente più preparati a livello nazionale. Il curriculum che può vantare, farebbe impallidire molti pensatori e politici starnazzanti qua e là.
Un uomo che dell’onestà intellettuale ha fatto la sua bandiera, un’onestà che lo ha portato a vivere una vera e propria odissea. Il signor Fontani, non si è limitato a vivere certe esperienze per poi lasciarle cadere nel dimenticatoio come avviene nella maggior parte dei casi. No, Fontani ha deciso di andare fino in fondo, denunciando i moltissimi malcostumi italici, che tutti conosciamo, che tutti urliamo a pieni polmoni, senza peraltro accorgersi che non dando seguito alle parole continueremo a rimanere ciò che siamo, magari risultando un po’ più ridicoli di prima.
Adriano Fontani ha deciso di denunciare nel senso vero del termine, e questo coraggio lo sta pagando a carissimo prezzo in termini di salute, economici e non solo. Quando ho saputo della sua vicenda, ho deciso di pubblicare con piacere ed orgoglio un dossier che riporti i fatti per come sono, e stanno andando. Peccato, che ad occuparsi di tale vicenda siano stati davvero in pochi, troppo pochi. Evidentemente le grandi testate hanno notizie (molto più importanti) da divulgare. D'altronde è anche vero che il mercato offre ciò che il pubblico chiede.
Tornando al nostro discorso non intendo affermare che il signor Fontani sia un santo o un eroe, ognuno di voi si farà una propria idea. Tuttavia una certa idea mi è d’obbligo esprimerla. Se denunciare le cose che non funzionano porta a questo, allora c’è davvero di che preoccuparsi, e se queste mie parole possono sembrare demagogiche, invito ancora una volta a digitare su google i termini prima riportati, e chi fosse interessato troverà moltissimo materiale. Noi per motivi di spazio abbiamo potuto pubblicare soltanto una piccolissima parte della vicenda, che ripeto è tutta disponibile su internet.

Maurizio Martini

Una vicenda estremamente tormentata che ha sconvolto la vita di un uomo, arrecando danni al suo lavoro e alla sua salute.
Tutto iniziò nel settembre 2004 quando Adriano Fontani, maestro della scuola elementare di Buonconvento (provincia di Siena), chiese un'ispezione contro la palese e grave discriminazione operata a suo carico su pressioni della potente e temuta Setta dei Testimoni di Geova. In passato il maestro aveva intrattenuto rapporti molto stretti con questa Setta e le cose per lui erano cambiate proprio quando aveva deciso di uscire dal gruppo, provocando un grande malcontento tra I Testimoni di Geova che di solito non accettano di perdere uno dei loro mmembri di fiducia. Il loro consiglio comunale genitori ripudiava Adriano Fontani, sostenendo la necessità di avere nella scuola un insegnante laico. Due suoi alunni Testimoni di Geova vennero trasferiti in un'altra classe, suscitando una dura reazione presso le altre famiglie che erano intervenute in difesa del maestro. Da allora è iniziato il calvario. Il dichiarato odio ed i puri pregiudizi che questa congregazione religiosa ha sempre nutrito verso gli ex, definiti "infami eretici", portarono Adriano Fontani ad essere ferocemente perseguitato anche dalla scuola pubblica, la quale accolse la richiesta della setta, spingendolo ad intraprendere una dura battaglia contro la diffusissima epidemica piaga del mobbing-bossing scolastico.
Il termine mobbing deriva dal verbo inglese "to mobe" che significa utilizzare. In etologia viene usato proprio per definire un'aggressione impetuosa diretta a colpire, isolare, penalizzare un unico individuo. Pur non essendo considerato un reato penale in quanto tale, il mobbing è fatto di tanti piccoli reati minori e perciò va costruito in modo graduale, come un pavimento con tante mattonelle messe una dopo l'altra (diffamazioni, insulti, abusi ed omissioni d'ufficio, calunnie, false dichiarazioni etc'). Tutto questo ha caratterizzato la vicenda di Adriano Fontani.
Il suo ricorso fu inizialmente respinto dal capo degli Ispettori che giudicò corretto l'operato della scuola, consegnando una copia della relazione direttamente all'interessato. Nei mesi successivi venne inviata una seconda ispezione. Stavolta però la relazione fu invalidata, negata e nascosta, pur avendola richiesta. L'Ispettore che aveva condotto il lavoro venne messo sotto punizione perchè dava ragione al maestro, smentendo così il suo diretto superiore.
L'anno dopo mandarono un terzo Ispettore, assegnandogli il compito di svolgere una spedizione punitiva preconfezionata di stampo squadristico, giustificata da una calunniosa petizione nei confronti del maestro che veniva definito "un persecutore del dirigente scolastico e causa di disagio per tutta la scuola". Venne aperto un procedimento disciplinare a suo carico che lo fece passare per una sorta di pazzo delirante inidoneo all'insegnamento, obbligandolo a seguire una serie di visite e accertamenti. Nel frattempo la sua vita veniva minuziosamente analizzata, denunciando attività di divulgazione svolte in orario extrascolastico, sgradite alla setta con cui la scuola si era alleata (in particolare ricordiamo un'intervista al Tg5 andata in onda il 27 febbraio 2005, piu' volte ritrasmessa a richiesta per il suo interesse).
La scuola era pronta a fare di tutto per riuscire a fermare lo scomodissimo maestro che faceva luce sui mille abusi commessi dall'Istituzione pubblica. A titolo esemplificativo Adriano cita la scandalosa bocciatura di una bambina di prima che, pur avendo la media del "buono" era necessaria per sdoppiare la classe successiva, cinicamente scelta perchè di famiglia disagiata ed emarginata.
Come si può facilmente immaginare, le calunnie nei confronti del maestro diventavano sempre piu' pesanti. "Il dirigente locale scolastico era addirittura arrivato ad inventarsi una mia inesistente aggressione fisica e verbale alla sua fiduciaria-delatrice di Plesso davanti agli alunni in classe" racconta Adriano. "Per fortuna il fatto è stato completamente smentito dall'insegnante di sostegno presente, tanto che entrambi sono stati rinviati a giudizio. Pur essendo ancora regolarmente in servizio, venivo trattato come un pericolo pubblico per i bambini in una scuola dove ho insegnato per 15 anni, nella stima ed apprezzamento generali di docenti e genitori, senza aver fatto nulla di male."
La cosa non finì lì. A dicembre il maestro venne cacciato con il pretesto di una "incompatibilità ambientale" costruita ad arte, ignorando la soverchiante mole di testimoni e documentazione presentati a suo favore. Non era ancora arrivato nella scuola di Monterroni dove aveva chiesto il trasferimento da un'altra scuola nella quale era stato trasferito d'ufficio, quando il dirigente scolastico e il suo staff sentirono il bisogno di fare su di lui (ma non sulle altre decine di docenti neotrasferiti) una riunione speciale su come accoglierlo. Il dirigente scolastico tentò subito di strumentalizzare contro di lui le lagnanze di due mamme che si lamentavano perchè il maestro aveva comunicato loro per iscritto quando i loro figli non facevano i compiti, un'abitudine estremamente ricorrente fra gli insegnanti di tutte le scuole.
A marzo 2007 Adriano Fontani decise di proporre un dibattito sulla questione-scandalo di una vecchia amica del dirigente scolastico che reagì divulgando verbali clamorosamente falsi e penalizzanti nei confronti del maestro, appoggiata da altri amici e collaboratori che lanciavano su di lui accuse ridicole e ingiuste (toni anomali nel parlare, omessa vigilanza per brevi e doverose conversazioni necessarie all'espletamento della funzione di insegnante, abusi fisici sui bambini etc'). Tutto questo serviva per preparare il terreno ad una nuova "incompatibilità ambientale". Vennero aperti ben 3 procedimenti disciplinari a suo carico in 31 giorni fino alla pesante ispezione iniziata nel gennaio 2008. Questa campagna di menzogne venne condotta proprio in uno dei momenti piu' drammatici della vita di Adriano che si trovava ad affrontare gravissimi problemi con la salute di entrambi i genitori. L'Ispettore cercava in tutti i modi di diffamare il maestro davanti a chi lo difendeva, continuando a proporre il licenziamento sia per le sue iniziative contro il mobbing scolastico (Adriano aveva fondato un Comitato Nazionale per combattere questo fenomeno) sia per la sua aperta e sistematica deuncia dei mali storici della scuola italiana.
"La mia critica è sempre stata corretta e documentatissima" spiega Adriano. "I dirigenti scolastici delle scuole dove ho insegnato erano anche potentissimi leaders politici locali. Purtroppo non sono stati considerati migliaia di miei accorati e disperati appelli per porre termine a questa assurda persecuzione che sta devastando la mia salute, la mia attività professionale e la mia vita privata."
La feroce persecuzione nei confronti di Adriano Fontani continua ancora, nonostante il maestro sia riuscito a far decadere alcuni procedimenti disciplinari e denunce a suo carico. La vicenda Fontani mette chiaramente in evidenza i gravissimi problemi che affliggono pesantemente l'istruzione pubblica italiana. Lungi dall'essere un'occupazione comoda per chi ha poca voglia di lavorare, come vuole un diffuso ed ingrato pregiudizio, quello del docente è un lavoro che comporta molto stress a livello psicofisico, con un altissimo rischio per la salute. I dati forniti dal dottor Valerio Lodolo d'Oria nel suo libro "Scuola di follia" mostrano una significativa correlazione fra la professione di insegnante e il rischio di contrarre malattie mentali (in particolare nevrosi e psicosi). Il fenomeno del mobbing può attaccare con le sue crudeli violenze psicologiche la vita di un individuo e condurlo a sviluppare diversi tipi di patologie. Il problema è che molti docenti non sanno neppure cosa sia il mobbing nè hanno la consapevolezza di esserne vittima. Nonostante il fenomeno esista da sempre, si è cominciato ad acquisirne consapevolezza solo negli ultimi anni, grazie all'accresciuta sensibilità e diffusione di strumenti di tutela delle personalità nella salute. Per poterlo prevenire e combattere dobbiamo prima di tutto conoscerlo ed interiorizzarlo. Quando insorge nei luoghi di lavoro, come è accaduto in questo caso, il fenomeno può diventare davvero pericoloso. Il lavoro rappresenta infatti uno dei momenti fondamentali di autorealizzazione dell'essere umano e la menomazione di questa opportunità per decisione dell'azienda, ente o amministrazione pubblica è un fatto gravissimo che infanga la dignità umana, calpestando i diritti primari di ogni individuo.

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Racconti e poesie

Tempo di favole

di Luigi Palmieri

Carissimi Lettori,
Vi presento la favola “PALLINA” di Lucia Bellassai tratto dalla sua raccolta “VENTOLINO GIRAMONDO”, interamente dedicata ai venti, per bimbi dai quattro ai sette anni.

Pallina

C’era una volta una passerotta.
Aveva una macchietta rossa sul petto.
Sembrava più una pettirosso che una passerotta.
Tutta la sua vita si svolgeva sul davanzale di una finestra di una vecchia soffitta, davanti al mare.
Questa soffitta era in cima ad una casa dove viveva una bella famiglia. Il papà faceva il pescatore.
La mattina partiva appena il sole spuntava e la sera la mamma andava sugli scogli a vedere la barchetta del marito spuntare all’orizzonte.
Ogni volta che la intravedeva , le spuntavano due lacrimoni di gioia per il pericolo scampato.Tutti sapevano che il mare può diventare all’improvviso molto minaccioso e pericoloso.
La soffitta era quasi sempre deserta. Ogni tanto la mamma per riporre alcune cose, altre volte il papà per mettere a posto vecchie reti.
Qualche volta, ma assai raramente qualche bambino che provava a nascondersi durante un gioco ma poi fuggiva appena sentiva qualche stipite cigolare.
La passerottina si era sistemata in un cantuccio sotto la tegola più larga del tetto.
Aveva fatto di un buco nel vecchio muro un bel nido, al riparo dai venti e dalla pioggia.
Durante il giorno beccava dai vasi, o, quando ce la faceva, direttamente dai prati, piccoli steli di erba rinsecchita e vermetti che erano il suo piatto preferito.
Ogni tanto, per mangiare in santa pace, afferrava il suo pasto col becco e volava sul davanzale della soffitta e lì consumava tranquilla il suo cibo.
“Ciao, pallina!” così la salutavano tutti gli abitanti della casa, quando uscivano o quando entravano.
La passerottina frullava le ali in segno di risposta.
Pallina aveva da sempre un cuore grande e generoso e ricordava sempre di fare a metà dei suoi fili d’erba o dei suoi vermetti.
Passava il tempo e Pallina, un bel giorno, depose sette uova. Era ora di diventare mamma.
Ogni tanto, quando si stancava di covare, lasciava le uova per sistemare un pò il nido: i suoi sette passerottini avrebbero potuto trovare una casa confortevole, tutta per loro.
Un giorno infelice però arrivò: i venti avevano litigato tra loro e si scatenò una tempesta.
Soffiavano sul mare e facevano alzare onde gigantesche che arrivavano fin sotto le case, anche sotto quella dove viveva Pallina.
Fu d’improvviso che Pallina venne scaraventata dall’altra parte del davanzale e si videro le sette uova volare per aria.
Pallina aveva le lacrime agli occhi; non riusciva nemmeno a dire: “Ah!” per il dolore: le sue sette adorate uova erano state spinte dai venti lontano, sul mare.
Pallina in quel momento capì il dolore e le lacrime di quella mamma che abitava sotto il suo nido e che ogni sera si preoccupava se non vedeva la barchetta rientrare.
Passavano i giorni.
Passavano i mesi e gli anni.
La passerotta non mangiava quasi più; non gliene importava nulla che ogni giorno spuntava il sole, che c’erano appetitosi filetti d’erba e gustosi vermetti a portata di becco.
Aveva perso i suoi sette adorati passerottini per sempre.
I venti passavano da casa di Pallina e ogni tanto sbirciavano dentro: non sapevano come chiedere scusa pur sapendo che per colpa loro si era verificata quella tragedia.
Un giorno, però, il vento più vecchio disse: “Ricordate quella tremenda litigata che aveste e che vi fece travolgere i figlioletti di Pallina?”
“Certamente” risposero in coro gli altri.
“Mentre voi litigavate io, che sono vecchio, assieme a mio fratello che è più vecchio di me, mi accorsi di quello che stava per succedere e stesi sette fazzoletti per raccogliere in volo le uova di Pallina; chiusi i fazzoletti e li feci scivolare al calduccio, vicino la canna fumaria della casa del pescatore.
Cercai di salvarli ma temo che quelle uova siano andate bruciate o forse addirittura qualcuno le ha mangiate.
Ho sentito mio fratello, il vento più vecchio di me, e mi ha detto che nel paese dove lui soffia, aldilà del mare che noi vediamo vivono sette passerotti strani; tutti li scambiano per pettirossi ma sono passerotti. Un pò come per Pallina, che anche lui ricorda con affetto. Saranno suoi parenti lontani!”.
Erano passati due, tre anni da quella conversazione quando una mattina, dal mare, arrivarono sette passerotti che sembravano pettirossi perché avevano una macchietta rossa sul petto.
Puntarono dritto verso casa di Pallina; anche i venti che si erano passati la notizia di quell’arrivo uscirono per arrivare a casa della passerotta. Prima ancora di arrivare, si sentì un lungo: “Oh oh oh!”.
Pallina aveva immediatamente riconosciuto i suoi sette figli, tutti con la macchietta rossa sul petto come l’aveva lei. Era così felice che sapeva dire solo : “Oh oh oh!”.
I figlioletti le raccontavano di paesi lontani e delle loro difficoltà per riabbracciarla e mentre raccontavano mamma Pallina faceva: “Oh oh oh!”.
E i venti, da allora, ogni volta che combinano qualcosa di buono dicono, come Pallina, : “Oh oh oh!”

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Un alpino In Russia 18 gennaio 1943

di Antonella Iacoponi

Marciamo da ore, tra neve e ghiaccio,
ricordo, mamma, quando ti lasciai:
un lungo, dolcissimo abbraccio…

il tempo è passato, ormai,
ho combattuto con onore,
per senso del dovere, lo sai.

La ritirata ci gela il cuore,
in questa terra fredda e infinita,
dove tanti son tornati al Signore.

Adesso la battaglia è finita,
son troppo stanco per camminare,
mi duole molto la ferita…

Ma è troppo freddo per sostare:
scarpe di cartone pressato,
vestiti leggeri, da indossare.

Soltanto questo, ad un soldato:
poche le armi e l’equipaggiamento,
profondo disprezzo per l’alleato…

Fame e sete: un altro tormento.
Chi mai ci potrà ricordare?
Nessuna stele, nessun momumento.

Ma io continuo a camminare,
verso la mia casa, il mio paese;
mi manca l’odore del mare,
profumo di pace, senza pretese…

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Riflessioni e critiche

Venerabile Italia

di Renzo Coletti

Licio Gelli torna sul ring della politica. Una boccata di verità diventa scandalo e vergogna, ma la vergogna e lo scandalo esistono nella cultura popolare italiana ormai come Democrazia, Libertà, Fraternità che sono il pane quotidiano avariato e tossico di cui ci nutriamo. Questo articolo sarà poco apprezzato da chi ha ancora una verità ultima da proporre o difendere, come per chi vive nell’assoluta ignoranza del suo stadio di putrefazione psichica e sociale. Il Maestro Venerabile più famoso in Italia e non solo, vede in Berlusconi il suo erede politico più funzionale alle sue idee e alla situazione cultural politica e religiosa del paese Italia. Perché un fascista del calibro di Gelli predilige Berlusconi ad un Fini o altri eredi di un M.S.I., emblema della tradizione fascista italiana? Dalle sue parole emerge un tradimento strisciante dell’ideologia in questione, quindi l’appoggio al Cavalliere per eccellenza diventa scelta su cui meditare con attenzione. Se i valori borghesi, nati dalla rivoluzione francese, coincidono con valori massonici, ovvero della massoneria speculativa, cosa lega Licio Gelli, maestro Venerabile, al fascismo e al berlusconismo? Siamo certi che una parola evocativa come libertà si possa legare ad un concetto di egualianza? Libertà non implica un individualismo ed una ricerca di sé come aspirazione evolutiva e libera da ogni freno psichico e soprattutto culturale? Egualianza non evoca invece un assimilazione totale ad un credo comune, quindi un appiattimento e una concezione di popolo massa? Realisticamente si può parlare di pari opportunità, ma l’eguaglianza è qualcosa che ancora una volta è aspirazione indefinita ed indefinibile in una società basata sull’economia che è divenuta mercato e stratificazione di classe. Il termine mercato è la generalizzazione più ipocrita per definire un darwinismo sociale di fatto basato sulla ricchezza. Il mercato diventa necessariamente una serie infinita di obblighi che si richiamano al suo concetto e alla sua assenza specifica di significato. Resta da analizzare la fraternità e il suo valore simbolico e socialmente applicabile. Il Cattolicesimo è la forma più sperimentata in questa ricerca realizzatrice di amore fraterno, ma impossibile da realizzare se associata ad una presunzione di verità ed ad un asservimento a dogmi. Resta solo la possibilità di agevolare la comprensione che è altro dal capire, tollerare, pacificare espressioni di un sincretismo fittizio e finalizzato ad uno scopo comune di riconoscimento di un potere.
Tornando a un linguaggio più politico tradizionale, cosa caratterizza oggi la destra, il centro, la sinistra? Un sacerdote come pure un massone, come potrebbero appartenere a qualcosa che si identifichi con una storia di almeno un paio di secoli, definibile come destra, centro, sinistra? Dove collocare un lavoratore, una massaia, uno studente, un menbro classificabile come intoccabile in una realtà di casta induista? Un partito come la Rifondazione Comunista, o quello dei Comunisti italiani, a cosa fanno riferimento e come giustificano la loro realtà borghese e asservita al capitalismo o il post capitalismo? Quale partito è oggi identificabile con il fascismo se ha perso il concetto di nazionalità, gioca a rimpiattino con il potere anglo americano e israeliano? Perché dunque dovrei scandalizzarmi per la presenza in televisione del maestro Venerabile Licio Gelli fascista dichiarato? Meriterebbe un premio per l’onestà intellettuale e la sua figura induscutibilmente reazionaria e cospiratrice. Preferite ancora una farsa che rappresentanti di partiti come la Lega Nord, il Partito Democratico, gli estremisti dell’opportunismo di destra e sinistra possono offrirvi e vi offrono ogni giorno? Per quel che mi riguarda un goldman boy come Prodi, o Draghi, o un bilderberger come Veltroni o rappresentanti dell’Opus Dei e altre associazioni legate a filo doppio con tutto ciò che è il peggio del peggio della nostra società corrotta, responsabile di genocidi, torture, invasioni militari, stragi di civili innocenti e strafottenti nella loro ingordigia e trafficanti di ogni tipo di merce, ovviamente non direttamente, ma collusi da fine guerra ad oggi con mafia e poteri occulti, non meritano nulla di più di un giudizio impronunciabile per la sua volgarità perseguibile. Questo popolo di bottegai giunti con valigie di cartone legate con lo spago, questo popolo di cattolici fanatici e bigotti, questo popolo di servi del padrone e legato da interessi clientelari e da una ricchezza accumulata senza scrupoli, oggi accetta e privilegia la barbaria e il razzismo, sputa su tutto ciò che è dignità della persona, segue il leader come un branco di pecore, caldeggia l’ignoranza a partire dalla scolarizzazione sino alla ricerca, svende la propria libertà di pensiero ed azione, accetta ogni controllo e sopruso, ma ha un conto in banca che spero si prosciughi come una pozzanghera di pioggia radiattiva che il pianeta ci dona per riflettere e che tutti ignorano coltivando il loro orticello che sarà sterile come le anime dei venditori di speranza e Fedi di ogni tipo. Tutte le forme di oppressione e i fascismi, compreso lo stalinismo, sono caratterizzati da un leader che è altro dal partito che rappresenta e diventa così mito da seguire e per cui dare anche la vita. Per citare appunto la figura di Stalin, ricordiamoci che per vedere la salma del Dittatore padre, vi sono stati 1500 morti calpestati come vermi. Certo le motivazioni di Gelli per la scelta di un suo successore spirituale, non sono materia che possa conoscere con più che una approssimazione, ma è l’unico leader senza un partito che lo possa sostituire, come pure è impensabile Forza italia senza Berlusconi. Un uomo, un bersaglio, un fuoco di paglia, un mito che può crollare come un Tempio su una zolla tettonica che lo comprende.

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Attento, signor Rossi!

di Anna Toni

Buon giorno signor Rossi, come stai? Mi riconosci? Sono il grillo parlante, la tua cattiva coscienza. È un pò che non ci vediamo e penso ti chiederai dove fossi finito, ebbene mi sono preso una lunga vacanza e sono stato nel mondo delle fiabe a trovare certi miei vecchi amici. A questo punto penserai senz’altro a Pinocchio, certo,ma non solo lui, Pinocchio è solo il più recente, quando l’ho conosciuto ero già abbastanza avanti con gli anni. Eh si, sono vecchio, ne ho di secoli sul groppone e in tutto questo tempo ne ho viste di cose! Ho visto l’umanità crescere, il mondo trasformarsi, i costumi mutare, ho assistito all’avanzare del progresso e ho visto gli uomini come te restare sempre uguali. Eh si, da che mondo è mondo, gli uomini come te non sono mai cambiati e non cambieranno mai e, da che mondo è mondo, gli uomini come te ci sono sempre stati e, purtroppo, sempre c saranno. Ma stai attento, signor Rossi, perché le donne degli uomini come te non sono più quelle di una volta, le donne si stanno svegliando e non puoi sapere cosa può riservarti l’immediato futuro.

Giovedì ore 18.00, come ogni giorno alla solita ora esci dall’ufficio e ti avvii verso casa; sei sempre nervoso alla fine di una giornata di lavoro, ma stasera sei addirittura furioso e nemmeno tu sai il perché; in questi ultimi tempi ti succede sempre più spesso,, forse è lo stress o forse è solo colpa del caldo; il caldo, lo hanno spiegato tempo fa alla televisione, ha un effetto scatennante su chi ha come te i nervi tesi o, come dice invece tua moglie quando non la puoi sentire :”Quando fa caldo si sa, i matti fanno i matti”.Quando ti senti così hai un gran bisogno di cercare la lite, qualsiasi pretesto è buono per alzare la voce e le mani, ma siccome sei un coniglio te la prendi solo con quelli di casa tua.
Dopo un quarto d’ora snervante in mezzo al traffico finalmente eccoti a casa. Entri e piombi come un bolide in cucina; tua moglie sta preparando la cena e, come sempre, il piccolo televisore sul mobiletto è acceso, a quest’ora c’è il suo sceneggiato preferito, una storia tutta amore e cuore,di solito la cosa non ti da fastidio,ma stasera.…
“È possibile che in questa casa non ci sia mai un pò d silenzio?” urli “Eppoi, cos’è che stai guardando? Tle solite e sciocchezze, robaccia da quattro soldi fatta apposta per le casalinghe stupide e come te!”
Lei si sente ferita, ma ha già capito di che umore sei e sache la cosa migliore è non replicare,in silenzio afferra il telecomando e spegne l’apparecchio poi torna ad occuparsi delle pentole, ma non riesce a trattenere un sospiro. Quel sospiro ti fa salire il sangue alla testa, l’afferri per le spalle costringendola a voltarsi:
“Cos’hai da sospirare?” sbraiti scuotendolacon forza, “in fondo cosa ti ho chiesto, eh? Ti ho chiesto solo un pò di silenzio! Non passo tutto il tempo a casa a bighellonare come fai tu,io, passo tutto il giorno davanti al computer e a parlare con una massa di idioti, avrò il diritto ad un pò di pace quando torno a casa?” La lasci andare con uno spintone che per poco non la fa finire sui fornelli,poi giri i tacchi e esci dalla cucina,ma solo per tornare poco dopo ed affibbiarle un paio di ceffoni perché la camicia che ti sei tolto ieri sera non è ancora stata lavata e stirata; perché poi?Ne hai un mucchio di camicie pulite, ma tu, guarda caso volevi metterti proprio quella domattina. lei prende un mestolo, solleva un coperchio e due lacrimescendono nella casseruola. Povera donna! Sa già come sarà il resto della serata,ogni volta fa tutto il possibile per scongiurare il peggio, ma non ci riesce mai.
! Anche i tuoi figli: Elisa di dodici anni e Marco di quattordici, hanno già capito che stasera sarà una brutta sera. Appena ti ha sentito urlare in cucina Elisa è corsa a rifugiarsi in camera del fratello:
“Papà ha di nuovo la luna di traverso” sussurra impaurita
“Cerchiamo di non contrariarlo” risponde il ragazzo con un filo di voce “e forse non avremo guai”.
“Si, ma la mamma?”
Marco non sa cosa rispondere, anche stasera la mamma prenderà un sacco di botte, ma lui è solo un ragazzo cosa potrebbe fare?
È l’ora di cena, comincia la parte della serata più temuta, si perché da ora in poi la tua aggressività aumenterà sempre più. Arriva la pasta, ne prendi una forchettata e subito ti metti a urlare perché secondo te non è cotta a puntino, sbatti con rabbia il piatto sul tavolo e qualche penna schizza qua e là,tua moglie si alza e si china in avanti per ripulire la tovaglia e si guadagna un pugno nello stomaco accompagnato da un:
“Cretina!A cosa pensi metre cucini?”
in seguito se ne meriterà un altro in pieno viso perché, secondo te, la carne fa schifo e un calcio perché, sempre secondo te, l’insalata è floscia e non finisce qui, prima della fine della serata troverai altri pretesti persomministrare altre dosi di urli e botte e non solo a lei, ma anche ai i ragazzi e magari troverai anche il modo di spaccare qualche oggetto,infine, esaurite tutte le energie, andrai a letto e ti addormenterai all’istante. Sai una cosa? In tutti questi anni mi sono sempre chiesto come faccia a dormire così tranquillamente dopo ciò che hai fatto, ma stà attento , signor Rossi, forse non hai notato lo strano lampo che ha balenato negli occhi di tua moglie quando si è alzata per sparecchiare la tavola, nè la luce di calma determinazione quando più tardi, finito di lavare i piatti,è uscita dalla cucina; è uscita in silenzio, passando per l’ingresso ha preso il cellulare edè andata a chiudersi in bagno, poi ha composto un numero che ha già chiamato altre volte e ha detto qualcosa a fior di labbra, una conversazione brevissima, mentre, per maggior sicurezza, tira lo sciacquone e fa scorrere l’acqua nel lavandino.Sai chi ha chiamato? No? I tuoi figliperò lo sanno e anch’io lo so, vedrai che bbella sorpresina ti hanno preparato!
Venerdì ore 18.30. Hai comprato un mazzo di fiori e un vassoio di paste sperando così di farti perdonare, beh, potevi anche risparmiarti la spesa tanto, come vedi, in casa non c’è nessuno, c’è solo quel biglietto che tua mogliee ti ha lasciato sul tavolo di cucina per avvertirti senza troppi complimenti che lei e i ragazzi se ne sono andati e non torneranno più. Eh si, caro mio, se ne sono andati, ti hanno mollato! E non affannarti a cercarli, è inutile che telefoni ad amici e parenti tanto non li troverai.Vedi, signor Rossi? Come ti stavo dicendo prima, le donne degli uomini come te non sono più quelle di una volta e soprattutto non sono più sole;non sapevi che oggi ci sono delle organizzazioni che aiutano le vittime delle violenze domestiche? e trovarle non è difficile, basta cercare su internet; ecco con chi stava parlando ieri sera la tua signora.
Povero signor Rossi! Ieri avevi una bella famiglia e oggidì colpo, puff! Svanita nel nulla! Ed ora vorresti prendertela con me perché, secondo te, non ti avevo avvertito, ma se in tutti questi anni non ho fatto altro! Eh, questo è il guaio di noi grilli parlanti: parliamo, parliamo, ma nessuno ci vuole ascoltare.

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Spazio donna

La femminilità

di Elena Cinelli

Carissime amiche,
da tempo la rubrica Spazio Donna è rimasta vuota, in attesa di qualche prezioso contributo femminile. In questo numero ho deciso di utilizzarla per provare ad affrontare insieme a voi argomenti che spero siano di interesse comune. Ringrazio la Redazione per avermi dato questa opportunità e vi invito a scriverci per esprimere opinioni, riflessioni, quesiti, e ovviamente se vi va, per raccontare le vostre storie.
Prima di iniziare vorrei presentarmi brevemente. Mi chiamo Elena, ho 28 anni e sono una psicologa non vedente. Una donna che, come tutte voi, si trova a dover fronteggiare continuamente le mille difficoltà quotidiane in un mondo estremamente complicato. Complicato, ma anche meraviglioso e pieno di sorprese.
Prima di entrare nello specifico ed affrontare in dettaglio alcuni delicati temi che ci riguardano molto da vicino, soffermiamoci per un attimo sulla femminilità e il femminile, argomenti decisamente complessi e assai vasti. Su questo tema si potrebbe scrivere all'infinito e le questioni da discutere sarebbero davvero tante. La donna è un essere estremamente creativo e affascinante che racchiude in sè moltissimi doni e misteri. Una figura che rappresenta la bellezza che fluisce. Il suo cammino è irto di ostacoli e continui momenti di cambiamento sia fisico che psicologico. Un percorso che deve essere affrontato con tanta pazienza e una grande fiducia nel domani, rispettando e onorando ciò che ci rende uniche, speciali, magiche, ma anche lottando per cambiare in meglio il mondo che abbiamo.
La prima cosa che dobbiamo chiederci quando prendiamo in considerazione questo tema è se esiste davvero un'identità del femminile. In generale questo termine è stato sempre molto astratto e sfuggente proprio perchè indica tutto e il contrario di tutto, racchiudendo in sè aspetti totalmente diversi fra loro. In quanto esseri umani tutti noi abbiamo un'identità biologica e un'identità sancita che rispecchia il nostro posto nella società. Al giorno d'oggi cerchiamo continuamente di raggiungere pari opportunità per tutti gli individui (tentativo peraltro impossibile per vari motivi) e l'identità biologica non coincide più con quella sancita. Non so se questo sia un bene o un male, ma permette sicuramente di raggiungere una presunta parità di diritti fra uomini e donne. Resta il fatto che il concetto di identità femminile è davvero difficile da definire. E allora mi chiedo: è possibile percepire un'identità femminile che non possiamo definire? Molte scrittrici parlano di identità lacerate e di identità smarrite. Se anche a noi a volte sfugge dalle mani un piccolo pezzo di identità e ci sentiamo ridotte a delle tesserine sole e indifese, dobbiamo cercare di ritrovare il nostro equilibrio, il nostro centro che è anche la nostra forza, ricordando che tutti noi siamo pieni di contraddizioni e di parti opposte che possono essere integrate fra loro per arrivare a comrpendere la nostra vera personalità.
Se accettiamo questi presupposti possiamo affermare che la femminilità non è un qualcosa che si costruisce, ma si manifesta spontaneamente nella donna, nel suo modo di essere. Trovare la propria voce in questa società moderna è davvero difficile. Troppo spesso ci ritroviamo addosso ruoli che non sentiamo oppure, per sfuggire a questi ruoli, ce ne assumiamo altri. In entrambi i casi questo ci fa sentire come etichette, non come individui che hanno bisogno di esprimersi per come sono realmente. A volte, proprio per andare contro a ciò che la società vuole, ci dimentichiamo di quello che noi sentiamo dentro. Tanto per citare un esempio banale ma significativo, posso amare il cucinare senza per questo dovermi sentire meno femminista. Come possiamo ritrovare e far convivere dentro di noi i diversi tipi di Donna (la Donna selvaggia, potente, fragile, impaurita, madre, etc')? Le risposte potrebbero essere infinite. Io ho scelto questa: ascoltando. Una parola piccola ma piena di possibilità. Ascoltiamoci, smettiamo di permettere che la nostra vita (e anche il nostro corpo) sia il campo di battaglia di ideologie. Siamo semplicemente e fino in fondo noi stesse. Solo così possiamo diventare veramente Donne, seguendo il nostro cuore e la nostra voce interiore.
Crescere in quanto donne è un processo faticoso. Tutte noi cresciamo con il tempo, cresciamo con le scelte, cresciamo con i passi compiuti giusti o sbagliati che siano, cresciamo con i sorrisi e cresciamo con le lacrime. Tutte queste scelte, questi gradini superati si possono trasformare in immagini e oggetti significativi: la lettera o la poesia con cui il nostro compagno-marito si è dichiarato, la nostra prima busta paga, la nota della canzone che condividiamo con l'ex che ci ha spezzato il cuore, una fotocopia del diploma di maturità, una pagina del calendario che riporti la data della nostra "prima volta", la prima ecografia dei nostri figli, una fotocopia dei documenti del divorzio, la fotografia delle case dove abbiamo abitato e così via. Per certi versi possiamo paragonarci al poeta che, come diceva Arthur Rimbaud "cerca tutte le forme d'amore, di sofferenza, di follia, ed esaurisce in se stesso tutti i veleni, per conservarne soltanto la quintessenza." Forse ha ragione Thomas Moon quando afferma che "La terapia sta nella trasformazione dell'emozione in magia." Sicuramente per annullare la paura bisogna prima capirla e la sofferenza ci aiuta molto in questo. Crescere significa anche soffrire. Accettare fino in fondo ciò che arriva, compresa la fine di un percorso, di una strada, di una parte di noi. Ad ogni morte corrisponde sempre una rinascita, una nuova vita che prende il posto di quella vecchia. Sono proprio le "piccole morti" che ci rendono Donne. E che cos'è una Donna? Non è importante la risposta, che per ognuno di noi sarà sicuramente diversa, ma la domanda. Vi siete mai chieste che cosa c'è di così speciale nell'essere Donne? Cosa amiamo di noi stesse? Porci questi interrogativi potrebbe aiutarci ad identificare la nostra femminilità e a riscoprire il rispetto per la nostra unicità. Volersi bene, nutrirsi di pensieri positivi. Come afferma Louise R Hay nel suo famoso libro "Il potere è in te", dobbiamo diventare consapevoli del potere che risiede nelle parole che diciamo e nei pensieri che costellano le nostre giornate: possiamo cambiare la nostra vita semplicemente cambiando i nostri pensieri. Certo questo non è un compito semplice ma dobbiamo provarci, iniziando a prestare attenzione a ciò che pensiamo e a come influenziamo l'ambiente attorno a noi con i nostri atteggiamenti. Qualcuno ha detto che ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare. E allora permettetevi di sognare. Fate esattamente ciò che desiderate fare. Non abbiamo limiti. I limiti sono semplicemente quelli che ci poniamo noi e i sogni ci rendono vivi, anche quando non si trasformano in realtà.
Ciao alle prossime! Vi aspetto.

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Sport

Intervista a Paolo Rossi: "Se Calciopoli fosse stata una cosa seria, l'Inter dovrebbe restituire la Supercoppa Vinta con De Sanctis L’opinione del conduttore di Juventus Channel.

Caro Paolo, eccoci qui.
Prima lo Zenith, poi la Reggina. Pare che la Juventus si stia specializzando nel
giocare a temperature sotto zero e su campi al limite della praticabilità.
Però, nonostante tutte le difficoltà del caso, in queste due gare, zero goal
subiti e quattro fatti. Cosa ti hanno lasciato queste due partite e quanto è
stata bella l'azione del primo goal della Juventus contro la Reggina ? Ti
aspettavi poi che Giovinco giocasse nel complesso del doppio impegno, poco più
di 25 minuti totali?

Stefano, lo Zenith mi ha dato l’impressione che la Juventus volesse cancellare
immediatamente la sconfitta di Milano. Sembrerà banale, ma perdere in Champions
– per quanto non avesse significati particolari di classifica – avrebbe generato
l’impressione di una Juve stoppata nel suo processo di crescita. Ed invece il
pari – ed ancor più le 4 reti con la Reggina – ci dicono che ci siamo, tanto
mentalmente quanto fisicamente. Il primo gol indica che siamo una squadra capace
anche di realizzare belle manovre (chi ci sta davanti ci ha battuto con due tiri
consecutivi sbagliati: è bene ricordarlo). Quanto a Giovinco, mi aspettavo una
sua apparizione più corposa in Russia. Sabato le condizioni del campo mi
facevano pensare che Iaquinta e non lui avrebbe avuto più spazio, anche perché
Vincenzo gode di minore attenzione mediatica ma meriterebbe qualche occasione in
più.

Tuttosport continua la sua opera di critica nei confronti di Ranieri.
Ultima tappa della saga, le dichiarazioni "rinunciatarie"del Mister, secondo il
quale sono altre le squadre che devono vincere lo scudetto per forza.
Tu che idea ti sei fatto in merito?
Ti chiedo poi: può davvero un allenatore della Juve pensare che non si gioca per
vincere?

Francamente penso che la ricerca di continui punti di frizione non serva a
nessuno.
Tuttosport ha perso totalmente la prima battaglia, quella del “Ranieri via!”, è
normale che adesso cerchi altri spunti per provare a recuperare terreno e
credibilità.
Preferisco che Ranieri dica la verità – perché di questo si tratta – piuttosto
che alimentare sogni con dichiarazioni ruffiane. L’anno scorso ogni volta che si
citava lo scudetto puntualmente pagavamo un prezzo. Io non sono spaventato
dall’idea –di una Juve che vuole migliorarsi. Farlo significa lottare fino in
fondo e fare strada in Champions. Ed è quello che sta puntualmente succedendo
(l’anno scorso a quest’ora eravamo già fuori dai grandi giochi). Non mi sono mai
cullato sulle parole dell’allenatore, soprattutto quelle pubbliche.
Ed invece sono convinto che tutti qui dentro abbiano bene in testa cosa
significhi vincere, tanto è vero che a Madrid non abbiamo fatto calcoli di
classifica e siamo andati a fare un’impresa storica

In settimana è stato rinnovato il contratto a Molinaro fino al 2013.
Bravissimo ragazzo, grande atleta:
si può dire però che a livello qualitativo è l'anello debole della formazione
titolare della Juventus?
O forse lo è ancora di più la mancanza di un regista a centrocampo?
A proposito, ma Poulsen che fine ha fatto? E Zanetti?
Possibile tutti questi infortuni?

Sugli infortuni c’è grande preoccupazione, ovviamente. Non ho elementi o
conoscenze specifiche per giudicare, se non riflettere sul fatto che a noi manca
un po’ la generazione di mezzo – quella dei 25-27enni – il corpo forte della
squadra è fatto di over 30 e questo lo stiamo pagando. Quanto a Molinaro, sono
un suo fan e non perché è una bravissima persona, ma perché lo ritengo
determinante nello sviluppo della nostra manovra. Tocca tantissimi palloni,
partecipa, in fase difensiva non ricordo un suo errore da Juventus -Fiorentina.
Abbiamo vinto scudetti con Jarni e Torricelli che non ritengo giocatori a lui
superiori, era la Juve nel suo complesso a essere più forte e a permettere a
tutti di esprimersi al massimo

Paolo, qual'è la strategia mediatica della nuova Juventus?
Vi è capitato a turno di comparire, sugli schermi di "Matrix", del "Processo di
Biscardi", di "Lunedì di Rigore" o di "Controcampo" e le accuse contro la
Juventus sono più o meno le stesse di sempre.
Si può quindi parlare della nuova Juve senza tornare alla vecchia?
Insomma per tutto il mondo non Juventino, noi che rubiamo da sempre (famiglia
Agnelli, Fiat regalate, arbitri comprati, Schede di Moggi ecc...) 2 anni fà
siamo stati finalmente presi con le mani nel sacco e anzi meritavamo di sparire.
Adesso forse siamo un pò meno antipatici ma solo finchè non torneremo a vincere.
Ha senso battersi mediaticamente contro questo "sentimento popolare" ormai
diffuso ?

Stefano, dirti che ci sia una strategia mediatica sarebbe errato.
Anche perché la Juve è passata dall’onnipresenza di Moggi con un’unica linea (la
sua) a un insieme di teste pensanti che si muovono ognuna con una propria
personalità.
Per intenderci, mai la Juve mi ha dettato una linea, né a Juve Channel, né al
Processo di Biscardi o a Lunedì di rigore.
Si può parlare della nuova Juve evitando la vecchia?
Sì, per dire che a livello di dirigenza non c’entra più nulla.
Io sarei stato persino più aggressivo in questo: la Juve – nel momento in cui
sono uscite le intercettazioni – non poteva fare altro che dare un deciso cambio
di rotta. Lo avrei rivendicato con più forza proprio per salvare la Juve del
campo, quella che non aveva bisogno neanche di una telefonata per dominare in
Italia. Questo avrei fatto, invece credo che un po’ in tutti sia nata una forma
di censura anche per silenziare una pressione che poteva distruggerci. Quando in
tv ci danno dei ladri io rivendico brutalmente quel che noi abbiamo vinto, ci
mancherebbe altro.
Però mi chiedo: perché Moggi non tira fuori il suo famoso contratto con Moratti,
sbandierato ogni volta? Perché mi arrabbio io e lui ha una reticenza davvero
imbarazzante?
Non mi attiro certo le simpatie di molti nostri tifosi, ma credo che
quell’atteggiamento abbia contribuito fortemente a delegittimare i suoi
successi, continuando a dire “così facevan tutti”. Bene, noi non lo dovevamo
fare. Punto e basta. L’idea che vincere significhi partecipare a certi giochi la
trovo umiliante soprattutto per chi in campo ha dato tutto, è un paradosso
tragico di chi costruisce una squadra fantastica e poi pensa che vada sostenuta
fuori dal campo con rapporti di un certo tipo.

Paolo però checchè se ne possa pensare, la maggior parte dei tifosi Juventini
sono ancora legatissimi a Luciano Moggi, Bettega e Giraudo e a quei 12 anni di
Juventus.
Nella vita è giusto si guardare avanti, ma senza, a parer mio, rinnegare il
passato.
Perchè a Juventus Channel i nomi della Triade vengono quasi totalmente
censurati?
Perchè ad esempio che ne sò, Boniperti si considera (e lo è a tutti gli
effetti...) una bandiera Juventina però conta solo 99 anni di Juve e non 111?
Insomma Paolo, per me la Juve è una sola da sempre.
Chiunque la gestisca o chiunque giochi per lei.
Perchè non si possono amare 111 anni di storia senza rinnegarne un solo momento?
Tu ad esempio rinneghi, che ne sò, il 5 Maggio 2002(o qualche altra vittoria
della Juve)?
Eppure per Moratti quello scudetto è solo il risultato dell'opera di "una banda
di disonesti".

Stefano, intanto a Juve Channel non si censura la Triade.
Una trasmissione su Moggi non l’abbiamo mai fatta, certo, perché la Juve ha il
dovere di mostrarsi lontana da quella dirigenza (altrimenti sarebbe stato difesa
in sede giudiziaria, no?). Ma la Juve di Moggi che ha vinto tutto fa parte a
pieno titolo del palinsesto, mostriamo tutte le partite e ne parliamo in
continuazione in ogni trasmissione.
Non solo: chi telefona può parlare di Moggi come di qualsiasi altro argomento e
noi affrontiamo la questione.
Rinnego il 5 maggio? Ma scherziamo! Io sento tutte le vittorie ed anzi, se
Calciopoli fosse stata una cosa seria, l’Inter avrebbe restituito la Supercoppa
vinta con De Santis!
Però permettimi di ricordare che Boniperti è stato maltrattato dalle precedente
gestione e ha tutto il diritto di esprimere la sua opinione. Io sono juventino e
lo sarò sempre a prescindere da chi ci guida. Invece in molti vedo la tendenza
alla divisione, a credere ai complotti interni, ad augurarsi addirittura che la
dirigenza di oggi possa fare male per prendersi chissà quale rivincita. Mi
colpisce vedere sul forum che una società che ha centrato tutti gli obiettivi da
quando è in carica non riceve neanche il 50% dei consensi mai, neppure dopo il
trionfo storico al Bernabeu. Concludo con una riflessione: sono cresciuto con la
Juve che “rubava” secondo tutti e della nostra immagine non me ne può fregare di
meno. Di quel che pensa l’Italia nei nostri confronti non mi preoccupo
minimamente. A me interessa vincere e farlo con lo stile che ci ha sempre
contraddistinto, riconoscendo per primo i meriti degli avversari. Io lo faccio
sempre, come riconosco se mai c’è qualche errore arbitrale a nostro favore. Per
me è questo essere juventini e amanti del calcio. Io dirò sempre che il rigore
su Ronaldo era macroscopico. Poi ci aggiungo che l’avrebbero sbagliato e che –
più seriamente – non ha certo favorito quell’arbitraggio un’indecente pressione
dei giocatori dell’Inter dal primo minuto, con proteste al primo fallo laterale.
Il resto sono teoremi e teorie che non m’interessa frequentare perché il calcio
di Palazzo e degli intrighi mi dà il voltastomaco, è quanto di più lontano dalla
mia idea di una passione.

A presto Paolo. E grazie per la tua disponibilità.
Grazie a te Stefano. Mi beccherò una valanga di insulti, ma a domande sincere
rispondo con sincerità.

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